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781  Local / Italiano (Italian) / Re: BITCOIN PUMP! on: December 15, 2018, 05:46:31 PM
Ho notato oggi che il numero totali di indirizzi con btc è calato nell'ultimo mese (almeno che non ci siano errori di calcolo nel mio script),
apparentemente siamo tornati indietro di circa 2 mesi:


Blocco         Numero indirizzi con btc                    Data

544748               22.698.616                               07/10/2018
547944               22.787.699                               30/10/2018
550211               22.901.388                               15/11/2018
553960               22.716.163                               15/12/2018


La differenza nell'ultimo mese sta quasi tutta negli indirizzi P2SH (-200k)

15/11/2018
Output         NumIndirizzi         Bilancio

P2PKH           18.520.005      10.391.312
P2SH               3.913.248       5.083.434
P2PK                     38.661        1.759.929
P2WPKH               61.934           129.948
P2WSH                 19.408             10.192



15/12/2018

P2PKH      18.503.292          10.330.210
P2SH          3.716.176           5.182.454
P2PK                38.605            1.759.018
P2WPKH           85.281              136.593
P2WSH             24.293                13.402


782  Local / Discussioni avanzate e sviluppo / Re: Visioni di bitcoin on: December 14, 2018, 08:14:10 PM
....
Se ai miners fosse bastato metter su migliaia di nodi farlocchi con cui prendere il controllo della rete, perché non lo hanno fatto? Perché non sarebbe servito a nulla: si sarebbe subito visto che si trattava di nodi “finti”, centralizzati e il risultato sarebbe stato quello di un’imposizione non consensuale che avrebbe fatto sprofondare il valore della rete ( e del token), la prima cosa che i miner vogliono evitare.

E comunque il costo non sarebbe stato da ridere: si sa ad esempio che i soggetti che controllano bcash spendono 1,2 milioni di dollari all'anno per mantenere nodi farlocchi su Alibaba  per una cripto centralizzata come bcash (https://www.ccn.com/bitcoin-cash-network-highly-centralized-49-of-all-nodes-run-on-alibabas-facilities-bitpico/), immaginate quanto sarebbe costato farlo su bitcoin magari sparpagliandoli per il mondo per farli sembrare reali e non tutti sullo stesso server rack come nel caso di questa shitcoin.

Quindi secondo te l'ipotesi di gbianchi secondo la quale i miner potrebbero mettere su migliaia di full node non sarebbe percorribile in quanto si vedrebbe che i nodi sono "finti"?

Per i costi inizialmente pensavo sarebbero stati irrisori, al momento vengono minati circa 657000 bitcoin all'anno, moltiplicato 3000 dollari diciamo che i miner devono investire complessivamente intorno ai 2 miliardi di dollari l'anno. Se un miner ha il 10% di hash rate (quindi spende 200 milioni di dollari l'anno), spendere 5/10 milioni di dollari in più per i full node non dovrebbe in teoria essere per lui un problema eccessivo.

Ma d'altra parte è anche vero che mentre con l'hash rate c'è una proporzionalità diretta tra quanto spendi e quanto incassi (se hai il 10% dell'HP hai il 10% dei btc minati), nel caso dei full node se hai solo il 10% dei full node non hai molto in mano.

Se sei un miner e vuoi dei full node per avere un ritorno economico particolare devi:

1) assicurarti (a differenza dell'HP) prima di avere una maggioranza (nel qual caso devi competere contro utenti e altri miner non d'accordo con te per ottenere quella maggioranza di full node)

2) una volta ottenuta una costosa maggioranza, devi cercare di indirizzare tutto il sistema verso una catena che implementi le modifiche preferite sperando di riuscirci (e senza garanzie di riuscita in questo senso)

Effettivamente rimane molto più semplice per i miner non cercare di avventurarsi in modifiche politico-ideologiche. In un certo senso è confortante che i miner non abbiano particolari interessi in bitcoin se non di natura prettamente economica. Lavorano e basta.

