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Vi pongo questo quesito, perchè è capitato l'argomento con una delle pochissime persone detentrici di bitcoin che conosco (per contarle, mi sono purtroppo sufficienti le dita di una mano di un gravemente mutilato...).
Ha un wallet, mi dice che la private key l'ha semplicemente salvata in un documento Word con password (ha Office 365, se non erro quindi riassumendo molto parliamo di AES-256) che ha poi chiuso in un file zip, anch'esso con password, e copiato questo file su alcune chiavette USB tutte protette con Bitlocker. Alla domanda sulla bontà delle password, risponde che sono ovviamente password lunghe e "sane", non "pippo2023", ecco.
Il suo pensiero è semplice: le tengo in vari posti, una a casa, una in banca in cassetta, una qui, una là. Ogni tanto le provo, per essere sicuro che non si siano guastate o corrotte. Fine. Se mi accorgessi che non ne trovo più una, creerò un altro wallet e trasferirò, non avrò neanche enorme fretta e terrore perchè è praticamente impossibile che uno in tempi ragionevoli mi possa 1) bucare Bitlocker della chiavetta 2) bucare la password del file zip 3) bucare la password del documento Word.
Sul fatto che la chiave sia al sicuro, faccio fatica a dargli torto. Che ne pensate? Grazie.
(alle 15:38 ho modificato il titolo, ho realizzato che era fuorviante, scusate)
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Buongiorno a tutti, Celsius nella nostra notte se ne è uscita con questo comunicato, blog, twitter ed email inviata a tutti gli utenti registrati, da lì un'ondata di panico tra i "clienti": https://blog.celsius.network/a-memo-to-the-celsius-community-59532a06ecc6Personalmente, tanto per cronaca, non ho nulla "depositato" perchè da tempo non mi erano chiare molte meccaniche, c'erano lamentele su problematiche riguardanti withdraw non processati per mancata ricezione della necessaria email di conferma operazione, cose simili. Inoltre il segnale peggiore era il valore del loro token in caduta libera. Così per quel che si può catturare come info qua e là, la situazione sembra brutta. La mossa potrebbe essere dovuta a grande mancanza di "liquidità" dovuta ad eccessivo appoggio ad Ethereum e a una situazione critica di tal token "stEth" (gbianchi ha saggiamente preannunciato problemi su questo tal stEth nel post relativo alla rete Ethereum messa maluccio). Nel corso di alcuni anni, usufruendo di servizi come quelli di Celsius per ottenere interessi e spostandomi tra un servizio e un altro per massimizzare i rendimenti, ho ottenuto comunque una onesta quantità di Bitcoin tramite interessi, diciamo più di 0,2 BTC che non saranno una montagna ma male non fanno. Da tempo sono immobile (anche da lì il mio primo post) e credo che sia sempre più rischioso parcheggiare Bitcoin a rendita... Mi domando come Celsius possa mai recuperare da una simile mossa e la risposta che mi do è che non ci sia modo: nel momento in cui mai riabilitassero i withdraw, ci sarebbe una fuga di massa che peraltro era già in parte cominciata. Mi aspetto davvero il peggio per i clienti, non immagino anche come possano essere gestite le situazioni di prestiti in corso con relative margin call e simili. Inoltre mi domando come la stiano vivendo ora le aziende che offrono "conti deposito" e interessi tramite Celsius, ce n'è sicuramente una italiana già registrata a OAM, potrei supporre che tiri un'aria forse non pessima ma sicuramente bruttina anche lì, di riflesso...
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Di nuovo buongiorno a tutti voi,
provo a buttare di getto alcune mie considerazioni e informazioni in questo mio secondo post...
Come premessa, io non considero nulla che non sia Bitcoin. Cripto questo, cripto quello, Ethereum, i nuovi NFT, le stablecoin. Niente di tutto questo fa per me. Può essere sicuramente un mio limite, ma è il modo in cui ho vissuto finora, ci sono arrivato in anni di ragionamenti e credo sia impossibile che possa ormai cambiare. Non concepisco altro all'infuori di Bitcoin.
Mi sono interessato a Bitcoin fin dagli inizi, era quantomeno un "gioco", un esperimento interessante. Cose che vanno, cose che vengono, anni che passano, il famoso "senno di poi"... ma la vita è bella anche per quello.
Nel corso dell'ultimo anno ho cominciato a "maturare" ragionamenti riguardanti Bitcoin e la vita, che vorrei proporvi, per cui ci provo:
E' innegabile che Bitcoin abbia potenzialità, sia di "progetto" unico al mondo, sia in vari casi di migliorare la vita di qualcuno, non voglio perder tempo a scoprire l'acqua calda. Per qualcuno può esserci la famosa propria "libertà" e in alcuni casi un potenziale capitale da una parte... ma le difficoltà di capire come gestirlo e la famiglia dall'altra.
