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2681  Local / Italiano (Italian) / Re: BITCOIN PUMP! on: November 01, 2018, 06:06:02 PM
Tether ha pubblicato una dichiarazione scritta di una banca delle Bahamas ( Grin) la quale dichiara l'esistenza di un deposito intestato a Tether di oltre 1 miliardo e 800 milioni di dollari

https://tether.to/wp-content/uploads/2018/11/Tether-Letter.pdf

Su twitter si stanno buttando via prendendo in giro quella firma che ricorda un grafico dei bitcoin ( Grin)

Tutto ciò che riguarda Tether nel mondo bitcoin genera di solito pump o dump molto rapidi e fugaci, vedremo a questo giro  
2682  Local / Italiano (Italian) / Re: BITCOIN PUMP! on: November 01, 2018, 05:51:44 PM
Report molto interessante sul mondo bitcoin e crypto rilasciata ieri da Morgan Stanley.

Non sono d'accordo quasi su nulla ma comunque ci stanno studiando di brutto.... Grin


https://ny.matrix.ms.com/eqr/article/webapp/rf/renditionpdf/PublishedContent3/2018/10/31/Documents/Crypto.PDF
2683  Local / Italiano (Italian) / Re: Bakkt e la possibilità di uscire dal pantano per le cripto on: November 01, 2018, 02:41:29 PM
Bakkt utilizzerà inizialmente l'infrastruttura di ICE (e la loro clearing house) per il mercato dei futures su bitcoin in lancio il 12/12
ICE (Intercontinental Exchenage) è la società che gestisce la borsa di New York.

https://twitter.com/Bakkt/status/1057696669859487745
2684  Local / Italiano (Italian) / Re: BITCOIN PUMP! on: November 01, 2018, 02:27:50 PM
Fidelity è il quarto più grande gestore di asset al mondo con un patrimonio gestito di 2.1 trilioni di dollari. Una colonna portante di Wall Street.

Vederlo festeggiare il decennale del whitepaper di SN con le parole "10 anni. 9 pagine. Il mondo è cambiato" fa sempre un certo effetto  Grin

https://twitter.com/DigitalAssets/status/1057732162231898112
2685  Local / Progetti / Re: Tracciabilità dei prodotti e filiera on: November 01, 2018, 11:50:05 AM

Il doble spending nella certificazione di filiera non lo vedo come un problema. Potrebbe rimanere fregato l'utente finale che si accorge di aver bevuto un succo fantasma a causa di un fork che ne faceva sparire gli input che l'hanno generato (mele, lavoro spremitura, bottiglia di vetro, tappo, trasporto ecc. ecc.)
Inoltre, nelle private, se uso POW devo avere solo 51% della POW anche se sono da solo ad essere contrario. ...
NB: avere uno snap in BC bitcoin credo sia utile. Ogni mese/settimana/giorno (DeltaT) inserisci in BC bitcoin una tx con hash del blocco n_ersimo della tua chain, se fanno double spending lo devono fare entro DeltaT altrimenti ciccia a meno di reverce su funziona di hash utilizzata.

Non è solo un problema di double spending, se la maggior parte dei nodi si mette d'accordo può modificare il contenuto di tutta la bc come farebbero con database relazionale.
La pow è un algoritmo di consenso inutilmente dispendioso in una bc privata permissioned, infatti vengono usati quasi sempre algoritmi molto più "economici" in termini di capacità computazionale (come ad esempio il PoET di Intel Sawtooth https://sawtooth.hyperledger.org/docs/core/releases/latest/architecture/poet.html)
2686  Local / Italiano (Italian) / Re: Bakkt e la possibilità di uscire dal pantano per le cripto on: October 31, 2018, 05:53:57 PM
in una bc privata dove i nodi

1)sono a numero chiuso
2)sono ad accesso chiuso
3)si conoscono fra loro
4)si fidano tra loro

Per ingannare gli utenti è sufficiente che siano disonesti il 50%+1 dei nodi presenti

In un bc pubblica basata su mining il fatto che il 50%+1 dei nodi siano disonesti è condizione necessaria ma non sufficiente per portare a compimento una truffa.

Perchè l'inganno funzioni occorre anche che abbiano  più del 50% della potenza di calcolo di tutta la rete.

La differenza sta tutta qui.

L'altra grossa differenza è che la criptovaluta sottostante alla bc pubblica crea un incentivo diretto che stimola i nodi ad essere onesti. Se io truffo gli utenti, faccio perdere valore e credibilità alla "moneta" che muove il sistema e quindi creo un danno anche a me stesso che vengo ricompensato in quella moneta.

Le bc private avranno quindi sempre un tasso  di immutabilità dei dati infinitamente inferiore a quello delle bc pubbliche.

Il futuro della tracciabilità della filiera secondo me sarà con sidechain private che si appoggiano alla sicurezza e inviolabilità della rete bitcoin.
2687  Local / Discussioni avanzate e sviluppo / Re: Stima consumo energetico rete bitcoin. on: October 30, 2018, 09:16:29 PM
No, non siamo ancora a quel punto, almeno a livello globale. A livello locale alcune aree, come il Quebec, hanno fatto campagne di promozione per attirare miners  in modo da vendere i surplus energetici di quella regione causati dalla sovrapproduzione di energia idroelettrica. Comunque ci arriveremo fra non molto se la potenza di calcolo della rete continuerà ad aumentare al ritmo degli ultimi anni.

Quale sarebbe il costo-opportunità del mining in Quebec? In altre parole, l'energia elettrica che invece di utilizzare in altro modo viene dedicata al mining non riuscirebbe a generare per loro un valore maggiore del mining? Questo mi sembra interessante, sarebbe un indicatore indiretto dell'efficienza del processo di mining (dove per efficienza intendo generare più valore possibile a parità di risorse impiegate).



