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Author Topic: Non mi fido dell'Italia. Quale banca estera scegliere?  (Read 1066 times)
jack0m
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February 18, 2019, 05:56:33 PM
 #61

in particolare laddove è ancora ben radicato il vecchio pregiudizio Italiani = mafia.
Di quail e quanti paesi staremmo parlando per curiosità?

che si tratti di Europa o America (non mi spingo oltre perché ho pochi riscontri da chi ci si sia trasferito), chiunque abbia vissuto abbastanza a lungo all'estero ha sperimentato prima o poi la spiacevole sensazione di essere presenza sgradita, per il solo fatto di essere Italiano, a volte con allusioni a certi stereotipi poco più che velate, altre volte ben più esplicite e denigratorie. Tanto per fare un esempio: negli USA, oltre ai classici insulti razzisti rivolti a neri ed ebrei (nigger, kike), ne esiste uno a noi riservato (wop) e tuttora pienamente in uso. Con questo non dico che tutti all'estero ci considerino mafiosi a prescindere, ma... Certo, se poi certi nostri connazionali non si distinguessero per comportamenti che riescono sempre a farci vergognare, magari aiuterebbero a superare certi pregiudizi.


in particolare modo in Svezia: hanno sempre vissuto all'interno di una bolla di sapone, non hanno mai avuto a che fare con i migranti come succede nel sud Europa e ora si ritrovano con zone dove gli svedesi e la polizia non possono più entrare, gli stupri sono aumentati di % assurde etc etc.

ho amici che vivono in Svezia e dai loro riscontri so che, se è vero che nell'ultimo decennio l'aumento della popolazione straniera (in proporzione a quella locale) è stato considerevole e certamente non semplice da gestire, certe notizie di presunte zone del Paese in preda alla criminalità e alla violenza fuori controllo sono largamente esagerate, e spesso si tratta di fake news messe in giro da vari gruppi e gruppuscoli di estrema destra.


Quote
Ricordo poi che anni fa un conoscente aveva deciso di mollare tutto e trasferirsi in Nuova Zelanda con famiglia al seguito. Aveva dovuto seguire una trafila burocratica di quasi un anno, prima procurandosi un consulente del lavoro (ovviamente a sue spese) che gli trovasse dei contatti in loco, per svolgere colloqui preliminari e test da remoto sulle competenze tecniche e linguistiche; poi trascorrere un periodo consentito di pochi mesi sul posto, per effettuare colloqui di lavoro di persona. Solo in caso di effettiva assunzione avrebbe avuto il permesso di residenza, altrimenti se ne sarebbe dovuto tornare definitivamente a casa, dopo una modica spesa di quasi 10.000€, viaggi e soggiorno compreso. Nella domanda aveva dovuto dichiarare tutta una serie di informazioni e dati personali, fra cui ad esempio se fosse o meno fumatore. Essendo il suo caso, aveva dovuto allegare degli esami clinici per dimostrare di non avere il cancro, ecc. ecc.
Ah beh chiaro, li (e con "li" mi riferisco a NZ, Australia, Canada, USA etc) vige una regola molto semplice: chiunque tu sia, se vieni nel mio paese, non devi assolutamente pesare sulle tasse dei cittadini. Loro non hanno nessuna intenzione di mantenere fannulloni e gente malata a loro spese, quindi si vogliono parare il culo al 100%, possiamo per caso biasimarli?  Wink
Fanno entrare solamente chi 1) apporta delle capacità professionali che sopperiscono a delle carenze 2) chi porta capitali freschi per avviare nuove attività.

non vedo come si possano equiparare fannulloni e persone che, magari seppur operose e professionalmente qualificate, hanno l'unica "colpa" di avere gravi problemi di salute. Evidentemente parli così perché hai la fortuna di godere di buona salute, il che è favorito dalla tua giovane età, altrimenti se avessi vissuto abbastanza da sperimentarlo su te stesso o su qualcuno a te caro, sapresti che c'è una sola cosa peggiore del dover lottare e convivere con la malattia: subire discriminazioni per colpa della malattia. Fra l'altro in questo caso non si parlava neanche di qualcosa di contagioso: non stiamo discutendo del rischio di scatenare un'epidemia di ebola e di come tutelare la salute pubblica...
Decidere il destino di una persona in base a un'analisi costi/benefici, manco si trattasse di finanziare la TAV, guardando le sue condizioni di salute... brrrr... è qualcosa di totalmente spregevole e indegno di un Paese civile. Da noi sarebbe fra l'altro incostituzionale, e personalmente mi vergognerei di vivere in una società che adottasse quei criteri per attribuire un valore a una vita umana.

Money is a hoax. Debt is slavery. Consumerism is toxic.
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Ale88
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February 18, 2019, 07:06:08 PM
 #62

non vedo come si possano equiparare fannulloni e persone che, magari seppur operose e professionalmente qualificate, hanno l'unica "colpa" di avere gravi problemi di salute. Evidentemente parli così perché hai la fortuna di godere di buona salute, il che è favorito dalla tua giovane età, altrimenti se avessi vissuto abbastanza da sperimentarlo su te stesso o su qualcuno a te caro, sapresti che c'è una sola cosa peggiore del dover lottare e convivere con la malattia: subire discriminazioni per colpa della malattia. Fra l'altro in questo caso non si parlava neanche di qualcosa di contagioso: non stiamo discutendo del rischio di scatenare un'epidemia di ebola e di come tutelare la salute pubblica...
Decidere il destino di una persona in base a un'analisi costi/benefici, manco si trattasse di finanziare la TAV, guardando le sue condizioni di salute... brrrr... è qualcosa di totalmente spregevole e indegno di un Paese civile. Da noi sarebbe fra l'altro incostituzionale, e personalmente mi vergognerei di vivere in una società che adottasse quei criteri per attribuire un valore a una vita umana.
Se sono davvero qualificate allora dovrebbero avere dietro una società che è disposta a pagare l'assicurazione sanitaria. So benissimo quanto sia importante la salute però capisco anche il punto di vista di quei paesi: perché dovrebbero accollarsi loro i costi delle mie/tue/sue cure? O uno è in grado di farlo per i fatti suoi tramite fondi personali e/o assicurazioni offerte dal datore di lavoro o francamente mi sembra un po' assurdo lamentarsi che un paese non ti voglia accogliere perché dovrebbe farsi carico di spese che non hanno nulla a che vedere con loro.

