Tenetemi al corrente: come lombardo, sono particolarmente vicino a questa tematica...
|
|
|
Occasionalmente potrei scambiare ricariche telefoniche o buoni regalo Amazon.it per BTC a prezzo di mercato, senza addizionali. Come prezzo di mercato uso la media ponderata in EUR dei prezzi delle ultime 24 ore, pubblicata qui. Una volta comunicato il prezzo di cambio, lo si considererà valido per 12 ore dall'invio del messaggio. Taglie: quelle disponibili sul sito Amazon.it (per i buoni Amazon) e presso i tabaccai (ricariche telefoniche); Amazon.it consente di impostare l'importo liberamente a mano. Se siete interessati, mandatemi un messaggio privato. Il prodotto non sarà inviato fintanto che la transazione Bitcoin non riceverà 1 conferma. Chi ha fretta, quindi, preveda una commissione adeguata. Novità: è possibile acquistare le ricariche Vodafone e Wind da 5 € anche direttamente su OpenBazaar. Saluti!
|
|
|
scusate la domanda stupida, ma come ricostruisco il wallet.dat dopo aver grattato l'ologramma?
Cito da https://en.bitcoin.it/wiki/Casascius_physical_bitcoinsRedeeming the private key back into digital Bitcoins is currently available at MtGox (via the Add Funds - Redeem Private Key screen), as well as with a patched Bitcoin client.
Mi sembra che anche client non ufficiali come Armory permettano di importare chiavi private. Ciao!
|
|
|
Are you a writer, producer, screenplay developer, magazine producer Stemby?
I have to write a screenplay for a project with my LUG, but I'm not a professional writer. Ciao!
|
|
|
Scusate, sono ricascato per caso su questa discussione. Rimango dell'idea della più completa inutilità di questi cosi.
Come detto sopra, sono sostanzialmente d'accordo. L'unico uso che mi viene in mente è se si vuole fare un regalo originale a qualcuno: sicuramente meglio della busta coi contanti...
|
|
|
Nemmeno io sono commercialista Tutto il discorso di prima è basato sull'idea di pensare al BTC come ad un bene, in modo da poter applicare il concetto di baratto, e più specificatamente, per un uso commerciale, il contratto di permuta. Poi può darsi che possano esistere approcci diversi che consentano di aggirare tra l'altro la tassazione IVA (lato Bitcoin). Ogni parere è benvenuto...
|
|
|
Sulla prima parte tutto ok. a parte, il cliente xyz solo se è un soggetto commerciale (=ha partita iva e ha acquistato per attività ad essa riconducibili) registrerà 21 EUR a credito iva. di nuovo a prescindere su come paga.
concettualmente non ci sono problemi. però vedo due punti deboli: 1. l'antiriciclaggio potrebbe obbiettare che non è chiaro da dove provenga il denaro, o più semplicemente che oltre 1000 EUR bisogna sempre passare per intermediario finanziario. --> quindi bisogna rimanere sotto questa cifra, senza scherzare sul frazionamento di unica prestazione in più pagamenti 2. il fisco potrebbe sospettare che le permute nascondano giri molto più ampi di merce ma qui entra in gioco la pura dimostrabilità al fisco, non l'operatività.
Il punto è questo. Immaginando di usare lo strumento della permuta, il bitcoin diventa a tutti gli effetti un bene, e quindi (a quanto pare) soggetto a tassazione IVA. Per questo anche xyz dovrà a sua volta fare una fattura. Poi non so bene con la permuta come funzioni il discorso antiriciclaggio: nella maggior parte dei casi (da quanto leggo) la permuta si effettua con beni che valgono più di 1000 € (terreni contro case costruite su quei terreni).
|
|
|
Non è una fregatura. Abbiamo detto che ABC permuta pomodori con Bitcoin con XYZ. Se "usasse l'euro", ABC darebbe pomodori a XYZ, la quale pagherebbe in euro. Vero, una sola fattura sui cui ABC paga l'iva (e XYZ se la scarica), ma ABC non riceverebbe un altro bene in permuta (i Bitcoin).
Se invece permuta con bitcoin le fatture emesse sono 2, una da ABC per XYZ e una da XYZ per ABC. Certo, ma sarebbe lo stesso se "usasse l'euro" nel giro completo. ABC vende pomodori in euro a XYZ, e XYZ vende bitcoin in euro a ABC, 2 fatture.
Ci ho riflettuto un attimo, e in effetti la cosa sembrerebbe meno problematica di quanto mi appariva inizialmente. Direi che il ragionamento fila. Se si riuscisse a tirar fuori una guida operativa, credo che tornerebbe davvero utile a moltissima gente. Grazie a tutti coloro che stanno partecipando a questa discussione!
|
|
|
Chiedo scusa, non avevo capito il tuo dubbio. Cmq, si, sono 2 fatture con 2 IVA da pagare, ma anche 2 IVA da scaricare viceversa. ABC emette una fattura, ma ne riceve anche una. E la stessa cosa per XYZ.