Il Quebec è una regione che ha investito moltissimo nell'idroelettrico ed oggi produce molta più energia di quanta ne consuma, dato che genera il doppio della corrente elettrica prodotta in Italia (37000Mw) nonostante abbia solo 8 milioni di abitanti. Gran parte di questo eccesso viene venduto alle regioni vicine (New England e resto del Canada), ma parte viene semplicemente sprecato dato che i contratti di fornitura hanno senso solo se la corrente non deve essere trasportata troppo lontano dove diventa antieconomico venderla per le perdite inevitabili durante il trasporto per l'effetto Joule (circa il 3-5% ogni 1000km solo con le linee ad alta tensione ignorando le successive conversioni).  Ecco che le autorità hanno pensato di eliminare o perlomeno ridurre questi sprechi attirando le attività di cui dicevo prima, attività che possono essere localizzate senza problemi vicino alla produzione : ossia le serverfarm e il mining. Alle prime le autorità hanno l'obiettivo di vendere 6 Twh nei prossimi 4 anni, al secondo 5Twh (fonte https://bitcoinmagazine.com/articles/energy-company-hydro-quebec-looks-attract-bitcoin-miners/)

Quando vengono costruite delle centrali queste vengono progettate non per i consumi di oggi ma per quelli stimati di domani. Accade quindi che inizialmente ci siano dei surplus temporanei di sovrapproduzione soprattutto per i giganteschi investimenti che molti paesi stanno facendo nelle rinnovabili. Il mining è una forma di consumo di energia che può aiutare l'eliminazione di queste sovrapproduzioni perchè può essere facilmente installato laddove esse esistono


2688  Local / Discussioni avanzate e sviluppo / Re: Stima consumo energetico rete bitcoin. on: October 30, 2018, 06:20:13 PM
Queste attività quindi, oltre a consumare , contribuiscono a rendere il mercato mondiale più efficiente perchè creano concorrenza tra i produttori, generando un arbitraggio sul prezzo mondiale dell'energia

Questo punto, oltre a essere una naturale conclusione teorica della tua analisi, è anche la realtà?
Ci sono dati che confermano una concorrenza di questo tipo si stia verificando?
O meglio, non per sminuire, ma.... il tutto per attirare miners?
Forse non siamo ancora a quel punto

Infatti, se il 74% dell’hash power è in Cina, al momento non è così, giusto?
https://www.cryptominando.it/2018/10/10/bitcoin-cina-influenza-mining/



Detto questo, ennesimo tuo post molto interessante da leggere, grazie:)
Upstream non lo conoscevo, bravi bravi

No, non siamo ancora a quel punto, almeno a livello globale. A livello locale alcune aree, come il Quebec, hanno fatto campagne di promozione per attirare miners  in modo da vendere i surplus energetici di quella regione causati dalla sovrapproduzione di energia idroelettrica. Comunque ci arriveremo fra non molto se la potenza di calcolo della rete continuerà ad aumentare al ritmo degli ultimi anni.
2689  Local / Italiano (Italian) / Re: BITCOIN PUMP! on: October 30, 2018, 06:14:41 PM
Si stima che lo Stato italiano si metterà in tasca 600 milioni di euro dai conti dormienti a Novembre. Titolari o eredi che si sono dimenticati, in qualche caso delle piccole fortune, e che per legge, perderanno tutto

https://quifinanza.it/soldi/conti-dormienti-occhio-alla-scadenza-stanno-per-finire-allo-stato/234543/

Not your keys, Not you money  Grin
2690  Local / Italiano (Italian) / Re: Chiarimenti full node e light node on: October 30, 2018, 06:03:56 PM
Salve a tutti ragazzi, grazie per le risposte dei post precedenti, ho ripreso lo studio del sistema bitcoin ed ho un po di dubbi che elenco di seguito:
  • Non è detto che un nodo della rete bitcoin faccia anche da miner?
  • Un wallet è un nodo della rete che può essere di tipo full (scarica tutta la blockchain per intero) o light (scarica solo gli header dei blocchi) ?
  • Quando invio una transazione questa si propaga prima a tutti i nodi della rete e poi viene minata?
  • Nel momento in cui invio la transazione automaticamente il ricevente vede il suo credito aggiornarsi se ha un nodo full mentre se ha un nodo light deve attendere che la transazione sia validata e inclusa in un blocco?
  • Che controlli applica un nodo per bloccare una transazione che utilizzi un importo già speso ma non ancora confermato?

Grazie a tutti

1)Un nodo può essere tale anche senza fare mining

2)Si. In particolare un full node usa la propria copia della blockchain per verificare che tutti gli input di tutte le transazioni non siano stati precedentemente spesi. In più verifica che ogni blocco e ogni transazione rispetti le regole del consenso (es. ogni blocco non può essere più grande di 1mb, ogni blocco non deve dare una ricompensa maggiore di 12,5..). Se un blocco o una transazione non rispettano le regole del consenso questi vengono respinti e non instradati, nonostante altri nodi li ritengono validi. I full nodes rispondo alla regola base del processo di consenso distribuito "Don't trust, verify": essi mettono in dubbio qualsiasi informazione gli venga passata da un nodo vicino non potendo sapere, in una rete aperta e ad accesso libero, se il nodo vicino è onesto o disonesto. I "light" node si basano sulla  tecnica SPV (Simple Payment Verification) e usano gli header per verificare che la propria transazione sia inclusa in un particolare blocco e verificare solo quella (tramite il merkle tree).

