Per me a Bitcoin più che in valore intrinseco bisogna assegnare un valore d'uso.
È difficile che qualcosa abbia un reale valore intrinseco, fuori dalla situazioni di mercato, probabile oggi come oggi anche l'oro ha perso del valore intrinseco.
....
Il valore che può avere Bitcoin probabilmente è molto spinto da investitori come Microstrategy ecc. che hanno fatto allontanare il prezzo dal valore d'uso al momento, sovrastimandolo.
E' molto difficile distinguere quanta parte del prezzo attuale tiene conto del valore d'uso di bitcoin e quanta parte è dovuta a fattori speculativi. 4 anni fa il prezzo sfiorò (per poche ore) 20k dollari (attualizzati sarebbero oltre 22k dollari https://www.in2013dollars.com/us/inflation/2018?amount=20000), con il senno di poi il fattore speculativo era prevalente. A 4 anni di distanza, i 50k dollari attuali non mi sembrano poi così tanti (nel frattempo la rete si è sviluppata enormemente, i servizi annessi sono migliorati, è aumentata l'adozione, ...); siamo praticamente da 1 anno quasi sempre sopra i 40k. Confrontando il prezzo attuale con quello di 4 anni fa, mi viene proprio da dire che il prezzo di allora era molto gonfiato, mentre quello di oggi no. Se proprio dovessi individuare un prezzo base (valore d'uso oggi), guardando l'andamento dei prezzi dell'ultimo anno direi che 30k è una quota sotto la quale non si dovrebbe scendere. Per me la scommessa di gbianchi è già vinta in partenza. Supponiamo che il prezzo di bitcoin nel medio termine cresca linearmente con il numero degli utenti (ipotesi peggiorativa rispetto alla legge di Zipf), supponendo 30k il giusto prezzo di bitcoin in questo momento, con 500 milioni di utilizzatori futuri (una cifra che dovrebbe essere abbastanza facile da raggiungere) si arriverebbe a un prezzo minimo di 120k dollari. Probabilmente ci vorrebbero 4 anni (o anche meno). E questa è una stima molto molto conservativa.
|
|
|
That's insane! Thank you for clarifying! may i ask but, how is it possible to an same address to relate to another completely different public keys and private keys? how do they match to same address, if they're completely different? Thanks again.
A: the set of 2^256 public keys B: the set of 2^160 addresses (hashes of the public keys) the hash function maps the set A into the set B hash : A -> B when the # of keys > # of hashes, collisions are inevitable source: https://en.wikipedia.org/wiki/Hash_function
|
|
|
arulbero, i'm wondering, how does these 2^96 collisions happen? does the 2^96 addresses each address share all the same public key or how does 2^96 addresses can generate the same address?
The same address is related to 2^96 different public keys (and 2^96 different private keys) An address is only the hash of a public key; different public keys (256 bit) have the same hash (160bit).
|
|
|
If we talking about bruteforce like bitCrack, you have to check 2^97 keys in average to find specific address (not the specific public key)
No, you have to check 2^(256-96) = 2^160 keys in average to find the private key to a specific address. Yes you are right, but one point i don't get it. why would i scan 2^256 range? isn't it scanning only 2^160 using for example BSGS to find any specific publickey with its private key? (since all publickeys and all private keys are in the range of 2^160.)
More or less. You don't know for sure that all addresses have a private key in range [1, ..., 2^160]
|
|
|
secondo me state un po uscendo dai binari da quello che si era detto all'inizio
è cioe che tizio aveva INIZIALMENTE un certo ammontare e firma con data e nome e cognome quella chiave, ora non importa se successivamente da la chiave a tutto il mondo, perché in quel dato momento è stato tizio a firmare
quindi bastera chiedere un documento di tizio per conferma
Cosa vuol dire "firmare con nome e cognome e data" quella chiave? Firmare con una penna (scrivendo il proprio nome e cognome) in fondo a un testo significa: 1) c'è l'identificazione precisa del firmatario 2) il firmatario si assume la responsabilità della veridicità della dichiarazione che sta firmando invece quando si firma un messaggio in maniera digitale: 1) non si identifica nessuna persona, si dimostra solo di conoscere una chiave privata 2) qualunque cosa scrivi nel messaggio che firmi non ha nessun valore in sè; chi risponde di quello che c'è scritto? una impersonalissima chiave privata? Non a caso per certificare la data di un messaggio hanno inventato un costosissimo mezzo di certificazione detto blockchain (che certifica oltre alle date effettive dei messaggi anche la disponibilità reale dei bitcoin di una certa chiave; in sostanza c'è un meccanismo molto complesso che certifica la veridicità dei messaggi/transazioni, ma la verifica riguarda solo l'abbinamento chiavi private/pubbliche, nulla di più); tu dici: "in quel dato momento è stato tizio a firmare", secondo me invece bisognerebbe dire: "in quel dato momento qualcuno che conosceva la chiave ha firmato". Semplicemente non è dimostrabile all'interno della sola blockchain chi è questo qualcuno, quindi se tizio prima firma la transazione e poi cede la chiave a caio, e caio si autoproclama autore della firma di tizio, tu non puoi sapere che caio sta mentendo.
