neoxxx (OP)
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December 19, 2013, 07:23:46 PM |
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Stavo pensando…forse troppo , ed allora ho pensato di condividere questa mia visione con voi. Ispirato dal mondo delle criptovalute, provate ad immaginare il concetto di Stato come software 100% online su una rete di calcolatori tipo quello delle criptovalute, il quale abbia delle proprie leggi, dei propri metodi di tassazione e diversi tipi di erogazione dei servizi per noi "Clienti" dello Stato 2.0 Ogni abitante della terra potrebbe creare il suo "Stato", un po' come le criptomonete. Il territorio nel quale il singolo abitante della terra si è fermato, ho ha stabilito dimora, farebbe richiesta allo Stato 2.0 di appartenenza del cittadino per chiedere una % dedicata al mantenimento dei territori. Ogniuno potrà scegliere lo stato di appartenenza, indipendentemente dal territorio di residenza, magari si ramificheranno varie classi di Stati 2.0 ognuno con i suoi servizi erogati, magari incentrati intorno alle idee del cittadino di appartenenza, insomma un po' come i gruppi sociali. In questo nuovo Stato 2.0 la corruzione non potrebbe esistere in teoria, poiché se i servizi non venissero erogati come stabilito con il cittadino di appartenenza, esso sarà libero di cambiare stato a proprio piacimento. Che ne pensate
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braytz
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December 20, 2013, 07:28:10 AM |
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che i funghi "premium" comprati da quel tipo strano nel vicoletto in centro non erano porcini.
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neoxxx (OP)
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December 20, 2013, 10:25:51 AM |
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Stemby
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January 31, 2014, 02:00:41 PM |
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Credo che, sul lungo periodo (quando probabilmente saremo tutti morti), gli stati-nazione siano destinati a sparire: non hanno già oggi più senso di esistere, o per lo meno il senso sta progressivamente riducendosi. Credo anche che, prima della sparizione degli stati-nazione, tutte le leggi verranno ripensate in termini informatici: i giudici dei prossimi secoli (o millenni) saranno probabilmente dei computer.
I nuovi Stati saranno delle app di Ethereum? Non lo escludo.
Ciao!
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“…virtual currencies, could have a substitution effect on central bank money if they become widely accepted.” ECB Report, October 2012
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angrynerd88
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February 01, 2014, 06:12:59 AM |
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Credo che, sul lungo periodo (quando probabilmente saremo tutti morti), gli stati-nazione siano destinati a sparire: non hanno già oggi più senso di esistere, o per lo meno il senso sta progressivamente riducendosi. Credo anche che, prima della sparizione degli stati-nazione, tutte le leggi verranno ripensate in termini informatici: i giudici dei prossimi secoli (o millenni) saranno probabilmente dei computer.
I nuovi Stati saranno delle app di Ethereum? Non lo escludo.
Ciao!
sembra una prospettiva un po da romanzo di fantascienza .
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lucolo
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February 01, 2014, 10:14:47 AM |
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Non suona tanto male però
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androz
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February 01, 2014, 05:16:37 PM |
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Gli stati-nazione sono fondati sull'identità nazionale, un'entità ideologico/emotiva dura a morire anche nell'era del global village McLuhaniano. Tuttavia, in un remoto futuro, l'omogeneizzazione esponenziale potrebbe riservare interessanti/inquietanti sorprese.
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erre
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February 01, 2014, 05:23:48 PM |
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Concordo pienamente: i confini geografici oggi hanno poco senso, sarebbe più logico che le persone si dividessero in gruppi caratterizzati da una "forma mentis" comune, piuttosto che dall'essere nati vicini. Purtroppo e per fortuna, l'identità nazionale oggi inizia ad avvere poco senso; credo di essere più vicino a un "certo tipo" di americano, indiano e cinese piuttosto che all'italiano medio, e che sarebbe più facile per noi, persone simili, avere leggi/regolamenti comuni. Tuttavia i limiti geografici non sono certo facili da superare...non penso tanto al regime fiscale (quello di cui di parla nello "stato 2.0" alla fine sembra più una polizza assicurativa che uno stato) quanto al codice penale.. difficile pensare ad un mondo dove sia applicato diversamente a me e al mio vicino di casa.
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angrynerd88
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February 07, 2014, 04:37:37 PM |
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Concordo pienamente: i confini geografici oggi hanno poco senso, sarebbe più logico che le persone si dividessero in gruppi caratterizzati da una "forma mentis" comune, piuttosto che dall'essere nati vicini. Purtroppo e per fortuna, l'identità nazionale oggi inizia ad avvere poco senso; credo di essere più vicino a un "certo tipo" di americano, indiano e cinese piuttosto che all'italiano medio, e che sarebbe più facile per noi, persone simili, avere leggi/regolamenti comuni. Tuttavia i limiti geografici non sono certo facili da superare...non penso tanto al regime fiscale (quello di cui di parla nello "stato 2.0" alla fine sembra più una polizza assicurativa che uno stato) quanto al codice penale.. difficile pensare ad un mondo dove sia applicato diversamente a me e al mio vicino di casa.
per fortuna siamo in uno stato con individui che la pensano in modo diverso, se ci fossero stati con individui tutti uguali sarebbero claustrofobici ed angoscianti oltre che oltremodo pallosi. Viva la diversità (ma non troppo, entro un substrato culturale etnico e razziale perlomeno simile). Comunque soprattutto i giovani si stanno omologando molto, oggigiorno un ragazzino del Maghreb veste allo stesso modo ed ha un certo modo di esprimersi perfettamente analogo ad un teeneger americano o italiano. NOn ci sono più culture diverse, c'è un appiattimento verso la cultura americana.
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erre
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February 07, 2014, 11:19:42 PM |
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Concordo pienamente: i confini geografici oggi hanno poco senso, sarebbe più logico che le persone si dividessero in gruppi caratterizzati da una "forma mentis" comune, piuttosto che dall'essere nati vicini. Purtroppo e per fortuna, l'identità nazionale oggi inizia ad avvere poco senso; credo di essere più vicino a un "certo tipo" di americano, indiano e cinese piuttosto che all'italiano medio, e che sarebbe più facile per noi, persone simili, avere leggi/regolamenti comuni. Tuttavia i limiti geografici non sono certo facili da superare...non penso tanto al regime fiscale (quello di cui di parla nello "stato 2.0" alla fine sembra più una polizza assicurativa che uno stato) quanto al codice penale.. difficile pensare ad un mondo dove sia applicato diversamente a me e al mio vicino di casa.