Mi trovo ormai spesso a riflettere su questa domanda: per una persona che, casi della vita, potrebbe disporre di una quantità apprezzabile di Bitcoin, quali sono oggi le scelte giuste, corrette, forse "etiche" considerando la propria famiglia?
Escludendo dal ragionamento i fattori di necessità vera, che può essere l'acquisto di una casa per sè o un figlio, problemi di salute che portano a spese (sgrat...), pessime situazioni economiche dovute a come va il mondo (ci siamo purtroppo immersi e ringrazio tutti voi per le vostre considerazioni che ho sempre letto con piacere e Paolo_Demidov per esporre le sue opinioni e la sua preziosissima esperienza sul "duro" mondo dell'economia e della finanza), mi fa riflettere sempre più spesso appunto il come gestire in maniera "sana" il nostro caro Bitcoin.
Da un lato non è piacevole ed è contro il suo scopo "parcheggiare" Bitcoin in mano a terzi o in custodia perchè il custodirli liberamente in un wallet non custodial e in totale propria sicurezza è impagabile. Dall'altro lato mi domando sempre: se una persona disponesse di un controvalore appunto interessante (buttiamo una cifra a caso per aiutare nel ragionamento, supponiamo € 200.000) custodito in proprio, ragionevolmente fosse l'unica persona a sapere come accedere e per una sciagura perdesse l'accesso o addirittura venisse a mancare, la famiglia che potrebbe essere all'oscuro della cosa o per nulla pratica di questa tecnologia, ne avrebbe un danno che, se fossi io quella persona, non saprei come perdonarmi, perchè la famiglia avrebbe perso una "liquidità" che li avrebbe potuti far vivere/sopravvivere meglio, soprattutto se l'interessato venisse a mancare.
Oppure, un altro ragionamento sul tema: una persona si è trovata negli anni un "gruzzolo" in Bitcoin, crede nel progetto e li conserva. Fa una vita normale insieme alla propria famiglia, una buona vita, sa cos'è il risparmio e sa che si deve pensare al futuro e non vivere solo nel presente affogato nel lusso illusorio e nella società che urla "fatti vedere, datti un tono, compra". Magari aspetta la svolta, un famoso "pump" definitivo per cambiare la propria vita, magari crede fermamente nel progetto e vuole vedere Bitcoin che entra nel mondo e ci entra dalla porta principale, la soddisfazione di dire dopo anni "sono stato parte di un cambiamento", avere dopo anni rendite che derivano finalmente dalla vittoria del progetto, non dover "cambiare" i Bitcoin ma "vivere" i Bitcoin. Ma nel frattempo è potenzialmente un piccolo capitale che sta fermo, non rende, dorme, e per quanto tempo? Mentre nella finanza tradizionale avrebbe potuto essere impiegato anche in maniera sana (una polizza vita unit-linked o index-linked o quel che sia confezionata come dio comanda che garantisca un miglior futuro alla propria famiglia quando il momento verrà, tanto per fare l'esempio più "sano", sempre perchè io non riesco a mettere al primo posto altro se non la famiglia). Ci sono possibilità di avere rendimenti anche per Bitcoin, lo sappiamo tutti, ma va sempre a morire il concetto del "not your keys, not your coins", rischi vari, ecc ecc. Ho sperimentato realtà come Celsius e Nexo, ho testato servizi molto differenti e molto più piccoli come Nuri (ex Bitwala, probabilmente sconosciuto), ho valutato e mi sono un po' documentato anche su nuove realtà del nostro territorio come tale Anubi Digital (letto per caso a suo tempo sul Sole 24 Ore) o colossi come CheckSig, per capire a tutto tondo che "servizi" si possono avere legati al discorso tema di questo post.
Insomma, quali sono i compromessi "giusti" al giorno d'oggi con i propri Bitcoin da una parte e la famiglia dall'altra? Come si può tutelare entrambi, quando non è possibile semplicemente "passare le consegne" perchè non c'è possibilità di avere un interlocutore che capisca la cosa sul piano tecnologico, che non ha idea di cosa sia una chiave privata, che potrebbe non saper nemmeno accendere un computer, per cui in questo si è soli? Mi piacerebbe sentire da voi se vi siete posti domande come quelle che io mi pongo e se avete maturato opinioni a riguardo.
Vi chiedo scusa per il poema epico, ancora una buona giornata a voi.
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Buongiorno, ho pensato di iscrivermi dopo svariati anni di "lurking" sporadico... grazie alle vostre discussioni ho avuto modo di imparare e soprattutto riflettere nel corso del tempo, ora forse ho la spinta per scrivere alcune considerazioni e porre qualche domanda :-) Non sono purtroppo un giovane, ma nemmeno già un ottuagenario... e il tempo scorre!
(appena possibile farò un altro post, ho scritto questo primo solo a mo' di saluto)
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