E capisco anche che il mio discorso sia molto pragmatico e freddo, ma purtroppo c'è troppa gente al mondo, non è possibile mettere tutti sullo stesso piano. E' brutto da dire, me ne rendo conto, ma è cosi, bisogna guardare in faccia alla realtà.

E ripeto, tutto questo pensiero riguarda un discorso di emigranti, il sistema sanitario americano neanche a me piace ovviamente tanto per citare il caso più famoso però al tempo stesso mi darebbe fastidio se l'Italia offrisse operazioni e trattamenti gratuiti a gente che arriva malata con lo scopo di curarsi a spese degli italiani invece di farlo al loro paese, non credi?

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Paolo.Demidov
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February 18, 2019, 08:12:40 PM
 #63

Leggevo i vari post in merito al thread e laddove alcuni di voi parlavano di 'diversificazione' e investimenti contestualizzati nel panorama economico-finanziario e politico del momento, mi sono chiesto se il mercato immobiliare oggi rappresenti una possibile valida opzione o alternativa all'aleatorio deposito bancario.


Basta definire il concetto di mercato immobiliare.


Se mercato immobiliare significa che siamo un fondo d'investimento abbiamo immobili nelle principali strade delle principali capitali del mondo,
immobili da cui se ne può ricavare un reddito per un discorso affitti... allora sì.
Anche un grattacielo a Manhattan, una residenza storica, veramente storica... dove fare ricezione di alto livello, matrimoni di altrettanto alto livello...


Se mercato immobiliare è un singolo investitore che acquista l''appartamentino, il garage, il posto macchina, il terreno... nella provincia italiana...
...direi proprio di no.

In conformità ai principi del bipensiero, non ha importanza che la guerra ci sia davvero o che essendoci, la vittoria, sia impossibile. Lo scopo della guerra non è la vittoria ma la continuità.  Cool
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February 18, 2019, 08:40:02 PM
 #64

il mercato immobiliare se pensato bene puo dare belle soddisfazioni,appartamenti al centro delle capitali europee sfruttati come bed&breakfast possono rendere parecchio...
Paolo.Demidov
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February 18, 2019, 10:28:10 PM
Last edit: February 19, 2019, 11:08:53 AM by Paolo.Demidov
 #65

il mercato immobiliare se pensato bene puo dare belle soddisfazioni,appartamenti al centro delle capitali europee sfruttati come bed&breakfast possono rendere parecchio...

Indubbiamente.
A Firenze conosco un signore che ha quasi trecento immobili, però sono suoi da molto tempo.


La confusione sull'immobiliare, nasce anche sulla parola investimento.

Se partecipo investendo in quote di un fondo immobiliare è un conto...
se compro un immobile e creo un B&B... allora diventa una impresa, un lavoro...
...considerando cose che possono rendere molto, allora si può dire che certi ristoranti ben
gestiti rendono molto.
Ma gestire un ristorante non è come avere delle azioni di McDonald's.

Il singolo risparmiatore che acquista uno, due, tre, dieci... immobili, comunque si espone ad un rischio specifico.
Come se domani tutto quello che io possiedo lo investo in azioni Apple, se Apple fa la fine della Nokia anni '90...
...addio.

Altro mito da sfatare è la protezione e la sensazione di avere liquidità.

Se ho un'azione, al limite una quota di un fondo immobiliare quotato, a qualsiasi prezzo domani, all'apertura della borsa, liquido.
Vendere un'immobile è una discreta impresa... Lo possono raccontare tutti quelli che hanno ricevuto una eredità di un'immobile medio, di non particolare pregio... Magari al sud Italia...

Tra la volontà di vendere ed avere i soldi sul conto corrente, ne passa.



Se uno ha un capitale anche discreto, magari però solo quello... un solo milione...
metterlo nell'immobiliare lo ritengo sbagliato, per grandi patrimoni come opera di diversificazione, sì, ma con molta cautela.

In Italia in particolare dove tanti immobili sono stati costruiti fra gli anni'50 / '80, con metodi poveri; sono tutti immobili, per me, che sono destinati un giorno ad essere schiacciati dalla concorrenza delle nuove costruzioni o di immobili restaurati e recuperati con tecniche di efficientamento energetico, ecc...
...molti sarà così costoso mantenerli che in ogni caso sarà necessario abbatterli.

Sembrerà una visione estrema, ma quelle case costruite dai palazzinari di certo non sono case che sfideranno i secoli... e molte già ne hanno passato più di mezzo, di secolo.


EDIT:
aggiungo un discorso sul discorso liquidità, un caso pratico che può essere capitato a qualcuno:
provate a chiedere un prestito in banca, per qualsiasi ragione e portare in pegno/garanzia un'immobile... una seconda casa in montagna per esempio.
Perizia, iscrizione ipotecaria, problemi assicurativi, ecc... speravate 100, viene valutata 25...

La strada risulta più facile per un pegno su titoli di stato, polizze vita, volendo anche pegno su azioni.






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Alberto Minali
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February 19, 2019, 10:18:59 AM
 #66

il mercato immobiliare se pensato bene puo dare belle soddisfazioni,appartamenti al centro delle capitali europee sfruttati come bed&breakfast possono rendere parecchio...