per fortuna siamo in uno stato con individui che la pensano in modo diverso, se ci fossero stati con individui tutti uguali sarebbero claustrofobici ed angoscianti oltre che oltremodo pallosi. Viva la diversità (ma non troppo, entro un substrato culturale etnico e razziale perlomeno simile). Comunque soprattutto i giovani si stanno omologando molto, oggigiorno un ragazzino del Maghreb veste allo stesso modo ed ha un certo modo di esprimersi perfettamente analogo ad un teeneger americano o italiano. NOn ci sono più culture diverse, c'è un appiattimento verso la cultura americana. Assolutamente in disaccordo: allo stato attuale, individui che la pensano in modo molto diverso vengono accomunati sotto un'unica legge, elaborata secondo il "minimo comune denominatore", e quindi non sono liberi di esprimersi. Oggi un ragazzo del maghreb - o degli emirati arabi - è libero di sentirsi "occidentale", e quindi oppresso dalle leggi islamiche, così come un americano può conventirsi all'islam e vivere il lifestyle occidentale come immorale. Penso che dal punto di vista culturale la commistione porti ad un arricchimento, sono le leggi a rendere impossibile esprimersi agli individui che non si riconoscono nella cultura dominante nella loro area geografica
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angrynerd88
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February 07, 2014, 11:50:10 PM |
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Concordo pienamente: i confini geografici oggi hanno poco senso, sarebbe più logico che le persone si dividessero in gruppi caratterizzati da una "forma mentis" comune, piuttosto che dall'essere nati vicini. Purtroppo e per fortuna, l'identità nazionale oggi inizia ad avvere poco senso; credo di essere più vicino a un "certo tipo" di americano, indiano e cinese piuttosto che all'italiano medio, e che sarebbe più facile per noi, persone simili, avere leggi/regolamenti comuni. Tuttavia i limiti geografici non sono certo facili da superare...non penso tanto al regime fiscale (quello di cui di parla nello "stato 2.0" alla fine sembra più una polizza assicurativa che uno stato) quanto al codice penale.. difficile pensare ad un mondo dove sia applicato diversamente a me e al mio vicino di casa.
per fortuna siamo in uno stato con individui che la pensano in modo diverso, se ci fossero stati con individui tutti uguali sarebbero claustrofobici ed angoscianti oltre che oltremodo pallosi. Viva la diversità (ma non troppo, entro un substrato culturale etnico e razziale perlomeno simile). Comunque soprattutto i giovani si stanno omologando molto, oggigiorno un ragazzino del Maghreb veste allo stesso modo ed ha un certo modo di esprimersi perfettamente analogo ad un teeneger americano o italiano. NOn ci sono più culture diverse, c'è un appiattimento verso la cultura americana. Assolutamente in disaccordo: allo stato attuale, individui che la pensano in modo molto diverso vengono accomunati sotto un'unica legge, elaborata secondo il "minimo comune denominatore", e quindi non sono liberi di esprimersi. Oggi un ragazzo del maghreb - o degli emirati arabi - è libero di sentirsi "occidentale", e quindi oppresso dalle leggi islamiche, così come un americano può conventirsi all'islam e vivere il lifestyle occidentale come immorale. Penso che dal punto di vista culturale la commistione porti ad un arricchimento, sono le leggi a rendere impossibile esprimersi agli individui che non si riconoscono nella cultura dominante nella loro area geografica questo è vero solo per i paesi dove ci sono leggi contro la libertà di espressione, in America un musulmano può praticare la sua religione e dire il suo pensiero anche contrario al mainstream, nei limiti del rispetto degli altri e delle norme antiterrorismo, per cui ovviamente non può propagandare di ammazzare americani.
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erre
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February 08, 2014, 10:24:02 AM |
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Concordo pienamente: i confini geografici oggi hanno poco senso, sarebbe più logico che le persone si dividessero in gruppi caratterizzati da una "forma mentis" comune, piuttosto che dall'essere nati vicini. Purtroppo e per fortuna, l'identità nazionale oggi inizia ad avvere poco senso; credo di essere più vicino a un "certo tipo" di americano, indiano e cinese piuttosto che all'italiano medio, e che sarebbe più facile per noi, persone simili, avere leggi/regolamenti comuni. Tuttavia i limiti geografici non sono certo facili da superare...non penso tanto al regime fiscale (quello di cui di parla nello "stato 2.0" alla fine sembra più una polizza assicurativa che uno stato) quanto al codice penale.. difficile pensare ad un mondo dove sia applicato diversamente a me e al mio vicino di casa.
per fortuna siamo in uno stato con individui che la pensano in modo diverso, se ci fossero stati con individui tutti uguali sarebbero claustrofobici ed angoscianti oltre che oltremodo pallosi. Viva la diversità (ma non troppo, entro un substrato culturale etnico e razziale perlomeno simile). Comunque soprattutto i giovani si stanno omologando molto, oggigiorno un ragazzino del Maghreb veste allo stesso modo ed ha un certo modo di esprimersi perfettamente analogo ad un teeneger americano o italiano. NOn ci sono più culture diverse, c'è un appiattimento verso la cultura americana. Assolutamente in disaccordo: allo stato attuale, individui che la pensano in modo molto diverso vengono accomunati sotto un'unica legge, elaborata secondo il "minimo comune denominatore", e quindi non sono liberi di esprimersi. Oggi un ragazzo del maghreb - o degli emirati arabi - è libero di sentirsi "occidentale", e quindi oppresso dalle leggi islamiche, così come un americano può conventirsi all'islam e vivere il lifestyle occidentale come immorale. Penso che dal punto di vista culturale la commistione porti ad un arricchimento, sono le leggi a rendere impossibile esprimersi agli individui che non si riconoscono nella cultura dominante nella loro area geografica questo è vero solo per i paesi dove ci sono leggi contro la libertà di espressione, in America un musulmano può praticare la sua religione e dire il suo pensiero anche contrario al mainstream, nei limiti del rispetto degli altri e delle norme antiterrorismo, per cui ovviamente non può propagandare di ammazzare americani. Il tuo concetto di rispetto e libertà (così come quello americano, o occidentale) non è universale. Tantomento lo sono le norme antiterrorismo. In italia, ad esempio, senza scomodare il burqua, è vietato girare a torso nudo a più di 50 m dal mare. Se un italiano medio può vedere un ragazzotto a torso nudo come un'indecenza, immagina cosa può pensare un musulmano del nostro lifestyle! Per non parlare dei mille regolamenti comunali che vietano di bersi una birra per strada, o delle leggi sul limite di velocità, o di quelle sulle droghe... Tante persone diverse, con idee diverse, ridotte al minimo comune denominatore. E questa cosa peggiorerà progressivamente, perchè la globalizzazione provoca il formarsi di sottoculture non geograficamente determinate, quindi in italia abbiamo già oggi difficoltà ad identificare una cultura/ideologia/eitca/morale dominante (forse quella cristiana vince ancora, ma per poco). Per questo sarebbe bello se quello che dice OP fosse possibile. Non credo lo sia, ma io mi auguro comunque un notevole "reimpasto" degli stati nei prossimi anni. Anche perchè, senza complottismi, stiamo andando verso un "minimo comune denominatore" unico per tutto il mondo, con leggi ed istituzioni sovranazionali che appiattiscono ogni peculiarità culturale
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angrynerd88
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February 08, 2014, 10:59:18 PM |
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Concordo pienamente: i confini geografici oggi hanno poco senso, sarebbe più logico che le persone si dividessero in gruppi caratterizzati da una "forma mentis" comune, piuttosto che dall'essere nati vicini. Purtroppo e per fortuna, l'identità nazionale oggi inizia ad avvere poco senso; credo di essere più vicino a un "certo tipo" di americano, indiano e cinese piuttosto che all'italiano medio, e che sarebbe più facile per noi, persone simili, avere leggi/regolamenti comuni. Tuttavia i limiti geografici non sono certo facili da superare...non penso tanto al regime fiscale (quello di cui di parla nello "stato 2.0" alla fine sembra più una polizza assicurativa che uno stato) quanto al codice penale.. difficile pensare ad un mondo dove sia applicato diversamente a me e al mio vicino di casa.
