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December 18, 2020, 05:48:22 PM |
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Riassumendo quello che abbiamo detto noi è che un utente possiede le chiavi private e, attraverso queste, dispone dei bitcoin associati ma, facendo un pò i filosofi, non è vero che qualcuno può direttamente "possedere" i bitcoin, non tanto perchè questi sono immateriali ma soprattutto perchè sono solo una voce contabile che corrisponde ad un numero, e non è possibile possedere un numero.
Pieter introduce invece un concetto ulteriore, quello della proprietà giuridica, che è un concetto diverso dal possesso.
Se io ti affitto una bici, tu ne hai il possesso ma io ne mantengo la proprietà.
Nella vita reale quel "ne mantengo la proprietà" si può concretizzare solo mediante un contratto che stabilisca chi è il possessore e chi resta il proprietario.
Se il contratto è registrato, come nel caso della compravendita di un immobile, il possessore è proprio impossibilitato, anche fraudolentemente, a esercitare i diritti del proprietario come ad esempio nel caso in cui un inquilino provasse a vendere l' immobile dove abita.
Il problema è che alla blockchain bitcoin è completamente estraneo il concetto di proprietà, l'unica "legge" che vale nel mondo bitcoin è quella di chi possiede le private keys, indipendentemente dal fatto che ne sia il legittimo proprietario o qualcun altro.
Il concetto di proprietà può essere introdotto tramite gli smart contract che possono vincolare (ad es. temporalmente) il possesso. Ma in ogni caso per integrare la nozione giuridica di proprietà con una blockchain, quest'ultima deve essere nominativa e non anonima (o pseudonima). Altrimenti il proprietario sarebbe comunque qualcuno di cui non si conosce l'identità e quindi non si potrebbe effettivamente sapere se è proprio lui o qualcun altro che ne è venuto in possesso successivamente.
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