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2141  Local / Italiano (Italian) / Re: BITCOIN PUMP! on: January 02, 2020, 11:39:04 AM

Beh il 10 mica è poco, anzi... però mi chiedo quanti di voi si fiderebbero a depositarli?
Aldilà del discorso esser banche di se stessi, no intermediari e via dicendo (sacrosanti principi ma lasciamo stare x un attimo x capire un’altra cosa), ma fra di voi c’è, giusto x curiosità, chi lascia in deposito quantità di crypto x generare profitto/rendita?
Con quantità intendo non poca roba giusto x provare, ma una quantità tale che se persa sarebbe un discreto problema.
Non parlo di stacking su wallet di cui hai possesso delle chiavi, parlo di depositi in generale su exchange e simili.
Ammetto di esser piuttosto ignorante in materia, nel senso che non mi sono mai documentato sulle eventuali “garanzie” in caso di hack, furti e sparizioni varie... ma non credo proprio ci siano ancora garanzie sufficienti.
Tempo fa avevo letto qualcosa su Binance che ha un suo fondo personale x coprire eventuali furti... ma con che “limiti” non ricordo.

Insomma, tu Neo è tutti gli altri, ne fate uso?



Io sono abituato a tenere non più del 15% dei miei averi su exchange di cui di solito 10% per il trading e 5% per il funding.

Prima usavo Bsave poi a Febbraio ha chiuso avvisandomi con 1 mese di anticipo e dandomi tempo per prelevare, per cui niente da dire.



Da allora faccio solo funding su Bitfinex.

Bsave è confluita in Celsius (https://celsius.network/), mi mandano la pubblicità per email ogni tanto ma non ho ancora avuto modo/tempo di studiarlo e provarlo.
2142  Local / Italiano (Italian) / Re: Partecipazione al forum: siamo ai minimi storici? on: December 31, 2019, 11:59:11 AM
Meglio trovare 1 post valido al giorno come adesso, che 1000 post when lambo come nel 2017
Anche perchè i secondi rendono più difficile (e scoraggiano) la discussione sul primo Wink
Conta la qualità non la quantità, imho.
2143  Local / Italiano (Italian) / Re: BITCOIN PUMP! on: December 31, 2019, 11:29:06 AM
Alcune statistiche a caso sull’anno che sta per concludersi.

Il prezzo, lo sapete, alla fine avrà un incremento annuale di circa il 100%.

Quello che per molte altre “assets” sarebbe una rivalutazione incredibile, straordinaria e irripetibile colloca il 2019 come un anno di performance diciamo “medie” per btc guardando lo storico:




Colpisce anche un altro dato: il prezzo medio giornaliero del 2019 di bitcoin è stato di circa 7,400 dollari, appena inferiore a quello del 2018 (7500$) ma ben superiore a quello del 2017 (4000$ circa ), nonostante l’ATH raggiunto in quell’anno.

Il che ci fa capire la differenza tra un prezzo speculativo non difendibile (i 20k del 2017) e un “fair value” reale (quello in cui ci troviamo adesso)

Altro dato curioso : il 2019 è stato l’anno in cui per più giorni il prezzo di bitcoin è stato > 10,000 dollari (79 giorni contro i 49 del 2018 e i 33 del 2017).

Lasciando perdere il prezzo, Il 2019 è stato invece anno record per tre statistiche decisamente importanti:

-Numero di transazioni totali (nell’anno)
-Controvalore in dollari delle transazioni totali (nell’anno)
-Hashrate

https://twitter.com/TradeBlock/status/1210313908529049601

Il numero medio di indirizzi univoci giornalieri è aumentato rispetto al 2018: 495k contro i 470k del 2018 anche se resta inferiore ai 565K del 2017

Da un punto di vista distributivo e’ record per il numero di indirizzi totali che possiedono una qualsiasi quantità depositata >0

https://cryptonomist.ch/2019/12/10/bitcoin-record-address/

e continua a ridursi il peso percentuale dei bitcoin depositati sui 100 address più ricchi rispetto al totale (14% erano circa il 18-19% nel 2017 e 2018)

https://bitinfocharts.com/comparison/bitcoin-top100cap.html

Un dato che farà inorridire i Roger Ver & C.: nel 2019 il valore cumulativo (da quando esiste la rete) delle commissioni btc pagate ha superato il controvalore del miliardo di dollari

https://twitter.com/yassineARK/status/1189559688494493697

Le persone pur di usare la rete bitcoin (e nonostante alternative ben più economiche) sono state disposte a spendere 1 miliardo di dollari in 10 anni.



LN ha avuto un crescita esponenziale nella prima metà dell’anno che si è stabilizzata nella seconda.

Oggi siamo sugli 850 BTC depositati, i 5.000 nodi e i 30.000 canali. Ancora troppo poco.

https://bitcoinvisuals.com/lightning

Sarà interessante vedere l’evoluzione nel prossimo anno soprattutto per l’arrivo di alcune innovazioni di rilievo (soprattutto gli atomic multi-part payments per la risoluzione dei limiti di liquidità)

Sulla rete principale invece il 2020 dovrebbe regalarci Taproot e le Schnorr Signatures, due delle novità più attese.






Cambiando argomento da sottolineare invece il successo dei mercati di prodotti derivati su bitcoin con un boom di volumi ed open interest un po' su tutte le piattaforme

Oggi futures, swap e opzioni su btc hanno volumi pari a circa 10 volte il mercato spot anche se questi volumi risentono di elevate leve.

CME e Bakkt soprattutto hanno un peso sempre maggiore nella determinazione del prezzo btc e riescono ad influenzarlo enormemente, anche oltre quello che potrebbe sembrare dai volumi.

Il che non è necessariamente un male a mio parere. Futures ed opzioni su un mercato parzialmente deregolamentato come btc hanno il merito di ridurre la volatilità e aumentare la liquidità dando la possibilità di vendere btc anche a chi non possiede btc e di comprare btc anche a chi non avrebbe mai comprato btc in assenza di questi strumenti.

Entrambi processi che aiutano alla determinazione di un prezzo corrispondente al valore reale del bene sottostante e attenuano  le conseguenze speculative pure  nei momenti di euforia o di depressione.