per fortuna siamo in uno stato con individui che la pensano in modo diverso, se ci fossero stati con individui tutti uguali sarebbero claustrofobici ed angoscianti oltre che oltremodo pallosi. Viva la diversità (ma non troppo, entro un substrato culturale etnico e razziale perlomeno simile). Comunque soprattutto i giovani si stanno omologando molto, oggigiorno un ragazzino del Maghreb veste allo stesso modo ed ha un certo modo di esprimersi perfettamente analogo ad un teeneger americano o italiano. NOn ci sono più culture diverse, c'è un appiattimento verso la cultura americana. Assolutamente in disaccordo: allo stato attuale, individui che la pensano in modo molto diverso vengono accomunati sotto un'unica legge, elaborata secondo il "minimo comune denominatore", e quindi non sono liberi di esprimersi. Oggi un ragazzo del maghreb - o degli emirati arabi - è libero di sentirsi "occidentale", e quindi oppresso dalle leggi islamiche, così come un americano può conventirsi all'islam e vivere il lifestyle occidentale come immorale. Penso che dal punto di vista culturale la commistione porti ad un arricchimento, sono le leggi a rendere impossibile esprimersi agli individui che non si riconoscono nella cultura dominante nella loro area geografica questo è vero solo per i paesi dove ci sono leggi contro la libertà di espressione, in America un musulmano può praticare la sua religione e dire il suo pensiero anche contrario al mainstream, nei limiti del rispetto degli altri e delle norme antiterrorismo, per cui ovviamente non può propagandare di ammazzare americani. Il tuo concetto di rispetto e libertà (così come quello americano, o occidentale) non è universale. Tantomento lo sono le norme antiterrorismo. In italia, ad esempio, senza scomodare il burqua, è vietato girare a torso nudo a più di 50 m dal mare. Se un italiano medio può vedere un ragazzotto a torso nudo come un'indecenza, immagina cosa può pensare un musulmano del nostro lifestyle! Per non parlare dei mille regolamenti comunali che vietano di bersi una birra per strada, o delle leggi sul limite di velocità, o di quelle sulle droghe... Tante persone diverse, con idee diverse, ridotte al minimo comune denominatore. E questa cosa peggiorerà progressivamente, perchè la globalizzazione provoca il formarsi di sottoculture non geograficamente determinate, quindi in italia abbiamo già oggi difficoltà ad identificare una cultura/ideologia/eitca/morale dominante (forse quella cristiana vince ancora, ma per poco). Per questo sarebbe bello se quello che dice OP fosse possibile. Non credo lo sia, ma io mi auguro comunque un notevole "reimpasto" degli stati nei prossimi anni. Anche perchè, senza complottismi, stiamo andando verso un "minimo comune denominatore" unico per tutto il mondo, con leggi ed istituzioni sovranazionali che appiattiscono ogni peculiarità culturale in pratica vorresti il ritorno alle tribù, con piccoli sottogruppi legati da usi e costumi comuni, magari pure che vivono in villaggi di capanne, visto che senza stati, industrie ed istituzioni quello accadrebbe.
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erre
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February 09, 2014, 02:19:35 AM |
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Concordo pienamente: i confini geografici oggi hanno poco senso, sarebbe più logico che le persone si dividessero in gruppi caratterizzati da una "forma mentis" comune, piuttosto che dall'essere nati vicini. Purtroppo e per fortuna, l'identità nazionale oggi inizia ad avvere poco senso; credo di essere più vicino a un "certo tipo" di americano, indiano e cinese piuttosto che all'italiano medio, e che sarebbe più facile per noi, persone simili, avere leggi/regolamenti comuni. Tuttavia i limiti geografici non sono certo facili da superare...non penso tanto al regime fiscale (quello di cui di parla nello "stato 2.0" alla fine sembra più una polizza assicurativa che uno stato) quanto al codice penale.. difficile pensare ad un mondo dove sia applicato diversamente a me e al mio vicino di casa.