Indubbiamente.
A Firenze conosco un signore che ha quasi trecento immobili, però sono suoi da molto tempo.


La confusione sull'immobiliare, nasce anche sulla parola investimento.

Se partecipo investendo in quote di un fondo immobiliare è un conto...
se compro un immobile e creo un B&B... allora diventa una impresa, un lavoro...
...considerando cose che possono rendere molto, allora si può dire che certi ristoranti ben
gestiti rendono molto.
Ma gestire un ristorante non è come avere delle azioni di McDonald's.

Il singolo risparmiatore che acquista uno, due, tre, dieci... immobili, comunque si espone ad un rischio specifico.
Come se domani tutto quello che io possiedo lo investo in azioni Apple, se Apple fa la fine della Nokia anni '90...
...addio.

Altro mito da sfatare è la protezione e la sensazione di avere liquidità.

Se ho un'azione, al limite una quota di un fondo immobiliare quotato, a qualsiasi prezzo domani, all'apertura della borsa, liquido.
Vendere un'immobile è una discreta impresa... Lo possono raccontare tutti quelli che hanno ricevuto una eredità di un'immobile medio, di non particolare pregio... Magari al sud Italia...

Tra la volontà di vendere ed avere i soldi sul,conto corrente, ne passa.



Se uno ha un copitale anche discreto, magari però solo quello... un solo milione...
metterlo nell'immobiliare lo ritengo sbagliato, per grandi patrimoni come opera di diversificazione, sì, ma con molta cautela.

In Italia in particolare dove tanti immobili sono stati costruiti fra gli anni'50 / '80, con metodi poveri; sono tutti immobili, per me, che sono destinati un giorno ad essere schiacciati dalla concorrenza delle nuove costruzioni o di immobili restaurati e recuperati con tecniche di efficientemento energetico, ecc...
...molti sarà così costoso mantenerli che in ogni caso sarà necessario abbatterli.

Sembrerà una visione estrema, ma quelle case costruite dai palazzinari di certo non sono case che sfideranno i secoli... e molte già ne hanno passato più di mezzo di secolo.

Quoto in pieno, è uno degli interventi migliori letti fino adesso.
jack0m
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February 19, 2019, 03:42:00 PM
 #67

non vedo come si possano equiparare fannulloni e persone che, magari seppur operose e professionalmente qualificate, hanno l'unica "colpa" di avere gravi problemi di salute. Evidentemente parli così perché hai la fortuna di godere di buona salute, il che è favorito dalla tua giovane età, altrimenti se avessi vissuto abbastanza da sperimentarlo su te stesso o su qualcuno a te caro, sapresti che c'è una sola cosa peggiore del dover lottare e convivere con la malattia: subire discriminazioni per colpa della malattia. Fra l'altro in questo caso non si parlava neanche di qualcosa di contagioso: non stiamo discutendo del rischio di scatenare un'epidemia di ebola e di come tutelare la salute pubblica...
Decidere il destino di una persona in base a un'analisi costi/benefici, manco si trattasse di finanziare la TAV, guardando le sue condizioni di salute... brrrr... è qualcosa di totalmente spregevole e indegno di un Paese civile. Da noi sarebbe fra l'altro incostituzionale, e personalmente mi vergognerei di vivere in una società che adottasse quei criteri per attribuire un valore a una vita umana.
Se sono davvero qualificate allora dovrebbero avere dietro una società che è disposta a pagare l'assicurazione sanitaria. So benissimo quanto sia importante la salute però capisco anche il punto di vista di quei paesi: perché dovrebbero accollarsi loro i costi delle mie/tue/sue cure? O uno è in grado di farlo per i fatti suoi tramite fondi personali e/o assicurazioni offerte dal datore di lavoro o francamente mi sembra un po' assurdo lamentarsi che un paese non ti voglia accogliere perché dovrebbe farsi carico di spese che non hanno nulla a che vedere con loro.

E capisco anche che il mio discorso sia molto pragmatico e freddo, ma purtroppo c'è troppa gente al mondo, non è possibile mettere tutti sullo stesso piano. E' brutto da dire, me ne rendo conto, ma è cosi, bisogna guardare in faccia alla realtà.

E ripeto, tutto questo pensiero riguarda un discorso di emigranti, il sistema sanitario americano neanche a me piace ovviamente tanto per citare il caso più famoso però al tempo stesso mi darebbe fastidio se l'Italia offrisse operazioni e trattamenti gratuiti a gente che arriva malata con lo scopo di curarsi a spese degli italiani invece di farlo al loro paese, non credi?

mai parlato di emigrare "con lo scopo di curarsi", non conosco un caso di un Italiano che sia andato fino in Nuova Zelanda solo per sottoporsi a delle cure mediche... Se sei un emigrante che va con l'intento di integrarsi pienamente nel tessuto socio-economico del Paese ospitante, apportando competenze e forza lavoro utili all'economia locale, rispetti le leggi e la cultura locale, paghi regolarmente le tasse sui tuoi redditi, ecc. allora a pari doveri devono corrispondere pari diritti, fra cui quello di fruire del welfare pubblico (ammesso che in quel Paese ne esista uno) come qualsiasi altro cittadino. Questo indipendentemente da eventuali forme di assistenza sanitaria complementare, polizze sulla salute, ecc. Altrimenti non c'è altro modo di definirla se non una vergognosa discriminazione di stampo xenofobo.

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Mabelle16
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February 19, 2019, 04:40:28 PM
 #68

Leggevo i vari post in merito al thread e laddove alcuni di voi parlavano di 'diversificazione' e investimenti contestualizzati nel panorama economico-finanziario e politico del momento, mi sono chiesto se il mercato immobiliare oggi rappresenti una possibile valida opzione o alternativa all'aleatorio deposito bancario.