Tanto lo sapete come la penso: se btc diventerà una tecnologia di massa o finirà nell’oblio non sarà né per merito né per colpa dei derivati.



Ciò che invece conta è l’uso di btc in paesi del Terzo Mondo come SOV alternativo per contrastare le iperinflazioni, le restrizioni alle circolazioni di capitali, i vincoli nel tasso di cambio o gli obblighi ad usare le shitcoin locali.

La crescita per queste finalità è stata eccezionale soprattutto in Africa Subsahariana e America Latina in abbinamento all’uso di exchange decentralizzati. Trend che credo si intensificherà nel corso del prossimo anno.

Le ricerche relative su Google Trends confermano l'interesse in queste aree del mondo: la Nigeria è stato il Paese con più ricerche della parola bitcoin sul totale https://twitter.com/lopp/status/1208780130245652480

Buon anno a tutti.









2144  Local / Italiano (Italian) / Re: BITCOIN PUMP! on: December 26, 2019, 11:46:19 AM
Il Sole 24 Ore fa un riepilogo dello straordinario anno appena passato per le forme di investimento, citando anche il +87% di Bitcoin "troppo spesso dato per morto"  Grin



Grazie alle Banche Centrali e ai loro alleggerimenti quantitativi ( Grin) praticamente per la prima volta nella storia, bastava dare via ad inizio anno dollari o euro in cambio di una qualsiasi forma di investimento a caso per ottenere a fine anno dei guadagni anche molto cospicui:

S&P 500 +28%
Nasdaq +34%
Borsa italiana +28%
Borsa greca +47%
Borsa russa +42%, francese +26%, tedesca +27%
Oro +15%
Petrolio +32%
Anche le obbligazioni nonostante il crollo dei rendimenti hanno avuto un total return del 4% , +17% quelle più rischiose.

Un 'euforia contagiosa...

Viene citato anche un non tanto piccolo campanello di allarme: il PIL globale crescerà quest'anno di meno del 3%, valore più basso dal 2008..........

https://www.ilsole24ore.com/art/2019-anno-record-mercati-23mila-miliardi-borse-e-bond-ACGuTa6
2145  Local / Italiano (Italian) / Re: BITCOIN PUMP! on: December 26, 2019, 09:34:22 AM
Naturalmente questo meccanismo funziona da classica bolla speculativa e si autoalimenta fino ad un punto di rottura oltre il quale la corrente si inverte di botto e la speculazione agisce a cascata al ribasso per riportare un allineamento tra il valore speculativo e quello reale.

Per questo "mantenere" i 50k o 100k sarebbe tutta un'altra storia.

Come ho già scritto in altre occasioni i massimi di ogni ciclo indicano il massimo valore speculativo di bitcoin, i minimi di ogni ciclo indicano il massimo valore reale.

Con valore reale intendo quello dato da chi è disposto ad usare e conservare bitcoin per usi reali e concreti, non da chi li compra con il solo scopo di rivenderli dopo qualche giorno con lo stesso spirito con cui si comprerebbe il gratta e vinci.



Ad integrazione di quanto sopra: i volumi in rapporto al prezzo sono lo strumento per eccellenza per distinguere quando e dove i bitcoin vengono acquistati per FOMO e quando invece per uso reale.

Nel primo caso i volumi crescono al crescere del prezzo, perchè crescono le aspettative bullish, come per qualsiasi bene su cui si specula

Nel secondo caso i volumi crescono al decrescere del prezzo, perchè aumenta la convenienza a comprare, come per qualsiasi bene normale.

Il grafico sotto sono prezzo e volumi su Coinbase durante l'ultimo bull run (gen-lug 2019).



Notate come i volumi (gli istogrammi in basso) siano bassi ad inizio anno, crescano durante il trend, fino ad un picco massimo in concomitanza del massimo di prezzo.

Significa che su Coinbase sono arrivati nuovi acquirenti man mano che il prezzo aumentava.

Nessuno voleva comprare bitcoin quando il prezzo ristagnava sui 3000$ ei vari Nouriel Roubini & C. lo davano per spacciato e morto.

Tutti volevano comprare bitcoin al massimo della FOMO quando sembrava dovessimo rompere un nuovo ATH.

Questi sotto sono invece i volumi venezuelani su Localbitcoins espressi in bitcoin (quindi non risentono del'inflazione):



Notate come il picco dei volumi ci sia stato proprio tra fine 2018 ed inizio 2019, cioè proprio quando il prezzo prima crollava e poi ristagnava e tutti lo davano per morto.

I venezuelani hanno comprato "l'occasione" come si fa da Euronics quando si compra una lavatrice ad un prezzo speciale.

man mano che la FOMO aumentava, insieme al prezzo, mentre su Coinbase gli acquirenti aumentavano, in Venezuela diminuivano perchè i bitcoin erano meno convenienti.

Anche in Argentina, si pur su valori molto più bassi (i volumi qui sono circa 1/10 di quelli venezuelani) , si ha un comportamento simile:



Da notare come qui si è avuto un nuovo quasi massimo nell'ultima settimana, in abbinamento al quasi default del Paese.

Venezuelani ed argentini comprano bitcoin in maniera molto più razionale e meno emozionale di quanto non facciano gli occidentali. Grin



Come giustamente fa notare qualcuno nelle domande alla fine dell'articolo, non sarebbe più semplice per i nigeriani negli Usa comprare direttamente btc tramite dollari e inviare quindi i btc in Nigeria?

Il passaggio dollaro -> carte Amazon -> btc mi sembra un po' superfluo, anzi è proprio lì che si crea l'occasione di guadagno per chi fa dropshipping. D'accordo che è più semplice acquistare una gift card che btc, ma rimetterci il 30% mi pare un po' troppo.