per fortuna siamo in uno stato con individui che la pensano in modo diverso, se ci fossero stati con individui tutti uguali sarebbero claustrofobici ed angoscianti oltre che oltremodo pallosi. Viva la diversità (ma non troppo, entro un substrato culturale etnico e razziale perlomeno simile). Comunque soprattutto i giovani si stanno omologando molto, oggigiorno un ragazzino del Maghreb veste allo stesso modo ed ha un certo modo di esprimersi perfettamente analogo ad un teeneger americano o italiano. NOn ci sono più culture diverse, c'è un appiattimento verso la cultura americana. Assolutamente in disaccordo: allo stato attuale, individui che la pensano in modo molto diverso vengono accomunati sotto un'unica legge, elaborata secondo il "minimo comune denominatore", e quindi non sono liberi di esprimersi. Oggi un ragazzo del maghreb - o degli emirati arabi - è libero di sentirsi "occidentale", e quindi oppresso dalle leggi islamiche, così come un americano può conventirsi all'islam e vivere il lifestyle occidentale come immorale. Penso che dal punto di vista culturale la commistione porti ad un arricchimento, sono le leggi a rendere impossibile esprimersi agli individui che non si riconoscono nella cultura dominante nella loro area geografica questo è vero solo per i paesi dove ci sono leggi contro la libertà di espressione, in America un musulmano può praticare la sua religione e dire il suo pensiero anche contrario al mainstream, nei limiti del rispetto degli altri e delle norme antiterrorismo, per cui ovviamente non può propagandare di ammazzare americani. Il tuo concetto di rispetto e libertà (così come quello americano, o occidentale) non è universale. Tantomento lo sono le norme antiterrorismo. In italia, ad esempio, senza scomodare il burqua, è vietato girare a torso nudo a più di 50 m dal mare. Se un italiano medio può vedere un ragazzotto a torso nudo come un'indecenza, immagina cosa può pensare un musulmano del nostro lifestyle! Per non parlare dei mille regolamenti comunali che vietano di bersi una birra per strada, o delle leggi sul limite di velocità, o di quelle sulle droghe... Tante persone diverse, con idee diverse, ridotte al minimo comune denominatore. E questa cosa peggiorerà progressivamente, perchè la globalizzazione provoca il formarsi di sottoculture non geograficamente determinate, quindi in italia abbiamo già oggi difficoltà ad identificare una cultura/ideologia/eitca/morale dominante (forse quella cristiana vince ancora, ma per poco). Per questo sarebbe bello se quello che dice OP fosse possibile. Non credo lo sia, ma io mi auguro comunque un notevole "reimpasto" degli stati nei prossimi anni. Anche perchè, senza complottismi, stiamo andando verso un "minimo comune denominatore" unico per tutto il mondo, con leggi ed istituzioni sovranazionali che appiattiscono ogni peculiarità culturale in pratica vorresti il ritorno alle tribù, con piccoli sottogruppi legati da usi e costumi comuni, magari pure che vivono in villaggi di capanne, visto che senza stati, industrie ed istituzioni quello accadrebbe. Qualcosa del genere. Ma senza le capanne, e senza rinunciare alle industrie. Nè tantomeno alle istituzioni, se queste sono giustificate dal "sentire comune". Non credo che il nostro sia il miglior modo possibile di organizzare una società, nè l'unico possibile, nè il minore dei mali. Non mi ricordo chi diceva che l'arretramento tecnologico non è possibile e non è storicamente mai avvenuto (checchè ne dicano alcuni studiosi del medioevo), io stesso potrei costruire qualcosa di meglio di una capanna, e non sono un muratore e non ho studiato l'argomento. Esistono mondi possibli aldilà di questo.
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angrynerd88
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February 09, 2014, 10:12:44 AM |
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Concordo pienamente: i confini geografici oggi hanno poco senso, sarebbe più logico che le persone si dividessero in gruppi caratterizzati da una "forma mentis" comune, piuttosto che dall'essere nati vicini. Purtroppo e per fortuna, l'identità nazionale oggi inizia ad avvere poco senso; credo di essere più vicino a un "certo tipo" di americano, indiano e cinese piuttosto che all'italiano medio, e che sarebbe più facile per noi, persone simili, avere leggi/regolamenti comuni. Tuttavia i limiti geografici non sono certo facili da superare...non penso tanto al regime fiscale (quello di cui di parla nello "stato 2.0" alla fine sembra più una polizza assicurativa che uno stato) quanto al codice penale.. difficile pensare ad un mondo dove sia applicato diversamente a me e al mio vicino di casa.
per fortuna siamo in uno stato con individui che la pensano in modo diverso, se ci fossero stati con individui tutti uguali sarebbero claustrofobici ed angoscianti oltre che oltremodo pallosi. Viva la diversità (ma non troppo, entro un substrato culturale etnico e razziale perlomeno simile). Comunque soprattutto i giovani si stanno omologando molto, oggigiorno un ragazzino del Maghreb veste allo stesso modo ed ha un certo modo di esprimersi perfettamente analogo ad un teeneger americano o italiano. NOn ci sono più culture diverse, c'è un appiattimento verso la cultura americana. Assolutamente in disaccordo: allo stato attuale, individui che la pensano in modo molto diverso vengono accomunati sotto un'unica legge, elaborata secondo il "minimo comune denominatore", e quindi non sono liberi di esprimersi. Oggi un ragazzo del maghreb - o degli emirati arabi - è libero di sentirsi "occidentale", e quindi oppresso dalle leggi islamiche, così come un americano può conventirsi all'islam e vivere il lifestyle occidentale come immorale. Penso che dal punto di vista culturale la commistione porti ad un arricchimento, sono le leggi a rendere impossibile esprimersi agli individui che non si riconoscono nella cultura dominante nella loro area geografica questo è vero solo per i paesi dove ci sono leggi contro la libertà di espressione, in America un musulmano può praticare la sua religione e dire il suo pensiero anche contrario al mainstream, nei limiti del rispetto degli altri e delle norme antiterrorismo, per cui ovviamente non può propagandare di ammazzare americani. Il tuo concetto di rispetto e libertà (così come quello americano, o occidentale) non è universale. Tantomento lo sono le norme antiterrorismo. In italia, ad esempio, senza scomodare il burqua, è vietato girare a torso nudo a più di 50 m dal mare. Se un italiano medio può vedere un ragazzotto a torso nudo come un'indecenza, immagina cosa può pensare un musulmano del nostro lifestyle! Per non parlare dei mille regolamenti comunali che vietano di bersi una birra per strada, o delle leggi sul limite di velocità, o di quelle sulle droghe... Tante persone diverse, con idee diverse, ridotte al minimo comune denominatore. E questa cosa peggiorerà progressivamente, perchè la globalizzazione provoca il formarsi di sottoculture non geograficamente determinate, quindi in italia abbiamo già oggi difficoltà ad identificare una cultura/ideologia/eitca/morale dominante (forse quella cristiana vince ancora, ma per poco). Per questo sarebbe bello se quello che dice OP fosse possibile. Non credo lo sia, ma io mi auguro comunque un notevole "reimpasto" degli stati nei prossimi anni. Anche perchè, senza complottismi, stiamo andando verso un "minimo comune denominatore" unico per tutto il mondo, con leggi ed istituzioni sovranazionali che appiattiscono ogni peculiarità culturale in pratica vorresti il ritorno alle tribù, con piccoli sottogruppi legati da usi e costumi comuni, magari pure che vivono in villaggi di capanne, visto che senza stati, industrie ed istituzioni