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Ale88
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June 02, 2022, 01:29:06 AM
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 #21141

Cosa vuol dire questo? Che l'italia prima dell'entrata nell Euro forse aveva stipendi troppo alto rispetto alla media degli altri paesi.
Non saprei dire se prima fossero troppo alti in quanto non lavoravo ancora negli anni '90 ma in ogni caso avrei compreso un aumento minore rispetto ad altri paesi, ma essere addirittura in negativo con tutta l'inflazione degli ultimi decenni lo trovo incomprensibile. Vivere nelle grandi città non costa poco, per quanto uno stipendio potesse essere più alto 20-30 anni fa gli stipendi attuali non sono assolutamente in linea con i costi che la maggior parte delle persone deve sostenere. E alla fine secondo me si riduce tutto al puro discorso delle tasse: tra quelle che si ciuccia lo stato sui guadagni, quelle che si pagano per i dipendenti, quelle della benzina, giusto per menzionare le prime cose basilari che vengono pesantemente tassate. L'Italia è da decenni in un vortice di sprechi, tangenti, soldi pubblici rubati e tassazioni fuori controllo dal quale è pressoché impossibile uscirne a meno di rifare completamente la classe politica, cosa che non succederà mai.

Gli stipendi bassi sono solo una conseguenza di tutto quanto elencato sopra, poi sicuramente c'è chi se ne approfitta però il sistema italiano non è pensato per essere, come dire, business-friendly. Gli Stati Uniti hanno sicuramente un milione di difetti ma almeno sotto il lato imprenditoriale potremmo sicuramente imparare qualcosa dato che è un sistema pensato nella maggior parte dei casi per favorire l'apertura di società in modo da far girare l'economia il più possibile invece di ammazzare gli imprenditori ancora prima che la società apra.

Non sapete la rabbia vedendo in California anche compagnie piccole che vendono la peggio merd@ come se fosse oro e poi in Italia abbiamo veri artigiani che senza il nero non potrebbero sopravvivere.

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jack0m
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June 02, 2022, 09:29:27 AM
Last edit: June 02, 2022, 10:35:24 AM by jack0m
 #21142

facile da dire dall'alto dei loro lauti stipendi a 5 zeri, fra l'altro pagati da noi fessi contribuenti. A loro cosa gli cambia una svalutazione del 7% all'anno?
Che andassero a raccontarlo ai poveri cristi di impiegati, che già devono fare i salti mortali per arrivare a fine mese con qualche risparmio e preservarne il valore, con degli stipendi fermi da anni e diventati ormai ridicolmente bassi Angry

A propsotio di stipendi:


Cosa vuol dire questo? Che l'italia prima dell'entrata nell Euro forse aveva stipendi troppo alto rispetto alla media degli altri paesi. Ovviamente adesso ci stanno ricamando su questo grafico: "l'Euro è un furto che ci ha danneggiato per sempre" ed altre fandonie.

io ho iniziato a lavorare poco prima dell'Euro e il mio stipendio non era certo "troppo alto". Semmai è adesso che è diventato troppo basso, non avendo tenuto il passo con l'inflazione. E non sembra neanche un problema con l'azienda per cui lavoro, visto che quando mi guardo in giro, le offerte che trovo per posizioni come la mia sono più o meno in linea se non addirittura inferiori.
Mi domando cosa esistano a fare i sindacati e quanto abbiano dormito negli ultimi 2 decenni.

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babo
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June 02, 2022, 09:43:02 AM
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 #21143

facile da dire dall'alto dei loro lauti stipendi a 5 zeri, fra l'altro pagati da noi fessi contribuenti. A loro cosa gli cambia una svalutazione del 7% all'anno?
Che andassero a raccontarlo ai poveri cristi di impiegati, che già devono fare i salti mortali per arrivare a fine mese con qualche risparmio e preservarne il valore, con degli stipendi fermi da anni e diventati ormai ridicolmente bassi Angry

A propsotio di stipendi:


Cosa vuol dire questo? Che l'italia prima dell'entrata nell Euro forse aveva stipendi troppo alto rispetto alla media degli altri paesi. Ovviamente adesso ci stanno ricamando su questo grafico: "l'Euro è un furto che ci ha danneggiato per sempre" ed altre fandonie.

non credo proprio
gli stipendi in italia sono molto bassi
il problema sono i benefit e le tasse che le aziende pagano, quello ti do ragione
ma se fai un compare orario, beh l'italia e' fanalino di coda.. per questo gli IT bravi vanno via

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June 02, 2022, 10:08:12 AM
 #21144


io ho iniziato a lavorare poco prima dell'Euro e il mio stipendio non era certo "troppo alto".

Ovviamente il problema non era il tuo stipendio, ma quello di chi magari lavorava da qualche anno.
Secondo te come è che una volta con un normale impiego in banca era possibile comprare la prima casa, magari una casa al mare ed avere una famiglia monoreddito? Oggi questo non è più possibile, by far.

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Paolo.Demidov
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June 02, 2022, 10:30:56 AM
 #21145

facile da dire dall'alto dei loro lauti stipendi a 5 zeri, fra l'altro pagati da noi fessi contribuenti. A loro cosa gli cambia una svalutazione del 7% all'anno?
Che andassero a raccontarlo ai poveri cristi di impiegati, che già devono fare i salti mortali per arrivare a fine mese con qualche risparmio e preservarne il valore, con degli stipendi fermi da anni e diventati ormai ridicolmente bassi Angry

A propsotio di stipendi:


Cosa vuol dire questo? Che l'italia prima dell'entrata nell Euro forse aveva stipendi troppo alto rispetto alla media degli altri paesi. Ovviamente adesso ci stanno ricamando su questo grafico: "l'Euro è un furto che ci ha danneggiato per sempre" ed altre fandonie.

I primi passi per crescita... beh... venivano da situazioni molto miserabili...

Riguardo l'Italia probabilmente il fiorire di situazioni di precariato abbassa gli stipendi.

Se oggi un impiegato / operario con qualche anno di servizio può arrivare a € 1.300 / € 1.500 ...
Negli anni '90 sui £. 3.000.000 non c'erano tante persone...
ma nemmeno a £ 2.000.000.

Penso che un deterioramento sia avvenuto negli ultimi anni.

In conformità ai principi del bipensiero, non ha importanza che la guerra ci sia davvero o che essendoci, la vittoria, sia impossibile. Lo scopo della guerra non è la vittoria ma la continuità.  Cool
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Ale88
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June 02, 2022, 02:59:32 PM
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 #21146


Secondo te come è che una volta con un normale impiego in banca era possibile comprare la prima casa, magari una casa al mare ed avere una famiglia monoreddito? Oggi questo non è più possibile, by far.
Per quanto questo tweet possa sembrare all'apparenza stupido per via delle immagini in realtà è assolutamente reale:




Sicuramente Paolo ne sa molto più di me sulla ripartizione (e mantenimento) della ricchezza a livello mondiale, l'impressione che ho comunque è che un po' dappertutto la media borghesia vada scomparendo, la forbice tra chi ha pochi soldi e chi ne ha tanti si allarga sempre di più anno dopo anno.