Secondo me da un lato è la comodità di comprare in contanti al tabaccaio sotto casa, mentre comprare bitcoin in contanti è più complesso, così come iscriversi ad un exchange.
L'iscrizione all'exchange poi, soprattutto in USA, implica fornire molti dati personali da parte di immigrati che spesso lavorano in zone grigie di regolarità.
L'altro motivo è che secondo me sono persone che hanno poca fiducia in bitcoin, anzi ne temono le fluttuazioni di valore.
Usano btc solo quanto basta e solo per il tempo strettamente necessario a convertire dollari in valuta nazionale al cambio reale.
Un pò lo stesso motivo per cui si predilige sugli exchange usare le stablecoins. Le gift card sono di fatto una versione non crypto delle stablecoin.
Infine mandare una gift card dà la possibilità, nel caso in cui non si trovasse un acquirente ad un prezzo ritenuto congruo, di usare la gift card in cambio di beni e servizi, come alternativa. Con btc sarebbe  più complicato.

1 dollaro in Nigeria compra molte più cose di 1 dollaro in USA, compresa la quantità di valuta nazionale. Quindi la perdita di valore durante la rimessa non è un grosso problema per queste persone.

Comunque è vero, se usassero btc anche per la rimessa anzichè gift card risparmierebbero un sacco di soldi.
2146  Local / Italiano (Italian) / Re: BITCOIN PUMP! on: December 23, 2019, 01:15:11 PM
A cosa serve una moneta non censurabile a me che una transazione non la censura nessuno assomiglia molto alla frase  a cosa serve la privacy a me che non ho nulla da nascondere.

Se abbiamo la fortuna (temporanea e molto limitata) di vivere in una zona relativamente felice da questo punto di vista, questo non significa che ci siano centinaia di milioni (se non miliardi) di persone nel mondo che questa fortuna non ce l’hanno.

Persone la cui libertà economica individuale è censurata da Stati che non permettono  la libera circolazione di capitali, la libera esportazione di capitali ,che obbligano l’applicazione di tassi di cambio manipolati con le altre valute estere per proteggere le loro derelitte monete nazionali, che tolgono alla gente forme alternative  di protezione dalle iperinflazioni da loro stessi causate, che limitano o proibiscono pagamenti tra soggetti solo perché quei soggetti non sono graditi al regime che rappresentano.

Uno dei migliori casi d’uso di Bitcoin è proprio quello di rappresentare un modo per aggirare queste forme di controllo coercitivo.

Matt Ahlborg ha pubblicato di recente un'   analisi eccezionale sui volumi e i flussi di scambio di Paxful (https://paxful.com/), l'exchange decentralizzato che è in concorrenza con Localbitcoins in termini di volumi.

Per chi non lo sa, Paxful è un DEX, cioè un exchange che fa da tramite ma che non conserva fiat per conto dei propri clienti . Si limita a mettere in contatto acquirenti e venditori, come un qualsiasi sito di compravendite.
La particolarità di Paxful è che è specializzato nella compravendita di bitcoin tramite gift card, i buoni acquisto (Amazon, iTunes, Steam...) che possono essere acquistati in milioni di benzinai, tabaccai o negozi di elettronica.

L'obiettivo originale era quello di invogliare i possessori di questi buoni (magari a seguito di un regalo da loro ricevuto) a convertire questo "bene" in bitcoin facilmente.
Ricevo un buono di Amazon da 100$, lo lascio in un cassetto per mesi, mi ricordo di averlo, non ho bisogno di comprare nulla al momento, idea: perchè non convertirlo in bitcoin?

Quindi un uso, nelle intenzioni originali, molto saltuario e limitato.

Invece questi buoni acquisto vengono scambiati in volumi di decine di milioni di dollari la settimana e soprattutto hanno ricevute d’acquisto molto ravvicinate nel tempo al momento della vendita.

Come se venissero acquistati ad hoc per essere scambiati vs bitcoin pochissimo tempo dopo.

Il che è particolarmente strano perché le gift card vengono vendute su Paxful fortemente deprezzate rispetto al loro valore nominale per compensare il rischio legato al loro acquisto (i codici possono essere contraffatti)

Una carta da 100$ può essere venduta anche a 65-70$.

La domanda quindi nasce spontanea: chi è così fesso da comprare un tesserina a 100 dollari per rivenderla a 65 poco dopo? Quando potrebbe spenderla su Amazon o simili per 100$ effettivi?

Analizzando i flussi di scambio delle API di Paxful, Ahlborg ha scoperto che queste tessere vengono acquistate in USA prevalentemente e vendute, in cambio di dollari, soprattutto in tre nazioni africane (Nigeria, Ghana e Kenya).

Questi tre Paesi hanno un volume di scambio su Paxful di circa 4,5 milioni di dollari alla settimana

L’ipotesi che suggerisce, confortata da molti dati e da chat avute con alcuni operatori,  è che sia un sistema veloce per gli emigrati africani in America per mandare soldi a casa.

Se ci pensate bene le gift cards sono di fatto “stablecoins” (perché prezzate in USD) anonime e al portatore che possono essere acquistate ovunque e trasferite ovunque in tempo reale, basta fare una foto con il cellulare al codice e alla ricevuta d’acquisto e spedire via Whatsapp l’immagine al destinatario in Africa dei “soldi”.

Questi ultimi possono usare il codice della gift card per acquistare bitcoin su Paxful e, sempre su Paxful, convertire quei Bitcoin per la valuta locale.

Rispetto a una rimessa internazionale via Western Union, soprattutto per importi  piccoli, i vantaggi sono:

-Rapidità, l’intera operazione può essere conclusa pochi minuti e senza uscire di casa. Mentre  ad es. WU non accetta bonifici verso banche nigeriane per cui bisogna recarsi al più vicino sportello.
-Paxful e i Bitcoin funzionano 24/7
-Sostanziale anonimato fin quando le rimesse non superano un certo importo.
-Dato che lo scambio è P2P può essere applicato il tasso di cambio reale e non quello finto della Banca Centrale a cui deve sottostare invece WU. La Banca Centrale tende ad applicare un cambio che sopravvaluta la moneta locale rispetto al dollaro, quindi applicando il cambio reale ottengo più valuta locale in cambio della gift card prezzata in dollari.

L’articolo prosegue descrivendo chi compra queste gift card (soprattutto chi svolge il cosiddetto dropshipping cioè siti che non fanno stoccaggio di merce ma comprano via gift card la merce su Amazon o simili solo dopo averla venduta e spedendola direttamente all’indirizzo del cliente) e descrivendo chi compra Bitcoin in quei Paesi africani in cambio di valuta nazionale (soprattutto cinesi che lavorano in Africa che hanno conti in Yuan e valuta locale e in questo modo tramite btc possono fare arbitraggio sul cambio africano rispetto a quello cinese).