quello accadrebbe. Qualcosa del genere. Ma senza le capanne, e senza rinunciare alle industrie. Nè tantomeno alle istituzioni, se queste sono giustificate dal "sentire comune". Non credo che il nostro sia il miglior modo possibile di organizzare una società, nè l'unico possibile, nè il minore dei mali. Non mi ricordo chi diceva che l'arretramento tecnologico non è possibile e non è storicamente mai avvenuto (checchè ne dicano alcuni studiosi del medioevo), io stesso potrei costruire qualcosa di meglio di una capanna, e non sono un muratore e non ho studiato l'argomento. Esistono mondi possibli aldilà di questo. non sarebbe più semplice cercare una cerchia di amici con un sentire comune così da creare una piccola comunità di persone affini, entro un sistema di stati multiculturali come quelli odierni? è proprio necessario fare le proprie leggi? che poi alla fine che leggi ti faresti? ogni gruppo dovrebbe scrivere daccapo codici civili, penali, di procedura civile e penale, leggi fiscali, tributarie, per non parlare di regolamenti e discipline specifiche, a meno che tu non voglia lasciare tutto nell'anarchia, ovvero nella legge della giungla e del più forte...mi sembra un'opera che va al di là delle competenze e delle capacità delle persone comuni. Sì oggi va di moda l'idea del cittadino che va in politica a farsi le proprie leggi, vedi movimento 5 stalle e via dicendo, il che non ha niente di sbagliato in teoria, se non fosse che in pratica le persone "comuni" hanno limitate cognizioni e mancano di conoscenze specifiche. Io sono dell'idea che quello del politico dovrebbe essere assolutamente un mestiere, ed anche uno dei più difficili, e tutti i politici dovrebbero come minimo avere una laurea in giurisprudenza, come minimo, anzi preferibilmente un percorso specialistico di studi di 8-10 anni preferibilmente. Poi la gente potrebbe scegliere liberamente, ma entro una cerchia di persone con alle spalle un percorso di studi tale da dimostrare un minimo comune denominatore di attitudine al pensiero. Non capisco perchè per fare una cosa qualsiasi oramai serve una laurea, invece per governare un paese puoi avere la terza media, assurdo. Questo per il principio che siamo tutti uguali e pure l'ignorante ha diritto di votare il suo pari; ma no, porca miseria, questa è un'involuzione dalla democrazia alla dittatura del popolo, secondo me il voto di una persona di pensiero che ha studiato tutta la vita non vale quanto quello di uno che ha zappato la terra e non sa fare le tabelline, e che usa la televisione come unico strumento di informazione, con tutto il rispetto per chi lo fa. La voce del popolo non è la voce di Dio, ma spesso rappresenta un miscuglio di idee approssimative e confuse e voti "di pancia", che si rafforzano a vicenda ulteriormente. Ciò eviterebbe perlomeno di vedere gente semi analfabeta ed incompetente nelle stesse leggi che ha votato, che secondo me è una cosa ancora più orrenda di un politico corrotto. Sarebbe un modo semplice per eliminare in un colpo solo quella gran massa di lecchini idioti semi analfabeti tipo Ciarrapico, Razzi e compagnia bella; gente che io non metterei neanche ad insegnare all'asilo e viene chiamata "onorevole" solo per chissà quali giri di amicizie per cui è stata eletta. Il fatto di semplificare tutto non rende le cose migliori. Pensa a certi stati del terzo mondo dove magari ci sono pochissime leggi e pochissime tasse, ma questo va a discapito delle garanzie degli individui. Il nostro sistema politico per quanto imperfetto si basa su un'evoluzione millenaria, spazzarlo via di punto in bianco come "vecchio" sembrerebbe un po' pretenzioso e pretestuoso. CIoè per quanto ormai sia un topos quello dell'Italia che fa tutta schifo e va tutta male, con la classe politica corrotta e via dicendo, non dimentichiamoci che se ci sono migliaia di persone che rischiano la vita per venire da noi è perchè potrebbe andare molto, molto molto peggio. Ciò non toglie che non dobbiamo accontentarci e cercare di migliorare, ma senza distruggere quello di buono che già c'è e diamo per scontato.
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erre
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February 09, 2014, 11:06:35 AM |
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non sarebbe più semplice cercare una cerchia di amici con un sentire comune così da creare una piccola comunità di persone affini, entro un sistema di stati multiculturali come quelli odierni? è proprio necessario fare le proprie leggi? che poi alla fine che leggi ti faresti? ogni gruppo dovrebbe scrivere daccapo codici civili, penali, di procedura civile e penale, leggi fiscali, tributarie, per non parlare di regolamenti e discipline specifiche, a meno che tu non voglia lasciare tutto nell'anarchia, ovvero nella legge della giungla e del più forte...mi sembra un'opera che va al di là delle competenze e delle capacità delle persone comuni. Sì oggi va di moda l'idea del cittadino che va in politica a farsi le proprie leggi, vedi movimento 5 stalle e via dicendo, il che non ha niente di sbagliato in teoria, se non fosse che in pratica le persone "comuni" hanno limitate cognizioni e mancano di conoscenze specifiche. Io sono dell'idea che quello del politico dovrebbe essere assolutamente un mestiere, ed anche uno dei più difficili, e tutti i politici dovrebbero come minimo avere una laurea in giurisprudenza, come minimo, anzi preferibilmente un percorso specialistico di studi di 8-10 anni preferibilmente. Poi la gente potrebbe scegliere liberamente, ma entro una cerchia di persone con alle spalle un percorso di studi tale da dimostrare un minimo comune denominatore di attitudine al pensiero. Non capisco perchè per fare una cosa qualsiasi oramai serve una laurea, invece per governare un paese puoi avere la terza media, assurdo. Questo per il principio che siamo tutti uguali e pure l'ignorante ha diritto di votare il suo pari; ma no, porca miseria, questa è un'involuzione dalla democrazia alla dittatura del popolo, secondo me il voto di una persona di pensiero che ha studiato tutta la vita non vale quanto quello di uno che ha zappato la terra e non sa fare le tabelline, e che usa la televisione come unico strumento di informazione, con tutto il rispetto per chi lo fa. La voce del popolo non è la voce di Dio, ma spesso rappresenta un miscuglio di idee approssimative e confuse e voti "di pancia", che si rafforzano a vicenda ulteriormente. Ciò eviterebbe perlomeno di vedere gente semi analfabeta ed incompetente nelle stesse leggi che ha votato, che secondo me è una cosa ancora più orrenda di un politico corrotto. Sarebbe un modo semplice per eliminare in un colpo solo quella gran massa di lecchini idioti semi analfabeti tipo Ciarrapico, Razzi e compagnia bella; gente che io non metterei neanche ad insegnare all'asilo e viene chiamata "onorevole" solo per chissà quali giri di amicizie per cui è stata eletta. Il fatto di semplificare tutto non rende le cose migliori. Pensa a certi stati del terzo mondo dove magari ci sono pochissime leggi e pochissime tasse, ma questo va a discapito delle garanzie degli individui. Il nostro sistema politico per quanto imperfetto si basa su un'evoluzione millenaria, spazzarlo via di punto in bianco come "vecchio" sembrerebbe un po' pretenzioso e pretestuoso. CIoè per quanto ormai sia un topos quello dell'Italia che fa tutta schifo e va tutta male, con la classe politica corrotta e via dicendo, non dimentichiamoci che se ci sono migliaia di persone che rischiano la vita per venire da noi è perchè potrebbe andare molto, molto molto peggio. Ciò non toglie che non dobbiamo accontentarci e cercare di migliorare, ma senza distruggere quello di buono che già c'è e diamo per scontato.