|
|
|
era proprio quello che stavo dicendo, in quel caso saresti l'unico proprietario in quel momento, è inequivocabile, ed è impossibile che in quell'esatto momento qualcun'altro abbia firmato quella chiave, se l'hai originata da un wallet nuovo
Qui si sta formulando l'ipotesi che al momento della generazione delle chiavi si era in due o più persone davanti al computer, quindi due o più soggetti potevano disporre delle chiavi private... ma dal punto di vista fiscale è uno scenario fantascientifico per svariate ragioni che non sto neanche a spiegare. Il mio punto era un altro: nè con le credenziali di una banca, nè con le chiavi private degli indirizzi bitcoin si può sapere con assoluta certezza che solo la persona X è a conoscenza di questi dati (ovviamente), ma quando una banca ti fornisce delle credenziali per l'accesso al tuo conto, le manda solo a te e si accerta che tu sia il primo e unico conoscitore (almeno inizialmente) di queste credenziali (suddivide in diverse parti queste credenziali d'accesso, invia il pin in busta separata, SMS via smartphone, ..) inoltre tu ti impegni a non condividere in futuro con nessun altro queste credenziali, quindi se cedi a qualcun altro queste credenziali comunque risponderai dell'uso che altri ne faranno (ti impegni formalmente a custodire queste credenziali assumendoti la responsabilità); in definitiva nel caso di una banca c'è sempre un unico e riconosciuto responsabile che lega il proprio nome a quelle credenziali con il sistema bitcoin invece non è possibile sapere chi è il primo conoscitore di una chiave privata, visto che questa unica credenziale d'accesso viene generata automaticamente da un programma fatto girare in locale; non solo, di per sè il primo conoscitore di una chiave può in linea teorica (è libero di farlo) condividere questa chiave con chi vuole, non essendo tenuto a tenerla solo per sè; se lo scenario che descrivi tu è ben improbabile ("al momento della generazione delle chiavi si era in due o più persone davanti al computer"), altri scenari lo sono molto meno; più realisticamente, se ti vendo 20 bitcoin che sono fermi su un indirizzo A dal 2012, posso anche venderti la chiave privata di A; a me non costa nulla, per te potrebbe essere molto utile provare a fingere di essere stato il proprietario di quei bitcoin da 10 anni (per coprire un eventuale riciclaggio di denaro). Detto questo, condivido che la scelta più sensata sia dichiarare tutto, ma le vere pezze d'appoggio sono soprattutto i bonifici e gli account degli exchange, molto più delle chiavi private
|
|
|
3) l'unico modo di 'dimostrare' di non aver condiviso la chiave privata con altri è quello di esporsi a un rischio misurabile: lasciare i bitcoin sull'indirizzo (o in caso l'indirizzo sia stato svuotato, reinviare dei bitcoin su quell'indirizzo)
A quanto ho capito difatti questo è il metodo usato da checksig per dimostrare di avere controllo dei fondi. A cadenza mensile difatti fanno una transazione per ridepositare sul loro wallet tutti i fondi. Stesso indirizzo di partenza e di arrivo, no change. In effetti ne parlano qui: https://checksig.io/por/Grazie per il link, interessante il fatto che facciano anche consulenza fiscale, qualcuno ha mai provato di persona?
|
|
|
Faccio una premessa: se uno dovesse dimostrare di essere il "proprietario" di un indirizzo non potrebbe farlo in alcun modo, cioè non ci potrebbe essere alcune metodo per dimostrare che sei l'unico conoscitore della pk che controlla quell'address (come fare a dimostrare che un altro NON conosce quella pk ? impossibile)
Questo è vero, dimostrare di essere l'unico conoscitore è impossibile. Ma almeno bisogna cercare di dimostrare che in una certa data si conosceva la chiave (non solo adesso). Se ci limitassimo a rispondere a questa necessità, penso che il fatto di poter dimostrare di possedere una pk che in quel momento storico controllava un indirizzo dovrebbe essere sufficiente. Ricadiamo purtroppo in pieno nel caso del tuo esempio 1), ma non credo che qualcuno possa dirmi qualcosa in contrario. Possono dirmi che non ero io il proprietario ? io oggi la pk ce l'ho! qualcun altro ce l'ha ? Difficile che un magistrato possa dire qualcosa in contrario ma.... se non fosse ancora convinto potrei dirgli: ok allora io sposto 0.1 Btc di nuovo su quell'address associato alla pk. Se rimarranno lì per un mese avrò indirettamente dimostrato che quell'address era mio.
