Prendo l'occasione nel rispondere, per scrivere un mio pensiero
che era molto tempo che volevo redigere.
IL PROBLEMA DELLA RENDITAQuando una persona dispone di una certa somma, anche un piccolo capitale e decide di fare un
investimento, alla fine le tantissime scelte che si pongono si riducono a poche tipologie:
1. investire direttamente in una attività reale: commercio, industria, agricoltura, servizi;
da aprire un ristorante ad avviare una coltivazione di grano... aprire una agenzia pubblicitaria...2. obbligazioni; private o pubbliche e titoli di stato
3. azioni
(
da notare che 2. e 3.
sono attività indirette e derivate del punto 1.
per operare su scala maggiore )
in estensione si può:
4. "
cambiare" la propria tipologia di monete in un'altra valuta...
con euro compro franchi svizzeri... guadagnando sulla differenza di valore5. ...o per estensione si può decidere di "
cambiarla in natura" acquistare una
commodity,
dall'oro ad una qualsiasi materia prima standardizzata: petrolio, cacao, succo d'arancia... sempre guadagnando sulla differenza di valore; ma anche in questi due ultimi punti siamo molto vicini al concetto di
commercio, comprare per rivendere si torna al punto 1.
6. tutto il resto sono prodotti
derivati, nel senso più ampio della parola.
Investimenti alternativi come acquisto di opere d'arte, diamanti e pietre preziose, immobili...
qui li metterei di nuovo al punto 1.
Anzi... diamanti e pietre preziose, spesso e volentieri sono solo un oggetto bello che si è voluto acquistare.
Penso che l'errore che fanno molte persone sia paragonare l'acquisto di una criptovaluta ad un acquisto azionario, equiparandone anche i rischi.
Si compra una criptovaluta a 1 sperando che un giorno valga 100,
così come si compra una azione di una azienda ad 1 sperando che valga 100.
In realtà acquistare direttamente azioni,
oltre a puntare su una crescita di valore della singola azione,
punta anche a ricavare una
rendita derivante dalla
distribuzione diretta dei guadagni ai singoli azionisti. Il noto
stacco annuale della cedola. Se l'attività è andata bene, ovviamente.
Le criptovalute,
per me, sono ad oggi quasi una commodity, quasi una valuta, quasi una azione, specialmente se legata ad una ICO.
Ma in pratica sono solo un
gettone che racchiude una promessa o una speranza, che
rappresenta nel presente un
possibile valore futuro.
Valore futuro derivante dalla
rendita dello sfruttamento di una specifica tecnologia.
Sul BITCOIN, se fosse veramente adottato per esempio come sistema per le transazioni, ampio o addirittura universale, la rendita sarebbe l'incasso delle commissioni di transazione stesse.
Ma siamo proprio sicuri che da un maggiore utilizzo ne derivi
automaticamente anche un maggior valore ?
Forse il vero guadagno sarà di chi ha investito per la creazione di una mine farm, o per la creazione di un exchange, piuttosto che nell'acquisto di un singolo gettone.
Singolo gettone che però un giorno, grazie ad
interventi normativi che ne attribuissero una legittimazione internazionalmente o almeno largamente riconosciuta, potrebbe essere
associato ad un sistema economico, se non nazionale, di settore.
Per capirsi... il
dollaro USA è tra le valute tradizionali la più usata a livello mondiale per fissare prezzi, esprimere parametri di riferimento o anche direttamente per le transazioni, ma quando le notizie dell'economia a americana non sono favorevoli... si svaluta... e perde valore, viceversa
cresce di valore.
Le ICO hanno un problema simile, non c'è una normativa che impone a chi ne ha fatta una,
se con i capitali raccolti riesce a creare un sistema che genera guadagno di darne direttamente una parte
agli investitori che hanno in mano il relativo gettone.
Il guadagno è più indiretto... si basa sul maggior valore dell'attività stessa, banalmente:
una attività di un progetto è stimata $ 100, rappresentata da 100 token, $ 1 a token,
questa cresce, si valorizza a $ 500, sempre rappresentata da 100 token, $ 5 a token.
In realtà rimane difficile per il detentore del token, entrare nella contabilità e nei bilanci del progetto che ha lanciato la ICO... magari la stima è la valorizzazione potrebbe essere $ 1.000... in quel caso la divisione e a ridistribuzione sarebbe dovuta essere $ 10 a token, con qualcuno che di fatto si è preso una fetta di torta per consumo personale...
Ad oggi però le criptovalute, token, ICO, non esprimono nessuna rendita attuale, solo prospettive future,
saranno quindi ancora soggette ad enormi oscillazioni, speculazioni, azzeramenti...
Quindi ? considerazioni finali ?Chi vuole
investire -
io userei ancora il termine chi vuole comprare - deve essere consapevole che si espone ad alcuni rischi, tra cui il maggiore è il
rischio normativo così come delle norme possono favorire la diffusione delle criptovalute, la possono stroncare.
Ma
il rischio più grande è che essendo tutto decentralizzato non si arrivi mai a
richiedere una normativa; non esiste, al momento, un sindacato o una associazione riconosciuta che porti avanti le ragioni del mondo delle cripto.
Tutto molto prematuro, tutto si sta formando.
Dicevano gli antichi latini,
dividi et impera...
Probabilmente le decisioni oggi sono determinate solo dalla
forza bruta dei pump e dei dump, forza governata e orientata in maniera grossolana da grandi detentori di cripto (
pochissimi ), i gestori dei grandi exchange, i gestori delle grandi mine farm.
Siamo andati molto avanti, per tornare molto indietro ai consigli degli anziani dei tempi tribali;
chi non era d'accordo con la maggioranza veniva azzerato fisicamente a suon di spada...
oggi non sei d'accordo? ti azzeriamo il tuo portafoglino
oppure ti facciamo credere che puoi diventare ricco... con un pump ti facciamo investire e svuotare le tasche e con un dump, quando vendi, ti riprendiamo tutto.