Anzi per i miner in questo senso potrebbe risultare economicamente vantaggioso lasciare che la stragrande maggioranza dei full node sia reale, in questo modo si assicurano di ricevere costanti e immediati feedback da parte degli utenti che sono i veri protagonisti.




Bitcoin è governato da un processo di consenso distribuito dove ogni soggetto è orientato alla massimizzazione del profitto. La struttura "politica" con cui questo consenso si forma è una democrazia diretta con barriere all'entrata molto basse, i costi di eseguire un full-node. Chi controlla un full-node è di fatto un "governante" insieme a altre migliaia di utenti. Dato che lo scopo di ogni utente attivo è la massimizzazione del proprio profitto, la volontà della maggioranza dei nodi esprime la cosiddetta "economic majority", cioè la direzione che la maggioranza dei membri della comunità vuole far prendere al progetto. L'aspetto maggiormente interessante, che è una peculiarità della "governance" bitcoin, è che, appena si forma questa maggioranza, la minoranza ha convenienza economica a seguire solo e soltanto due possibili vie:

1)adeguarsi alla maggioranza rendendo il progetto più unito e quindi aumentando il valore del token sottostante (come accaduto con segwit2x
2)forkare via, creando un altcoin non ostile nella sostanza al progetto originale (ricordate che bcash nonostante si dichiarasse il vero bitcoin, implementò una replay protection forte per impedire replay attacks tra le due chain dopi il fork:  la volontà quindi non era certo quella di un attacco vs la legacy chain)

Quello che la minoranza non avrà mai la convenienza a fare è un attacco diretto contro la maggioranza perchè, attraverso il meccanismo degli incentivi e attraverso il valore del token sottostante che tutti possiedono, ne avrebbe un danno economico diretto ed inutile. L'assenza di un Creatore del progetto evita che questo meccanismo possa essere alterato da una mediazione politica del Capo e lascia che le forze economiche facciano il loro corso.


E' un punto interessante che vale la pena di sottolineare.
La forza economica maggiore non è quella dei miner (che pure mettono nel piatto moltissimi soldi) ma quella degli utenti.

Alla fine chi ha speso più soldi (in valuta fiat), i miner o gli utenti? Senz'altro gli utenti, visto che i miner hanno sicuramente complessivamente ricavato finora più di quanto hanno speso, e questa differenza positiva da dove arriva se non dagli utenti?

D'altra parte i miner sono legati a bitcoin (mi verrebbe da dire "dipendenti") molto più degli utenti: se l'interesse degli utenti cala, il prezzo cala e per il miner non è facilissimo e indolore uscire senza perdite visti gli investimenti importanti necessari per poter accedere al mining.
 
Invece per i singoli utenti è molto meno costoso decidere di lasciare i bitcoin e passare ad altro: il valore del bitcoin viene solo da loro, e nel momento in cui bitcoin non risponde più alle loro esigenze possono disfarsene velocemente.

In questa dinamica si vede perchè ha senso "ancora" parlare di sistema decentralizzato, il potere dei miner di scrivere i blocchi non è il vero potere che muove tutta la baracca, il motore di tutto il sistema sono gli utenti.



Se la rete si mantiene decentralizzata e i soggetti coinvolti ragionano da "homines economici", bitcoin sarà sempre inattaccabile dall'interno

L'unico caso in cui un gruppo di soggetti avrà convenienza ad attaccare bitcoin è quello rappresentato da una predominanza della finalità politica su quella economica. Soggetti interni alla comunità secondo me questa predominanza non ce l'avranno mai, soprattutto i miners. Uno Stato, diversamente, potrebbe averla ad esempio se in futuro bitcoin minacciasse la sopravvivenza delle loro fiat coin. In quel caso uno o più Stati potrebbero avere convenienza ad attaccare bitcoin anche se questa fosse un'azione completamente antieconomica da un punto di vista finanziario (perchè costerebbe moltissimo in qualsiasi forma venisse realizzata e alla fine lascerebbe solo macerie). Bisogna vedere se ci riuscirebbero perchè i difensori di bitcoin saprebbero benissimo che una eventuale resistenza a questo attacco aumenterebbe a dismisura il valore della rete ed avrebbero quindi il massimo interesse economico a resistere.