Così già sarebbe molto meglio: firmare un messaggio di per sè non costa nulla, depositare dei bitcoin su un indirizzo è molto più convincente. L'ideale sarebbe firmare, non appena si ricevono i bitcoin sull'indirizzo A, un messaggio del tipo "io xy ad oggi - data tt-zz-2021- conosco la chiave relativa all'indirizzo A" e poi includere il messaggio (il suo hash) da qualche parte (magari anche nella blockchain) questa sarebbe una prova almeno del fatto che io in quella data conoscevo la chiave privata (e probabilmente ero anche l'unico a conoscerla perchè in caso contrario non mi sarei preso il rischio di lasciare per tot tempo dei bitcoin spendibili anche da altri) in sostanza riepilogando: 1) quando sulla blockchain appaiono per la prima volta dei bitcoin associati a un indirizzo, al 99,99% esiste almeno una persona che conosce la chiave privata (tranne i casi degli indirizzi creati appositamente solo per bruciare bitcoin) 2) se i bitcoin rimangono per diverso tempo associati all'indirizzo, è estremamente improbabile che la chiave privata sia conosciuta da più persone che in accordo non muovono i bitcoin (in realtà questo avviene di sicuro con gli indirizzi multi-firma, ma questo è un altro discorso); anzi, quando i bitcoin rimangono fermi per veramente molto tempo, tipo 10 anni, cresce la probabilità che la persona che aveva la chiave privata l'abbia persa (o è morta), mentre tende a zero la probabilità che ci siano n persone che conoscono la chiave e di mutuo accordo non tocchino i bitcoin 3) l'unico modo di 'dimostrare' di non aver condiviso la chiave privata con altri è quello di esporsi a un rischio misurabile: lasciare i bitcoin sull'indirizzo (o in caso l'indirizzo sia stato svuotato, reinviare dei bitcoin su quell'indirizzo)
|
|
|
si stava chiaramente parlando del proprietario originale, quindi se ho un bitcoin e firmo l'indirizzo associato, non importa se io poi l'ho rivelato a 1000 individui, che a loro volta dovranno firmare per provare che è adesso in loro possesso
perché con il timestamp si evincerà chiaramente che 10 15 30 minuti prima quei bitcoin erano associati ad un indirizzo che era ancora in mio possesso e non condiviso quindi si quei bitcoin era senza ombra di dubbio miei fino a 10 15 30 min prima
Unendo i due punti forse potremmo sintetizzare: - non è possibile (anzi non è consigliabile) dimostrare a tutti che tu eri il possessore (anche perché potrebbe essere pericoloso farlo) - ma è senz'altro possibile che tu possa dimostrare a chi dovesse indagare per AML che eri il possessore in quel momento dei Btc: se convocato avrai gli strumenti tecnici per dimostrarlo (explorer, mostrare l'address dalla pk, ecc)
Ma ai fini del ns ragionamento è proprio questo secondo punto che ci interessa: sei in grado di dimostrare che eri possessore ? risposta: sì, dimostrandolo SOLO a chi dovesse indagare, non a tutti.
Un'osservazione, ci sono 2 fatti distinti: a) io posso dimostrare di essere a conoscenza della chiave privata solo nel momento in cui la uso (di solito quando spendo da un indirizzo A a un indirizzo B oppure quando firmo un messaggio) b) ma nel momento in cui dimostro di conoscere la chiave usandola per firmare una transazione, non posso più dimostrare di essere stato in possesso di quei bitcoin (il fatto di aver effettuato la transazione non è una prova, e neppure lo sarebbe a questo punto firmare dei messaggi) La conoscenza di una chiave privata ha importanza infatti solo se è relativa a un indirizzo che attualmente ha dei bitcoin, se l'indirizzo fosse svuotato la chiave privata non proverebbe più nulla (nè sul presente, nè sul passato). Se oggi muovo dei bitcoin dall'indirizzo A (sul quale stavano fermi da anni) a un indirizzo B, come faccio a dimostrare che sono anni che io conoscevo la chiave privata di A? E' questo il punto. Potrebbe avermela rivelata il 'vero' possessore dell'indirizzo A proprio adesso, solo nel momento cioè in cui lui (e non io) ha spostato i suoi fondi dal suo indirizzo A sul mio indirizzo B. Esempio: 1) ho dei soldi da riciclare, compro oggi 10 bitcoin che si trovano su un indirizzo A da 5 anni; nel momento in cui acquisto i 10 bitcoin, il venditore oltre a inviarmi i bitcoin sul mio indirizzo B mi fornisce anche la chiave privata di A. Io non posso provare che possedevo quei 10 bitcoin da 5 anni, anche se attualmente ho la chiave privata di A (e di B). Posso provare invece in qualsiasi momento di possedere da oggi i 10 bitcoin sull'indirizzo B (ma solo finchè non li muovo) In questo caso va tutto bene, poichè effettivamente non sono stato il vero proprietario di quei 10 bitcoin negli ultimi 5 anni 2) ma se invece avessi effettivamente acquistato io i bitcoin 5 anni fa, li avessi messi sull'indirizzo A e oggi avessi spostato i fondi sull'indirizzo B? Non sarebbe assolutamente possibile distinguere questa situazione dal caso 1, perchè la conoscenza attuale della chiave di A non prova da sola assolutamente nulla (è la chiave di un indirizzo ormai vuoto, e come tale non ha valore alcuno). Quello che serve sempre è un altro dato, che permetta questa serie di collegamenti: il bonifico da una banca --> account di un exchange --> transazione verso l'indirizzo A --> transazione verso l'indirizzo B (indirizzo B contiene attualmente i bitcoin) In questa catena l'unica cosa veramente inutile è la chiave privata di A, mentre tutte le altre informazioni sono fondamentali per dimostrare la proprietà.