3)Si, in particolare una transazione instradata ma non confermata finisce nella mempool (memory pool) da dove poi il miner che ha "vinto" la proof of work la preleva  e la include nel blocco appena minato . Usualmente i miner danno la precedenza alle le transazioni con fee più alte (in modo da incrementare la loro ricompensa)

4)In base al wallet che usi l'aggiornamento è immediato nel saldo anche se per il momento non spendibile fino ad un numero sufficiente di conferme (di solito 6)

5)Anche qui dipende dal wallet. Una transazione trasmessa ma non ancora confermata in teoria può essere "doppio spesa" inviando un uguale ammontare a se stessi con una fee più alta in modo che i miners la accodino alla blockchain prima della transazione originale. Ma molti wallet impediscono questa azione.
2691  Local / Discussioni avanzate e sviluppo / Re: Stima consumo energetico rete bitcoin. on: October 28, 2018, 06:06:13 PM
Quando si considera il consumo energetico del mining bitcoin c'è un aspetto che spesso si ignora ma che invece è importantissimo.

Tutte le attività umane che consumano energia sono localizzate in uno specifico luogo e ricevono l'energia che consumano attraverso una rete. Anche considerando le attività più energy-intensive, i costi legati a tale consumo sono spesso inferiori rispetto ad altri costi o altri aspetti che giustificano la localizzazione di una specifica attività umana in un dato luogo, spesso lontano dalle fonti di produzione dell'energia più efficienti o economiche. Delocalizzare solo per spostarsi in posti dove l'energia costa meno è un'azione non conveniente per il 99.9% delle attività umane.

Le uniche attività che invece hanno questa convenienza sono i datacenter delle server farm e il mining di criptovalute. Sono attività che non richiedono altri mezzi di produzione oltre all'energia e nelle quali il costo della fonte di alimentazione è l'unico decisivo nel decretare la convenienza o meno dell' "impresa" e quindi l'opportunità ad ubicare l'attività in uno specifico luogo.

Queste attività quindi, oltre a consumare , contribuiscono a rendere il mercato mondiale più efficiente perchè creano concorrenza tra i produttori, generando un arbitraggio sul prezzo mondiale dell'energia

Il mining poi, rispetto ai datacenter, non richiede connessioni in rete, occupa meno spazio, è in genere più facilmente trasportabile (quindi meglio delocalizzabile) e trasforma immediatamente e direttamente l'energia consumata in un valore economico.

Queste qualità sono l'ispirazione di idee innovative che trovo letteralmente geniali come quella della startup canadase Upstream.

Questa azienda vende o loca dei mining rig stipati in container da posizionare in prossimità dei pozzi di petrolio che per alimentarsi usano gli inevitabili sfoghi in gas naturale (metano) connaturati  all'attività estrattiva.
 
Dato che le sorgenti di petrolio si trovano spesso in luoghi remoti non collegati alla rete (e sarebbe antieconomico collegarli solo per questo motivo), questi sfoghi di gas vengono o bruciati o più spesso liberati nell'atmosfera con un evidente danno economico. I container di macchine per minare invece non hanno bisogno di nessuna connessione se non una cellulare e possono essere telecontrollati.

Upstream stima che un grosso pozzo di petrolio spreca in questo modo quasi 19 Gigajoul al giorno di equivalente energia.


Tramite il noleggio del mining rig questa energia invece che sprecata viene utilizzata per generare un profitto economico diretto per chi gestisce l'attività estrattiva.

E, udite udite, alla fine del processo c'è anche un vantaggio ambientale perchè il metano, anzichè liberato nell'atmosfera, viene convertito dall'attività di mining in anidride carbonica che ha un impatto sull'effetto serra circa 25 volte inferiore rispetto al primo (fonte: http://www.greenstyle.it/il-metano-influenza-effetto-serra-piu-della-co2-8068.html)

Per saperne di più su upstream https://upstreamdata.ca/home



2692  Local / Italiano (Italian) / Re: Bakkt e la possibilità di uscire dal pantano per le cripto on: October 28, 2018, 08:08:53 AM

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Poi, approfondita leggermente l’analisi c’è stato il terzo stadio: quello della “trasmutazione” ossia del “bitcoin no blockchain si” che assomiglia molto all’originale di metà anni 90 “internet no, reti private si”, quando il neonato Web terrorizzava per apertura, rivoluzione innovativa  e assenza di controllo. Si rifiuta il tutto per prenderne un pezzetto, quello tecnologicamente meno interessante e soprattutto meno innovativo (la blockchain), ma anche più facile da domare e da controllare.
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...
Che cosa hanno i bitcoin che un bakktcoin non potrà mai avere? Sicuri che sia solo il network effect?
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Ho estratto gli unici due punti che non mi quadrano in testa. Per il resto la trovo un'analisi interessante. Merit_a.
Se non sono ne l'effetto rete ne la blockchain, quale reputi sia la vera rivoluzione?


Le caratteristiche principali di bitcoin  da un punto di vista strettamente tecnico (non monetario) sono tre:

1)La blockchain, ossia un sistema crittografico di archiviazione che raggruppa i dati in blocchi e li lega tra loro mediante hash per renderli non alterabili

2)La proof of work, ossia il sistema di mining, che rendendo costosa la scrittura nel database di cui sopra e incentivando economicamente il comportamento corretto dei partecipanti, protegge la blockchain rendendo antieconomica una sua alterazione.

3)La decentralizzazione della rete, ossia il sistema con cui i full nodes (quindi gli utenti) controllano la rete, riducendo al massimo la presenza di qualsiasi centro individuale di potere, qualsiasi tentativo di attacco esterno e favorendo la non alterazione dei dati mediante l'eliminazione dei i singoli point-of-failure tipici dei sistemi centralizzati

La vera rivoluzione sta in tutte queste tre cose combinate insieme (che peraltro sono cose che esistevano anche prima e che SN ha avuto "solo" il merito di mettere insieme e di collegarle al concetto di "moneta").
E' il perfetto connubio delle tre che rende i bitcoin unici.

Una bc che ha solo 1 è per forza una bc privata. Il fatto che i dati sono in blocchi e legati tra loro in modo crittografico è la sola differenza tra una bc privata e un database distribuito. Ma se i nodi sono a numero e ad accesso chiuso, l'ambiente diventa trusted e bisogna che gli utenti ripongano fiducia in qualcuno. Esistono cioè degli "amministratori di sistema". Quindi esistono dei controllori, dei censori, degli utenti dotati di superpoteri che se volessero potrebbero cancellare, modificare, alterare, riscrivere. Poco importa se a differenza di un sistema centralizzato questi power users sono alcuni invece di uno.