Basta definire il concetto di mercato immobiliare.

Se mercato immobiliare significa che siamo un fondo d'investimento abbiamo immobili nelle principali strade delle principali capitali del mondo,
immobili da cui se ne può ricavare un reddito per un discorso affitti... allora sì.
Anche un grattacielo a Manhattan, una residenza storica, veramente storica... dove fare ricezione di alto livello, matrimoni di altrettanto alto livello...

Se mercato immobiliare è un singolo investitore che acquista l''appartamentino, il garage, il posto macchina, il terreno... nella provincia italiana...
...direi proprio di no.

Si in effetti ho usato un'espressione non adeguata o corretta. In realtà intendevo 'tout court' comprare 'l'appartamento della nonna' piuttosto che tenere il potenziale liquido sul conto corrente.  La domanda era se il 'mattone' sia ad oggi ancora considerato un 'luogo' sicuro dove parcheggiare i propri risparmi e rivendere successivamente a prezzi di mercato rivalutati.  Prendo atto di quanto hai risposto nel tuo post successivo.   Grazie
Paolo.Demidov
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February 19, 2019, 05:03:48 PM
Last edit: February 19, 2019, 06:14:13 PM by Paolo.Demidov
 #69

Leggevo i vari post in merito al thread e laddove alcuni di voi parlavano di 'diversificazione' e investimenti contestualizzati nel panorama economico-finanziario e politico del momento, mi sono chiesto se il mercato immobiliare oggi rappresenti una possibile valida opzione o alternativa all'aleatorio deposito bancario.

Basta definire il concetto di mercato immobiliare.

Se mercato immobiliare significa che siamo un fondo d'investimento abbiamo immobili nelle principali strade delle principali capitali del mondo,
immobili da cui se ne può ricavare un reddito per un discorso affitti... allora sì.
Anche un grattacielo a Manhattan, una residenza storica, veramente storica... dove fare ricezione di alto livello, matrimoni di altrettanto alto livello...

Se mercato immobiliare è un singolo investitore che acquista l''appartamentino, il garage, il posto macchina, il terreno... nella provincia italiana...
...direi proprio di no.

Si in effetti ho usato un'espressione non adeguata o corretta. In realtà intendevo 'tout court' comprare 'l'appartamento della nonna' piuttosto che tenere il potenziale liquido sul conto corrente.  La domanda era se il 'mattone' sia ad oggi ancora considerato un 'luogo' sicuro dove parcheggiare i propri risparmi e rivendere successivamente a prezzi di mercato rivalutati.  Prendo atto di quanto hai risposto nel tuo post successivo.   Grazie


Da considerare, quando si parla d'investimenti, il discorso tassazione:

http://www.casa.governo.it/allegati/Guida_per_l%27acquisto_della_casa_aprile2017.pdf

Per la casa, considerando l'imposta di registro, eventuale IVA... notaio... già si parte in "perdita".

Sull'IVA in particolare una nota;
in molti hanno creduto d'investire o di poter investire in diamanti, ma dal momento che la vendita di diamanti è soggetta ad IVA... non si può considerare investimento.
È un semplice acquisto di un bene, di lusso.

Idem con patatine per gli orologi, Rolex & Co.

Viceversa l'oro in lingotti, le monete d'oro ( quelle considerate "di borsa" ), ecc... sono venduti in regime d'esenzione IVA.


Edit:
Ci hanno sentito...  Grin
https://amp.tgcom24.mediaset.it/articolo/701/3192701.html

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Plutosky
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February 19, 2019, 07:40:47 PM
 #70



Si in effetti ho usato un'espressione non adeguata o corretta. In realtà intendevo 'tout court' comprare 'l'appartamento della nonna' piuttosto che tenere il potenziale liquido sul conto corrente.  La domanda era se il 'mattone' sia ad oggi ancora considerato un 'luogo' sicuro dove parcheggiare i propri risparmi e rivendere successivamente a prezzi di mercato rivalutati.  Prendo atto di quanto hai risposto nel tuo post successivo.   Grazie

come sempre quando si progetta un investimento non bisogna basarsi sul presente ma su quelle che sono le aspettative future.

L'Italia è un Paese in cui il suolo consumato dal dopoguerra è aumentato del 200%. Sono stati sottratti alla natura e all'agricoltura circa 70 ettari al giorno (8 metri quadrati al secondo) dal 1945 ad oggi*. Per qualsiasi forma di costruzione umana, quindi non solo case. Ma soprattutto case.

Per decenni il mattone è stato una bolla speculativa per cui si costruivano, si vendevano e si acquistavano case a valanga con sole finalità di arricchimento, indipendentemente dalle reali esigenze della popolazione.

Il palazzinaro pagava la tangente, otteneva il permesso, costruiva case con materiali ultrascadenti e la vendeva. Chi la comprava lo faceva quasi sempre per rivenderla pochi anni dopo ad un prezzo maggiorato, spesso al nero. Ci guadagnavano tutti: ovviamente il palazzinaro e il politico di turno più di tutti.

L'offerta di case ha la particolarità poi che può solo aumentare, non potendo distruggere l'esistente e fin quando si continua a costruire , come si sta continuando a fare tuttora, per non far completamente morire un'industria già agonizzante come quella edilizia (che non può certo campare solo con le ristrutturazioni nei numeri raggiunti ai tempi d'oro)

Perchè il prezzo abbia possibilità di crescere bisogna che la domanda continui a superare l'offerta.