|
|
|
120 milioni ti riferisci al momento "attuale" di utilizzatori?
Sì, quella è la stima attuale (ma ce ne sono altre); ovviamente se parti invece da 150 milioni come dato attuale di partenza, la proiezione con 4 miliardi diventa minore: 26.7 * 1.174 = 31.34 -> 40k$ - 68k$ diventano rispettivamente : 1.25M$ - 2.1M$ Una piccola osservazione: passando da 'a' a 'b' utenti (fattore di moltiplicazione b/a), la formula dice che il valore si moltiplica per b/a * log(b)/log(a) ora il rapporto log(b) /log(a) << b/a, e soprattutto il rapporto tra i logaritmi continua a decrescere anche se b/a è costante al crescere di 'a' e 'b' mi spiego, esempio: b/a = 2 fisso; a=5, b=10 logb/loga = 1.43 fattore di moltiplicazione del valore = 2 * 1.43 = 2.86 a=50, b=100 logb/loga = 1.177 fattore di moltiplicazione del valore = 2 * 1.177 = 2.35 a=120M, b=240M logb/loga = 1.037 fattore di moltiplicazione del valore = 2 * 1.037 = 2.07 il fattore logb/loga è il fattore di 'correzione' che va a integrare appunto il semplice fattore lineare b/a; questo fattore di integrazione non tiene conto solo del rapporto tra 'b' e 'a' ma anche del valore assoluto di 'b' e 'a' (cioè non tiene conto solo della crescita percentuale del numero degli utenti, ma anche della dimensione della rete su cui si innesta questa crescita). Aumentare il numero di utenti ha un vantaggio diretto che possiamo riassumere così: visto che per usare la rete Bitcoin serve il token bitcoin, l'aumento degli utenti crea una domanda aggiuntiva del token e ne fa salire il prezzo.
Ma, l'aumento del numero di utenti genera anche un beneficio indiretto. Se aumentano gli users, aumenteranno gli investimenti sulla rete Bitcoin e questo produrrà un aumento di valore della stessa che si ripercuoterà sul valore del token che "traccia" l'andamento della Rete in modo simile a come fa un titolo azionario con il valore di un'azienda.
...
Se passassimo a 4 miliardi di utenti, il beneficio di gran lunga maggiore non sarebbe rappresentato dall' aumento di domanda esercitata da quei nuovi utenti, ma dagli investimenti che una rete così globale sarebbe in grado di attirare.
In teoria b/a dovrebbe misurare il vantaggio diretto, mentre logb/loga è una misura del vantaggio indiretto; il punto delicato secondo me è dove siamo veramente ora: ancora in un momento di crescita esponenziale del valore (in funzione del numero di utenti) o possiamo già applicare la stima di Zipf? Secondo le stime più accreditate un pò oltre, tra i 120 e i 150. Il dato è un pò diverso da quello dei social network perchè per questi ultimi contano solo gli active users, che nel caso di btc non esistono perchè anche gli hodler duri e puri sono "active" users Vero, anche se non tutti gli user valgono allo stesso modo: la legge di Zipf assegna un contributo al valore dato alla rete molto disomogeneo in senso 'temporale'; in pratica riconosce un contributo dato al valore della rete molto maggiore ai primi entrati, ma esiste anche una capacità di incidere (sia a livello di capitali che di pubblicità) molto diversa tra gli utenti anche a parità di momento nel quale si sono uniti alla rete. Se Bitcoin seguirà l'adozione di Internet (e finora lo ha fatto, anzi è stato un pò più rapido), raggiungeremo il miliardo di utenti nel 2026-2027 e i 4 miliardi 10-12 anni dopo. Raggiungere il miliardo nel 2026 significa raddoppiare la base di utenti in media un pò meno che ogni 2 anni.
Quindi la parte importante della previsione è che una buona parte della popolazione (metà della popolazione mondiale) tra il 2035 e il 2040 utilizzerà bitcoin: molto interessante.
|
|
|
Posso chiedervi come siete arrivati a questo numeri?
