Tutti sanno, più o meno, cosa sia
Ordinals, la più discussa, controversa e (diciamolo) geniale innovazione di Bitcoin degli ultimi tempi
Sfruttando Taproot è possibile salvare (“inscrivere” appunto) dei metadati (immagini, video, testo…) sulla blockchain, collegando questi dati ad uno specifico satoshi che viene appositamente individuato (ordinato) mediante un numero progressivo (da qui il nome ordinals).
Il possessore del satoshi possiede anche tutti i dati ad esso collegati.
Finora questo meccanismo è servito per due cose: i famigerati NFT e i token BRC-20, cioè delle shitcoin emesse e circolanti direttamente all’interno della blockchain Bitcoin.
Come tutte le innovazioni, partorite per uno scopo e poi evolutesi per altri, un nuovo ambito di utilizzo è però nato ed ha delle potenzialità ben superiori a scimmie mutanti e token pump&dump
SNS Sns è un acronimo che sta per Sats Names e consiste nella possibilità, tramite Ordinals, di pubblicare delle stringhe di testo (names) sulla blockchain.
Lo scopo originario era quello di creare un alias più intelligibile per un indirizzo bitcoin.
In modo analogo a come funziona il DNS su Internet, SNS prende un indirizzo bitcoin poco memorizzabile e lo “traduce” in una sintassi meglio comprensibile come ad es. plutosky.sats
Per far questo sfrutta Ordinals: crea una inscription testuale dove la stringa plutosky.sats viene collegata ad un mio indirizzo. Essendo la stringa salvata su blockchain, tutti possono verificare questo collegamento.
Detta così sembra una sciocchezza, ma SNS ha dato il via a qualcosa di molto più intrigante…il Bitweb.
Prima però bisogna fare un passo indietro ed introdurre un nuovo concetto: le Recursive Inscriptions (d’ora in poi RI)
LE RECURSIVE INSCRIPTIONSOrdinals si è scontrato subito con il limite della dimensione di blocco. Dato che i metadati vengono salvati su blockchain, e che per creare una Inscription va fatta una tx on chain, usare ordinals può essere molto costoso a livello di fees. Inoltre, dato che oggi un blocco ha un limite fisico in 4mb di dati, non sarebbe possibile salvare file più grandi di questa dimensione.
La soluzione sono le RI.
Le RI sono una tecnica che permette di scomporre i dati delle inscription in piccoli “pezzi” collegati fra loro e di salvare questi pezzi in blocchi diversi della blockchain.
Al momento della visualizzazione del testo o del rendering dell’immagine, sarà compito dell’explorer di ordinals rimettere insieme questi pezzetti per ricreare il file originale.
In questo modo si risparmia enormemente spazio per due motivi:
1-parti comuni del file possono essere salvati una volta sola. Pensate alle collezioni NFT ( es le scimmie mutanti) dove un immagine di fondo (una scimmia) viene modificata in tanti modi diversi ma sempre quella rimane. In questo caso viene memorizzato il jpeg di base una volta sola e poi caricate solo le differenze
2- Tutto ciò che viene pubblicato sulle RI può essere riutilizzato da RI successive. Sono state quindi caricate delle vere e proprie “librerie” di immagini e metadati su cui costruire tutte le inscriptions successive. In questo modo ogni volta vengono caricate solo le novità risparmiando notevolmente spazio.
Esempio di come funzionano le RI: per la seconda immagine verrà caricata solo la cornice, mentre per la figura sarà riutilizzata la prima immagine. Delle librerie, anch'esse on chain, permettono di programmare il modo in cui le due immagini devono fondersi
IL BITWEB
Direte: cosa c’entra la parola Web con tutto questo?
Qualcuno ha messo insieme SNS e le RI trovando delle similitudini con ….URL e collegamenti ipertestuali.
Il Bitweb altro non è che la pubblicazione di veri e propri siti internet su blockchain dove l’indirizzo della pagina web viene salvato mediante SNS.
Il contenuto della pagina Web è invece un insieme di RI (testo, immagini…) collegate fra loro mediante i link con cui funzionano le RI.
In pratica diventa possibile pubblicare un sito web su blockchain, con collegamenti ipertestuali, immagini e testo dove ogni pezzo di quel sito è una inscription di Ordinals.Il sito viene renderizzato in tempo reale dal “browser ordinals” rimettendo insieme il tutto.
