non discuto sull'intento (condivisibile) di voler punire l'evasione fiscale, ma il punto è che con il sistema oggetto della proposta (provocatoria) si finisce per penalizzare chi ha una bassa capacità contributiva non perché evade, ma semplicemente perché si ritrova incolpevolmente con un reddito basso. Non ho scritto di perdita totale del diritto di voto, ma di limitazione dei diritti politici, perché in concreto di questo si tratta. Non è accettabile perché condurrebbe ad un sistema di caste, con un'oligarchia dominante e una classe subalterna e posta ai margini della società e con limitata capacità di influire sulle scelte politiche nazionali.
Se siamo d'accordo sul fatto che non stiamo parlando di togliere il diritto di voto ma solo di differenziarlo ad esempio con un sistema di pesi, allora dovremmo anche studiare quale possa essere questo sistema di pesi. Che nell'ipotesi di cui si discuteva prima poteva essere basato su alcuni punti qualificanti, non solo la capacità contributiva ma anche la preparazione sul fatto di conoscere alcuni aspetti basilari del sistema di funzionamento dello stato, e così via. I punti che trovi nei primi post.
Ma se invece anche questa differenziazione dovesse "condurre a un sistema di caste, con un'oligarchia dominante, ....." beh non avrebbe proprio senso parlarne no? Nel senso che il discorso non avrebbe senso fin dal suo nascere.
(io ovviamente non sono di questo parere, mi piacerebbe un sistema che possa pesare il voto modo diverso)
A proposito del diritto/dovere di contribuire, è senz'altro una questione che va oltre il discorso tasse, ed è ben sintetizzata nella nostra Costituzione:
Art. 4. La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto. Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un'attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società.
Se partiamo dall'idea che bisogna riconoscere dignità al lavoro, anche al più umile, in quanto apporta una qualche utilità sociale, allora ogni cittadino-lavoratore deve avere riconosciuti pari dignità e pari diritti politici, indipendentemente dalla retribuzione e dalla conseguente capacità contributiva.
Quell'articolo della Costituzione è bello, come quasi tutti gli articoli della ns Costituzione, ma come sempre la bellezza può essere male interpretata.
In questo caso secondo me c'è una parola di troppo: scelta.
E' comodo dire che non vuoi andare a lavare i pavimenti perché è un lavoro che non ti piace, quindi "scegli" di non farlo. Ma sei in grado di trovarne un altro al posto di quello e che ti soddisfi maggiormente? perché se non sei in grado (ili "tu" non è riferito a te ovviamente!) allora i casi sono due:
- accetti quel lavoro, volente o nolente
- o altrimenti vuol dire che rimani a casa a non far niente. Attenzione però perché se fai questa seconda scelta, NON soddisfi più quel che dice quell'articolo della Costituzione perché faccio notare che in quell'articolo c'è anche la parola "dovere", ogni cittadino ha il "
dovere di svolgere.... che concorra al progresso....".
Se rimani a casa a far niente non concorri ad alcun progresso, lo fai solo come scelta di comodo e grazie al fatto che qualcun altro fa andare avanti lo stato contribuendo al posto tuo.
Sembra un ragionamento "razzista" il mio, ma di fondo c'è sempre il riferimento a questi dati (articolo già postato tempo fa):
https://www.repubblica.it/economia/2020/04/23/news/irpef_il_reddito_medio_sale_a_26_400_euro_zero_tasse_per_12_6_milioni_di_italiani-254798276/che fanno riflettere per i grandi numeri riportati: 10/12 milioni!
Anche questa è una cosa che non ho mai condiviso, cioè perché avere queste soglie di esenzione? E' vero che sempre la Costituzione prevede la progressività nel far pagare le tasse e quant'altro, e non discuto di questo perché lo trovo giusto, ma perché non far pagare
nulla di irpef ad alcuni?
Non facendo pagare nulla davvero porti alcuni a pensare che il bene pubblico non sia "tuo". Invece il bene pubblico è di tutti noi, però se non mi fai pagare nulla io certe volte davvero rischio di non percepirlo.
Se non pago nulla di irpef e mi fa male un braccio (nulla di grave, diciamo un fastidio), magari insisto lo stesso con il mio medico perché mi faccia fare una radiografia tanto a me non costa nulla! Se invece quella radiografia in qualche modo l'avessi pagata anche io, magari ci penserei un pochino prima di fare una cosa costosa e probabilmente inutile.
E' un esempio buttato lì è che non vuole assolutamente dire che anche le prestazioni mediche dovrebbero essere commisurate a quanto contribuisci (no!): l'ho fatto per dire che se non fai pagare almeno un minimo di irpef, rischi di creare la percezione che il cittadino abbia diritti (prestazioni sanitarie, scolastiche, sicurezza, ....) senza avere dei corrispondenti doveri.
Ma così facendo quel cittadino vive sulle spalle degli altri.
10/12 milioni in italia vuol dire che 1 su 5 è in quella condizione, non sono numeri trascurabili.