Guardiamo allora la domanda: in Italia ogni anno spariscono circa 100.000 abitanti, è come se Ancona o Piacenza fossero cancellate dalla faccia della terra nell'arco di 12 mesi. L'italia, insieme al Giappone , è il paese colpito dalla più grave crisi demografica del mondo. Nemmeno in tempo di guerra o ai tempi della spagnola abbiamo vissuto un ecatombe demografica come quella attuale. E chi resta invecchia inesorabilmente quindi è sempre meno propenso a metter su casa. In vaste aree del Sud esistono interi paesi fantasma completamente abbandonati.

Scoppio della bolla speculativa + eccesso abnorme di offerta di soluzioni abitative + crollo demografico.

Tre ingredienti che rendono il mercato immobiliare nazionale attraente come una tenia.


* http://www.isprambiente.gov.it/files/pubblicazioni/rapporti/Rapporto_Consumo_di_Suolo_in_Italia_2014.pdf

"One of Satoshi's greatest achievements was creating something that gives anyone on earth wealth and freedom at the same time"
Ale88
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February 20, 2019, 12:35:56 AM
 #71

mai parlato di emigrare "con lo scopo di curarsi", non conosco un caso di un Italiano che sia andato fino in Nuova Zelanda solo per sottoporsi a delle cure mediche... Se sei un emigrante che va con l'intento di integrarsi pienamente nel tessuto socio-economico del Paese ospitante, apportando competenze e forza lavoro utili all'economia locale, rispetti le leggi e la cultura locale, paghi regolarmente le tasse sui tuoi redditi, ecc. allora a pari doveri devono corrispondere pari diritti, fra cui quello di fruire del welfare pubblico (ammesso che in quel Paese ne esista uno) come qualsiasi altro cittadino. Questo indipendentemente da eventuali forme di assistenza sanitaria complementare, polizze sulla salute, ecc. Altrimenti non c'è altro modo di definirla se non una vergognosa discriminazione di stampo xenofobo.
Perdonami ma allora non sto capendo quello che stai dicendo: se risiedi, lavori e paghi le tasse regolarmente in un paese, per quale motivo dovrebbero rifiutarti l'assistenza sanitaria gratuita, se esiste? Stai dicendo che ci sono paesi che rifiutano l'assistenza sanitaria a tutti coloro che sono residenti ma non sono nati li?

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February 20, 2019, 07:35:07 PM
 #72

facendo    un esempio  un filo piu  pratico
fatto  100  il nostro   tesoretto personale come  si potrebbe  proteggere all estero?

% banca nord europa no  euro  ( esempio?)

%banca  cinese    quale?

% altre banche

% oro   ( monete  lingotti    quali  piu  gestibili?)(altri metalli)

%bitcoin (come difendersi   un minimo dalle  fluttuazioni?)

% altre  crypto  (idem  come sopra)


grazie mille a tutti
Paolo.Demidov
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February 20, 2019, 09:14:56 PM
 #73

facendo    un esempio  un filo piu  pratico
fatto  100  il nostro   tesoretto personale come  si potrebbe  proteggere all estero?

% banca nord europa no  euro  ( esempio?)

%banca  cinese    quale?

% altre banche

% oro   ( monete  lingotti    quali  piu  gestibili?) (altri metalli)

%bitcoin (come difendersi   un minimo dalle  fluttuazioni?)

% altre  crypto  (idem  come sopra)


grazie mille a tutti


Ti rispondo intanto sull'oro, se si pensa ad una grave catastrofe, guerra e scenari estremi,
con corrente che manca, linea internet saltata... forse si può immaginare di trovarsi alla borsa nera
con qualche moneta d'oro a cercare di compare qualcosa.

Escluso questi scenari estremi, la soluzione è anche dematerializzata, ovvero si può accedere all'oro con un conto metallo.
Ci sono banche che offrono questo servizio.

Per il piccolo investitore probabilmente la miglior cosa, rimangono le monete d'oro ( per avere esenzione dell'IVA devono essere monete con titolo di almeno 900 millesimi, coniate dopo il 1800 ).
Le monete sono vendute anche sigillate e periziate in blister, punzonati.

Esistono anche i lingotti di piccoli e piccolissimo taglio.
Per i lingotti la soluzione pressoché universale è la certificazione tramite Kinebar ( https://en.wikipedia.org/wiki/Kinebar ).


Spesso le banche o gli enti finanziari che vendono questi prodotti, si propongono di fissare un prezzo minimo di riacquisto ad una certa data.
In oro però... non so... personalmente non metterei molto, 5% ~ 10%.
Se il patrimonio è grande anche molto meno.


Per il discorso banche estere, attenzione... se l'Italia rimane in piedi e fallisce la banca in cui avete dei depositi, non è una situazione comoda.

La vecchia cara Svizzera, per non sbagliare...  Grin
anche se ci sono tanti piccoli private banking italiani, piccoli istituti che sono rimasti fuori dalle gestioni allegre e fallimentari delle insegne più conosciute.
Una soluzione che potrebbe non essere adatta al piccolo risparmiatore.


Ci sono poi soluzioni assicurative, per uscire dal discorso bancario.
Anche queste per piccolissime somme non le vedo molto adatte.
Così come non sono adatte per chi ha orizzonti brevi.


Ulteriore discorso di differenziare il patrimonio per valuta.
Anche questa non è una soluzione adatta per piccole somme.
Ci possono però essere dei fondi monetari o alcuni ETF che aiutano.

È anche possibile scegliere vari fondi d'investimento ed ETF ed inserirli dentro un contenitore assicurativo,
che consente di avere vari vantaggi fiscali e normativi, ma è una soluzione che va pesata molto bene;
spesso banche, le poste, le grandi case d'investimento propongono soluzioni pre-confenzionate, che al limite potrebbero anche andare bene
ma hanno in genere con costi molto alti.
Tutti i benefici, vengono quasi annullati dai costi.