Nel mio caso è una semplice proiezione lineare del numero di utenti. Se con 120 milioni siamo arrivati nel range 40k$-68k$, con 4 miliardi siamo tra i 1.3M$ e i 2.2M$ Che ho prudentemente abbassato a 1m$ minimo. Questa proiezione si basa quindi su un'ipotesi davvero importante, ovvero 4 miliardi di utenti. Se ora siamo 100 milioni, la strada è ancora lunga. Ho notato che ultimamente la crescita di LN è molto rallentata (sia a livello di capacità di rete, sia a livello di numero di canali), siamo probabilmente in una fase poco positiva. La domanda allora diventa: quanto tempo ci vorrà per arrivare a 4 miliardi di utenti? O anche solo a 1 miliardo? ------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ Non conoscevo neanche io la legge di Zipf, quindi partendo dai dati attuali i calcoli sarebbero: 4 miliardi / 120 milioni * log(4 miliardi) / log(120 milioni) ovvero 33.3 * 1.19 = 39.6 questo è il fattore di moltiplicazione del valore se si passasse da 120 milioni a 4 miliardi di utenti quindi 40k * 39.6 = 1.5M$, 68k * 39.6 = 2.7M$ Il dato 'negativo' è quindi che se la base utenti raddoppiasse, il valore della rete aumenterebbe 'solo' di 2.07 volte; detta altrimenti, per superare stabilmente il muro dei famosi 100k$ deve almeno raddoppiare la base utenti (e potrebbe non bastare).
|
|
|
Concludendo, non necessariamente devono avvenire le stesse cose del 1530, e non necessariamente tutti sono improvvisamente onesti e interessati al bene comune nello sconfiggere la pandemia, in mezzo esistono milioni di sfumature.
Dal momento che lo sviluppo dei vaccini è alla portata di pochissimi, e dal momento che parliamo di un farmaco con altissimo interesse commerciale (potenzialmente, dosi per 7 miliardi di persone), possono esserci dei dubbi sulla buona fede di chi ci vende la cura per salvare l'umanità?
Non tutti sono onesti e interessati al bene comune, ma la maggior parte sì; questo per lo stesso motivo per il quale funziona la blockchain, perchè è molto più probabile che si crei una maggioranza che lavora in favore del funzionamento del sistema (visto che un sistema che funziona tra l'altro torna comodo a tutti) piuttosto che si crei una maggioranza che cerca di boicottare il sistema. La nostra società fondamentalmente 'funziona'? In modo molto imperfetto ma sì, funziona, e questo non sarebbe possibile se la maggioranza delle persone remasse contro. Lo sviluppo dei vaccini è alla portata di pochissimi? Certo, anche il mining. E allora? Per me non esiste neanche un tema vero sulla "buona fede" di chi produce la cura e di chi la vende; se essa funziona (e funziona, seppur con i limiti di cui si è detto) ovviamente avrà un mercato; altrimenti no. Ripeto, ci sono occhi dappertutto, produrre un vaccino che non funziona e indurre le persone a prenderlo è come provare a costruire una tx irregolare e cercare di pagare sottobanco la maggioranza dei miner perchè la includano in un blocco: ammesso che succeda, come fai poi a convincere la maggioranza dei nodi a validarla? Ad accettarla come moneta di scambio? Internet e l'informazione globale, con tutte le proprie pecche e limitazioni, rende del tutto improbabile che si possa imbrogliare una larga fetta della popolazione per molto tempo: dopo 1 anno di vaccini somministrati su mezzo pianeta, è ancora plausibile che si tratti di una truffa a favore di 3 aziende farmaceutiche che pagano tutti i controllori/informatori/stati/ecc ? O è più probabile che i vaccini siano effettivamente utili? Ci sono troppe persone coinvolte e troppa attenzione sulla questione della pandemia perchè si riesca a imbastire una sorta di truffa di Stato a favore di pochissimi e a danno di tutti gli altri. Questa la mia opinione.
|
|
|
Lettura interessante:
“Quando la peste bubbonica colpì Ginevra nel 1530, tutto era già pronto. Fu persino aperto un intero ospedale per gli appestati. Con medici, paramedici e infermieri. I commercianti contribuivano, il magistrato dava sovvenzioni ogni mese. I pazienti davano sempre soldi, e se uno di loro moriva da solo, tutti i beni andavano all’ospedale.
Ma poi è successo un disastro: la peste andava spegnendosi, mentre le sovvenzioni dipendevano dal numero di pazienti.
Non esisteva questione di giusto e sbagliato per il personale dell’ospedale di Ginevra nel 1530. Se la peste produce soldi, allora la peste è buona. E poi i medici si sono organizzati. All’inizio si limitavano ad avvelenare i pazienti per alzare le statistiche sulla mortalità, ma si sono presto resi conto che le statistiche non dovevano essere solo sulla mortalità, ma sulla mortalità da peste. Così cominciarono a tagliare i foruncoli dai corpi dei morti, asciugarli, macinarli in un mortaio e darli agli altri pazienti come medicina. Poi iniziarono a spargere la polvere sugli indumenti, fazzoletti e giarrettiere. Ma in qualche modo la peste continuava a diminuire. A quanto pare, i bubboni essiccati non funzionavano bene.