Si crea pertanto un flusso riassumibile in questi passaggi:

1-Gli immigrati africani in USA comprano gift card in negozi fisici, fanno una foto alla ricevuta d'acquisto e al codice e mandano tutto dai loro parenti in Africa via Whatsapp
2-I familiari usano il codice su Paxful per vendere la gift card in cambio di btc
3-La gift card viene acquistata da un sito di dropshipping in cambio di btc
4-I familiari vendono i btc a operatori locali (soprattutto cinesi) in cambio di valuta locale
5-I cinesi in Africa rivendono i btc in Cina in cambio di yuan lucrando sulla differenza di cambio



Vi consiglio di leggerlo tutto perché ne vale la pena.
   
https://medium.com/dlabvc/paxful-is-the-most-important-bitcoin-company-you-arent-paying-attention-to-4e699db0c5ca?
2147  Local / Italiano (Italian) / Re: BITCOIN PUMP! on: December 22, 2019, 03:47:22 PM
Cambio argomento.

Mi sono divertito a giocare sui numeri dei volumi venezuelani di Localbitcoins.

Sull'exchange vengono scambiati, al giorno, l'equivalente di 800k dollari sul cambio bolivar-bitcoin.

Detto altrimenti significa che i venezuelani "cacciano fuori", ogni giorno dell'anno, l'equivalente di 800.000$ per comprare bitcoin.

Il reddito pro capite del Venezuela, preso da Wikipedia (https://en.wikipedia.org/wiki/Venezuela) , è di 2.548$ all'anno, cioè 6,98$ al giorno.

Il Venezuela ha circa 22 milioni di persone in età lavorativa (escludendo giovani sotto i 15 anni e anziani sopra i 70)

Mettendo insieme queste cifre vengono fuori dei dati che, a senso, stanno poco in piedi.

Esempio 1) Se ogni venezuelano in età da reddito mettesse l'1% del proprio reddito giornaliero in bitcoin, verrebbe fuori che 11 milioni e mezzo di venezuelani (il 52% della popolazione lavorativa) acquista ogni giorno bitcoin

Esempio 2)Se il 10% dei venezuelani in età lavorativa acquistasse bitcoin ogni giorno (un'enormità), ne dovrebbero acquistare il 5% del loro reddito per garantire i volumi di LB (un'altra enormità)

Esempio 3) Se il 2% dei venezuelani in in età lavorativa acquistasse bitcoin ogni giorno (cifra compatibile con le stime più ottimistiche della percentuale di bitcoiner sul totale della popolazione mondiale) ognuno di loro dovrebbe dare il 26% del proprio reddito in btc (in un Paese che muore di fame!)

Non so cos'è più irrealistico tra 1, 2 o 3.

Alla fine si ricade in una delle due possibilità

1)I Btc sono usati da una decina di milioni di persone in Venezuela, quindi con percentuali sul totale della popolazione stratosferiche rispetto al resto del mondo
2) I volumi di LB sono farlocchi

1 non credo sia possibile, sicuramente il Venezuela è un paese ad alta penetrazione sull'uso di btc, ma il 50% della popolazione è un numero fuori dal mondo anche per l'arretratezza tecnologica del Paese.

Nemmeno 2 credo sia possibile: LB è un DEX non ha molto bisogno di taroccare i volumi. In altri Paesi poi i volumi sono stranamente molto bassi (ad es Corea del Sud e Giappone, paesi dove le criptovalute sono molto diffuse). Che senso avrebbe truccare i volumi solo del Venezuela?

Quindi?

Quindi alla fine resta l'ipotesi numero 3: è cioè che i bitcoin, oltre che da tante persone comuni, vengano acquistati anche dall'elite economica del Paese.

Da quei pochi che hanno le redini in mano dell'economia.

E, quindi, visto che parliamo di una dittatura, persone che sono legate al regime o membri del regime stesso.

Visti questi numeri non è nemmeno da scartare l'ipotesi che circola in giro che sia proprio il governo segretamente a stampare bolivar per acquistare bitcoin.

E' l'unica possibilità realistica in un Paese dove i volumi di acquisto sono irreali rispetto alla situazione economica dello stesso.

2148  Local / Italiano (Italian) / Re: BITCOIN PUMP! on: December 22, 2019, 01:41:44 PM
Si possono applicare tutti i pattern che si vogliono, ma se il risultato è una previsione di 50k$ entro un anno (che significa una capitalizzazione di poco meno di 1 trillion USD), la domanda rimane: chi ce li mette?

Riguardo ai tempi, mi pare che si parli più di 2 anni che di uno.
Per quanto riguarda chi mette i soldi, con tutta la liquidità che c'è in giro non lo vedo come un enorme problema. Sarebbe interessante capire poi quanti soldi realmente servirebbero per passare dagli attuali 7k agli (eventuali) 50k.

Arrivare a 50k o anche a 100k io non lo vedo un grosso problema in termini di liquidità, ammesso che con "arrivare" si intenda toccare (come furono 20k nel 2017) e non mantenere.

20k$ due anni fa furono raggiunti in poche settimane e con una quantità di denaro che è una briciola di quello che gira quotidianamente su altri mercati speculativi.


La blockchain ad esempio ci dice che quest'anno 11 miloni di btc non si sono mossi dai loro address (https://beincrypto.com/bitcoin-holders-stay-strong-as-11-million-btc-remain-dormant-in-2019/).

Ok, lì dentro ci sono anche quelli persi per sempre, ma fa una certa impressione sapere che in un anno in cui il prezzo è prima quasi quintuplicato e poi ha perso la metà, il 60% dei suoi possessori ha preferito non vendere.

Molti bitcoiners, più di quanti si è soliti pensare, sono qui per il lungo periodo e sono disposti ad holdare anche di fronte a crescite importanti di prezzo.Essendo un bene speculativo funziona all'opposto dei beni normali: più il prezzo sale, meno persone vogliono vendere.

La natura speculativa di Bitcoin in uno scenario bullish blocca l'offerta (perchè i possessori hanno aspettative di rialzo)e quindi il prezzo si muove anche con (relativamente) poca liquidità: mancando chi vende, chi vuole comprare è costretto a farlo ad un prezzo progressivamente crescente.