Soluzioni personalizzate o semi-personalizzata ci sono, ma sono poche quelle che accettano piccoli importi, a costi, più o meno ragionevoli.


In generale una persona dovrebbe pensare di fare un risparmio tra il 10%~15% di quello che guadagna, prima che finiscano in cose futili.

Un rischio che hanno tutti è che i termini di pensione sono altamente incerti.
Già per come è la legge Fornero attuale.

Non c'è né una data certa, né un importo minimo.
Ogni lavoratore paga dei contributi certi a fronte di una prestazione... boh... molto incerta.

Purtroppo poi lo stato italiano in pratica non fa nessuna gestione dei proventi dei contributi dei lavoratori,
se incassa € 100, rigira a qualcuno € 100 di pensione.

Le casse professionali... non sono messe meglio.

In conformità ai principi del bipensiero, non ha importanza che la guerra ci sia davvero o che essendoci, la vittoria, sia impossibile. Lo scopo della guerra non è la vittoria ma la continuità.  Cool
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February 21, 2019, 05:07:53 PM
 #74


Purtroppo poi lo stato italiano in pratica non fa nessuna gestione dei proventi dei contributi dei lavoratori,
se incassa € 100, rigira a qualcuno € 100 di pensione.


il problema è quando incassa 100 e si trova a dover versare 110 a qualcun altro Roll Eyes

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February 21, 2019, 05:31:41 PM
Last edit: February 21, 2019, 05:50:01 PM by jack0m
 #75

mai parlato di emigrare "con lo scopo di curarsi", non conosco un caso di un Italiano che sia andato fino in Nuova Zelanda solo per sottoporsi a delle cure mediche... Se sei un emigrante che va con l'intento di integrarsi pienamente nel tessuto socio-economico del Paese ospitante, apportando competenze e forza lavoro utili all'economia locale, rispetti le leggi e la cultura locale, paghi regolarmente le tasse sui tuoi redditi, ecc. allora a pari doveri devono corrispondere pari diritti, fra cui quello di fruire del welfare pubblico (ammesso che in quel Paese ne esista uno) come qualsiasi altro cittadino. Questo indipendentemente da eventuali forme di assistenza sanitaria complementare, polizze sulla salute, ecc. Altrimenti non c'è altro modo di definirla se non una vergognosa discriminazione di stampo xenofobo.
Perdonami ma allora non sto capendo quello che stai dicendo: se risiedi, lavori e paghi le tasse regolarmente in un paese, per quale motivo dovrebbero rifiutarti l'assistenza sanitaria gratuita, se esiste? Stai dicendo che ci sono paesi che rifiutano l'assistenza sanitaria a tutti coloro che sono residenti ma non sono nati li?

Non era questa la casistica in discussione: non si parla di chi è già residente, ma della discrezionalità di concedere o meno il permesso di lavoro in base alle condizioni di salute del richiedente. Il mio comunque era solo un esempio, riferitomi da chi l'ha sperimentato di persona, ma il discorso si era allargato in senso più ampio.

Ogni Stato stabilisce legittimamente dei criteri di accoglienza che, a parte i casi umanitari di rifugiati e richiedenti asilo (non qui in discussione), sono in qualche modo legati alla corrispondenza tra domanda e offerta locale di forza lavoro.
Supponi che ci siano due posti disponibili per lavoratori stranieri, e si presentino due candidati con pari livello di istruzione e competenze professionali, esperienza, età, ecc. A parità di ogni altra condizione, uno dei due ottiene il permesso, l'altro no perché affetto da qualche patologia (non trasmissibile e che non crea allarmi per la salute pubblica) che, seppure non lo renda inabile al lavoro e non comprometta la sua produttività, viene considerata un costo che la sanità pubblica non è disposta ad accollarsi. Questo è ciò che intendo per discriminazione, e che dovrebbe essere considerata inaccettabile in qualunque Paese civile.

Ma volendo generalizzare ulteriormente, anche al di fuori del contesto immigrazione, è altrettanto incivile qualunque altra disparità di trattamento nei confronti di cittadini che hanno la "colpa" di essere colpiti da patologie più o meno gravi, piuttosto che portatori di handicap, e che dovrebbero invece essere le persone maggiormente tutelate. Purtroppo di segni di civiltà se ne vedono sempre meno anche dalle nostre parti: https://bologna.repubblica.it/cronaca/2019/02/20/news/diabete_nido_reggiano-219644539/

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February 21, 2019, 07:35:04 PM
 #76


Purtroppo poi lo stato italiano in pratica non fa nessuna gestione dei proventi dei contributi dei lavoratori,
se incassa € 100, rigira a qualcuno € 100 di pensione.


il problema è quando incassa 100 e si trova a dover versare 110 a qualcun altro Roll Eyes


Anche quando incassa € 100 e deve pagare € 1.000...
la legge Fornero è stata fatta per incassare € 101 e pagare... nulla, si muore prima  Grin


Sulla legge Fornero o altro, si parla molto dell'estensione dell'età pensionabile, che al limite poteva andare bene,
la legge Fornero fa qualcosa di più pesante, va a modificare anche i coefficienti di trasformazione ( https://www.pensionioggi.it/dizionario/coefficienti-di-trasformazione ).

Molto semplice, un esempio con valori a casaccio, tanto per capire:

se nella mia vita lavorativa, diciamo in 30 anni, avevo accumulato € 100.000 di contributi, mi veniva applicato un coefficiente che mi tramutava questo "montante", in pensione mensile,
diciamo un valore a caso € 1.000.

La legge Fornero, invece costringe oggi le persone a lavorare 40 anni, accumulare € 110.000, per avere € 890 di pensione.