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Plutosky
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 #21147

A propsotio di stipendi:

Cosa vuol dire questo? Che l'italia prima dell'entrata nell Euro forse aveva stipendi troppo alto rispetto alla media degli altri paesi. Ovviamente adesso ci stanno ricamando su questo grafico: "l'Euro è un furto che ci ha danneggiato per sempre" ed altre fandonie.

Vuol dire che il mercato funziona.

Economicamente parlando  ci meritiamo al 100% questo andamento degli stipendi, visto che l'Italia è il fanalino di coda UE per variazione della produttività oraria:



Anche nella variazione del PIL 2020-2000 e/o 2020-1990 siamo più o meno gli ultimi in Europa.

In parole povere, negli ultimi 20-30 anni ciò che i lavoratori italiani hanno ricevuto è perfettamente in linea con quello che hanno dato.

Non è un caso che i migliori emigrano.

Poi decidete voi come ripartire le colpe tra:

A)Invecchiamento della popolazione
B)Italiani mammoni e scanzafatiche
C)Assistenzialismo a pioggia
D)Un "sistema Paese" che fa di tutto per danneggiare la qualità del lavoro e la meritocrazia
E)Elevata imposizione fiscale
F)Atavica diffusione del lavoro nero
G)Sistema scolastico inadeguato alle necessità del mondo del lavoro
....




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jack0m
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June 02, 2022, 09:00:06 PM
 #21148

A propsotio di stipendi:

Cosa vuol dire questo? Che l'italia prima dell'entrata nell Euro forse aveva stipendi troppo alto rispetto alla media degli altri paesi. Ovviamente adesso ci stanno ricamando su questo grafico: "l'Euro è un furto che ci ha danneggiato per sempre" ed altre fandonie.

Vuol dire che il mercato funziona.

Economicamente parlando  ci meritiamo al 100% questo andamento degli stipendi, visto che l'Italia è il fanalino di coda UE per variazione della produttività oraria:



Anche nella variazione del PIL 2020-2000 e/o 2020-1990 siamo più o meno gli ultimi in Europa.

In parole povere, negli ultimi 20-30 anni ciò che i lavoratori italiani hanno ricevuto è perfettamente in linea con quello che hanno dato.

Non è un caso che i migliori emigrano.

Poi decidete voi come ripartire le colpe tra:

A)Invecchiamento della popolazione
B)Italiani mammoni e scanzafatiche
C)Assistenzialismo a pioggia
D)Un "sistema Paese" che fa di tutto per danneggiare la qualità del lavoro e la meritocrazia
E)Elevata imposizione fiscale
F)Atavica diffusione del lavoro nero
G)Sistema scolastico inadeguato alle necessità del mondo del lavoro
....



CI meritiamo UN PAR DI PALLE. Lo so io qual è la mia produttività, so il culo che mi faccio quotidianamente per stare dietro a scadenze impossibili, dove ogni progetto dev'essere pronto e testato per ieri, per dei clienti che magari si svegliano e ti cambiano i requisiti da un giorno all'altro, ecc. ecc. Per cui non vedo perché dovrei pagare di tasca mia per inefficienze altrui.

Che poi anche questa storia che i migliori per forza emigrano, è un luogo comune su cui si carica all'eccesso: non è che se ne possano andare a milioni, e non si può pretendere di essere nello 0,1% più produttivo per avere diritto a degli stipendi decenti.

Per cui no, non ci sono scuse per un andazzo così generalizzato in cui non venga dato il giusto valore all'esperienza, alle competenze e ai risultati ottenuti, e che invece scivola in un continuo livellamento verso il basso.

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Paolo.Demidov
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June 02, 2022, 09:39:37 PM
 #21149



Sicuramente Paolo ne sa molto più di me sulla ripartizione (e mantenimento) della ricchezza a livello mondiale, l'impressione che ho comunque è che un po' dappertutto la media borghesia vada scomparendo, la forbice tra chi ha pochi soldi e chi ne ha tanti si allarga sempre di più anno dopo anno.


Ammesso che sia mai esistita realmente.


Il mondo è diviso in tre:

1. chi aveva dei capitali ( piccoli o grandi che siano ) da poter investire e ha investito ( ed investe )
2. chi aveva dei capitali ( piccoli o grandi che siano ) da poter investire e NON ha investito ( o ha pensato di investire ma in realtà non lo ha fatto )
3. chi NON aveva dei capitali da poter investire e quindi NON ha investito

Questo è l'andamento della media dei mercati mondiali dal 2007 ad oggi:
https://www.msci.com/documents/10199/178e6643-6ae6-47b9-82be-e1fc565ededb


In maniera brutale, così... all'ingrosso chi aveva "100" ora ha "300", investendo così, senza criterio, senza nessuna strategia particolare, la media del mercato.

Chi ha fatto delle scelte appena appena di buon senso ha avuto molto di più.



Una decina di anni fa l'uomo più ricco del mondo era Bill Gates con una patrimonio stimato in 50 miliardi di dollari e più o meno nei dieci anni precedenti era stato questo il suo valore.
Adesso ha quasi triplicato e non manco il primo:
https://www.youtube.com/watch?v=F7XIRDsvMeA

Questo traccia i trend del mondo.



In Italia c'è la mania di investire nel mattone così... "ti ritrovi qualcosa in mano"... ti ritrovi da pagare le tasse ora come ora, le manutenzioni, ecc... e se non stai attento durante la vita, subendo gravi imprevisti o
dopo la morte con le tasse di successione et similia, gli immobili si possono anche perdere.

Questa cieca visuale ultra conservativa che da una parte non vorrebbe rischi e dell'altra ne ignora di enormi, ha fatto sì che la ricchezza del cosiddetto "boom" economico è andata quasi del tutto
completamente dissipata.

L'Italia ha perso molti treni di business, adesso non crea più nulla, se non in nicchie di mercato, ok la moda, ok l'alimentare... ma tendenzialmente consuma e basta, principalmente prodotti importati dalle auto ai casalinghi dagli iPhone alle t-shirt a € 9,99.
La catena di distribuzione del consumo è anch'essa per la maggior parte in mano straniera.

Non si è investito, non si è progrediti.

In termini macroeconomici è quasi inspiegabile che l'Italia non sia scomparsa, lo si deve probabilmente alla sola arte di arrangiarsi dei singoli, nel bianco e nel nero.
Nonché alla possibilità di vivere con relativamente "poco" nella profonda provincia.