Il che non vuol dire per me che le bc private sono inutili. Ma che non hanno grossa portata innovativa a meno che non siano sidechain di bc pubbliche (come Liquid).

Nessuna altcoin supera bitcoin nella somma di 1+2+3. Quando (e soprattutto se) esisterà smetterò di essere un bitcoin massimalista e di considerare tutte le altcoin solo un sistema per ottenere più bitcoin.

2693  Local / Italiano (Italian) / Re: Bakkt e la possibilità di uscire dal pantano per le cripto on: October 26, 2018, 07:27:08 PM

Io non sarei così sicuro che BTC sia nato sulla scia dei mutui, sono solo contemporanei ma il problema della creazione del denaro è sentito da molto più tempo quindi, indipendentemente dal problema dei mutui, sarebbe nato ugualmente con un obiettivo MOLTO maggiore ... risolvere il problema della generazione del denaro.
Poi ci si è accorti che si possono fare infinite "cose" e piano piano le stiamo scoprendo, sperimentando e archiviando. Una vera rivoluzione!
Gli speculatori che hanno creato il problema sono gli stessi che si vuole combattere (non tanto loro ma le loro azioni) con BTC.
Credo, e spero, che il loro interessamento non sia mirato all'affossamento del progetto ma più semplicemente alla necessità di guadagnare su ogni cosa. Spero che abbiano capito che il loro nemico numero uno (BTC) non si può combattere in quanto si basa su nozioni ben consolidate (crittografia ecc. ecc.).
Io dico: che ci giochino e ci guadagnino quello che riescono, se BTC è effettivamente quello che ritengo sia ne uscirà indenne, gli attori avranno spillato denari ai loro clienti offrendo un servizio, bene per loro, bene per i clienti. Noi si continua sulla nostra strada.

Se poi gli svuotano il wallet che non vengano a rompere i co***oni.

La finanza che ha creato la crisi dei mutui subprime è conseguenza della espansione monetaria abnorme degli ultimi decenni (che non si è affatto arrestata con la crisi, anzi). La speculazione è entrata sempre di più all'interno dell’ economia mondiale come un virus, rendendo la parte "reale" minoritaria rispetto a quella "virtuale". Oggi il debito mondiale è il 225% del PIL e il mercato dei derivati è 16 volte quello azionario. Un numero crescente di paesi è sottoposto ad iperinflazione.

Aspetto ancora più grave, le grandi lobby finanziarie hanno finito per prendere controllo delle strategie di  politica economica, tant’è vero che oggi nessun governo ha di fatto preso provvedimenti normativi concreti per limitare questa crescita speculativa né per porre un freno all’espansione monetaria e all’ aumento di indebitamento pubblico e privato (con la scusa della bassa inflazione, scusa destinata a finire presto).

Nella sua essenza, Bitcoin è l’antitesi di tutto questo. E’ un progetto  che fondamentalmente  si oppone alla moneta intesa come "paper debt", come carta virtuale dal valore intrinseco uguale a zero, iperstampata al solo scopo di alimentare un sistema  che si fa  effimero garante di questa altrimenti inutile carta e, al tempo stesso,  suo distruttore di  valore creato dal nulla.

Quando il mondo finanziario tradizionale, artefice della più grande crisi della storia del capitalismo, ha scoperto questa creatura strana che è concettualmente l'esatto opposto di sè , è passato attraverso vari stadi di valutazione della stessa.

Inizialmente c'è stato il dileggio: la "fake money" dei nerds, i paragoni con i soldi virtuali dei MMORPG o quelli dei  giochi da tavolo. Poi, una volta capito che di gioco non si trattava, c’è stata la repulsione, la fase della condanna. Dal balocco per nerds siamo passati alla moneta dei criminali, delle truffe e degli schemi piramidali.

Poi, approfondita leggermente l’analisi c’è stato il terzo stadio: quello della “trasmutazione” ossia del “bitcoin no blockchain si” che assomiglia molto all’originale di metà anni 90 “internet no, reti private si”, quando il neonato Web terrorizzava per apertura, rivoluzione innovativa  e assenza di controllo. Si rifiuta il tutto per prenderne un pezzetto, quello tecnologicamente meno interessante e soprattutto meno innovativo (la blockchain), ma anche più facile da domare e da controllare.

In parte ci troviamo ancora in questa terza fase, che piace soprattutto alle banche (centrali e non).

Ma la grande finanza ha anche assistito a qualcosa si completamente nuovo: la creazione di un mercato speculativo parallelo, fatto di siti di scambio più o meno improvvisati, estranei a quello ufficiale “regolamentato”. Mercati sorti dal nulla e capaci di catalizzare centinaia di milioni di dollari di volumi e fatturati. Gli anziani lupi si sono accorti che un gruppetto di lupacchiotti stava rubando loro la cena, con soldi che sfuggivano (e sfuggono) ai canali ufficiali di Wall Street e della finanza in giacca e cravatta.

Inizialmente hanno chiuso un occhio facendo finta di nulla, poi due, al tre si sono incazzati: questa “torta” sta diventando troppo grossa per farsela sfuggire. Quindi è intervenuta “mamma lupa”, sua maestà la SEC (e le varie analoghe strutture in giro per il mondo) che con la eterna sempreverde scusa di “tutelare i risparmiatori” ha cercato di arginare questo mercato speculativo parallelo con allarmi e moniti vari per riportare il grosso dei volumi sotto la sua avida ala protettiva. Ben consapevole che questo balocco delle criptovalute per caratteristiche intrinseche (offerta limitata, facilità di trasferimento, volatilità,programmabilità) può far gola anche a speculatori istituzionali con il gel sui capelli e non solo alle casalinghe giapponesi o ai nerds della west coast.