Che è più sottile...  Cool



Chi può, i soliti ricchi, privatamente, oggi per domani, stipulando le polizze di rendita, chiedono la tabella dei coefficienti garantiti,  Wink
così in partenza sanno quanto sarà il minimo ottenibile, fra 30, 40, 50 anni.
Ma questa cosa credo sia riservata solo in ambito di private banking, private insurance, poco più.

Anche perché non sono poi molte le persone che possono permettersi di costruirsi una pensione privata, pardon... rendita aggiuntiva.


ATTENZIONE, pensione privata, rendita aggiuntiva che non si realizza con un fondo pensione che è un'altra cosa
e che segue e seguirà le variazioni normative future che si avranno via via.
C'è l'abbocco del beneficio fiscale... ma è uno strumento inefficiente ed insufficiente per moltissimi profili di lavoratori.




In conformità ai principi del bipensiero, non ha importanza che la guerra ci sia davvero o che essendoci, la vittoria, sia impossibile. Lo scopo della guerra non è la vittoria ma la continuità.  Cool
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February 22, 2019, 12:56:09 PM
 #77


Purtroppo poi lo stato italiano in pratica non fa nessuna gestione dei proventi dei contributi dei lavoratori,
se incassa € 100, rigira a qualcuno € 100 di pensione.


il problema è quando incassa 100 e si trova a dover versare 110 a qualcun altro Roll Eyes


Anche quando incassa € 100 e deve pagare € 1.000...
la legge Fornero è stata fatta per incassare € 101 e pagare... nulla, si muore prima  Grin


Sulla legge Fornero o altro, si parla molto dell'estensione dell'età pensionabile, che al limite poteva andare bene,
la legge Fornero fa qualcosa di più pesante, va a modificare anche i coefficienti di trasformazione ( https://www.pensionioggi.it/dizionario/coefficienti-di-trasformazione ).

Molto semplice, un esempio con valori a casaccio, tanto per capire:

se nella mia vita lavorativa, diciamo in 30 anni, avevo accumulato € 100.000 di contributi, mi veniva applicato un coefficiente che mi tramutava questo "montante", in pensione mensile,
diciamo un valore a caso € 1.000.

La legge Fornero, invece costringe oggi le persone a lavorare 40 anni, accumulare € 110.000, per avere € 890 di pensione.

Che è più sottile...  Cool



Chi può, i soliti ricchi, privatamente, oggi per domani, stipulando le polizze di rendita, chiedono la tabella dei coefficienti garantiti,  Wink
così in partenza sanno quanto sarà il minimo ottenibile, fra 30, 40, 50 anni.
Ma questa cosa credo sia riservata solo in ambito di private banking, private insurance, poco più.

Anche perché non sono poi molte le persone che possono permettersi di costruirsi una pensione privata, pardon... rendita aggiuntiva.


ATTENZIONE, pensione privata, rendita aggiuntiva che non si realizza con un fondo pensione che è un'altra cosa
e che segue e seguirà le variazioni normative future che si avranno via via.
C'è l'abbocco del beneficio fiscale... ma è uno strumento inefficiente ed insufficiente per moltissimi profili di lavoratori.



qualunque sistema che si basi su coefficienti legati a statistiche demografiche aggregate, che si applichino indistintamente a tutti in base a parametri come l'età anagrafica e contributiva, è inevitabilmente un sistema che crea ingiustizia sociale, semplicemente perché non tutti arrivano alla stessa età nelle stesse condizioni.
Si parla a volte timidamente di correttivi per "lavori usuranti", ma anche lì si tratta di una presunzione assoluta, che da per scontato di poter stabilire a priori quanto "usurato" sarà un cittadino alla fine della propria vita lavorativa, in base alla categoria di appartenenza... come se non esistessero altri fattori (familiari, ambientali, ecc.) che contribuiscano altrettanto (se non in certi casi in misura maggiore) al grado di usura finale. E mi riallaccio in parte alla discussione parallela su salute, disabilità, handicap, ecc.

Un welfare che funzioni dovrebbe superare per esempio l'attuale sistema delle pensioni di invalidità (che ad oggi sono più che altro un'elemosina di Stato), agevolando l'integrazione con forme di previdenza complementare e/o assicurazione privata (non per pochi privilegiati, ma per tutti i cittadini), prevedendo dopo una certa età delle visite mediche periodiche approfondite, che stabiliscano se e quanto si sia ancora abili al lavoro. Qualunque sia il proprio campo di attività, quello che a 30 anni puoi fare anche per 8-10 ore, può essere che a 60 non lo reggi per più di 4, a seconda delle soggettive condizioni di salute generale. La copertura delle ore mancanti, che il lavoratore non è in grado di svolgere, dovrebbe essere data fino all'età del definitivo pensionamento da questo sistema integrato di protezione più evoluto e flessibile, da cui è superfluo precisare che siamo lontani anni-luce.

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February 22, 2019, 06:06:44 PM
 #78


Purtroppo poi lo stato italiano in pratica non fa nessuna gestione dei proventi dei contributi dei lavoratori,
se incassa € 100, rigira a qualcuno € 100 di pensione.


il problema è quando incassa 100 e si trova a dover versare 110 a qualcun altro Roll Eyes


Anche quando incassa € 100 e deve pagare € 1.000...
la legge Fornero è stata fatta per incassare € 101 e pagare... nulla, si muore prima  Grin


Sulla legge Fornero o altro, si parla molto dell'estensione dell'età pensionabile, che al limite poteva andare bene,
la legge Fornero fa qualcosa di più pesante, va a modificare anche i coefficienti di trasformazione ( https://www.pensionioggi.it/dizionario/coefficienti-di-trasformazione ).

Molto semplice, un esempio con valori a casaccio, tanto per capire:

se nella mia vita lavorativa, diciamo in 30 anni, avevo accumulato € 100.000 di contributi, mi veniva applicato un coefficiente che mi tramutava questo "montante", in pensione mensile,
diciamo un valore a caso € 1.000.