Razzi non è al governo perchè è stupido od illetterato. Razzi è finito lì perchè attraverso dei giochi di potere (chiediamoci quali) è riuscito a portare voti. Che tu sia intelligente o cretino non gle ne frega nulla ai partiti, la cosa importante è che tu schiacci il pulsantino giusto al momento di votare e, soprattutto, quanti voti porti. Il pulsantino da schiacciare lo decidono i cosiddetti poteri forti (confindustria/banche/sindacati etc), ed il cittadino, una volta che ha votato se dare un pò più di potere a confindustria o ai sindacati, non conta più un cazzo. Io credo che la democrazia rappresentativa (che non ha affatto una tradizione millenaria) abbia fatto il suo tempo, e che continuare a ripetere come un mantra che è "il minore dei mali" stia bloccando ogni possibile evoluzione verso qualcosa di meglio. I politici non sono incompetenti, fanno benissimo il loro lavoro: favorire i poteri forti, e nel contempo prendere voti dalle masse, che se ne stanno buone buone e danno la colpa al partito opposto ed all'incompetenza dei politici. Fidati che quando si tratta di scrivere la legge sul lavoro chiamano 10 professori della bocconi, di competenza SE vogliono ne possono comprare quanta ne vogliono, e se invece mettono gasparri a scrivere una legge non lo fanno per ingenuità. La politica è la guida ideologica, non il comparto tecnico. Non credo che questo sistema politico sia recuperabile. Troppi interessi, radicati da generazioni. Tu stesso hai evidenziato i limiti del suffragio universale, io non credo che stia funzionando neppure che la rappresentatività. Cosa rimane della democrazia rappresentativa? Intendiamoci, non ho un modello alternativo pronto da proporre. Sono il commentatore di un forum, cazzo. Ma che di questa cosa non si discuta quasi neppure nei salotti intellettuali, e che anzi si proponga la democrazia rappresentativa come un modello da esportare anche con la forza, mi inquieta molto.
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claustamy
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February 11, 2014, 06:46:25 PM |
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Stavo pensando…forse troppo , ed allora ho pensato di condividere questa mia visione con voi. Ispirato dal mondo delle criptovalute, provate ad immaginare il concetto di Stato come software 100% online su una rete di calcolatori tipo quello delle criptovalute, il quale abbia delle proprie leggi, dei propri metodi di tassazione e diversi tipi di erogazione dei servizi per noi "Clienti" dello Stato 2.0 Ogni abitante della terra potrebbe creare il suo "Stato", un po' come le criptomonete. Il territorio nel quale il singolo abitante della terra si è fermato, ho ha stabilito dimora, farebbe richiesta allo Stato 2.0 di appartenenza del cittadino per chiedere una % dedicata al mantenimento dei territori. Ogniuno potrà scegliere lo stato di appartenenza, indipendentemente dal territorio di residenza, magari si ramificheranno varie classi di Stati 2.0 ognuno con i suoi servizi erogati, magari incentrati intorno alle idee del cittadino di appartenenza, insomma un po' come i gruppi sociali. In questo nuovo Stato 2.0 la corruzione non potrebbe esistere in teoria, poiché se i servizi non venissero erogati come stabilito con il cittadino di appartenenza, esso sarà libero di cambiare stato a proprio piacimento. Che ne pensate hai scritto ogniuno... ognuno si scrive senza la i
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angrynerd88
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February 11, 2014, 08:28:27 PM |
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non sarebbe più semplice cercare una cerchia di amici con un sentire comune così da creare una piccola comunità di persone affini, entro un sistema di stati multiculturali come quelli odierni? è proprio necessario fare le proprie leggi? che poi alla fine che leggi ti faresti? ogni gruppo dovrebbe scrivere daccapo codici civili, penali, di procedura civile e penale, leggi fiscali, tributarie, per non parlare di regolamenti e discipline specifiche, a meno che tu non voglia lasciare tutto nell'anarchia, ovvero nella legge della giungla e del più forte...mi sembra un'opera che va al di là delle competenze e delle capacità delle persone comuni. Sì oggi va di moda l'idea del cittadino che va in politica a farsi le proprie leggi, vedi movimento 5 stalle e via dicendo, il che non ha niente di sbagliato in teoria, se non fosse che in pratica le persone "comuni" hanno limitate cognizioni e mancano di conoscenze specifiche. Io sono dell'idea che quello del politico dovrebbe essere assolutamente un mestiere, ed anche uno dei più difficili, e tutti i politici dovrebbero come minimo avere una laurea in giurisprudenza, come minimo, anzi preferibilmente un percorso specialistico di studi di 8-10 anni preferibilmente. Poi la gente potrebbe scegliere liberamente, ma entro una cerchia di persone con alle spalle un percorso di studi tale da dimostrare un minimo comune denominatore di attitudine al pensiero. Non capisco perchè per fare una cosa qualsiasi oramai serve una laurea, invece per governare un paese puoi avere la terza media, assurdo. Questo per il principio che siamo tutti uguali e pure l'ignorante ha diritto di votare il suo pari; ma no, porca miseria, questa è un'involuzione dalla democrazia alla dittatura del popolo, secondo me il voto di una persona di pensiero che ha studiato tutta la vita non vale quanto quello di uno che ha zappato la terra e non sa fare le tabelline, e che usa la televisione come unico strumento di informazione, con tutto il rispetto per chi lo fa. La voce del popolo non è la voce di Dio, ma spesso rappresenta un miscuglio di idee approssimative e confuse e voti "di pancia", che si rafforzano a vicenda ulteriormente. Ciò eviterebbe perlomeno di vedere gente semi analfabeta ed incompetente nelle stesse leggi che ha votato, che secondo me è una cosa ancora più orrenda di un politico corrotto. Sarebbe un modo semplice per eliminare in un colpo solo quella gran massa di lecchini idioti semi analfabeti tipo Ciarrapico, Razzi e compagnia bella; gente che io non metterei neanche ad insegnare all'asilo e viene chiamata "onorevole" solo per chissà quali giri di amicizie per cui è stata eletta. Il fatto di semplificare tutto non rende le cose migliori. Pensa a certi stati del terzo mondo dove magari ci sono pochissime leggi e pochissime tasse, ma questo va a discapito delle garanzie degli individui. Il nostro sistema politico per quanto imperfetto si basa su un'evoluzione millenaria, spazzarlo via di punto in bianco come "vecchio" sembrerebbe un po' pretenzioso e pretestuoso. CIoè per quanto ormai sia un topos quello dell'Italia che fa tutta schifo e va tutta male, con la classe politica corrotta e via dicendo, non dimentichiamoci che se ci sono migliaia di persone che rischiano la vita per venire da noi è perchè potrebbe andare molto, molto molto peggio. Ciò non toglie che non dobbiamo accontentarci e cercare di migliorare, ma senza distruggere quello di buono che già c'è e diamo per scontato.