Ecco quindi che siamo arrivati ai futures CBOE/CME, a  Bakkt e forse agli ETF. Già però c’è un però. Come si suol dire tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare, un mare fatto di paletti, muri, lacci e lacciuoli. Le istituzioni finanziarie non possono tollerare l’anonimato, dietro al quale potrebbero sfuggire i ricchi ricavi per gli Stati indebitati rappresentati dalla tassazione delle plusvalenze. Gli speculatori impomatati non possono sbattersi con chiavi private e con un bene che è sostanzialmente al portatore, con il rischio di perdere il loro gruzzolo per un backup venuto male o per una pass phrase dimenticata. Wallet e address sono roba da nerds occhialuti, bisogna semplificare, assicurare, garantire, proteggere. In una parola rinchiudere.

Ecco che l’unica soluzione per fare sposare questi due opposti è quella di creare un apposito recinto, un giardino con muri alti e filo spinato tutto intorno, all’interno del quale anche i Gordon Gekko del XXI secolo possono giocare con i bitcoin, ossia con il loro anticristo.

E noi  holder, trader o semplici appassionati di bitcoin di vecchia data come dovremmo reagire a tutto questo? E’ davvero la fine per i bitcoin e per le sue qualità? E davvero la fine per una idea di hard money, rara e programmabile, immutabile e incensurabile, inconfiscabile ed occultabile, aperta e senza confini? Direi proprio di no, anzi.

Innanzitutto questo interesse mostra una cosa molto importante e assolutamente non scontata: in tutti e tre i casi (futures, Bakkt e ETF) stiamo parlando di bitcoin e non di altro. L’interesse di Wall Street in questo caso non è per una delle migliaia di cloni o varianti di bitcoin (nemmeno quelle con costosi uffici di marketing  tipici di qualche ICO), non è nemmeno per dei “blockchain-token” privati emessi da qualche banca e nemmeno per qualche criptovaluta emessa da uno stato o da un organismo istituzionale con tutti i crismi dell’ufficialità. No, stiamo parlando dell’unico, originale, creato da S. Nakamoto un decennio fa.

I guru della finanza e gli economisti Nobel che per anni ci hanno perculeggiato con le loro definizioni da “soldi del monopoli” a “schema ponzi”, adesso sono li a chiedere nel primo caso (o a commentare nel secondo)  che questo nuovo organismo alieno faccia ingresso a spintoni nel loro mondo. Aggiungo: se i bitcoin non valgono nulla perché se ne può creare quanti cloni si vuole (quante volte l’avete sentita questa?), perché Bakkt non si è fatta un Bakktcoin e ha lanciato il trading su quello? Perché non hanno emesso un Wallstreetcoin e fatto divertire i broker rampanti con questo? Era ancora più semplice: potevano farsela nominativa, regolamentata, controllata da un ente di emissione, pulita, elegante, con il bollino della SEC sopra. Come piace a loro insomma. Che cosa hanno i bitcoin che un bakktcoin non potrà mai avere? Sicuri che sia solo il network effect?

Persino un covo di nemici giurati delle qualità di bitcoin, che se potessero pagherebbero oro pur di fare trading su qualcosa di analogo ma non di così incontrollabile, decidono comunque di abbracciarlo sempre di più nel loro mondo. Anche a costo di dover costruire un costoso “ambiente personalizzato” fatto apposta. In altre parole: riconoscimento di un primato e di una unicità di virtù che, credo, aprirà la mente a molti.

E noi holder, trader, appassionati di vecchia data abbiamo rinnegato le nostre origini? Siamo passati da chiedere una moneta decentralizzata e borderless a sperare solo che Bakkt ci porti to the moon?

Non credo. Ne abbiamo viste tante, le montagne russe le conosciamo bene. Il prezzo, inutile negarlo, è il catalizzatore , il primo gancio e il motivo per cui il 99% di noi ne è venuto a conoscenza. Ma il prezzo, chi fa parte di questo mondo da anni lo sa, è la conseguenza non la causa. Alcuni di noi, hodler da almeno 5 anni, forse, se vendessero i loro bitcoin ne avrebbero di che campare senza lavorare per il resto della loro vita. Eppure una vocina nell’ orecchio ci dice di non farlo. Che c’è qualcosa di più. Che in questo momento e in una situazione del genere, avere risparmi in dollari o euro non è probabilmente la migliore scelta, pensando al futuro. Che il resto del mondo deve ancora capire, conoscere, vedere. Che il Venezuela o l’Argentina sono più vicini di quanto un oceano nel mezzo faccia pensare. Che il mondo delle rimesse dei migranti, dell’offshore banking e dei micropagamenti sembrano fatti apposta per una roba del genere. Che presto i commercianti di tutto il mondo si stancheranno di versare miliardi di dollari di commissioni esose ad inutili intermediari, avendo una alternativa. Che il mondo non potrà continuare ad andare avanti con debito che crea altro debito o con pezzi di carta che perdono il 30% del loro potere di acquisto a decennio quando va bene.

In fondo cosa potrà farci Bakkt o un ETF? Aprirà i bitcoin alla speculazione istituzionale, apparentemente non una bella prospettiva. Ma l’apparenza inganna si dice spesso. Prima di tutto, a differenza dei futures queste due forme di investimento corrisponderanno ad una movimentazione del sottostante, ossia dei bitcoin. Quindi spingeranno il prezzo in alto, aumenteranno la pubblicità dei mass media generalisti, favoriranno (bakkt) l’uso dei bitcoin tramite il connubio con Starbucks. Investitori che altrimenti non si sarebbero mai avvicinati a bitcoin, li potranno acquistare,vendere o spendere sia pur indirettamente. Tutto questo, come successo n volte in passato, spingerà il prezzo in alto e poi lo ributterà in basso con minimi superiori ai vecchi massimi, nel consueto stile bitcoin. Tanti di questi investitori si accontenteranno dei loro guadagni e delle loro perdite, e considereranno questa tecnologia solo l’ennesimo gingillo per gamblers, per amanti della botta di adrenalina data da un tavolo verde virtuale. Ma forse qualcuno vorrà anche capire, conoscere. Forse si trasformerà in hodler, utilizzatore o appassionato pure lui. Chissà.