Sì, ma è comunque una fregatura: usando l'euro lo stato incasserebbe l'IVA di una sola fattura. Non mi sembra equo. Tra l'altro, il prezzo di mercato come lo si considererebbe? Come il valore dell'imponibile?
|
|
|
Come non esiste? Mi stai dicendo che il prezzo di un servizio / prodotto non può essere deciso liberamente nell'accordo fra i 2? O_o
Lo escludo, proprio perché per la permuta BISOGNA dimostrare di star applicando il più probabile valore di mercato.
|
|
|
Tanto per dire, la fattura dei pelati potrebbe anche essere nella moneta comune 400 euro, ma verranno invece scambiati in 300 euro perchè convinti che il valore dei Bitcoin è in crescita esponenziale nelle successive settimane ( tanto per dire )
No, questa cosa non esiste. Il prezzo deve essere coerente con il cambio attuale: ad esempio si potrebbe pensare alla media ponderata degli scambi nelle ultime 24 ore per il mercato europeo.
|
|
|
Scusate ma chi decide il valore di quei 3 Bitcon!? Come si fa quindi a dimostrare allo stato che il valore di quei Bitcoin valeva esattamente quei 10/20/30 euro? Il valore dei Bitcoin è gestito dal mercato ogni secondo che passa, anzi, è del tutto gestito "li" nel luogo dove ci troviamo. Sarà diverso ad esempio da una regione italiana dall'altra, anche se lo scambio avverrà nello stesso istante per magari anche gli stessi prodotti.
Secondo me questo è un problema marginale: basta dimostrare di star utilizzando il più probabile valore di mercato. Semmai, se il Bitcoin risultasse essere soggetto a IVA, mi piacerebbe capire quale sarebbe l'imponibile, e quale aliquota applicare (temo la massima).
|
|
|
Sempre riguardo il fisco avrei ancora un grosso dubbio: ma quindi un professionista deve emettere fattura sui Bitcoin che versa in cambio di un bene/servizio ricevuto in permuta?
Certo che si. In pratica se io "barbiere" accetto bitcoin per un taglio di capelli, emetto comunque ricevuta/fattura da 10 euro + iva, anche se in alternativa ho accettato 3 bitcoin. Non hai capito il mio dubbio. Questo è ovvio. L'esempio del barbiere non torna benissimo, ne faccio un altro: permuta pomodori pelati dell'azienda ABC S.p.A. contro Bitcoin versati dalla mensa XYZ S.r.l. Fattura pelati: 400 € + IVA Al cambio attuale sarebbero circa 100 BTC. XYZ S.r.l. deve emettere fattura su quei 100 BTC? Se sì, in pratica lo Stato incasserebbe 2 volte l'IVA, per una sola transazione.
|
|
|
Qui finalmente si capisce qualcosa: http://www.zerorelativo.it/blog/2011/04/14/un-commerciante-puo-barattare/La permuta è quindi sempre applicabile, in tutte le casistiche possibili: professionista ↔ professionista professionista ↔ privato beni fisici ↔ beni fisici beni fisici ↔ servizi servizi ↔ servizi servizi ↔ beni fisici Se dal punto di vista fiscale a questo punto un'idea me la sono fatta, continua a non essermi chiara la contabilità. Non sarebbe male avere una guida operativa su come procedere nei vari casi. Sempre riguardo il fisco avrei ancora un grosso dubbio: ma quindi un professionista deve emettere fattura sui Bitcoin che versa in cambio di un bene/servizio ricevuto in permuta?
|
|
|
Ho dato un'occhiata, ma sinceramente ci ho capito ben poco. Facciamo un esempio: fattura dal dentista. Ci sarà un imponibile + un'imposta (IVA). Se un agricoltore volesse saldare la prestazione del dentista con del suo vino/olio/ecc., e il dentista fosse d'accordo ad accettare questi beni come forma di pagamento, come ci si dovrebbe comportare?
|
|
|
La questione contabile/fiscale è a mio avviso cruciale, se si vuole diffondere l'uso del Bitcoin. Ne stavamo discutendo proprio ora sul canale IRC, e purtroppo continua ad essere aperto un grosso punto interrogativo.
Secondo me, l'analogia su cui potrebbe basarsi un ragionamento solido è quella col baratto. Qualcuno sa come viene gestito dal punto di vista contabile e fiscale il baratto a livello commerciale (e quindi non tra semplici privati)? C'è qualche commercialista in ascolto, o qualcuno che ne conosca almeno uno?
Grazie!
|
|
|
Non ho letto quelle discussioni, ma l'idea che mi son fatto a riguardo è che un'economia deflazionaria senz'altro dovrebbe risultare antagonista del consumismo, in quanto conviene conservare la moneta (che aumenta il suo potere d'acquisto nel tempo) e spenderla solo quando effettivamente è necessario. Il che forse non è un male, anzi.
|
|
|
|