Razzi non è al governo perchè è stupido od illetterato. Razzi è finito lì perchè attraverso dei giochi di potere (chiediamoci quali) è riuscito a portare voti. Che tu sia intelligente o cretino non gle ne frega nulla ai partiti, la cosa importante è che tu schiacci il pulsantino giusto al momento di votare e, soprattutto, quanti voti porti. Il pulsantino da schiacciare lo decidono i cosiddetti poteri forti (confindustria/banche/sindacati etc), ed il cittadino, una volta che ha votato se dare un pò più di potere a confindustria o ai sindacati, non conta più un cazzo. Io credo che la democrazia rappresentativa (che non ha affatto una tradizione millenaria) abbia fatto il suo tempo, e che continuare a ripetere come un mantra che è "il minore dei mali" stia bloccando ogni possibile evoluzione verso qualcosa di meglio. I politici non sono incompetenti, fanno benissimo il loro lavoro: favorire i poteri forti, e nel contempo prendere voti dalle masse, che se ne stanno buone buone e danno la colpa al partito opposto ed all'incompetenza dei politici. Fidati che quando si tratta di scrivere la legge sul lavoro chiamano 10 professori della bocconi, di competenza SE vogliono ne possono comprare quanta ne vogliono, e se invece mettono gasparri a scrivere una legge non lo fanno per ingenuità. La politica è la guida ideologica, non il comparto tecnico. Non credo che questo sistema politico sia recuperabile. Troppi interessi, radicati da generazioni. Tu stesso hai evidenziato i limiti del suffragio universale, io non credo che stia funzionando neppure che la rappresentatività. Cosa rimane della democrazia rappresentativa? Intendiamoci, non ho un modello alternativo pronto da proporre. Sono il commentatore di un forum, cazzo. Ma che di questa cosa non si discuta quasi neppure nei salotti intellettuali, e che anzi si proponga la democrazia rappresentativa come un modello da esportare anche con la forza, mi inquieta molto. la democrazia rappresentativa è certamente l unica forma di governo accettabile in uno stato democratico di diritto, a meno che tu non preferisca l aristocrazia o la tirannide. Per Polibio però Roma aveva una forma di governo perfetto perché combinava questi tre modelli con il sistema del senato dei Consoli e delle assemblee. Il che accade anche nella nostra democrazia con il capo dello Stato, il parlamento ed il senato. Chiaramente la forma rappresentativa si è imposta perché in passato non esisteva la possibilità di chiamare milioni di cittadini a decidere sulle singole questioni come avveniva nella democrazia diretta Ateniese ad esempio. Ma io penso che con le moderne tecnologie di internet questo sarebbe già più che possibile, direi praticabile fin da subito, basterebbe che ogni cittadino avesse un suo account personale e che venisse chiamato senza tanti referendum cartacei a decidere singole scelte di indirizzo politico, più che tecniche. Il parlamento potrebbe avere il ruolo di discutere e formulare proposte di legge, che il cittadino sarebbe chiamato a votare approvando o respingendo, un pò come accadeva negli antichi comizi centuriati o curati romani. Ma qui si entra nel diritto costituzionale, esistono già strumenti del genere mi pare. Comunque è sicuro che internet offra delle possibilità immense di partecipazione diretta. Ma anche qui, davvero vogliamo che, con tutto il rispetto, un muratore con la terza media che sa a malapena leggere e scrivere, decida di politica al pari di un professore di storia universitario? la verità è che dovremmo selezionare il valore di un voto non il base al censo come una volta, ma a degli indici che possano dare una idea sulle capacità valutative di una persona, ed in assenza di indici migliori per una Pra approssimazione ci si potrebbe rifare al percorso di studi. Sarebbe una decisione impopolare al massimo ma efficace. Personaggi come Berlusconi non otterrebbe più la maggioranza. Il problema della democrazia è che è un sistema giustissimo, ma la giustizia non è garanzia di equità. Perché se non si parte dal dato di fatto, molto sgradevole da dire nei salotti televisivi, che il popolo è fatto di persone ignoranti ed incapaci di scelte razionali e consapevoli, non si va da nessuna parte e si continueranno a vedere avvicendarsi al potere personaggi squallidi, demagoghi di bassa lega ed agitatori di popolo. Non è un caso che siamo passati da Berlusconi a Grillo, da Grillo a Renzi. Tutta gente con un fatto in comune, sa come parlare alle masse, mente magari un D Alema o un Fassino è odiato, non si sa neanche il motivo, quando se entri nello specifico hanno fatto o provato a fare molto di più, anche se ci vuole informazione per saperlo. Difatti questo è il lato negativo della democrazia: se è in apparenza un sistema giusto dando a tutti la stessa capacità decisionale, diventa nei fatti il predominio degli arruffapopolo.
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erre
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February 11, 2014, 10:34:01 PM |
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la democrazia rappresentativa è certamente l unica forma di governo accettabile in uno stato democratico di diritto, a meno che tu non preferisca l aristocrazia o la tirannide.
Il tuo ragionamento mi ricorda questo: http://www.youtube.com/watch?v=7R2UyNLdxJQ Per Polibio però Roma aveva una forma di governo perfetto perché combinava questi tre modelli con il sistema del senato dei Consoli e delle assemblee. Il che accade anche nella nostra democrazia con il capo dello Stato, il parlamento ed il senato. Chiaramente la forma rappresentativa si è imposta perché in passato non esisteva la possibilità di chiamare milioni di cittadini a decidere sulle singole questioni come avveniva nella democrazia diretta Ateniese ad esempio. Ma io penso che con le moderne tecnologie di internet questo sarebbe già più che possibile, direi praticabile fin da subito, basterebbe che ogni cittadino avesse un suo account personale e che venisse chiamato senza tanti referendum cartacei a decidere singole scelte di indirizzo politico, più che tecniche. Il parlamento potrebbe avere il ruolo di discutere e formulare proposte di legge, che il cittadino sarebbe chiamato a votare approvando o respingendo, un pò come accadeva negli antichi comizi centuriati o curati romani. Ma qui si entra nel diritto costituzionale, esistono già strumenti del genere mi pare.