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babo
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June 03, 2022, 06:19:48 AM
 #21150



CI meritiamo UN PAR DI PALLE. Lo so io qual è la mia produttività, so il culo che mi faccio quotidianamente per stare dietro a scadenze impossibili, dove ogni progetto dev'essere pronto e testato per ieri, per dei clienti che magari si svegliano e ti cambiano i requisiti da un giorno all'altro, ecc. ecc. Per cui non vedo perché dovrei pagare di tasca mia per inefficienze altrui.

Che poi anche questa storia che i migliori per forza emigrano, è un luogo comune su cui si carica all'eccesso: non è che se ne possano andare a milioni, e non si può pretendere di essere nello 0,1% più produttivo per avere diritto a degli stipendi decenti.

Per cui no, non ci sono scuse per un andazzo così generalizzato in cui non venga dato il giusto valore all'esperienza, alle competenze e ai risultati ottenuti, e che invece scivola in un continuo livellamento verso il basso.

sembra impossibile
ma sono d'accordo con te
quando lavoravo in italia mi facevo un mazzo cosi, quadrato.. lavoravo MOLTO di piu di adesso (facevo 2 lavori) e lo stato mi spaccava di tasse
da quel momento per fare una cosa buona per la mia salute ho deciso di salutare tutti con un ciaone

anche se tu hai buona volonta ti scontri con dei problemi non da poco
1) mole di lavoro allucinante, chi dice il contrario MENTE sapendo di mentire
2) stipendi da fame, se hotel e bar non trovano gente (con la crisi) secondo voi quale e' il motivo? 800 euro per lavorare 12 ore al giorno!? ah ok siamo tutti scansafatiche
3) lavori omni, vai per fare una cosa e ti tocca anche spazzare e pulire il cesso

oh, io sono uno che non si fa problemi col lavoro, ma se io lavoro mi devi pagare

successo SOLO IN ITALIA che i soldi di oggi li ho visti dopo 10 mesi SOLO IN ITALIA

quindi non scassiamo i coglioni a chi lavora, i problemi sono altri


chi racconta favole sui mammoni e assistenzialismo evidentemente non ha mai lavorato o non ha mai lavorato in italia - su questo ci metto la mano sul fuoco
un mio amico che recentemente ha cambiato lavoro (ambito IT) lavorava 10 ore al giorno e anche il sabato
quindi non rompiamo il cazzo con le favolette mainstream che siamo mammoni/scansafatiche

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June 03, 2022, 07:34:56 AM
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CI meritiamo UN PAR DI PALLE. Lo so io qual è la mia produttività, so il culo che mi faccio quotidianamente per stare dietro a scadenze impossibili, dove ogni progetto dev'essere pronto e testato per ieri, per dei clienti che magari si svegliano e ti cambiano i requisiti da un giorno all'altro, ecc. ecc. Per cui non vedo perché dovrei pagare di tasca mia per inefficienze altrui.


Elevata produttività e "farsi il culo" non sempre sono sinonimi, spesso sono due opposti.
La bassa produttività può dipendere dal fatto che si lavora poco, oppure  dal fatto che si lavora male o da un mix delle due.
Non è un caso che gli italiani lavorino mediamente più dei tedeschi sebbene abbiano risultati nettamente peggiori.

In Italia molte aziende ancora vivono come se fossimo nell'800, premiando ad esempio chi sta tante ore sul posto di lavoro come se quantità fosse sinonimo di qualità.
Ignorando che se un lavoratore trasforma lo straordinario in regola è quasi sempre  segnale di un problema da risolvere e non di una persona da premiare.

Tutti vorremmo essere pagati di più ma è giusto, direi inevitabile, che il lavoro venga remunerato per risultati.
E se i risultati non arrivano, quale ne sia la causa, le conseguenze non possono che essere queste.
Se i lavoratori italiani fossero pagati più di quello che producono vorrebbe dire che c'è qualcuno (il datore di lavoro o lo Stato) che paga la differenza.
Nel primo caso l'azienda fallisce i i posti di lavoro vanno in fumo, nel secondo il debito pubblico cresce fino a diventare ingestibile.

In pratica la storia dell'economia italiana dagli anni 70 ad oggi.

Detto questo, non nascondiamoci dietro un dito o dietro casi singoli, è innegabile che nella realtà economica italiana esistono (soprattutto nel pubblico) posti di lavoro creati non per necessità ma per convenienza delle parti, che non hanno nulla di produttivo, secondo il concetto, tanto caro alla nostra politica, di "fare le buche e poi coprirle" al solo scopo di guadagnare consenso elettorale.

Anche questi lavori contribuiscono alla produttività media generale, affossandola.


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Che poi anche questa storia che i migliori per forza emigrano, è un luogo comune su cui si carica all'eccesso: non è che se ne possano andare a milioni, e non si può pretendere di essere nello 0,1% più produttivo per avere diritto a degli stipendi decenti.

Per cui no, non ci sono scuse per un andazzo così generalizzato in cui non venga dato il giusto valore all'esperienza, alle competenze e ai risultati ottenuti, e che invece scivola in un continuo livellamento verso il basso.

In effetti negli ultimi 20 anni non sono solo i migliori a emigrare, sono un pò tutti.
I milioni che se ne stanno andando sono già reali: Londra ad esempio è già diventata una delle prime 10 città italiane per numero di residenti ed è un trend in continuo aumento.

Se in Italia le inefficienze di cui sopra non vengono risolte e la desertificazione industriale procede ad ampie e veloci falcate, è naturale, giusto e fisiologico che le persone cerchino migliori opportunità laddove queste si trovano.

La cosa peggiore che uno Stato potrebbe fare (ed è quello che il nostro sta facendo) è creare altre inefficienze spendendo soldi pubblici per convincere aziende e lavoratori a restare anche se non ce ne sono i vantaggi e i presupposti.

Aggiungendo sprechi a sprechi.

Il mercato del lavoro globale è una bellissima conquista ed è ridicolo che la nostra politica voglia farci vivere l'appartenenza ad uno Stato come qualcosa di patriottico e ottocentesco: io sono italiano ma del successo dell'Italia come Paese non me ne frega una beata mazza.

Il rapporto cittadino-Nazione dovrebbe essere come il rapporto lavoratore-Azienda: se tu Nazione non mi offri quello che chiedo e ritengo giusto per me, tanti saluti e grazie.

Io vivo e lavoro in Italia, dopo alcune parentesi all'estero, perchè nel trade-off delle cose della vita a me va bene così.
Ma capisco benissimo i miei connazionali che fanno scelte diverse e trovo nauseanti quei politici che vogliono farli passare per traditori della patria solo perchè abbandonano il suolo natio e non restano, da sfruttati, in questa barzelletta di Paese.