Quali sarebbero i vantaggi del Bitweb rispetto al web classico? Beh eccone alcuni:
-creazione libera di indirizzi senza ricorrere a strutture centralizzate come l’ICANN . In caso di doppia registrazione di domini uguali, SNS dà automaticamente la priorità a quello pubblicato prima.
-decentralizzazione e resistenza alla censura: i siti su Bitweb sarebbero visibili h24, i loro contenuti liberi e immodificabili. Un sito su Bitweb non può essere rimosso o oscurato
-spese di gestione più economiche: la pubblicazione di un sito richiede solo la tx iniziale con relative fees. Ma l’hosting è gratuito ed assicurato dai nodi della rete Bitcoin: non è necessario pagare terze parti come AWS e simili
- piena compatibilità con i wallet bitcoin: qualsiasi fruizione di contenuti a pagamento potrebbe essere veicolata attraverso la rete Bitcoin stessa. In pratica il web con un sistema di pagamento giù nativamente integrato al suo interno!
-Maggiore sicurezza dei contenuti: tutto ciò che viene pubblicato avrebbe lo stessa grado di protezione di una transazione bitcoin. Il mining e la decentralizzazione proteggerebbero il web al posto di antivirus e firewall.
-Accesso più rapido e aperto. Nonostante molti siti più grandi abbiano mirror sparsi per il mondo, se devo accedere ad una sconosciuta pagina web in Australia la mia richiesta viene instradata fino là. Ogni server nel mezzo è un potenziale collo di bottiglia. Con il Bitweb, grazie alla ridondanza nativa della blockchain, basta accedere al nodo più vicino (o a se stessi, se si è un full-node) per avere automaticamente l’ultima versione del web
- Infinita maggiore privacy sia per chi pubblica che per chi fruisce
Ovviamente sono altrettanto numerosi i possibili limiti.
Il più evidente, che sento già rimbalzare nelle vs testoline mentre leggete: come è possibile far stare l’intero web dentro una blockchain che, per restare decentralizzata, deve essere leggera nelle dimensioni e mantenere delle limitazioni nel blocksize?
Ovviamente non è possibile. Tuttavia:
-Il bitweb non sarebbe il sostituto del web. Le due cose possono benissimo coesistere ognuna con i loro pro e contro. Non si tratta di replicare in toto quello che esiste già, ma di creare un’alternativa
-Ordinals è nato da nemmeno due anni e, a livello di risparmio di spazio, ha già fatto dei passi da gigante con soluzioni davvero eleganti come le RI. Esistono già immagini dinamiche da oltre 4k salvate in inscriptions ognuna non superiore ad 1 kb.
Questa pagina web
https://www.ord.io/11849888 è creata con una inscription di 2.73 kb
Cosa si inventeranno in futuro?
-Le RI rendono possibile spezzettare file fra più blocchi. Se il singolo blocco è limitato, il numero di blocchi non lo è. La blockchain produrrà (potenzialmente) infiniti blocchi. Quindi posso pubblicare anche file di grandi dimensioni se li suddivido nel tempo , sfruttando i 4mb che la rete mette a disposizione ogni 10 minuti.
RIFLESSIONI FINALIIo non sono né un purista che dice che l’unico uso ammesso deve essere quello monetario, né uno che si fa prendere da entusiasmi per cose che per ora sono solo abbozzate.
Il Bitweb deve ancora dimostrare tutto e può benissimo finire in una bolla di sapone.
Quello che questo utente dà per già scontato io lo metterei sotto forma di domanda
Is storage the killer app for Bitcoin?Se la risposta è si, Bitcoin potrebbe diventare “la bacheca indelebile del mondo”, una lavagna incancellabile dove i bitcoin sono solo il gesso per scrivere su questa lavagna.
Un uso ben diverso da quello per cui sono stati pensati finora.
Il web all’inizio ha avuto usi futili (la pornografia), poi più nobili (wikipedia, la condivisione della conoscenza..) poi di nuovo molto futili (i social network)
Nessuno negli anni 80-90 avrebbe centrato la previsione sulla sua evoluzione futura.
Prevedere oggi cosa sarà Bitcoin fra 10-20 anni è altrettanto difficile.
Da appassionato so solo che sarà affascinante come non mai seguirne l’evoluzione