Sulla curve, hai messo sulle impostazioni della carta binance, di usare EUR come moneta?
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Se con le vecchie non ti fa entrare, è probabile che almeno una di loro sia semplicemente scritta male. Se sono in inglese, controllale su google o altrove per vedere se corrispondono ad una parola inglese corretta.
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Il servizo Nexo dovrebbe far uscire entro poco la loro carta (che avrà un cashback del 2%), che sarà una "carta di credito". Se voi depositate ad esempio 100 euro in BTC, quindi, ora che scrivo, circa 0.0053 BTC: Voi avrete la possibilità di avere un credito di 50 euro. Su Nexo ci sono vari livelli, in base a quanti token avete di loro, ma partiamo da quello base, quindi anche magari nessun nexo token. In tal caso, se con la carta spenderete ad esempio 50 euro, avendo in deposito 0.0053 BTC, quei 50 euro vi verranno a costare in un anno 50 euro + 11.9% di interessi. Attualmente il minimo che si è costretti a ripagare (non si sa se con la carta questa cosa cambierà), sono gli interressi di 30 giorni. Quindi all'incirca, 11.9 / 12 viene 0.991% Vuol dire che se si ripaga subito il debito, si paga circa l'1% (0.991%). Considerando il cashback di 2%, è come se fosse un cashback di 1% in realtà, togliendo il costo degli interessi.
Questa è una premessa per far presente che, essendo una carta di credito, voi non state spendendo i vostri Bitcoin (se sono depositati quelli), ma i soldi che vi vengono prestati. Per questo quindi, non dovrebbe esserci la tassazione del 26%.
Se il valore del BTC che avete messo come controparte, sale, tale controvalore aumentato, può essere usato per coprire il debito.
Funziona tutto correttamente il ragionamento?
Considerando poi, che lasciando i BTC li sopra, oltre all'incrementare del valore, offrono anche un 5% di interessi di base, come sono tassati questi interessi che si guadagnano? Se quei interessi poi si usassero per coprire il debito?
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Non mi sembra che ci siano novità riguardo a questa discussione da nessuna delle due parti. Per ora la chiudo. Nel caso ci siano novità rilevanti da una delle due parti, sono pregati di aggiornarmi in privato. Verranno quindi valutate ed eventualmente aggiunte.
Nel caso la discussione può proseguire comunque nella versione inglese.
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@Paolo.Demidov Non so se hai già valutato, ma come consideresti il fatto di farsi prestare dei soldi, e mettere i BTC come come copertura? Qua ci sono vari esempi che forniscono servizi di questo genere: https://bitcointalk.org/index.php?topic=5288758.0Ad esempio, qualcuno potrebbe depositare su uno di questi servizi, anche oltre 8.06 btc. Poi, farsi imprestare una quantità di euro corrispondente, ad un certo tasso di interesse da pagare, che sarebbe comunque sotto al 26%.Ripeto, imprestare, e quindi, non si tratterebbe di una vendita.
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Pornhub accetta già crittovalute come mezzo di pagamento, e se va come sembra andare, dal 2021 si potranno "ritirare" crittovalute anche da Paypal. (e chissa quanti altri servizi) Quindi gli utenti potranno comprare crypto su paypal, e ritirare pagando pornhub. La notizia quindi è buona perchè probabilmente porterà tanti altri utenti a scoprire le crittovalute https://www.ilpost.it/2020/12/10/visa-mastercard-pornhub/Passati pochi giorni e sono già aumentate le crittovalute che accettano 🙂 L'altro giorno: https://imgur.com/a/2CbfoBPOggi https://imgur.com/a/LDN1W2b
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Pornhub accetta già crittovalute come mezzo di pagamento, e se va come sembra andare, dal 2021 si potranno "ritirare" crittovalute anche da Paypal. (e chissa quanti altri servizi) Quindi gli utenti potranno comprare crypto su paypal, e ritirare pagando pornhub. La notizia quindi è buona perchè probabilmente porterà tanti altri utenti a scoprire le crittovalute https://www.ilpost.it/2020/12/10/visa-mastercard-pornhub/
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Credo che sia per un problema di burocrazia legale, per cui è sempre costretto a mettere quel "punto". Probabilmente per la legge italiana questa discussione sarebbe da chiudere. Ma secondo invece le regole americane e del forum, scelte da theymos, pare di no. (almeno "per ora")
Comunque questa cosa di Coinfan ormai puzza in modo estremo, quasi di morto ... si può magari giusto sperare che siano stati usati dei documenti falsi.