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June 03, 2022, 10:05:10 AM
Last edit: June 03, 2022, 11:41:59 AM by jack0m
 #21152



CI meritiamo UN PAR DI PALLE. Lo so io qual è la mia produttività, so il culo che mi faccio quotidianamente per stare dietro a scadenze impossibili, dove ogni progetto dev'essere pronto e testato per ieri, per dei clienti che magari si svegliano e ti cambiano i requisiti da un giorno all'altro, ecc. ecc. Per cui non vedo perché dovrei pagare di tasca mia per inefficienze altrui.


Elevata produttività e "farsi il culo" non sempre sono sinonimi, spesso sono due opposti.
La bassa produttività può dipendere dal fatto che si lavora poco, oppure  dal fatto che si lavora male o da un mix delle due.
Non è un caso che gli italiani lavorino mediamente più dei tedeschi sebbene abbiano risultati nettamente peggiori.

In Italia molte aziende ancora vivono come se fossimo nell'800, premiando ad esempio chi sta tante ore sul posto di lavoro come se quantità fosse sinonimo di qualità.
Ignorando che se un lavoratore trasforma lo straordinario in regola è quasi sempre  segnale di un problema da risolvere e non di una persona da premiare.

Tutti vorremmo essere pagati di più ma è giusto, direi inevitabile, che il lavoro venga remunerato per risultati.
E se i risultati non arrivano, quale ne sia la causa, le conseguenze non possono che essere queste.
Se i lavoratori italiani fossero pagati più di quello che producono vorrebbe dire che c'è qualcuno (il datore di lavoro o lo Stato) che paga la differenza.
Nel primo caso l'azienda fallisce i i posti di lavoro vanno in fumo, nel secondo il debito pubblico cresce fino a diventare ingestibile.

In pratica la storia dell'economia italiana dagli anni 70 ad oggi.

Detto questo, non nascondiamoci dietro un dito o dietro casi singoli, è innegabile che nella realtà economica italiana esistono (soprattutto nel pubblico) posti di lavoro creati non per necessità ma per convenienza delle parti, che non hanno nulla di produttivo, secondo il concetto, tanto caro alla nostra politica, di "fare le buche e poi coprirle" al solo scopo di guadagnare consenso elettorale.

Anche questi lavori contribuiscono alla produttività media generale, affossandola.

Lasciamo perdere il pubblico, dove la contrattazione delle condizioni di lavoro, incluse le retribuzioni, non è paragonabile a quella del privato. Qui non si tratta affatto di "casi singoli", lo vedo quotidianamente da oltre 20 anni e di contesti aziendali ne ho cambiati a decine, ma l'andazzo è sempre la stesso.

Ho parlato esplicitamente di dare valore a competenze e a risultati, non certo a quanto sei puntuale a timbrare il cartellino per marcare le 8 ore canoniche di presenza: sono ben poche le aziende che ho incontrato che dessero più peso a questi aspetti formali che alla sostanza. E la sostanza è che si lavora sempre di più non per inefficienza del singolo lavoratore, ma perché le aziende pretendono sempre di più a costi sempre inferiori, e ovviamente fra i costi tagliati figurano ai primi posti quelli per le risorse umane.
E allora ti trovi a lavorare su progetti sotto-staffati, che nascono già in ritardo sulle scadenze irrealistiche, finché qualche manager con l'acqua alla gola si decide a invocare l'intervento salvifico di un'azienda di consulenza, e vieni sbattuto in prima linea dove hai appena il tempo di capire dove sei finito e già ti trovi con qualche deliverable da produrre per l'altroieri.

Intendiamoci, io non sono mai stato uno che guarda l'orologio quando è ora di staccare, quando sono concentrato su un obiettivo perdo la cognizione del tempo, a volte mi trovo a pranzare o cenere a orari assurdi... ok, mi sta bene, ma in cambio pretendo di essere pagato adeguatamente.
Poi esistono sicuramente delle sacche di inefficienza, in certi settori o magari aree geografiche più arretrate, ma questo non giustifica il fatto innegabile che su questo molte aziende ci marciano, finendo appunto con un generale pressoché indistinto livellamento verso il basso. E questo no, non mi sta bene.

Quote
Che poi anche questa storia che i migliori per forza emigrano, è un luogo comune su cui si carica all'eccesso: non è che se ne possano andare a milioni, e non si può pretendere di essere nello 0,1% più produttivo per avere diritto a degli stipendi decenti.

Per cui no, non ci sono scuse per un andazzo così generalizzato in cui non venga dato il giusto valore all'esperienza, alle competenze e ai risultati ottenuti, e che invece scivola in un continuo livellamento verso il basso.

In effetti negli ultimi 20 anni non sono solo i migliori a emigrare, sono un pò tutti.
I milioni che se ne stanno andando sono già reali: Londra ad esempio è già diventata una delle prime 10 città italiane per numero di residenti ed è un trend in continuo aumento.

Se in Italia le inefficienze di cui sopra non vengono risolte e la desertificazione industriale procede ad ampie e veloci falcate, è naturale, giusto e fisiologico che le persone cerchino migliori opportunità laddove queste si trovano.

La cosa peggiore che uno Stato potrebbe fare (ed è quello che il nostro sta facendo) è creare altre inefficienze spendendo soldi pubblici per convincere aziende e lavoratori a restare anche se non ce ne sono i vantaggi e i presupposti.

Aggiungendo sprechi a sprechi.

Il mercato del lavoro globale è una bellissima conquista ed è ridicolo che la nostra politica voglia farci vivere l'appartenenza ad uno Stato come qualcosa di patriottico e ottocentesco: io sono italiano ma del successo dell'Italia come Paese non me ne frega una beata mazza.

Il rapporto cittadino-Nazione dovrebbe essere come il rapporto lavoratore-Azienda: se tu Nazione non mi offri quello che chiedo e ritengo giusto per me, tanti saluti e grazie.

Io vivo e lavoro in Italia, dopo alcune parentesi all'estero, perchè nel trade-off delle cose della vita a me va bene così.
Ma capisco benissimo i miei connazionali che fanno scelte diverse e trovo nauseanti quei politici che vogliono farli passare per traditori della patria solo perchè abbandonano il suolo natio e non restano, da sfruttati, in questa barzelletta di Paese.

Non ho mai parlato di traditori della patria, per me ognuno è libero di andarsene quando e dove vuole, se può. Il punto è che non tutti possono, vuoi per serie motivazioni famigliari o di salute che lo trattengono, o più semplicemente perché non è che all'estero gli Italiani siano proprio sempre ben voluti e accolti a braccia aperte.
Si parla tanto di fuga di cervelli, di eccellenze italiane nel mondo della ricerca, ecc., ma questo riguarda forse l'1% dei connazionali che emigrano all'estero.
Per ognuno di questi che riesce a farsi un nome, ce ne sono almeno 100 che partono pieni di belle speranze, e poi si scontrano con una realtà ben diversa che in qualche modo discrimina e marginalizza, venendo anche là sottopagati ripetto alle condizioni del mercato del lavoro locale, e in più sentendosi pure accusati di andare là a fare dumping salariale. E non sto parlando dell'emigrante in stile anni '60 che partiva con la valigia di cartone senza uno straccio di competenza, ma anche di lavoratori con qualifiche medio-alte.