Quel che conta, e che è noto ad ogni conoscitore dei bitcoin e del mercato, è che nel lungo periodo l’influenza della speculazione sul successo o insuccesso di una tecnologia è pari a zero. Ai tempi della bolla dot.com gli speculatori compravano e vendevano a mani basse azioni di Pets.com e di Amazon.  Su entrambe piazzavano le loro scommesse. Oggi sappiamo come sono andate le cose. La speculazione non ha decretato né la morte di una né la vita di un'altra. Se i bitcoin diventeranno una tecnologia di massa lo faranno con o senza bakkt. Se moriranno o prospereranno non sarà per colpa di un ETF o grazie ad un ETF.


In ogni caso, per chiudere questo romanzo  Grin, il punto centrale è una altro. Il walled garden che è fatto per proteggere Wall Street dalle qualità dei bitcoin, involontariamente, finirà per proteggere anche i bitcoin da Wall Street. A differenza di quello che accade nel mondo tradizionale, qui le lobby finanziarie non potranno fare le regole e questo quelle lobby lo hanno già capito.

Qui non ci sono politici da corrompere, istituzioni da persuadere, masse da abbindolare. Qui non vige la democrazia rappresentativa. Qui il Potere, con la P maiuscola, è nelle mani di 12.000 pezzi di silicio, uno dei quali è accanto alla tastiera su cui scrivo.

Miners che eseguono il più potente sistema di calcolo decentralizzato della terra. Full nodes che h24 smistano, convalidano, certificano, verificano. Che ubbidiscono solo a regole di consenso scritte in linguaggio macchina all’interno del programma che eseguono.

Fin quando questa rete resterà decentralizzata,diffusa e sufficientemente protetta dal mining, le lobby finanziarie potranno giocare con i token come fossero bambini alla fiera: potranno costruire giardini recintati sopra, sotto, accanto alla rete bitcoin. Potranno guadagnarci miliardi di dollari in commissioni di trading o di custodia. Ben venga, ne saremmo felici.

Ma non potranno mai cambiare le regole del gioco. Qui non ci sono governatori su cui fare pressione per finanziarie un QE o alzare un tasso di interesse. Qui i bitcoin sono 21 milioni, punto. Qui non c’è un politico o un governo a cui chiedere transazioni nominative, blocchi maggiori del limite, offerta più veloce o più lenta.

Provandoci a cambiare quelle regole, otterrebbero lo stesso effetto di Segwit2x o Bcash, renderebbero solo bitcoin più forte e più resiliente. E il virus invece che iniettarlo, finirebbero per riceverlo.
2694  Local / Italiano (Italian) / Re: BITCOIN PUMP! on: October 21, 2018, 07:56:09 PM
...
Possiamo fare un paragone con le banche centrali che stampano moneta e i miner che estraggono attraverso la creazione di un nuovo blocco.
...
No, no, no ... non posiamo fare questo paragone.

Amen.
2695  Local / Italiano (Italian) / Re: BITCOIN PUMP! on: October 21, 2018, 07:51:23 PM

È il motivo principale per cui la gente investe...

Da ricordare che nessun serio patrimonio aspira a rimanere così com'è, ma a crescere.

È un sentimento più o meno marcato, più o meno conscio che ha stimolato il progresso e quasi tutte le attività umane comprese le guerre.

Detto questo... sarà già la terza o quarta volta che mi dici 'sta cosa...  Grin

Guarda che non devi convincere me...  Grin
ma eventualmente il resto della popolazione mondiale, compresa quella parte che ha comprato Bitcoin... diciamo... da $ 8.000 ~ $ 9.000 in su.

Nonché tutte quelle persone che per cultura e/o status economico non effettuano, o non possono effettuare, nessun tipo di risparmio e si limitano a vivere sul filo della sopravvivenza o giù di lì; numericamente la maggior parte della popolazione mondiale.

Da ultimo ti ci metto anche quei persi totali che chiedono anticipi di TFR per giocarseli alle slot e cose simili; slot che distruggono il valore di molti ha vantaggio di pochi.

Nel 2017 in Italia sono stati giocati ~100 miliardi di euro, di cui almeno ~55 alle due tipologie di slot operanti.

Non devono essere proprio pochi.


Mi ripeto solo perchè tu ripeti che i bitcoin non assolvono ad una funzione di protezione del valore di lungo periodo nei paesi afflitti da iperinflazione, il che è sconfessato dai numerosi dati postati nelle pagine precedenti. Non voglio convincere te, vorrei che chi legge però si facesse un'opinione sulla base dei fatti reali.

Prima mi dici che una moneta per assolvere la funzione di riserva di valore deve essere stabile, poi quando ti viene risposto che le monete fiat  sono tutt'altro che stabili, replichi che per la protezione del valore ci sono gli investimenti. Gli investimenti ci sono laddove esiste abbastanza fiducia nel futuro e nel prossimo per investire, nei paesi di cui parlo io invece le persone (a ragione) hanno la tendenza a tenere il più possibile denaro in forma contante.

Il che accade, senza scomodare Paesi del terzo mondo, anche in Italia, dove le persone pur di avere risparmio il più possibile in forma liquida e diretta detengono l'astronomica cifra di 1000 miliardi di euro sui conti corrente e chissà quanto risparmio in contanti nascosti chissà dove.

Esponendo, spesso inconsapevolmente, questa enorme ricchezza ad una tassa occulta chiamata inflazione (che con i vari QE è prevista in aumento ovunque), patrimoniali assortite e probabili prelievi forzosi  da conto corrente se la crisi del debito dovesse esplodere.