I medici andarono in città e di notte spargevano la polvere bubbonica sulle maniglie delle porte, selezionando quelle case dove potevano poi trarre profitto.
Stai confrontando quello che è successo in un singolo ospedale del 1530 con quello che avviene oggi nel 2021 in gran parte del mondo. Le dinamiche perverse che si possono generare all'interno di piccole organizzazioni (e ci sono anche oggi) non sopravvivono facilmente su scale più grandi, non 'scalano' bene semplicemente perchè diventerebbero ben visibili e il gioco sarebbe scoperto. E oggi gli occhi sono dappertutto. Spero che tu non pensi che i medici (nel senso: la stragrande maggioranza dei medici di oggi) si concentri su come far star male più a lungo un paziente invece di aiutarlo. Se questa è la tua visione stai lontano da tutti gli ospedali e non fidarti proprio mai di nessuno. C'è sempre la possibilità di trovare un medico con cattive intenzioni, ma queste sono eccezioni, non la regola, o altrimenti noi due viviamo in due mondi paralleli.
|
|
|
Aspetto ancora una risposta a una semplice considerazione rispetto agli ipotetici effetti a lungo termine del vaccino: se sei guarito dal Covid, che quindi significa che il virus ha avuto tempo di infettare col suo RNA milioni delle tue cellule, prima di essere neutralizzato dai tuoi anticorpi, come mai non ti poni minimamente il problema di possibili effetti a lungo termine di tali interazioni, e invece ti preoccupi di quelli di un frammento minuscolo e circoscritto di tale RNA, di cui è appunto costituito il vaccino a mRNA?
Ho parlato con diverse persone, di diverse opinioni, e il punto è questo: da una parte c'è chi pensa come me (e immagino come te) che si siano solo 2 opzioni: 1) mi vaccino ( e forse non mi prendo il virus, o lo prendo in forma indebolita) 2) non mi vaccino, quindi decido coscientemente di affrontare il covid con il mio fisico allo stato 'naturale' (scelta poco logica) Altre persone pensano invece che ci siano 3 possibilità: 1) mi vaccino ( e forse non mi prendo il virus, o lo prendo in forma indebolita) 2) non mi vaccino, prendo il covid e lo affronto con il mio fisico allo stato 'naturale' 3) non mi vaccino, e potrebbe essere che non prendo mai il covid, così come potrebbe essere che arrivino rimedi migliori in futuro, in sostanza posso evitare sia il vaccino che il covidSe ci pensi il covid non si vede, mentre il vaccino banalmente sì (non sto scherzando), a livello psicologico non fare qualcosa (come non vaccinarsi) è avvertito come più sicuro (mantenere lo status quo) di compiere un'azione attiva come quella di iniettarsi un farmaco. Il problema è che il scenario del punto 3) è estremamente improbabile, ma psicologicamente più rassicurante. E' chiaro che se ci fosse una possibilità molto concreta (che non c'è) di rinunciare sia al vaccino che al covid, tutti la sceglieremmo; per nostra sfortuna questa possibilità (rinunciare al covid) non c'è. Punto. Non ci possiamo fare niente. La scelta è se dover affrontare ipotetici effetti a lungo termine di un vaccino o quelli del covid preso senza alcuna protezione, la scelta non è prendere il vaccino o non prendere nulla rimanendo sani.
|
|
|
Una similitudine può essere: andare in aereo è x volte più sicuro che andare in macchina. E quindi? E' sempre conveniente andare in aereo? Smettiamo di andare in macchina per comprare il pane? Non esistono incidenti aerei? Esistono tratte statisticamente insicure anche in aereo? Iniziamo a preferire l'aereo per ridurre, ed evitare che le macchine si schiantino sui poveri anziani?
Io non vedo nessuno che fa queste analisi riguardo ai vaccini. Ovvero, se statisticamente il miglioramento nella qualità della vita è risibile, è conveniente farlo o meno questo vaccino? O nel dubbio meglio vendere dosi a più non posso?
....
Giovanotto, vuoi fare un vaccino nuovo? Fallo subito, nessuno te lo impedisce, ma niente obbligo.
Potrei in larga parte essere d'accordo sul tuo discorso tranne sulla frase evidenziata: in questo caso il miglioramento nella qualità della vita non è risibile; i vantaggi sono, partendo dal singolo: 1) salute personale nel breve termine 2) salute delle persone con cui vivo 3) ospedali non intasati Certo, se la stragrande maggioranza dei cittadini (come effettivamente sta avvenendo) si vaccina, allora il punto 3) (ma solo grazie a chi si è vaccinato) potrebbe non dipendere dalla scelta di vaccinarsi dei giovani; ma la salute personale? Saranno pochissimi i giovani che muoiono, ma le altre conseguenze? E le conseguenze di chi sta intorno (madri incinte, genitori anziani, ...)? Onestamente tra il costo (in tutti i sensi) di un vaccino e il miglioramento nella qualità della vita personale e non, io vedo un chiaro vantaggio del secondo sul primo; poi ognuno si farà i propri conti.