Naturalmente questo meccanismo funziona da classica bolla speculativa e si autoalimenta fino ad un punto di rottura oltre il quale la corrente si inverte di botto e la speculazione agisce a cascata al ribasso per riportare un allineamento tra il valore speculativo e quello reale.

Per questo "mantenere" i 50k o 100k sarebbe tutta un'altra storia.

Come ho già scritto in altre occasioni i massimi di ogni ciclo indicano il massimo valore speculativo di bitcoin, i minimi di ogni ciclo indicano il massimo valore reale.

Con valore reale intendo quello dato da chi è disposto ad usare e conservare bitcoin per usi reali e concreti, non da chi li compra con il solo scopo di rivenderli dopo qualche giorno con lo stesso spirito con cui si comprerebbe il gratta e vinci.
2149  Local / Italiano (Italian) / Re: BITCOIN PUMP! on: December 21, 2019, 10:20:47 AM
ti parlo con onestà e franchezza come ho sempre fatto e spero che tu apprezzi: quando sarebbe arrivato nel 2013/2014 a 19/20000? 

Mai, hai ragione, l'ho scritto sopra, le etichette delle due ordinate sono invertite. La scala del ciclo precedente è quella di sinistra
2150  Local / Italiano (Italian) / Re: BITCOIN PUMP! on: December 21, 2019, 08:42:06 AM
Il governo argentino, proseguendo nei passaggi classici del pre e post default, ha fatto oggi il miglior regalo possibile alla  diffusione di bitcoin: ha imposto delle restrizioni alla circolazione di valute straniere.

Quote
Le imprese esportatrici sono costrette a cambiare in peso argentini i dollari incassati entro cinque giorni lavorativi o entro 180 giorni dall'esportazione del bene. Paletti anche per le persone fisiche: non potranno trasferire all'estero più di 10mila dollari né acquistare divise estere per un importo superiore a tale ammontare senza autorizzazione della Banca centrale argentina.

https://www.ilsole24ore.com/art/l-argentina-impone-controlli-cambio-economisti-vedono-nero-AC9syVh

Gli argentini, finora, avevano avuto (a differenza dei venezuelani) strumenti per difendersi dall'inflazione galoppante grazie alla possibilità di disporre di conti corrente in valuta estera (dollari).

Ovviamente questa libertà si è tradotta in una fuga dalla moneta nazionale a favore di quella straniera, per cui il governo è dovuto correre ai ripari.

Grazie a questa facile disponibilità di dollari finora i volumi di bitcoin sono stati bassi rispetto alla situazione economica in cui si trova il Paese: ad esempio quelli su Localbitcoins sono di circa 20 btc a settimana (contro gli oltre 500 del Venezuela)

Il principale exchange (buenbit.com) ha anch'esso volumi crescenti ma decisamente bassi (il massimo giornaliero di sempre è stato toccato lo scorso Giugno ma è stato pari ad appena 70k dollari).

Significativo però che 1 bitcoin venga prezzato al momento 677.000 pesos che al cambio attuale sono 11.300 dollari: c'è un sovrapprezzo di 1300 dollari rispetto al prezzo internazionale, segno sia di una sostenuta domanda interna sia di una debolezza della valuta locale (se vendo bitcoin mi voglio tutelare contro l'inflazione chiedendo più pesos di quelli che sarebbero necessari per proteggermi dal futuro inevitabile calo di valore del peso)

Sarà molto interessante vedere cosa succederà d'ora in poi ai volumi argentini.

Gli ingredienti per una "venezuelizzazione" dell'Argentina ci sono tutti.




Nuova puntata nella crisi argentina.

Ieri il governo ha unilateralmente deciso di posticipare al 31/08/2020 il pagamento di 9 miliardi di obbligazioni in scadenza .

https://www.gauchonews.it/economia-argentina/debito-argentina-posticipo-scadenze-obbligazioni-letes/

Fitch ha subito declassato il rating a "default parziale", dicendo che siamo ad un passo dal nono default argentino della storia

https://www.bloomberg.com/news/articles/2019-12-20/argentina-s-rating-downgraded-to-restricted-default-by-fitch

Ieri è anche successo che su Localbitcoins i volumi di scambio ARS-BTC (espressi in dollari, quindi che non risentono della svalutazione del peso) abbiano toccato un nuovo ATH ad 83k$



Decidete voi se le due cose sono correlate oppure si tratta di coincidenze

Prossimo passo è: se il ciclo frattale si ripetesse, dove potrebbe arrivare il prezzo?


Limitiamoci al breve termine: potrebbe arrivare in un range tra 10k e 12k nella prossima estate, che è un' ipotesi nemmeno troppo azzardata considerato che c'è l'halving a maggio.

Quest'estate c'è stato, come vedi , il massimo divario in positivo per il ciclo attuale. Adesso siamo nuovamente allineati.

Ho visto anche che c'è un errore nel grafico: le label delle due ordinate sono ovviamente invertite.
2151  Local / Italiano (Italian) / Re: BITCOIN PUMP! on: December 20, 2019, 09:53:22 PM
Nel Dicembre 2013 Bitcoin toccò un massimo assoluto di circa 1.200$ a seguito del quale iniziò un lungo bear market.

Quel bear market portò, un anno dopo (Gennaio 2015) ad un minimo di circa 200$. Quindi un calo dell' 85% dal precedente massimo assoluto.

Un anno dopo quel minimo, a Dicembre 2015 il prezzo era risalito a 450$. Quindi un calo del 65% dal massimo assoluto di due anni prima e un recupero del 125% rispetto al minimo dell'anno precedente.

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Nel Dicembre 2017 Bitcoin toccò un massimo assoluto di circa 20.000$ a seguito del quale iniziò un lungo bear market.

Quel bear market portò, un anno dopo (Dic 2018) ad un minimo di circa 3.200$. Quindi un calo dell' 85% dal precedente massimo assoluto.

Un anno dopo quel minimo, a Dicembre 2019 il prezzo è risalito a 7.200$. Quindi un calo del  65% dal massimo assoluto di due anni prima e un recupero del  125% rispetto al minimo dell'anno precedente.



