La firma digitale e tutti gli annessi e connessi (dimostrazione di esistenza, di proprietà, timestamp, etc) sono già stati inventati e funzionano esattamente così, la differenza è che viene accettata a livello giuridico fintanto che è riconosciuto l'owner della chiave che certifica la tua chiave, e quella che certifica quella di prima etc etc, in una catena di chiavi pubbliche/private che certificano l'esistenza e la veridicità di quelle che vengono dopo.
quindi è una catena centralizzata, in cima c'è un ente che deve essere riconosciuto come garante. bisogna vedere cosa ne pensano a livello giuridico di utilizzare come garante invece che un ente riconosciuto, la potenza di calcolo necessaria a cambiare le carte in tavola, come avviene nei bitcoin
Non sono propriamente esperto di queste cose, ma da come l'ho intesa io la catena di trust "centralizzata" serve per garantire che se tu firmi qualcosa come "Cristoforo Colombo" tu sia veramente Cristoforo Colombo.
In questo modo grazie ad un ente certificatore (che verifica i tuoi dati anagrafici) e alla catena di trust, è possibile avere la garanzia della tua identità anche a distanza, senza necessità di visionare documenti o altro.
Credo invece che per esempio nel caso di una scrittura privata tra due o più parti, non ci sia alcun bisogno che la tua firma sia "certificata". E' ovvio che poi in caso di dispute dovrai dimostrare che quella firma sia tua.
Quindi se firmi un documento con una firma anche non certificata, e poi lo leghi alla blockchain (mettendo così un timbro temporale scientificamente dimostrabile) penso che non ci siano problemi ad utilizzare queste prove in un procedimento legale.
Che poi in sostanza ciò che propone il sito proofofexistence.com o anche più artigianalmente (ma in modo altrettanto efficace) la procedura proposta da Hostfat.
Comunque, oltre al discorso di poter dare una "data certa" a contratti e documenti mi associo all'idea dell'ufficio brevetti.