Laddove questi problemi sono già emersi in tutta la loro gravità (Venezuela, Iran, Turchia, Argentina, Filippine, India..), la gente sta lentamente scoprendo che esiste un'alternativa.

E' decisamente probabile che sempre di più si accorgeranno di questa alternativa.

Quote

EDIT:

A proposito si è parlato di ETF e BAKKT, in particolare di quest'ultimo... con potenziali effetti positivi per Bitcoin, sia per l'adozione sia per la diffusione.
Si evidenzia spesso che sia stato ideato e promosso dal fondatore di ICE, Jeffrey Sprecher.
ICE la società che detiene la maggiori piattaforme per lo scambio di asset finanziari, compreso il New York Stock Exchange, ovvero Wall Street.

Ma il sig. Sprecher personalmente quanti Bitcoin ha comprato... ?  Grin
e se un miliardario come lui ne avesse comprati, li ha comprati per tenerli, perché ci crede...
o li ha comprati perché poi crede che con Bakkt darà veramente un impulso?

Con una mano compro con l'altra mano spingo... Roll Eyes


Domando questo perché gentilmente... il sig. Sprecher vuole mettere a disposizione una piattaforma per lo scambio e guadagnare non solo commissioni come un attuale exchange, ma anche in commissioni di custodia e gestione, visto che di molti prodotti sarà l'emittente.

Proprio una bella idea ! emetto un prodotto, il future sul Bitcoin, lo vendo, guadagno le commissioni su chi se lo scambia e guadagno sulla custodia del Bitcoin fisico sottostante... e poi dai servizi annessi e connessi...
come dicono qui, guarda ganzo...  Cool

Bakkt è una grande opportunità, sicuramente lo è per il sig. Sprecher  Grin


Non sappiamo quanti bitcoin detenga da holder il Sig. Sprecher, quindi la parte in grassetto si basa su congetture.

In compenso sappiamo quanti altri miliardiari "li hanno comprati per tenerli, perchè ci credono" da anni : Tim Draper, i gemelli Winklevoss, Jack Dorsey, Peter Thiel o Mike Novogratz tanto per citarne alcuni a caso.

Mi domando poi se questo clima di sospetto e di possibile fregatura dietro l'angolo che applichi al mondo dei bitcoin, tu lo applichi anche al mondo della finanza e dell'economia tradizionali. Perchè io sento una scintilla di terrore più forte  tutte le volte che il politico di turno mi ripete che "i nostri conti sono a posto" o che "le nostre banche sono solide". O quando qualche promotore finanziario prova ad abbindolarmi sulla sicurezza e concretezza di qualche forma di risparmio gestito da una banca o da una compagnia assicurativa.  


Quote
Io credo che l'unica nota positiva per il futuro del Bitcoin sarebbe intanto vedere aumentare i wallet di singoli privati cittadini del mondo, in molte aree differenziate del mondo, non solo in Asia o in paesi in cui mancano le libertà compresa la libertà finanziaria.

Dopo il picco di dic 2017 e il successivo crollo seguendo il prezzo, sia le transazioni che il numero di indirizzi univoci sono in lento ma costante aumento da marzo. Aspetto più interessante per gli investitori di lungo periodo amanti dei fondamentali: sono in lento ma costante aumento da marzo, nonostante il calo di prezzo da marzo ad oggi.

Quote
Tutto il discorso dei derivati, la rete di secondo livello, custodia, servizi per gli "istituzionali" ( che poi veri istituzionali non sono ), bla bla bla... aumenteranno il mercato del Bitcoin, ma credo non in maniera molto sana, perché intercettano quella voglia di speculazione... che esula dal discorso originario.

Si tratta di operazioni per fare soldi da chi non compra o non comprerebbe strumenti finanziari classici, azioni ed obbligazioni.

Non si tratta solo di voglia di speculazione ma anche di offrire servizi di compravendita e custodia per clienti che non hanno voglia o tempo di pensarci da soli. La sola speculazione poteva essere riferita ai futures CBOE/CME, non a qualcosa a cui corrisponde un acquisto e detenzione reale del token su cui è costruito il prodotto derivato.

2696  Local / Italiano (Italian) / Re: BITCOIN PUMP! on: October 20, 2018, 02:44:28 PM


Per il resto ti devo essere sincero, avessi un miliardo di USD non avrei tanti pensieri...  Grin
concettualmente una moneta fiat che si rivaluta molto sarebbe un gravissimo problema... come o peggio di una grossa inflazione.
Una moneta che vuole fare la moneta deve rimanere stabile nel tempo.



Appunto:



Il tuo miliardo di dollari, se ricevuto 10 anni fa, sarebbero già 800 milioni oggi. Che per uno che ha 1 miliardo cambia poco, per chi ha 1000 dollari cambia molto.
Le valute fiat non assolvono alla funzione di riserva di valore, e lo faranno sempre meno con un'offerta ad andamento esponenziale (vedi precedente grafico di M2)
2697  Local / Italiano (Italian) / Re: BITCOIN PUMP! on: October 20, 2018, 02:33:54 PM

Il top del prezzo del 2013 è stato causato da manipolazioni in Mt-gox, non mi risulta un equivalente per il 2017.

Il confronto è più sulle modalità di caduta che su quelle di salita.
E se vuoi la mia opinione anche il run del 2017 è stato "manipolato", se con questa parola si intende che un gruppo di grossi operatori non "price-takers" si sono organizzati per far aumentare il prezzo oltre il suo normale livello di crescita a scopo prettamente speculativo. Acquistando a mani basse fino a 6000$, che guarda caso è il prezzo oltre il quale ora stanno cercando di impedire la discesa.