Stessi identici cali, stessi identici recuperi, stesso identico timing.

Ora:

Potete pensare che lo straordinario parallelismo  di questi due cicli siano frutto  della casualità, di una serie di fortuite coincidenze, della manipolazione di Tether o di qualche balena.

Oppure pensare che tutti gli studi sulla psicologia dei mercati e sulla finanza comportamentale forse non sono proprio delle stupidaggini e che questi studi trovino la loro migliore applicazione pratica in un mercato
speculativo quasi puro e non manipolato da organismi di controllo e vigilanza come quello dei bitcoin.

Alla domanda : "Ma allora era davvero così facile? Bastava seguire esattamente cosa è successo nel precedente ciclo per prevedere, nel lungo periodo, il prezzo di bitcoin?"

la finanza comportamentale risponderebbe in due modi.

"Si, era esattamente così"

ma risponderebbe anche "No, non era e non è affatto facile".

Perchè ogni trader o ogni hodler deve fare i conti con le sue sensazioni di essere umano, con la paura di una perdita e l'eccitazione di una vincita, con la  gestione delle proprie emozioni.

E' istintivo in ognuno di noi essere spaventato quando Bitcoin cade dell'85%. E' umano essere elettrizzati quando arriva un nuovo massimo e pensare che quella corsa possa non finire mai.

Quindi ognuno di noi sente il proprio istinto suggerirgli di vendere nel primo caso e di comprare nel secondo caso. Anche se la ragione sa che è un errore in entrambi i casi.

E' per questo meccanismo psicologico che tutti volevano comprare bitcoin a 20,000 e nessuno voleva farlo a 3,000.

Imparare a dominare le proprie emozioni e ad agire contro il proprio istinto è una condizione necessaria (ma non sufficiente) per operare correttamente su questo mercato e per capire come funziona questo mercato.

E' il primo step. Ed è il più difficile di tutti.

2152  Economy / Speculation / Re: LONGS on BITFINEX going PARABOLIC on: December 18, 2019, 10:24:32 AM
In the meantime longs surged to 46,885.
Neverending increase.

@plutosky: would you please link the source of the image? Where can I see the chart?


https://leaderboard.bitfinex.com/
2153  Economy / Speculation / Re: LONGS on BITFINEX going PARABOLIC on: December 18, 2019, 07:40:01 AM
ferfuxxake people, joe's the whale. it's nothing really
https://twitter.com/J0E007/status/1206916325727186950?s=20

Joe is in a lot of pain rn

25 million of unrealized losses. He's surely long



Let's see how this plays out
2154  Economy / Speculation / Re: LONGS on BITFINEX going PARABOLIC on: December 17, 2019, 10:12:26 PM
LONGS position are building to an unprecedented level on BITFINEX:

.....



It looks pretty weird to me as well.

On the one hand Bitfinex volume has been falling over last years and this  boom of longs is occurring only there. I think Bitfinex volume alone can not push price up (or down) if other big exchanges disagree about the direction.

So the whole thing may have no consequence except for a "bloodbath" among bitfinex bulls if market keeps moving against them.

On the other, Bitfinex is tether’s home and we know how this stablecoin matters when it comes to boost bitcoin price.

Bitfinex offers little leverage (3x) so bulls can go “underwater” deeply before their stop losses trigger  a classic “long squeeze”.  

When longs started increasing (on 23rd Nov), price was roughly 7200$ so, for now,  bulls can likely afford to hold their positions open.

Some big whales claimed to buy at 6k levels (https://twitter.com/AngeloBTC/status/1184154809726844928). Maybe they just get going.

Or maybe someone knows something really bullish we don’t.
2155  Local / Italiano (Italian) / Re: BITCOIN PUMP! on: December 17, 2019, 07:23:18 AM
Maduro, nelle vesti di vero shitcoiner, a Natale farà un airdrop di 0.5 Petro ( Grin) a tutti i lavoratori e pensionati venezuelani che si registreranno alla PetroApp (https://www.petro.gob.ve/)

Secondo il governo venezuelano mezzo Petro corrisponde a 30 dollari (https://www.petro.gob.ve/calculadora.html) ma è un valore probabilmente inventato perchè non esiste un vero prezzo di mercato del Petro.

Se così fosse, visto che il salario minimo in Venezuela è di 10$, sarebbero tre mensilità in regalo  Grin

Sulla PetroApp ufficialmente i venezuelani possono scambiare i Petro per Bitcoin, Litecoin e Dash ma il problema è sempre trovare qualcuno dall'altra parte che acquisti questa carta straccia digitale...

https://www.coindesk.com/venezuelas-maduro-says-he-will-airdrop-half-a-petro-each-to-nations-civilians
2156  Local / Italiano (Italian) / Re: BITCOIN PUMP! on: December 16, 2019, 06:26:40 PM
Devo proprio finire di scrivere il mio post sulle opzioni.

Io ho usato questo sito:
http://www.option-price.com/index.php

Inserendo i seguenti dati:
Underlying price: 7,100
Exercice price: 7,000
Days until expiration: 180 (6 mesi avevamo detto)
Interest rate: 0
Dividend yield: 0
Volatility 80% (ho usato la volatilità storica realizzata negli ultimi 6 mesi, non è detto che in futuro sia  la medesima)

il risultato è che la put costa 1510 USD.
Vuol dire che per essere profittevole il prezzo di bitcoin deve scendere sotto 5,490 USD.



L'unico exchange che uso su cui sono scambiate opzioni è Deribit.

Per curiosità sono andato a guardare gli scambi.

Se interessa, l'ultima put al momento in cui scrivo con prezzo d'esercizio a 7.000$ e scadenza 31/01/2020 è stata acquistata per 77 centesimi di bitcoin.

Se non ci sono altri costi  significa guadagno (in btc) se il prezzo spot al 31/01 sarà < di 6.500 $



Da notare che le opzioni su Deribit sono di tipo europeo per cui possono essere esercitate solo alla scadenza e non in qualsiasi momento prima della scadenza.
2157  Local / Italiano (Italian) / Re: BITCOIN PUMP! on: December 16, 2019, 07:44:43 AM

Hai messo un "può" che per me è fondamentale.
Dobbiamo distinguere quel che si può fare da quel che è conveniente - per un motivo o per l'altro - fare.
Chiunque può usare derivati a scopo di protezione dal rischio, ma non è detto che sia conveniente farlo.