Anni fa ci avevo anche pensato, poi per varie vicissitudini non mi è stato possibile. In ogni caso non mi pare questa la soluzione, e non può essere sempre colpa solo della politica se il sistema impresa si rifiuta di riconoscere il giusto valore al lavoro di qualità.

Money is a hoax. Debt is slavery. Consumerism is toxic.
Amph
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June 03, 2022, 10:50:41 AM
 #21153

"No a vane rincorse salari-prezzi" è un modo carino per dirvi che dovete munirvi di vasellina e stringere forte un legnetto fra i denti.

Tranquilli comunque, è temporaneaTM (finisce nel 2023, sicuro)



https://www.repubblica.it/economia/2022/05/31/news/visco-351916718/?ref=RHTP-BH-I350153903-P2-S1-T1

"l'inflazione scenderà", sembra l'inizio di una barzelletta
arulbero
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June 03, 2022, 04:46:48 PM
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 #21154

un mio amico che recentemente ha cambiato lavoro (ambito IT) lavorava 10 ore al giorno e anche il sabato
quindi non rompiamo il cazzo con le favolette mainstream che siamo mammoni/scansafatiche

Rimane il fatto che siamo complessivamente poco produttivi, quello che conta infatti è il dato complessivo:

https://www.istat.it/it/files/2020/11/Report_MISURE_PRODUTTIVITA_1995_2019.pdf

Quote
Nel 2019 il valore aggiunto in volume dei settori produttori di beni e servizi
market presenta una variazione nulla.
La produttività del lavoro (valore aggiunto per ora lavorata) si riduce dello 0,4%,
quella del capitale (rapporto tra valore aggiunto e input di capitale) dello 0,8%.
Alla stagnazione del valore aggiunto ha contribuito il calo della produttività totale
dei fattori, che misura il progresso tecnico e i miglioramenti nella conoscenza e
nell’efficienza dei processi produttivi
: dopo alcuni anni di recupero, è diminuita
dello 0,5%.

Questo vuol dire che da una parte le condizioni nelle quali molti lavoratori operano non sono ottimali (processi produttivi poco efficienti, ovvero si produce troppo poco per ora lavorata, da qui la tendenza a lavorare molte ore alla settimana),
dall'altra parte ci sono anche dei lavori (e quindi dei lavoratori) che creano pochissimo valore aggiunto per ora lavorata e contribuiscono quindi ad abbassare ulteriormente la media.

In generale non è certo una questione di impegno dei singoli, ma di contesto nel quale ci si trova ad operare:
un dipendente di un piccolo negozio non può essere produttivo come un dipendente amazon, è l'organizzazione attorno al lavoratore che fa la differenza.
DensBTC
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June 03, 2022, 05:51:02 PM
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 #21155

un mio amico che recentemente ha cambiato lavoro (ambito IT) lavorava 10 ore al giorno e anche il sabato
quindi non rompiamo il cazzo con le favolette mainstream che siamo mammoni/scansafatiche

Rimane il fatto che siamo complessivamente poco produttivi, quello che conta infatti è il dato complessivo:

https://www.istat.it/it/files/2020/11/Report_MISURE_PRODUTTIVITA_1995_2019.pdf

Quote
Nel 2019 il valore aggiunto in volume dei settori produttori di beni e servizi
market presenta una variazione nulla.
La produttività del lavoro (valore aggiunto per ora lavorata) si riduce dello 0,4%,
quella del capitale (rapporto tra valore aggiunto e input di capitale) dello 0,8%.
Alla stagnazione del valore aggiunto ha contribuito il calo della produttività totale
dei fattori, che misura il progresso tecnico e i miglioramenti nella conoscenza e
nell’efficienza dei processi produttivi
: dopo alcuni anni di recupero, è diminuita
dello 0,5%.

Questo vuol dire che da una parte le condizioni nelle quali molti lavoratori operano non sono ottimali (processi produttivi poco efficienti, ovvero si produce troppo poco per ora lavorata, da qui la tendenza a lavorare molte ore alla settimana),
dall'altra parte ci sono anche dei lavori (e quindi dei lavoratori) che creano pochissimo valore aggiunto per ora lavorata e contribuiscono quindi ad abbassare ulteriormente la media.

In generale non è certo una questione di impegno dei singoli, ma di contesto nel quale ci si trova ad operare:
un dipendente di un piccolo negozio non può essere produttivo come un dipendente amazon, è l'organizzazione attorno al lavoratore che fa la differenza.

Per quella che è la mia esperienza il contesto ed i processi produttivi sono la discriminante maggiore, quello che in Italia ci si ostina a non voler dire è che molti anzi troppi imprenditori non sono all'altezza del loro ruolo. Faccio il tecnico hardware dal 1999 e ho cambiato alcune aziende, per 5 o 6 anni ho lavorato per un imprenditore incapace, non ho mai lavorato così tanto, non ho mai fatto così tanti straordinari, non ho mai accumulato così tante ferie arretrate e i livelli di stress erano veramente oltre il limite eppure non si cavava un ragno dal buco! Sono sempre io e ci metto sempre il massimo impegno ma per chiudere un guasto in maniera dignitosa bisognava fare i salti mortali, adesso lavoro in un'azienda dove frequentemente nel giro di 6-7 ore ho fatto tutto, in maniera più che soddisfacente e i clienti sono tutti contenti; perchè? Perchè non basta la buona volontà del singolo tecnico se poi la zona è geograficamente non sostenibile, le auto aziendali fanno pena e i tecnici passano le mezze giornate dal meccanico invece che dai clienti, le parti di ricambio sono tutte inaffidabili e per risolvere un guasto ne infilo nella macchina altri due, i processi produttivi sono farraginosi ed inefficienti quindi perdo per ogni attività delle mezz'ore per aspettare che il magazziniere mi trovi la parte a causa di gestionali scritti con i piedi, poi devo produrre reportistica inutile e ridondante che non serve a nessuno dato che poi magazzino e amministrazione sono comunque inefficienti e sono costretti a chiamarmi chiedermi se mi ricordo il mese scorso cosa ho fatto dal tal cliente. Semplicemente era un'azienda gestita da un ormai ultrasettantenne vecchio imprenditore che giustamente aveva un po' perso il tocco e da due figli che che erano tutto tranne che buoni imprenditori, però guai in Italia a non lasciare la ditta al figlio, non importa se il figlio sarebbe magari un ottimo pallavolista o insegnante di musica se la ditta del papà si occupa di assistenza il figlio diventa il direttore di una ditta di assistenza... la figlia di Bill Gates è una biologa!

