Bancomat, carte di credito e carte prepagate sempre più nel mirino dell’anti-riciclaggio. Una comunicazione dell’Unità d’informazione finanziaria (UIF) della Banca d’Italia, datata 18 febbraio 2014, ha infatti posto sotto osservazione speciale le carte di pagamento. Obiettivo: individuare utilizzi anomali che possono nascondere attività di riciclaggio di denaro sporco.
Come noto, le carte di pagamento sono strumenti rilasciati dagli istituti di credito alla clientela per prelievi presso sportelli automatici bancari oppure pagamenti presso punti vendita dotati di dispositivi elettronici POS. Le carte sono catalogate sostanzialmente in tre tipologie:
carte prepagate (o ricaricabili) – utilizzate principalmente per gli acquisti via Internet, consentono di prelevare o addebitare fino al massimo ricaricato sulle carte;
carte di debito - più conosciute come “Bancomat” (principale circuito di prelievo/pagamento sui si appoggiano), prevedono un meccanismo di spesa/prelievo collegato a un conto corrente cui si sono legate e nei limiti temporali (giornalieri/mensili) fissati dal contratto sottoscritto con l’istituto di credito;
carte di credito - si caratterizzano per il fatto di consentire al titolare della carta un addebito posticipato (sul conto corrente di riferimento) rispetto al momento del prelievo/spesa. Quando consentono al titolare di potere rimborsare ratealmente il credito sono chiamate comunemente “revolving”.
I SETTORI COMMERCIALI MONITORATI PIU’ ATTENTAMENTE
Per queste carte l’UIF ha individuato delle ipotesi di utilizzi ritenuti incoerenti con le finalità proprie dello strumento e con il profilo dei titolari; tali da configurare possibili fattispecie rilevanti ai fini della segnalazione di operazioni sospette in materia di riciclaggio.
L’analisi condotta dall’autorità fiscale ha permesso anche di individuare settori commerciali nei quali il rilascio di un numero elevato di carte e il loro intenso utilizzo sono particolarmente ricorrenti. Per alcuni settori, tale utilizzo può tuttavia essere connaturato a specifiche esigenze operative: pertanto il monitoraggio richiesto dovrà inevitabilmente tenere conto della coerenza della movimentazione complessiva con l’attività svolta e il fatturato aziendale. E’ il caso, ad esempio, delle agenzie di viaggio, del commercio elettronico e del trasporto merci.
In altri settori, invece, il ricorso alle carte prepagate deve essere attentamente monitorato al fine di evitare che esso possa aumentare il rischio di fenomeni illeciti. I campi, in questo caso, sono quelli dell’edilizia, delle imprese di pulizia, dei money transfer, del gioco online e delle agenzie di scommesse, dei compro oro, delle agenzie e sub-agenzie assicurative.
DOVE LE BANCHE POSSONO FARE DI PIU’ PER RILEVARE LE ANOMALIE
L’UIF ha allora invitato i soggetti preposti ai presidi in materia di antiriciclaggio (in specie, le aziende di credito) a prestare una maggiore attenzione, avendo rilevato nei comportamenti degli intermediari alcune criticità connesse alla loro effettiva capacità di rilevare anomali utilizzi delle carte di pagamento quali, ad esempio:
l’assenza di limiti al numero massimo di carte emesse a favore di uno stesso soggetto;
la carenza nell’adeguata verifica dei titolari delle carte;
l’utilizzo delle carte da parte di soggetti diversi dal titolare, desumibile dalla contemporanea effettuazione di operazioni a notevole distanza geografica;
l’operatività concertata da parte di più titolari delle carte che, per modalità e frequenza, induce a ritenere l’esistenza di collegamenti tra gli stessi ovvero la presenza di un “dominus” che gestisce l’operatività a valere su carte intestate a soggetti poco consapevoli;
l’assenza di sistemi automatici di rilevazione di operazioni anomale adottati dagli intermediari di dati essenziali, quali l’ora e il minuto in cui sono state effettuate le operazioni, l’evidenza separata delle operazioni effettuate in contanti ovvero on-line;
le notevoli differenze nei limiti stabiliti dalle banche per le operazioni di prelevamento di contante presso ATM, che vanno fino a 5 mila euro al giorno con una singola carta di pagamento.