Lo scenario che si stava discutendo era quello della possibile discesa del prezzo di Btc e di metodi a disposizione dei miner per proteggersi da questo rischio.
Con questo presupposto domando: se un miner avesse una preoccupazione di questo tipo, perché non spegnere una parte dell'hw (in attesa di momenti migliori) invece di spendere per comperarsi un derivato a protezione ?
Un derivato a protezione ha senso quando non puoi fermare la linea di produzione (un altoforno, il mais piantato per terra, gli agrumi sulle piante, le pelli che hai in magazzino per fare scarpe, .....): in quel caso spendi e ti copri con un derivato (ammesso esista per il mercato nel quale operi).
Ma un miner non fa prima a spegnere un po' di server senza dover spendere per comperare un derivato ?
Certo gli rimarrebbero sul groppone alcuni costi fissi: personale, spazio capannone, ammortamento dell'hw (anche quello tenuto fermo), ma risparmierebbe sul costo dell'energia - che sappiamo essere costo predominante.
E non dovrebbe pagare qualcosa di più (il derivato) per proteggersi.
Sbaglio ?


p.s. ovviamente tengo ben distinto l'utilizzo dei derivati per speculare: certo possono essere usati anche da un miner ma nulla hanno a che vedere con la gestione industriale della sua azienda.



Esempio molto grossolano: prezzo attuale  7150$ e io sono un miner che guadagna fin quando il prezzo non scende sotto 6,500$ (numeri a caso)

Per ora mi conviene tenere tutto acceso perché guadagno 650$ a btc prodotto.

Ma ho aspettative di calo del prezzo sotto 6,500$

Compro un’opzione put a, diciamo, 7000$

Se il prezzo cade a 6,000 io esercito l’opzione che mi garantisce di vendere il sottostante (cioè i btc  minati) al prezzo di 7.000$

In questo modo ho guadagnato 500$ (meno le commissioni) anziché rimetterli.

Se invece il prezzo resta sopra 6500 non esercito l’opzione e continuo a vendere i btc al prezzo spot, guadagnandoci lo stesso (purché il guadagno non sia così esiguo da non permettermi di ripagare le commissioni sul derivato)

In cambio di un costo certo in fees mi sono tutelato in ogni caso contro il rischio di oscillazioni del prezzo e non ho fermato la mia attività.

Da notare come l’apertura di un’opzione di questo tipo sia di fatto una vendita sul mercato derivato. Per l’allineamento tra quest’ultimo e il sottostante, la conseguenza è una spinta bearish anche sul mercato spot.

Se tanti miners si proteggono in questo modo , l’effetto è quello di una pressione ribassista sul mercato che può provocare anche crolli improvvisi in mancanza di adeguata liquidità.

CME ad esempio lancerà le opzioni su btc a gennaio 2020. E' lo stesso exchange che vede nei miners dei potenziali clienti di questo servizio:

McCourt said he expects bitcoin options will enable miners of the cryptocurrency to more accurately hedge the cost of their production. Today, some miners who have operations in China are already using bitcoin futures contracts to hedge.
Year-to-date, about 7,000 bitcoin futures contracts, equivalent to about 35,000 bitcoin, have traded on CME Group on average per day.


https://www.scmp.com/business/banking-finance/article/3032219/exchange-provider-cme-group-expects-bitcoin-options-be-hit
2158  Local / Italiano (Italian) / Re: BITCOIN PUMP! on: December 15, 2019, 03:36:08 PM

non posso nemmeno pensare a questa ipotesi, cioè al fatto che un miner possa proteggersi con futures e opzioni perché questi sono metodi che usa la finanza per proteggersi, non li usa un'azienda.
Per riprendere l'esempio che fai: un'azienda che produce scarpe non compera opzioni per vendere le scarpe ad un certo prezzo, piuttosto smette di produrre scarpe per un tot di mesi.
Le opzioni ed i futures sono usati dalla finanza, non da un'azienda che produce.


La finanza usa i derivati a scopi speculativi, ma chiunque li può usare a scopi di protezione dal rischio.

L' hedging sarebbe l'uso originario, per cui tradizionalmente questi strumenti sono nati.

Se un miner ha aspettative di calo di prezzo può acquistare una opzione in modo da tenere fermo un prezzo di vendita attuale.

Sono più adatti alla speculazione pura i perpetual swap (alla Bitmex) o al limite i futures.

Tra l'altro le opzioni saranno lanciate dal 27/12 anche da Okex che è il più grande exchange cinese (anche se ha sede a Malta) e quindi un ambiente molto più familiare per i miner cinesi ( e più gradito al loro governo) rispetto ad analoghe piattaforme americane. Visto il clima dei rapporti attuali Cina-USA, non ce lo vedo molto un miner cinese iscriversi a Bakkt, che è gestito dagli stessi che gestiscono la Borsa di Wall Street.

Oltre la maggiore decentralizzazione, la graduale uscita dalla Cina e l'aumento dei produttori, un altro trend dell'industria del mining è quello della sinergia tra pool ed exchange e di exchange che diventano anche pool.

Gli stessi Okex e Huobi, ossia i due più grandi exchange cinesi, gestiscono rispettivamente l'ottava e la decima più grande mining pool del mondo.

Secondo me è probabile che in questo modo vogliano andare a prendere alla fonte dei potenziali clienti dei loro prodotti finanziari di scambio, sia derivati che non, integrando sempre di più i servizi che offrono.
2159  Local / Italiano (Italian) / Re: BITCOIN PUMP! on: December 14, 2019, 04:07:19 PM
Personalmente ho dei dubbi a credere ai minatori che minano in perdita.
L’industria del mining credo si una delle più competitive al mondo.
Se un minatore mina in perdita, allora chiuderebbe le farm. Perché perdere soldi? Spegni le fabbriche, compri i bitcoin sul mercato ed hai risparmiato.
Forse i costi (che immagino siano qualcosa di tenuto rigorosamente segreto) sono diversi da quelli dello studio, oppure sono molto diversi per regione, e c’è una certa differenza tra il minatore medio e quello mediano, se mi seguite nel ragionamento.