Altra tomba della produttività è il settore pubblico, ho lavorato per alcuni importanti ospedali e mediamente a parità di personale il personale IT è il doppio se non il triplo rispetto al privato, ho sostituito un collega che era fisso in un ospedale e la mia giornata si svolgeva così: arrivo 8:30 puntuali perchè controllano le timbrature e sono rigidissimi, dalle 8:30 alle 10:30 non si faceva nulla, dalle 10:30 alle 12:30 si sbrigavano i lavoretti del mattino, 12:30-13:00 prepausa, 13:00-14:00 pausa pranzo, 14:00-14:30 pausa caffè, 14:30-15:30 lavoretti del pomeriggio, 15:30-17:30 si aspetta di andare a casa. Un consulente esterno pagato 8 ore per lavorarne 2 mentre il personale IT dell'ospedale NON FACEVA NULLA PER 8 ORE! Altro ospedale ci chiamano per spostare degli ambulatori tutto da fare extra orario; mi presento io alle 18:00, assieme a 2 mobilieri di un'altra ditta e 4 facchini di un'altra ditta ancora in 3 ore spostiamo scrivanie e PC, il giorno dopo ci richiamano perchè i vetri dei nuovi ambulatori non sono oscurati e quindi dal cortile potevi assistere alle visite dei pazienti, rispostiamo tutto e una settimana dopo rispostiamo tutto dopo che hanno applicato le pellicole privacy ai vetri, un lavoro fatto 3 volte per 4 cazzo di pellicole opache! Lo so anch'io che così il costo della manodopera schizza alle stelle ma non è certo a causa degli stipendi di tecnico facchini e mobilieri, semplicemente il direttore lavori era un'incapace ma guai a dire che il primario e il suo amico architetto sono incapaci.
In oltre 20 anni ho visto sparire l'80% della clientela che si occupava di settore produttivo soprattutto metalmeccanico ma chissà come mai le aziende più efficienti e ben gestite sono ancora li, sono leader nei loro settori, hanno dipendenti ben attrezzati, sindacalizzati, hanno DPI di qualità egregia, hanno la mensa che è quasi un ristorante e tutti alle 17:30 vanno a casa.
I poveri imprenditori italiani che non sanno più come arrivare a fine mese nella maggior parte dei casi sono degli incapaci che DEVONO fallire e lasciare il posto a gente competente ma GUAI in Italia a dire che metà delle aziende sarebbe meglio lasciarle fallir, continuiamo a dare la colpa alle tasse e agli stipendi alti, zio banana ti occupi di informatica e non sai una parola di inglese e usi un gestionale trovato nell'uovo di Pasqua, VAI A CASA!
Gianluca95
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June 03, 2022, 09:26:31 PM
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un mio amico che recentemente ha cambiato lavoro (ambito IT) lavorava 10 ore al giorno e anche il sabato
quindi non rompiamo il cazzo con le favolette mainstream che siamo mammoni/scansafatiche

Rimane il fatto che siamo complessivamente poco produttivi, quello che conta infatti è il dato complessivo:

https://www.istat.it/it/files/2020/11/Report_MISURE_PRODUTTIVITA_1995_2019.pdf

Quote
Nel 2019 il valore aggiunto in volume dei settori produttori di beni e servizi
market presenta una variazione nulla.
La produttività del lavoro (valore aggiunto per ora lavorata) si riduce dello 0,4%,
quella del capitale (rapporto tra valore aggiunto e input di capitale) dello 0,8%.
Alla stagnazione del valore aggiunto ha contribuito il calo della produttività totale
dei fattori, che misura il progresso tecnico e i miglioramenti nella conoscenza e
nell’efficienza dei processi produttivi
: dopo alcuni anni di recupero, è diminuita
dello 0,5%.

Questo vuol dire che da una parte le condizioni nelle quali molti lavoratori operano non sono ottimali (processi produttivi poco efficienti, ovvero si produce troppo poco per ora lavorata, da qui la tendenza a lavorare molte ore alla settimana),
dall'altra parte ci sono anche dei lavori (e quindi dei lavoratori) che creano pochissimo valore aggiunto per ora lavorata e contribuiscono quindi ad abbassare ulteriormente la media.

In generale non è certo una questione di impegno dei singoli, ma di contesto nel quale ci si trova ad operare:
un dipendente di un piccolo negozio non può essere produttivo come un dipendente amazon, è l'organizzazione attorno al lavoratore che fa la differenza.

Per quella che è la mia esperienza il contesto ed i processi produttivi sono la discriminante maggiore, quello che in Italia ci si ostina a non voler dire è che molti anzi troppi imprenditori non sono all'altezza del loro ruolo. Faccio il tecnico hardware dal 1999 e ho cambiato alcune aziende, per 5 o 6 anni ho lavorato per un imprenditore incapace, non ho mai lavorato così tanto, non ho mai fatto così tanti straordinari, non ho mai accumulato così tante ferie arretrate e i livelli di stress erano veramente oltre il limite eppure non si cavava un ragno dal buco! Sono sempre io e ci metto sempre il massimo impegno ma per chiudere un guasto in maniera dignitosa bisognava fare i salti mortali, adesso lavoro in un'azienda dove frequentemente nel giro di 6-7 ore ho fatto tutto, in maniera più che soddisfacente e i clienti sono tutti contenti; perchè? Perchè non basta la buona volontà del singolo tecnico se poi la zona è geograficamente non sostenibile, le auto aziendali fanno pena e i tecnici passano le mezze giornate dal meccanico invece che dai clienti, le parti di ricambio sono tutte inaffidabili e per risolvere un guasto ne infilo nella macchina altri due, i processi produttivi sono farraginosi ed inefficienti quindi perdo per ogni attività delle mezz'ore per aspettare che il magazziniere mi trovi la parte a causa di gestionali scritti con i piedi, poi devo produrre reportistica inutile e ridondante che non serve a nessuno dato che poi magazzino e amministrazione sono comunque inefficienti e sono costretti a chiamarmi chiedermi se mi ricordo il mese scorso cosa ho fatto dal tal cliente. Semplicemente era un'azienda gestita da un ormai ultrasettantenne vecchio imprenditore che giustamente aveva un po' perso il tocco e da due figli che che erano tutto tranne che buoni imprenditori, però guai in Italia a non lasciare la ditta al figlio, non importa se il figlio sarebbe magari un ottimo pallavolista o insegnante di musica se la ditta del papà si occupa di assistenza il figlio diventa il direttore di una ditta di assistenza... la figlia di Bill Gates è una biologa!