Più in generale, a livello di tutta la società, in questo periodo particolare le scelte di ciascuno hanno una certa influenza non solo su se stessi ma anche sugli altri (purtroppo è così, non c'è nulla da fare).
Altra leva sbagliata passata dai media. Se i miei anziani di 60 anni sono vaccinati, sono protetti. Altrimenti il vaccino non funziona. Quindi io posso essere contagioso, ma loro, al più, prenderanno la malattia in forma lieve. Falso, non sono 'protetti'. Sono meno a rischio. Dalla tabella che ho inserito qualche post fa, si vede chiaramente che con il vaccino si può andare in terapia intensiva, l'ho anche spiegato, il vaccino funziona vuol dire che abbassa la probabilità di finire in terapia intensiva, non che lo evita del tutto. Ad oggi ci sono vaccinati che finiscono in terapia intensiva, è ovvio, li hai visti i dati? E' un fatto probabilistico, non 0 o 1.
|
|
|
Visto che stiamo parlando di vaccinare chiunque (con giovamento economico di alcuni attori), sarebbe il caso di tirare fuori un po' di dati.
Se un 1 giovane su 1 000 000 muore di covid post vaccino
e 5 giovani su 1 000 000 muoiono di covid senza vaccino
Personalmente sono contrario alla vaccinazione obbligatoria, ognuno (giovani adulti compresi) deve compiere certe scelte in autonomia (mentre il discorso per i bambini piccoli è più delicato, visto che lì decidono i genitori). Ogni giovane deve poter decidere in autonomia visto che (per sua fortuna) ha la possibilità di diminuire in modo significativo una seppur molto piccola probabilità di subire danni da covid. Io, giornalista che ricevo un bonifico, diciamo di 50k eur, appena vedo l'accredito sul conto corrente, posso scrivere un titolo, mi raccomando, sottolineiamolo, confermato dalla scienza: un giovane ha probabilità cinque volte maggiore di morire senza vaccino. E giù tutti a segarsi sui titoli azionari farmaceutici: i giovani adesso hanno una necessità in più da soddisfare.
Non viene considerata la rilevanza statistica, che su numeri così bassi fa diventare la ricerca inutile, ma chissene.. Il titolo c'è ed è pronto.
Se togli l'obbligo vaccinale quello che hai detto vale per qualsiasi cosa: quanti giovani sono indotti a spendere 1000 euro per uno smartphone senza averne 'realmente' bisogno? Quanta informazione, pur essendo tecnicamente corretta, diventa uno stimolo a comprare? Saranno i giovani a decidere se questa è una necessità in più o meno da soddisfare. Dal mio punto di vista che Pfizer o Apple si arricchiscano non deve interessare, buon per loro. Ma non è che un giovane deve basare la propria scelta di vaccinarsi o meno per evitare di arricchire qualcuno. O il vaccino gli serve, o non gli serve. Oltre al giovamento sanitario personale indiscutibile (seppure riferito su piccole probabilità), rimane anche la questione del giovamento sanitario sulle altre persone con cui i giovani vivono: qui non si tratta di retorica, se un ventenne vive con 2 genitori cinquantenni e oltre, il fatto di vaccinarsi riduce non solo la propria probabilità di ammalarsi, è un processo a catena. Più in generale, a livello di tutta la società, in questo periodo particolare le scelte di ciascuno hanno una certa influenza non solo su se stessi ma anche sugli altri (purtroppo è così, non c'è nulla da fare).
|
|
|
Di fronte a questi tipi di ragionamenti rimango sempre perplesso: se l'emergenza è una scusa, quale dovrebbe essere il vero motivo che spinge governi di mezzo mondo a spingere per i vaccini? A imporre restrizioni?
Mia idea non documentata: spingere il fatturato di qualche azienda a più non posso. Il pretesto c'è ed è servito su un piatto d'argento. Spiegazione molto debole a mio avviso, sicuramente non la più probabile. I numeri ben documentati delle terapie intensive e dei decessi (non solo in Italia) offrono una spiegazione ben più convincente, si spinge ad usare i vaccini perchè servono. Il fatto che chi li produca tragga giovamento (economico) è solo una conseguenza del fatto fondamentale che chi consuma i vaccini ne trae giovamento (sanitario). Non penso invece che il vaccino covid porterà a grossi effetti collaterali (ci sarebbe da fare un nuovo processo di Norimberga), nonostante ciò non trovo giusto il roll-out fatto in questo periodo. Non si può ragionare sui "non penso" con gli effetti a lungo termine.