Parli del referendum o delle raccolte firme o che? Quando si trattava di andare in guerra in afghanistan, ho visto bandiere della pace a tutte le finestre e manifestazioni bipartisan di milioni di persone e raccolte firme etc. Indovina a quanto sono servite? Comunque è sicuro che internet offra delle possibilità immense di partecipazione diretta. Ma anche qui, davvero vogliamo che, con tutto il rispetto, un muratore con la terza media che sa a malapena leggere e scrivere, decida di politica al pari di un professore di storia universitario? la verità è che dovremmo selezionare il valore di un voto non il base al censo come una volta, ma a degli indici che possano dare una idea sulle capacità valutative di una persona, ed in assenza di indici migliori per una Pra approssimazione ci si potrebbe rifare al percorso di studi. Sarebbe una decisione impopolare al massimo ma efficace. Personaggi come Berlusconi non otterrebbe più la maggioranza. Il problema della democrazia è che è un sistema giustissimo, ma la giustizia non è garanzia di equità. Perché se non si parte dal dato di fatto, molto sgradevole da dire nei salotti televisivi, che il popolo è fatto di persone ignoranti ed incapaci di scelte razionali e consapevoli, non si va da nessuna parte e si continueranno a vedere avvicendarsi al potere personaggi squallidi, demagoghi di bassa lega ed agitatori di popolo. Non è un caso che siamo passati da Berlusconi a Grillo, da Grillo a Renzi. Tutta gente con un fatto in comune, sa come parlare alle masse, mente magari un D Alema o un Fassino è odiato, non si sa neanche il motivo, quando se entri nello specifico hanno fatto o provato a fare molto di più, anche se ci vuole informazione per saperlo. Difatti questo è il lato negativo della democrazia: se è in apparenza un sistema giusto dando a tutti la stessa capacità decisionale, diventa nei fatti il predominio degli arruffapopolo.
conosco persone molto intelligenti dal punto di vista logico ma carenti di intelligenza sociale, persone acculturate ma stupide, persone intelligenti ma matte, persone furbe ma stronze, stimate ma incompetenti etc. Davvero credi che il "valore umano" sia così facile da misurare? Apprezzo comunque la tua tensione a pensare a un modello alternativo, perchè come dici tu stesso sul finale questo è "il predominio degli arruffapopolo". E non credo che d'alema sia la soluzione. Bisogna cambiare sistema.
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angrynerd88
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February 12, 2014, 07:06:24 AM |
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la democrazia rappresentativa è certamente l unica forma di governo accettabile in uno stato democratico di diritto, a meno che tu non preferisca l aristocrazia o la tirannide.
Il tuo ragionamento mi ricorda questo: http://www.youtube.com/watch?v=7R2UyNLdxJQ Per Polibio però Roma aveva una forma di governo perfetto perché combinava questi tre modelli con il sistema del senato dei Consoli e delle assemblee. Il che accade anche nella nostra democrazia con il capo dello Stato, il parlamento ed il senato. Chiaramente la forma rappresentativa si è imposta perché in passato non esisteva la possibilità di chiamare milioni di cittadini a decidere sulle singole questioni come avveniva nella democrazia diretta Ateniese ad esempio. Ma io penso che con le moderne tecnologie di internet questo sarebbe già più che possibile, direi praticabile fin da subito, basterebbe che ogni cittadino avesse un suo account personale e che venisse chiamato senza tanti referendum cartacei a decidere singole scelte di indirizzo politico, più che tecniche. Il parlamento potrebbe avere il ruolo di discutere e formulare proposte di legge, che il cittadino sarebbe chiamato a votare approvando o respingendo, un pò come accadeva negli antichi comizi centuriati o curati romani. Ma qui si entra nel diritto costituzionale, esistono già strumenti del genere mi pare.
Parli del referendum o delle raccolte firme o che? Quando si trattava di andare in guerra in afghanistan, ho visto bandiere della pace a tutte le finestre e manifestazioni bipartisan di milioni di persone e raccolte firme etc. Indovina a quanto sono servite? Comunque è sicuro che internet offra delle possibilità immense di partecipazione diretta. Ma anche qui, davvero vogliamo che, con tutto il rispetto, un muratore con la terza media che sa a malapena leggere e scrivere, decida di politica al pari di un professore di storia universitario? la verità è che dovremmo selezionare il valore di un voto non il base al censo come una volta, ma a degli indici che possano dare una idea sulle capacità valutative di una persona, ed in assenza di indici migliori per una Pra approssimazione ci si potrebbe rifare al percorso di studi. Sarebbe una decisione impopolare al massimo ma efficace. Personaggi come Berlusconi non otterrebbe più la maggioranza. Il problema della democrazia è che è un sistema giustissimo, ma la giustizia non è garanzia di equità. Perché se non si parte dal dato di fatto, molto sgradevole da dire nei salotti televisivi, che il popolo è fatto di persone ignoranti ed incapaci di scelte razionali e consapevoli, non si va da nessuna parte e si continueranno a vedere avvicendarsi al potere personaggi squallidi, demagoghi di bassa lega ed agitatori di popolo. Non è un caso che siamo passati da Berlusconi a Grillo, da Grillo a Renzi. Tutta gente con un fatto in comune, sa come parlare alle masse, mente magari un D Alema o un Fassino è odiato, non si sa neanche il motivo, quando se entri nello specifico hanno fatto o provato a fare molto di più, anche se ci vuole informazione per saperlo. Difatti questo è il lato negativo della democrazia: se è in apparenza un sistema giusto dando a tutti la stessa capacità decisionale, diventa nei fatti il predominio degli arruffapopolo.
conosco persone molto intelligenti dal punto di vista logico ma carenti di intelligenza sociale, persone acculturate ma stupide, persone intelligenti ma matte, persone furbe ma stronze, stimate ma incompetenti etc. Davvero credi che il "valore umano" sia così facile da misurare? Apprezzo comunque la tua tensione a pensare a un modello alternativo, perchè come dici tu stesso sul finale questo è "il predominio degli arruffapopolo". E non credo che d'alema sia la soluzione. Bisogna cambiare sistema. il valore umano no ma per l intelligenza esistono appositi test del Qi con risultato numerico secondo me dubbio ma che dá perlomeno un'idea generale... Secondo me un idiot a sotto che ne so um Qi di 80 non dovrebbe poter votare. Mentre persone di comprovata intelligenza (anche se non hanno intelligenza sociale non importa, si tratta di decidere di questioni non fare da prendere in discoteca) e cultura (essere molto colto di fatto incentiva a creare collegamenti tra le cose, quindi ad essere intelligenti, nel cervello disfatto ci sono più collegamenti tra neuroni di una persona con meno cultura, e Chi dice che non c è legame tra cultura ed intelligenza spesso è solo perché non vuole sentirsi meno intelligente di persone con più cultura... per giustificarsi insomma) dovrebbero avere un voto doppio o magari triplo. Il modo più semplice per raggiungere questo obiettivo sarebbe dare un doppio voto alle persone laureate.
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