Altra tomba della produttività è il settore pubblico, ho lavorato per alcuni importanti ospedali e mediamente a parità di personale il personale IT è il doppio se non il triplo rispetto al privato, ho sostituito un collega che era fisso in un ospedale e la mia giornata si svolgeva così: arrivo 8:30 puntuali perchè controllano le timbrature e sono rigidissimi, dalle 8:30 alle 10:30 non si faceva nulla, dalle 10:30 alle 12:30 si sbrigavano i lavoretti del mattino, 12:30-13:00 prepausa, 13:00-14:00 pausa pranzo, 14:00-14:30 pausa caffè, 14:30-15:30 lavoretti del pomeriggio, 15:30-17:30 si aspetta di andare a casa. Un consulente esterno pagato 8 ore per lavorarne 2 mentre il personale IT dell'ospedale NON FACEVA NULLA PER 8 ORE! Altro ospedale ci chiamano per spostare degli ambulatori tutto da fare extra orario; mi presento io alle 18:00, assieme a 2 mobilieri di un'altra ditta e 4 facchini di un'altra ditta ancora in 3 ore spostiamo scrivanie e PC, il giorno dopo ci richiamano perchè i vetri dei nuovi ambulatori non sono oscurati e quindi dal cortile potevi assistere alle visite dei pazienti, rispostiamo tutto e una settimana dopo rispostiamo tutto dopo che hanno applicato le pellicole privacy ai vetri, un lavoro fatto 3 volte per 4 cazzo di pellicole opache! Lo so anch'io che così il costo della manodopera schizza alle stelle ma non è certo a causa degli stipendi di tecnico facchini e mobilieri, semplicemente il direttore lavori era un'incapace ma guai a dire che il primario e il suo amico architetto sono incapaci.
In oltre 20 anni ho visto sparire l'80% della clientela che si occupava di settore produttivo soprattutto metalmeccanico ma chissà come mai le aziende più efficienti e ben gestite sono ancora li, sono leader nei loro settori, hanno dipendenti ben attrezzati, sindacalizzati, hanno DPI di qualità egregia, hanno la mensa che è quasi un ristorante e tutti alle 17:30 vanno a casa.
I poveri imprenditori italiani che non sanno più come arrivare a fine mese nella maggior parte dei casi sono degli incapaci che DEVONO fallire e lasciare il posto a gente competente ma GUAI in Italia a dire che metà delle aziende sarebbe meglio lasciarle fallir, continuiamo a dare la colpa alle tasse e agli stipendi alti, zio banana ti occupi di informatica e non sai una parola di inglese e usi un gestionale trovato nell'uovo di Pasqua, VAI A CASA!


E' stato un grande errore il non aver investito in tecnologia in Italia, e questi sono i risultati. Lavoro per una multinazionale tra le più importanti al mondo come fornitore, e mi occupo di realizzazione software per PLC e processi di automazione. Ti garantisco che di aziende come la nostra, con questo know-how non ce ne sono. La maggior parte va avanti mettendo lampade e quando ricevono richieste d'offerta per cose più serie scappano via a gambe levate.

Ho avuto anche io modo di constatare effettivamente che la macchina lavorativa italiana è alla deriva; a volte mi domando, quando faccio richieste d'offerte ai fornitori e alle case costruttrici per dei materiali, come diavolo facciano a impiegare 3 giorni per quotarmi il prezzo di 3-4 codici. E' da qui che capisci che qualcosa non va, perché come dici tu, delle 8 ore lavorative, devi vedere se a stento ne fanno 4 in una giornata.


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June 03, 2022, 10:02:53 PM
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I poveri imprenditori italiani che non sanno più come arrivare a fine mese nella maggior parte dei casi sono degli incapaci che DEVONO fallire e lasciare il posto a gente competente ma GUAI in Italia a dire che metà delle aziende sarebbe meglio lasciarle fallir, continuiamo a dare la colpa alle tasse e agli stipendi alti, zio banana ti occupi di informatica e non sai una parola di inglese e usi un gestionale trovato nell'uovo di Pasqua, VAI A CASA!

Molti di questi imprenditori sono stati salvati per anni dal nero, e dalla continua svalutazione della nostra moneta, fino a quando è stato possibile. Proprio per difendere la loro scarsa produttività.
Ovviamente non si parla dei singoli, che magari si fanno un mazzo tanto, ma del sistema nel complesso.
O magari qualcuno si fa un mazzo tanto proprio  deve "mantenere" una quantita abnorme di gentte che non fa nulla.




Ho avuto anche io modo di constatare effettivamente che la macchina lavorativa italiana è alla deriva; a volte mi domando, quando faccio richieste d'offerte ai fornitori e alle case costruttrici per dei materiali, come diavolo facciano a impiegare 3 giorni per quotarmi il prezzo di 3-4 codici.

Come si vede non è una contrapposizione pubblico vs privato. le situazioni paradossali esistono in entrambi i settori.

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CASINSPORTSBOOK
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June 04, 2022, 08:48:20 AM
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Lasciamo perdere il pubblico, dove la contrattazione delle condizioni di lavoro, incluse le retribuzioni, non è paragonabile a quella del privato. Qui non si tratta affatto di "casi singoli", lo vedo quotidianamente da oltre 20 anni e di contesti aziendali ne ho cambiati a decine, ma l'andazzo è sempre la stesso.

Ho parlato esplicitamente di dare valore a competenze e a risultati, non certo a quanto sei puntuale a timbrare il cartellino per marcare le 8 ore canoniche di presenza: sono ben poche le aziende che ho incontrato che dessero più peso a questi aspetti formali che alla sostanza. E la sostanza è che si lavora sempre di più non per inefficienza del singolo lavoratore, ma perché le aziende pretendono sempre di più a costi sempre inferiori, e ovviamente fra i costi tagliati figurano ai primi posti quelli per le risorse umane.
E allora ti trovi a lavorare su progetti sotto-staffati, che nascono già in ritardo sulle scadenze irrealistiche, finché qualche manager con l'acqua alla gola si decide a invocare l'intervento salvifico di un'azienda di consulenza, e vieni sbattuto in prima linea dove hai appena il tempo di capire dove sei finito e già ti trovi con qualche deliverable da produrre per l'altroieri.

Intendiamoci, io non sono mai stato uno che guarda l'orologio quando è ora di staccare, quando sono concentrato su un obiettivo perdo la cognizione del tempo, a volte mi trovo a pranzare o cenere a orari assurdi... ok, mi sta bene, ma in cambio pretendo di essere pagato adeguatamente.
Poi esistono sicuramente delle sacche di inefficienza, in certi settori o magari aree geografiche più arretrate, ma questo non giustifica il fatto innegabile che su questo molte aziende ci marciano, finendo appunto con un generale pressoché indistinto livellamento verso il basso. E questo no, non mi sta bene.

Tu vedi le cose dal tuo punto di vista, legittimo ma personale. Io vorrei fare un analisi più generale.