2698  Local / Italiano (Italian) / Re: BITCOIN PUMP! on: October 20, 2018, 09:07:37 AM
Aggiornamento del confronto 2018 vs 2014. Siamo più o meno sullo stesso livello di Ottobre 2014 rispetto al calo percentuale dai massimi (-70%), quindi il pattern sembrerebbe perfettamente confermato anche perchè il massimo assoluto fu nello stesso mese (Dic 2013 e Dic 2017). Seguire il trend del 2014 significherebbe un calo di prezzo fino ad un minimo stabile di circa 4500-4800$ con possibile flash crash a 3000 (come nel gen 2015 fu intorno ai 170$). Nel complesso si assisterebbe ad un crollo dai massimi assoluti dell'85%, esattamente come fu nel 2014. Da lì inizierebbe un lento consolidamento ed una risalita da set 2019 in previsione del prossimo halving, ipotizzando sempre che venga confermato il pattern del 2014-2015.






Uno scenario assolutamente possibile ma c'è un ma. Se è vero che siamo attualmente allo stesso livello di prezzo del 2014 è vero anche che ci arriviamo in due modi molto diversi: nell'estate 2014 ci fu una "bull trap" che riportò il prezzo oltre i 600$ dopo un minimo sotto i 400. Quest'anno invece non c'è stato nulla del genere (sarebbe in proporzione come se questa estate il prezzo fosse tornato a 12000$): c'è stato un lento consolidamento con forte supporto intorno a quota 6000 con massimi decrescenti fino al triangolo estremamente stretto di adesso. Questo significa da un punto di vista tecnico che il supporto  a 6000$ è molto più forte di quanto fu quota 350 circa nell'estate-autunno 2014 e quindi potrebbe essere più difficile romperlo. L'andamento attuale del prezzo sembra molto più simile al noioso consolidamento intorno al livello 250 che ci fu nei primi 8-9 mesi del 2015 e che aprì le porte al successivo megatrend rialzista.
2699  Local / Italiano (Italian) / Re: BITCOIN PUMP! on: October 20, 2018, 08:37:50 AM

Ho sempre pensato che come forma di protezione dalle monete fiat con elevata inflazione,
si potesse usare una moneta fiat più forte, tipo dollari US, franchi svizzeri, yen...



Se fossi un cittadino turco, venezuelano, argentino o iraniano che ha subito sulla propria pelle i danni provocati dal riporre fiducia in una banca centrale, con quale spirito dovrei riporre adesso fiducia in una banca centrale straniera? Convertire i miei risparmi in dollari senza sapere quanti dollari un uomo chiamato Governatore, non eletto da me, deciderà di mettere in circolazione tra 5,10 o  20 anni? Affidarmi ad una moneta straniera i cui "amministratori" faranno gli interessi dello Stato straniero e non certo del mio, una moneta che ha perso il 60% del proprio potere di acquisto dagli anni 70 ad oggi e che viene usata e manipolata come arma in guerre commerciali o svalutazioni competitive?
Mettereste i vostri risparmi in un bene che è regolato da  un'offerta che sta per diventare esponenziale?:



Siamo ragionevolmente sicuri che a questa offerta esponenziale seguirà una domanda ancora più esponenziale in modo da farne crescere il valore?
 
2700  Local / Italiano (Italian) / Re: BITCOIN PUMP! on: October 19, 2018, 05:32:57 PM


Non ho idea di chi sia Bruno Digiovanni...

Costo energetico e costo hardware se uno non è estremamente attento... non sono sempre compensati adeguatamente dai ricavi.
Almeno  così si legge spesso.

È evidente che non sono costi irrisori o trascurabili.

Per essere competitivi occorrono impianti di una certa consistenza, non alla portata di tutti.
Almeno per quel che posso comprendere.
Si leggeva su queste pagine che il baricentro del mining è spostato molto ad oriente... molto probabilmente per un fatto di costi.
A parte hardware e costi di energia ( "bolletta" o impiantistica per crearla ), anche per costi di personale che se anche non è personale dipendente in Cina e limitrofi costa meno.

L'adozione più che rallentata mi sembra non partita...
adozione in senso di circolazione come moneta.
Tutto gira solo dietro al trading... e anche i passi che si stanno prospettando ETF, Bakkt, Fidelity... sono tutti su questo filone.

Sarebbe stato più dirompente qualcosa tipo... buste paga in Bitcoin, mi sembra invece che la gran parte degli utenti sia alla ricerca della novella magica... "when Lambo ?".


Ma la notizia interessante che volevo evidenziare, appunto sottotraccia, era solo che Mastercard aveva un team di studio sulla blockchain.



Il mining a livello di rete è profittevole fin quando l'hashrate aumenta e non profittevole quando diminuisce. La difficoltà funge da correttore per riequilibrare la soglia minima di profitto. Nessun miner, al livello industriale di oggi, può permettersi di minare in perdita, se non per periodi limitatissimi di tempo. Il fatto che all'ultimo aggiustamento sia diminuita la difficoltà è dimostrazione che probabilmente abbiamo raggiunto una soglia di ricavi quasi nulli. Il vicepresidente Mastercard Degiovanni ne faceva un problema di costo energetico come se il mining non fosse "sostenibile" come costo, dimostrando una scarsa conoscenza della materia: se il costo diventa insostenibile, la difficoltà si adegua di conseguenza e il costo torna ad essere sostenibile.
Il mining era concentrato in Cina molto più in passato che adesso. I bitcoin come moneta hanno bisogno della diffusione di un 2nd layer, diffusione che procede abbastanza spedita a questi ritmi https://lightningpeach.com/ln-monitor . Come forma di trading assolvono a funzioni di speculazione, investimento di lungo periodo, forma di protezione dalle monete fiat con elevate inflazioni.
La blockchain che ha in mente Mastercard è una blockchain privata, cosa ben diversa dalle bc pubbliche delle criptovalute e con altre finalità, pregi (pochi) e difetti (tanti). Non entrano in concorrenza tra di loro, potranno benissimo coesistere.
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