E come pesi gli effetti a lungo termine del covid stesso? Visto che il covid c'è (non è un'ipotesi), perchè gli effetti a lungo termine del vaccino (se mai esistono) ti preoccupano più degli effetti a lungo termine del covid (se non altro più probabili)? La scelta è ripeto tra: 1) vaccino 2) covid (preso da non vaccinato) dove la scelta 1) a volte porta a: vaccino + covid preso da vaccinato Gli effetti della scelta 2) sono peggiori nel breve termine (è tutto ben documentato) e non c'è alcun motivo per ritenere che gli effetti a lungo termine della scelta 2) siano invece meno pesanti di quelli della scelta 1) (anzi, ci sono tutti i motivi per ipotizzare proprio il contrario).
|
|
|
Il ricatto è chiaro ai miei occhi: o vi vaccinate (tutti, neonati, giovani e adulti) o vi mettiamo in lockdown. Nessuna via di mezzo, anche se i contagi pericolosi sono per la maggior parte quelli degli anziani e vaccinando loro (se il vaccino funziona) siamo apposto.
No, il "vaccino funziona" non significa purtroppo che un anziano vaccinato non può finire in terapia intensiva, la possibilità rimane, il " vaccino funziona" (ed è vero) significa che diminuisce significativamente il peso (la probabilità) di questa possibilità, non che la esclude completamente. Ad esempio la tabella a pag. 32 di questo bollettino è emblematica (si riferisce al mese di ottobre 2021): https://www.epicentro.iss.it/coronavirus/bollettino/Bollettino-sorveglianza-integrata-COVID-19_10-novembre-2021.pdfesempio: fascia d'età 80+: in terapia intensiva 10,9 persone non vaccinate, 2,9 persone vaccinate calcoliamo la probabilità per una persona di quella fascia d'età di finire in terapia intensiva: poichè il 98% (in realtà di più, ma non ho qui sotto mano i dati precisi) dei 100k è vaccinata con almeno una dose, abbiamo per i 2 gruppi, vaccinati e non vaccinati: vaccinati: probabilità di finire in terapia intensiva nel mese di ottobre: 10,9 / 98000 non vaccinati: probabilità di finire in terapia intensiva nel mese di ottobre: 2,9 / 2000 La prima probabilità è circa 13 volte maggiore della seconda, in linea con i dati di questa tabella https://tg24.sky.it/cronaca/2021/12/07/covid-vaccinati-non-vaccinati-confronto#10mentre nella fascia 40-59 è ancora più forte la differenza: https://tg24.sky.it/cronaca/2021/12/07/covid-vaccinati-non-vaccinati-confronto#11Quindi sì, il vaccino funziona in modo evidente, purtroppo non elimina la possibilità per chi lo prende di finire in terapia intensiva, motivo per cui ostacolare il più possibile la circolazione del virus è importante (non basta vaccinare le fasce più deboli). Bisogna sempre ragionare in termini probabilistici, quindi non è assolutamente vero che se vacciniamo gli anziani allora siamo a posto. I numeri dicono che non basta. Per quanto mi riguarda, la scelta alla fine è semplice: 1) o mi vaccino (e il covid troverà un organismo vaccinato) 2) o non mi vaccino (e il covid troverà un organismo non vaccinato) Non c'è una terza opzione; aspettare significa avere meno paura di affrontare il covid (che comunque arriverà) da vaccinati che affrontare il covid da non vaccinati (un non senso logico). Oppure significa avere più paura degli effetti del vaccino rispetto agli effetti del covid. Le morti, le TI piene, vengono usate come leva per farci fare cose che mai avremmo pensato.
L'emergenza è una scusa per calpestare diritti, e alla maggior parte della gente va bene così. Se dicessero che bisogna uscire di casa bendati, per tutelare la salute dei nostri anziani, in molti lo farebbero.
Guarda caso il green pass lascia comunque lavorare la gente con il tampone, per non far fermare il paese. Invece ristoranti, ecc... diventano un privilegio.
Di fronte a questo tipo di ragionamenti rimango sempre perplesso: se l'emergenza è una scusa, quale dovrebbe essere il vero motivo che spinge governi di mezzo mondo a spingere per i vaccini? A imporre restrizioni? Davvero la spiegazione più ovvia (l'emergenza sanitaria) la scarti, a favore di che cosa? "Ai governi piace calpestare i diritti delle persone e alla maggior parte della gente va bene così. Se dicessero che bisogna uscire di casa bendati, per tutelare la salute dei nostri anziani, in molti lo farebbero" Tranne il semplice fatto che nel caso reale che stiamo vivendo noi i motivi razionali delle restrizioni ci sono eccome, ben documentati. Non serve affatto fidarsi del governo italiano, ciascuno da sè dovrebbere essere in grado di riconoscere la sensatezza di certe misure (dalle mascherine ai vaccini) per rallentare la circolazione del virus e mitigarne gli effetti. Un conto poi è discutere su alcuni dettagli (mascherina all'aperto, ...), un conto è mettere in discussione l'impianto generale (vaccini compresi).
|
|
|
|