Se nel post precedente descrivi il tuo lavoro come "stare dietro a scadenze impossibili, dove ogni progetto dev'essere pronto e testato per ieri, per dei clienti che magari si svegliano e ti cambiano i requisiti da un giorno all'altro...." vuol dire, per forza di cosa, che i risultati saranno insoddisfacenti e la tua produttività oraria bassissima.

Lo capisco che non è per demeriti tuoi, anzi che questo avviene nonostante il tuo impegno e le tue capacità, ma non puoi negare che il "prodotto" finale del tuo lavoro, in rapporto alle ore lavorate, sarà ben lontano dall'ottimo.

E gli stipendi, per forza di cose, devono essere allineati ai risultati, non all'impegno o alle capacità.

Ed è sbagliato, secondo me, porre la questione come imprenditori vs lavoratori.

I lavoratori italiani non guadagnano poco perchè ci sono aziende che se ne approfittano e fanno utili a palate a loro spese.
Se così fosse le aziende italiane, vista l'altissima incidenza in Italia dei costi da lavoro sui costi totali, dovrebbero fare profitti record.
Invece vanno mediamente malissimo e chiudono a ritmi mai visti.

E' semplicemente il sistema nel suo complesso che non funziona.
Tra l'altro per decenni sia lavoratori che aziende hanno goduto del fatto che il conto maggiore di queste inefficienze lo ha pagato lo Stato mantenendo in vita aziende decotte e sostenendo spese per casse integrazioni, contratti di solidarietà vari, redditi di cittadinanza, sussidi a pioggia a destra e sinistra.

Le inefficienze sono presenti sia nel pubblico che nel privato. Gli esempi sono numerosi e, al di là di qualche luogo comune, ben visibili a chiunque viva nel nostro Paese.

la Provincia che assume 10 lavoratori occasionali anche se ne servono due perchè 10 assunzioni sono 10 voti  anzichè due.
L'azienda che fa un contratto al nipote dell'assessore perchè in questo modo la pratica in comune si velocizza.
Il barone universitario che fa il bando su misura all'assistente più carina anzichè a quella più brava
La parrocchia o il partito che mettono una buona parola con l'imprenditore amico per assumere quel giovane che "è tanto bravo e tanto volenteroso"

L'elenco può continuare all'infinito: le vedo solo io queste cose ogni giorno intorno a me? Come può essere alta la produttività in un contesto antimeritocratico simile?

Semmai è vero che queste cose non ci sono solo in Italia. Ma in Italia di sicuro abbondano.



Quote
Non ho mai parlato di traditori della patria, per me ognuno è libero di andarsene quando e dove vuole, se può. Il punto è che non tutti possono, vuoi per serie motivazioni famigliari o di salute che lo trattengono, o più semplicemente perché non è che all'estero gli Italiani siano proprio sempre ben voluti e accolti a braccia aperte.
Si parla tanto di fuga di cervelli, di eccellenze italiane nel mondo della ricerca, ecc., ma questo riguarda forse l'1% dei connazionali che emigrano all'estero.
Per ognuno di questi che riesce a farsi un nome, ce ne sono almeno 100 che partono pieni di belle speranze, e poi si scontrano con una realtà ben diversa che in qualche modo discrimina e marginalizza, venendo anche là sottopagati ripetto alle condizioni del mercato del lavoro locale, e in più sentendosi pure accusati di andare là a fare dumping salariale. E non sto parlando dell'emigrante in stile anni '60 che partiva con la valigia di cartone senza uno straccio di competenza, ma anche di lavoratori con qualifiche medio-alte.

Anni fa ci avevo anche pensato, poi per varie vicissitudini non mi è stato possibile. In ogni caso non mi pare questa la soluzione, e non può essere sempre colpa solo della politica se il sistema impresa si rifiuta di riconoscere il giusto valore al lavoro di qualità.

E' verissimo che l'estero non è un Eden. E' un insieme di opportunità che possono andare bene o male, ma almeno di opportunità si tratta. Di una prospettiva, una via di uscita.

Se invece mi chiedi quale sia la soluzione rimanendo qui ti rispondo che secondo me non esiste.

L'Italia, a mio modo di vedere, è semplicemente un'economia senza alcuna speranza . Siamo una delle Nazioni che ha performato peggio al mondo negli ultimi 20-30 anni. Qualcuno dice a causa dell'euro e dell'Europa, io dico nonostante l'euro e l'Europa.

Siamo un Paese che ogni anno esporta più lavoratori di quanti ne importa. Anzi non importa più nessuno, nemmeno quelli peggio qualificati.
Nonostante un tasso di natalità tra i più bassi al mondo e un disperato bisogno di forza lavoro, soprattutto di braccia.
Siamo destinati ad un lento ed inesorabile invecchiamento e impoverimento. Non solo economico. E' un processo inevitabile, come una malattia che ha danneggiato un organismo in modo tale da rendere impossibile una guarigione.

Le ipotesi sono accontentarsi o espatriare, mettendosi in gioco. Non vedo molte alternative.

Poi per carità, può esistere anche da noi il lavoratore adeguatamente remunerato che si merita quello che ha perchè se l'è guadagnato con il suo sudore e le sue capacità. Ma sono sempre più mosche bianche.

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June 04, 2022, 08:59:45 AM
 #21159

all'estero la cosa che salta subito all'occhio e' la mancanza di eccessiva burocrazia
in italia devo fare, non scherzo, un form di 20 caselle per dire che
- non ho procedimenti penali
- non sono decaduto
- bla bla bla

20 volte, basterebbe solo un checkbox

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 #21160


Tra l'altro per decenni sia lavoratori che aziende hanno goduto del fatto che il conto maggiore di queste inefficienze lo ha pagato lo Stato mantenendo in vita aziende decotte e sostenendo spese per casse integrazioni, contratti di solidarietà vari, redditi di cittadinanza, sussidi a pioggia a destra e sinistra.

92 minuti di applausi.
Il problema è questo.
In Italia si è tuttelato troppo il posto di lavoro, e non il lavoratore.
Si mantiene in vita una azienda "decotta" anzichè permettere al lavoratore di riqualificarsi e trovare lavoro in un'altra azienda.
CHe voi mi dite: dove è l'altra azienda?
é un circolo vizioso che si morde la coda: se assumere e licenziare un lavoratore è un'impresa erocia, il datore di lavoro ci penserà bene prima di iniziare il processo...


Semmai è vero che queste cose non ci sono solo in Italia. Ma in Italia di sicuro abbondano.



Anche all'estero esistono le raccomandazioni, eccome.
Ma c'è una differenza sostanziale: se raccomandi una persona non valida, pure tu che l'hai suggerita ci rimetti: per lo meno fai una figuraccia.
Accountability: vengono quindi raccomandate solo persone valide.


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