Anch'io credo che le cose siano un pò più complicate di così.
Se gli USA avessero sempre usato la forza per imporre le loro aziende non si capirebbe ad es perchè hanno permesso che la loro industria automobilistica, dal dopoguerra in poi, fosse letteralmente asfaltata dalla concorrenza internazionale, soprattutto giapponese. Con tutte le conseguenze negli anni 70-80 di disoccupazione, crisi, smantellamento dell'industria pesante. Potevano inventarsi una Tesla prima di far passare 60-70 anni nel corso dei quali le varie Toyota e Nissan hanno fatto quello che hanno voluto nel mercato americano.
Il successo di Apple, Google, Amazon si spiega molto di più con la qualità di un sistema (capitali+istruzione+formazione+leggi...) che funziona piuttosto che con l'imperialismo.
Anche perchè Apple, oltre a Nokia, ha messo al tappeto anche Motorola, altra azienda americana. E' stato l'avvento di un prodotto migliore, che ha fatto fuori la concorrenza sia interna che esterna.
Oggi credo che più che la nazionalità conti "entrare nel giro", far parte del ciclo di produttori-distributori-fornitori in quei settori che vanno per la maggiore e che fanno mercato.
Voglio dire Tesla è americana ma tra i suoi fornitori strategici ci sono la cinese Ganfeng per il litio, l'australiana BHP per il nickel, coreani (LG) e giapponesi (Pansonic), qualche eccellenza italiana.
Sono "catene" di rapporti economici talmente grandi che vanno oltre perfino ai voleri delle singole Nazioni. Dove non è nemmeno detto che l'azienda in fondo alla catena sia quella che ci guadagna di più o quella che ha il coltello dalla parte del manico. Magari è solo la più nota perchè è quella che i consumatori vedono.
Come dimostra anche la storia del gas russo, quando ci sono in gioco interessi di tale portata, si va al di là quello che è il teatrino della politica internazionale e delle guerricciole su commissione. Si fa i nemici davanti alle telecamere ma si stringono mani e si passano soldi dietro le quinte.
La logica poi "andiamo male perchè gli americani ci hanno colonizzato con la forza" è pericolosa perchè rischia di diventare un alibi, un modo per nascondere le nostre colpe. Se dall'Europa passiamo all'Italia, è sicuro che la situazione economica attuale dipenda al 99.9% periodico da malefatte dell'Italia e degli italiani senza bisogno di cercare tanti responsabili altrove.
Il capitalismo nel ns Paese funziona, al massimo, quando resta relegato nell'ambito familiare ma non è possibile creare Amazon o Google mantenendo la fabbrichètta che passa di padre in figlio.
Oltre ai problemi cronici (capitali, istruzione, burocrazia, infrastrutture, pressione fiscale, costo del lavoro....) c'è anche un gigantesco problema di mentalità: per creare aziende di quel livello servono organizzazioni interne rigorose che non sono fatte per un popolo atavicamente anarchoide come il nostro.
Da noi vanno bene le imprese di 4-5 dipendenti perchè ognuno vuole essere padrone a casa propria.
Il problema di mentalità poi si mescola alla assenza di meritocrazia,al nepotismo e alla connivenza malsana con la politica: Microsoft è risorta quando Bill Gates ha fatto da parte l'amico di infanzia scemo (oltre a se stesso) per dare le chiavi ad un esterno di origine indiana. Un altro indiano è diventato CEO di Google a 45 anni.
Ce lo vedete un indiano di 45 anni a guidare, che so, Unicredit?
Non serve l'imperialismo USA quando a farci del male siamo bravissimi da soli.
C'è anche un discorso numerico... o meglio di impatto di massa.
Negli Stati Uniti sono ~ 350 milioni di persone quasi;
ma lo dice il nome, Uniti.
L'unione europea non è unita... anche se complessivamente, gli europei, sono anche di più.
Con estensione territoriale diversa e disponibilità di materie prime totalmente diversa.
Ricordiamoci che in Europa si faceva guerra fra un campanile ed un altro, guelfi e ghibellini, ma anche all'interno delle stesse città fra una casa torre e quella di fronte...
Frazionamento
totale che nel profondo è rimasto, perché non si cancellano secoli in 50 anni o 100 anni anche se alcuni avvenimenti sembrano lontanissimi e certi modi quotidiani non ci sembrano più appartenere.
Le divisioni aspre che portano anche a scontri in strada fra tifoserie calcistiche ce lo ricordano.
Gli Stati Uniti nonostante le opportune differenze, si presentano davvero
uniti, una lingua, una moneta, un
obbiettivo comune, un sistema unico...
Chi ha fatto una certa università può girare tutta la nazione e gli è riconosciuto il massimo merito.
In Europa non è immediato che una persona che ha studiato in Germania vada a condurre una azienda in Francia...
Se diamo valore ai network ed alle reti, gli USA hanno maggiori interconnessioni e possibilità di migliorarsi l'un l'altro.
La Cina... similmente, nonostante profonde differenze e governo totalmente diverso, impattano con un blocco di un miliardo e mezzo di persone.
Hanno il vantaggio che una decisione si prende velocemente perché non esiste l'opinione pubblica o degli elettori da accontentare... sì fa punto, nel bene o nel male.
Per ora gli è andata bene.
L'India incognita.
UK battitore libero.
Russia... si sentono pericolosi cigolii di disgregazione....un processo che a ben vedere, va avanti dalla caduta del muro di Berlino.
Bisogna vedere cosa accadrà nell'era post Putin.