Fin quando vale la disequazione:

costi totali > ricavo totali > costo energia (come adesso se lo studio ha ragione)

i miner hanno convenienza ha sostenere (brevi) periodi di perdita perchè in questo modo recuperano parte dei costi fissi o possono tornare a guadagnare tagliando i costi diversi da quello energetico

Non è però una situazione sostenibile nel tempo come dimostra l'anno scorso quando circa un mese dopo il crollo del prezzo ci fu il crollo dell'hashrate.

Per cui se lo studio ha ragione o il prezzo torna a salire velocemente o ci sarà una bella caduta dell'hashrate per riportare l'equilibrio.

Nel caso in cui invece il ricavo scendesse sotto il costo energetico, allora non ci sarebbe più nessuna convenienza, nemmeno nel breve periodo, a tenere le macchine accese. Il calo dell'hashrate sarebbe molto più brutale.

Io non credo che i minatori possano permettersi di mandare avanti la loro attività sulla base di speranze di rialzo del prezzo.

Sarebbe come un'azienda che produce scarpe in perdita mettendole a magazzino e sperando in un aumento futuro del prezzo delle scarpe.

Hanno costi troppo elevati per potersi permettere questa forma di speculazione.

Possono però usare i derivati per vendere ad un prezzo bloccato se hanno prospettive di calo del prezzo (e questo a sua volta produce una ulteriore spinta al ribasso del prezzo)
2160  Local / Italiano (Italian) / Re: BITCOIN PUMP! on: December 14, 2019, 11:01:50 AM
Penso che un dato certo lo abbiamo: 3000$. Non può scendere sotto questa cifra poiché è il costo di produzione per btc. Siete d' accordo?

Capriole.io ha pubblicato una interessante analisi su costi/ricavi del mining.

L'analisi riparte dalla ricerca dell'Università di Cambridge di inizio anno sui consumi del mining bitcoin, ricerca che è sicuramente la migliore mai fatta in materia (disponibile qui https://www.cbeci.org/methodology/)

Lo studio è ovviamente una stima ma è molto accurato perchè prende in considerazione un pò tutte le variabili che sono coinvolte (prezzo, costo medio della corrente, altri costi, variazione della difficoltà...).

Soprattutto considera che chi fa mining non deve sostenere solo i costi della corrente ma ovviamente altri costi (hardware, strutture, salari...)

Capriole arriva al seguente risultato, riassunto in questo grafico:




La linea verde sopra il prezzo corrisponde al ricavo lordo per ogni bitcoin prodotto e corrisponde al prezzo di vendita più le commissioni incamerate dal miner per la produzione di quel bitcoin. Tanto più numerose saranno le txs  e la rete congestionata (come a fine 2017) tanto più la linea verde sarà sopra il prezzo.

la banda rossa corrisponde invece ai costi di produzione di ogni singolo btc: il limite superiore sono i costi totali (elettricità + altri costi ) mentre il limite inferiore sono i costi per l'elettricità.

Le aree rosse scure corrispondo a situazioni dove i minatori (in media) si trovano in perdita ossia i loro costi totali di produzione di 1 btc sono superiori ai ricavi, nonostante questi ultimi rimangano superiori al solo costo per l'elettricità (limite questo sotto il quale, secondo la ricerca, non siamo mai scesi nella storia di btc)

Attualmente il costo totale di produzione di 1 btc corrisponderebbe a quasi 9000$ e quindi i minatori sono entrati in un'area di sofferenza come quella in cui entrarono l'anno scorso di questi tempi e che portò ad un crollo del 30% dell'hashrate.

Le interpretazioni che possiamo dare a questi dati sono secondo me due: la prima, ottimistica, si basa sul fatto che il limite del costo dell'elettricità non è stato mai superato nella storia e, come l'esempio dell'anno scorso dimostra, funzionerebbe da supporto. Anche Satoshi, su questo forum, sosteneva la relazione tra prezzi e costi di produzione delle commodities:

The price of any commodity tends to gravitate toward the production cost. If the price is below cost, then production slows down. If the price is above cost, profit can be made by generating and selling more. At the same time, the increased production would increase the difficulty, pushing the cost of generating towards the price.


L'altra interpretazione, più pessimistica, si basa sul fatto che mai nella storia i profitti dei minatori sono stati così bassi e mai sono andati in territorio negativo (rispetto ai costi totali) due volte nell'arco di 1 anno (vedi grafico storico sotto):



Questo potrebbe portare ad un nuovo crollo dell'hashrate con quello che ne consegue (tx più lente e più costose fino al diffuculty shift) fino all'ipotetica "mining death spiral" cioè la riduzione del hashrate che influenza il crollo del prezzo e viceversa perchè la rete bitcoin diventa sempre più inutilizzabile (ipotesi da FANTASCIENZA, secondo me)

Se invece crediamo (come io NON credo) all'idea che il prezzo sia influenzato dal costo e non possa scendere al di sotto, allora abbiamo un "bullish case" da qui al prossimo halving perchè in assenza di un crollo dell'hashrate e ignorando le migliorie hardware, il prezzo dovrebbe essere di $17.800 per rendere profittevole il mining a queste condizioni dopo il dimezzamento del numero di btc prodotti per blocco.

Se anche ci fosse un crollo dell'hashrate del 40% e un miglioramento dell'efficienza hardware del 25% nei prossimi 6 mesi , il prezzo dovrebbe essere pari a 8.000$ (quindi maggiore dell'attuale) per avere mining profittevole dopo l'halving.

Chiudo con una precisazione contenuta anche nell'articolo: i miners hanno di recente sempre più strumenti a disposizione come i futures e soprattutto come le opzioni (introdotte da Bakkt in questi giorni e da CME a inizio 2020) che permettono di tutelarsi contro oscillazioni di prezzo. L'uso di questi strumenti spiegherebbe anche perchè possano permettersi margini di profittabilità più bassi e sostenere una concorrenzialità sempre più spietata rispetto al passato.

L' intero articolo è disponibile qui https://medium.com/capriole/bitcoins-production-cost-88d889462ea7
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