TUTTI GLI UTILIZZI ANOMALI CHE POSSONO NASCONDERE ATTIVITA’ SOSPETTE
A banche e intermediari l’UIF ha fornito uno “schema rappresentativo” utile per questi fini; tale, comunque, da consentire di individuare meglio le “anomalie” nell’operatività con carte di pagamento che possono essere funzionali al riciclaggio di disponibilità illecite. o come si dice in gergo, di “denaro sporco”. Viene comunque precisato che, da un lato, non è necessario che ricorrano contemporaneamente tutti i comportamenti descritti nello schema operativo; dall’altro, che la mera ricorrenza di singoli comportamenti individuati non è motivo di per sé sufficiente per procedere alla segnalazione.
Qualora comunque emergano operazioni ritenute sospette e riconducibili al fenomeno descritto, sarà compito degli intermediari segnalarle con la massima tempestività.
Lo schema di riferimento indica come l’utilizzo anomalo di carte di pagamento può avvenire nei casi di:
movimentazione delle carte di pagamento per volumi complessivi molto rilevanti – specie in presenza di una pluralità di carte intestate allo stesso titolare – contraddistinte dall’elevata frequenza delle operazioni effettuate con il ricorso al contante in un arco temporale circoscritto;
prelevamenti di contante ripetuti e di ammontare consistente dalle carte di credito, specie se eseguiti all’estero, in assenza o comunque in presenza di un ridotto numero di operazioni di spesa.
In questi ambiti assumono specifico rilievo le operazioni:
dello stesso segno eseguite in stretta sequenza cronologica nel corso della medesima giornata (anche a distanza di pochi minuti);
di spesa d’importo unitario ricorrente o a cifra tonda;
di utilizzo presso esercenti convenzionati in giorni ovvero in orari in cui l’esercente stesso presumibilmente non è aperto al pubblico;
effettuate presso il medesimo punto operativo esterno o sportello automatico ATM ovvero presso punti operativi o sportelli automatici geograficamente vicini, soprattutto se poste in essere con una pluralità di carte in sequenza cronologica;
eseguite a notevole distanza geografica in un arco temporale molto ravvicinato (pochi minuti o comunque nella stessa giornata);
poste in essere presso diversi addetti alla medesima dipendenza, specie se nel corso della stessa giornata.
Per quanto riguarda, specificatamente, le carte prepagate, si rileva la ricorrenza esclusiva o preponderante di operazioni ricarica e prelevamento in contanti rispetto al totale delle operazioni.
Oltre alla casistica delle operazioni già sopra indicate lo schema focalizza l’attenzione sulla movimentazione delle seguenti operazioni:
di ricarica per importi complessivamente rilevanti ovvero per importi complessivi giornalieri pari o molto prossimi al limite del plafond di ricarica. Particolarmente indicative sono le operazioni ricorrenti di ricarica di una pluralità di carte, in stretta connessione cronologica, presso il medesimo punto operativo ovvero presso punti operativi vicini, specie se compiute con più carte prepagate intestate a soggetti diversi anche se non legati da vincoli;
di addebito, in via esclusiva o preponderante, per prelevamenti di contante con sistematico esaurimento della provvista, specie se effettuati in stretta sequenza cronologica a valere su più carte intestate a soggetti diversi;
di segno contrario in un periodo di tempo molto ravvicinato, eseguite nella stessa località o in località geograficamente vicine;
incrociate tra più carte prepagate, specie se sono assenti o molto ridotte le operazioni di spesa, mediante: ricariche con fondi provenienti da una o più carte di pagamento ricorrenti; addebiti per trasferire fondi a favore di una o più carte di pagamento ricorrenti; ricariche e addebiti continui di fondi, con operazioni di “mero transito”.
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