La legge Fornero, invece costringe oggi le persone a lavorare 40 anni, accumulare € 110.000, per avere € 890 di pensione.

Che è più sottile...  Cool



Chi può, i soliti ricchi, privatamente, oggi per domani, stipulando le polizze di rendita, chiedono la tabella dei coefficienti garantiti,  Wink
così in partenza sanno quanto sarà il minimo ottenibile, fra 30, 40, 50 anni.
Ma questa cosa credo sia riservata solo in ambito di private banking, private insurance, poco più.

Anche perché non sono poi molte le persone che possono permettersi di costruirsi una pensione privata, pardon... rendita aggiuntiva.


ATTENZIONE, pensione privata, rendita aggiuntiva che non si realizza con un fondo pensione che è un'altra cosa
e che segue e seguirà le variazioni normative future che si avranno via via.
C'è l'abbocco del beneficio fiscale... ma è uno strumento inefficiente ed insufficiente per moltissimi profili di lavoratori.



qualunque sistema che si basi su coefficienti legati a statistiche demografiche aggregate, che si applichino indistintamente a tutti in base a parametri come l'età anagrafica e contributiva, è inevitabilmente un sistema che crea ingiustizia sociale, semplicemente perché non tutti arrivano alla stessa età nelle stesse condizioni.
Si parla a volte timidamente di correttivi per "lavori usuranti", ma anche lì si tratta di una presunzione assoluta, che da per scontato di poter stabilire a priori quanto "usurato" sarà un cittadino alla fine della propria vita lavorativa, in base alla categoria di appartenenza... come se non esistessero altri fattori (familiari, ambientali, ecc.) che contribuiscano altrettanto (se non in certi casi in misura maggiore) al grado di usura finale. E mi riallaccio in parte alla discussione parallela su salute, disabilità, handicap, ecc.

Un welfare che funzioni dovrebbe superare per esempio l'attuale sistema delle pensioni di invalidità (che ad oggi sono più che altro un'elemosina di Stato), agevolando l'integrazione con forme di previdenza complementare e/o assicurazione privata (non per pochi privilegiati, ma per tutti i cittadini), prevedendo dopo una certa età delle visite mediche periodiche approfondite, che stabiliscano se e quanto si sia ancora abili al lavoro. Qualunque sia il proprio campo di attività, quello che a 30 anni puoi fare anche per 8-10 ore, può essere che a 60 non lo reggi per più di 4, a seconda delle soggettive condizioni di salute generale. La copertura delle ore mancanti, che il lavoratore non è in grado di svolgere, dovrebbe essere data fino all'età del definitivo pensionamento da questo sistema integrato di protezione più evoluto e flessibile, da cui è superfluo precisare che siamo lontani anni-luce.

Come coefficiente prendevo in esame il coefficiente di trasformazione.
Cioè un numero che trasforma un capitale in una rendita, mensile in questo caso.

Sul punti welfare siamo estremamente carenti e l'Italia più di altri paesi ci si scontrerà.
Invalidità, disabilità, prestazioni di assistenza... sono quelle cose che danno anche una percezione di stato presente.

Qualche prestazione di welfare aggiuntiva c'è, lo sanno quei lavoratori di grandissime aziende che ci leggono.
Welfare fornito a fronte di qualche sgravio fiscale delle aziende.
Ma... se vogliamo è un elemento che i lavoratori non sono tutti uguali, in Italia poi fatta essenzialmente di piccole imprese.

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February 25, 2019, 06:06:11 PM
 #79

tornando in  topic  voi   dove  mettereste  al  riparo il  vostro   capitale e come?
Paolo.Demidov
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February 26, 2019, 09:51:32 AM
 #80

tornando in  topic  voi   dove  mettereste  al  riparo il  vostro   capitale e come?

Una filosofia di base recita meglio aver roba che quattrini un po' sbrigativo,
ma c'è del vero.
Nel senso che troppa liquidità l i famosi soldi nel materasso, non sono mai una grande scelta.


Dipende da quanto devi movimentare, se per capitale intendi la liquidità su un conto corrente.


Una parte potrebbe stare fuori dal canale bancario, una via è scegliere uno o più contenitori assicurativi,
di compagnie italiane o non, per varie ragioni tra cui una, i prodotti più semplici hanno il vantaggio che non vengono coinvolti nel caso di default della compagnia assicurativa.


Altra soluzione, se serve della liquidità è differenziare almeno per valuta, è facile avere un conto in valuta estera anche in una normale banca.


Dal punto di vista di conservazione liquidità esistono, come avevo già accennato, i conti metallo, che permettono di avere un conto in oro, senza detenere oro fisico, senza aderire ad ETF, ecc.
Se il capitale è relativamente piccolo, la soluzione monete d'oro non è da scartare, vedi mio post precedente.


Dentro o fuori un contenitore assicurativo, azioni di aziende di larghissima capitalizzazione, che possano offrire distribuzione di dividendi e gli anni... per avere una piccola rendita è una rivalutazione nel lungo termine.


Sul lungo termine, per il piccolo risparmiatore non è sbagliato puntare su ETF che prendono in esame interi indici azionari. Sempre nell'ottica di lungo termine.


Soluzioni ce ne sono molte.
Oltre a queste cose di base, c'è chi si affida a strumenti finanziari strutturati e derivati che consentono il contenimento di altri rischi.
Così come c'è chi fa confluire i proprio patrimonio in enti vari, spostando quello che era in capo alla singola persona fisica, verso persona giuridica: una finanziaria, una società immobiliare, una holding, una fondazione, un trust... una semplice Srl.
Dipende dall'entità del patrimonio, da come deve essere gestito.




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