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Mettiamo che c'erano dei Bitcoin fermi da anni in un indirizzo. Un giorno si spostano, e riescono a dimostrare, probabilisticamente parlando, che dovrei essere io ad avere in mano quelle chiavi.
Ma questo, può escludere che qualcun altro sia poi venuto a contatto con queste chiavi?
Se anche fosse 100% vero, che ho avuto per anni accesso a quelle chiavi, e a quei Bitcoin, si potrebbe dimostrare che l'ultimo eventuale spostamento, sarebbe finito su altre chiavi che io possiedo, e non siano invece risultato di un "furto"?
L'unica differenza la farebbe una mia eventuale anticipata dichiarazione di furto?
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In particolare non è dimostrabile la frase che ho grassettato. Muovendo i Btc io posso dimostrare di essere conoscitore della chiave per quell'address e anche di essere colui che ne disponeva in passato, ma non di essere l'unico che potenzialmente la conosca. Qui perciò nascerebbero doveri (dichiarazioni, plus, ....) che sarebbero imho meno "certi" rispetto a quelli della cassaforte del mondo reale. Nemmeno questo è dimostrabile, potresti aver "trovato", "pensato", quel numero (quella chiave), 5 minuti prima. Mentre quei bitcoin sono fermi li magari da anni.
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Considerate che comunque, oltre alle chiavi della cassaforte, tutti hanno anche le cassaforti di tutti in casa propria, essendo anch'esse numeri. Quando uno apre una cassaforte bitcoin, lo sta facendo in casa sua, con una copia "originale" (non c'è differenza fra i numeri), sia della cassaforte che del contenuto.
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Quindi usando questa logica, si ritorna al classico “possesso vale titolo “ che, in giurisprudenza si usa per dire che chi detiene un bene ne detiene anche la proprietà. Di conseguenza, se io entro in possesso di una chiave privata di un address questa mi dà la titolarità dei bitcoin in esso contenuti
Quindi, se scrivo una chiave privata qua, cioè, scrivo "un numero", voi tutti che leggete ne diventate possessori? Di fatto, il prezzo del bitcoin (o meglio dire, "un prezzo"), è un prezzo rischiesto per fare il lavoro di scrittura sul registro. EDIT Se io dico di aver avuto le chiavi private di una coinbase di un blocco, e di averle perse, come si dimostra che sto mentendo?
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C'è un'interessante discussione online riguardo al possedere Bitcoin, che di fatto non sia legalmente possibile. Non sono sicuro di usare i termini migliori, ma, i Bitcoin sono legati a delle chiavi private. Le chiavi private sono di fatto dei "numeri". Non è possibile possedere dei numero. Non si può ad esempio dire: "io possiedo il numero 7" Quindi, quando si comprano i Bitcoin, non si starebbe veramente comprando qualcosa, ma si starebbe invece pagando "il lavoro di scrittura su un registro" alla controparte. Mi sembrava comunque di aver già letto di vedere il Bitcoin in questi termini anni fa, ma di essermene dimenticato. Che ne pensate?
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Da leggere tutto https://twitter.com/brian_armstrong/status/1331744884856741888?s=19Pare che vogliano obbligare a far fare il kyc anche per tutti gli indirizzi dati agli exchange per ritirare. Di persé, diventa più un problema per gli exchange che per gli utenti comunque ... perché l'utente potrebbe semplicemente ritirare su un suo portafoglio, e poi inviare a chi gli pare
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