Qui io vedo per il momento la parte debole.

Finora nessuno ha provato attacchi "kamikaze" dall'interno ma neanche dall'esterno, attacchi cioè con l'unico scopo di mettere in crisi bitcoin e basta. Semplicemente perchè non c'è l'interesse. Basti pensare anche al caso di Bitcoin Cash, basterebbe poco per affossarlo, ma nessuno si prende la briga di farlo probabilmente perchè non ne vale la pena.

Ad oggi bitcoin mi sembra ancora molto vulnerabile poichè le cifre per metterlo in crisi (dall'esterno, da parte di chi non ha interesse a conquistare un bottino ma solo a distruggere) sono basse, pochi milioni di dollari sulla carta sono sufficienti per creare enormi problemi di credibilità al sistema e si sa che minare la credibilità di qualcosa è molto più facile che costruirla e difenderla.

Quando tu dici che costerebbe moltissimo fare un simile attacco non mi trovi d'accordo.
 
783  Local / Discussioni avanzate e sviluppo / Re: Visioni di bitcoin on: December 12, 2018, 11:27:12 AM
Infatti la mia convinzione e' che queste regole non siano affatto immutabili, proprio perche',
a parte qualche linea guida, direi che le regole sono un work in progress.

Immagino che sarebbe estremamente arduo mutare la regola dei 21.000.000, perche' e' semplice,
comprendibile da tutti, di larghissimo "marketing"


Ma come sapete esistono i BIP, ossia i Bitcoin Improvement Proposals, che sono piu' o meno
l'equivalente delle RFC internet.
...
Mi chiedo, a parte la discussione "Politica" quandi utilizzatori di Bitcoin hanno davvero la comprensione
profonda di cosa sia segwit ?
...
Anche la gestione di un bug e' in fondo il cambiare le regole in corsa, per giunta
con la fretta di fare presto per evitare disastri.

Questo per dire che queste "regole immutabili" sono un pugno di regole (come quella dei 21.000.000)
cosi' semplici e comprensibili da tutti che probabilmente saranno davvero immutabili,
ma poi c'e' una marea di regole via via piu' complesse, tecniche e incomprensibili ai piu',
che invece sono mutabili eccome
.
...
So che l'idea delle regole immutabili ed eterne e' molto rassicurante, ed infatti
alcune regole sembrano proprio "ritagliate" apposta per dare questa illusione

(le piu' semplici e con basso quoziente di preparazione tecnica per coprenderle)

Ma tutte le volte che vedo la parola "assoluto" riferita a qualcosa di umano,
rimango perlomeno perplesso.

Le affermazioni che ho evidenziato secondo me non sono consequenziali.

Se io compro bitcoin è perchè ho alcune necessità di base, poter fare una transazione senza censure, essere sicuro che nessuno può prendere i miei btc senza la mia chiave privata, essere sicuro che se acquisto 1 btc avrò sempre una percentuale fissa del totale di btc in circolazione (no inflazione dovuta ad aumento di liquidità).

E' chiaro quindi che a me utente di molti dettagli tecnici importa relativamente, è giusto che sia così, quando compro un'auto è perchè voglio spostarmi da A e B in sicurezza, non mi interessano i dettagli del motore o della trasmissione.

Io utente devo essere rassicurato su alcuni dati di base, nel caso di bitcoin i 21 milioni, che non sono affatto un dato di puro marketing ma qualcosa di essenziale che distingue nettamente i bitcoin dai dollari.

Non vedo perchè le regole base dovrebbero essere ritagliate apposta per dare l'illusione dell'immutabilità, sarebbe come dire che il fatto che un'auto si muova quando accendo il motore serve solo a rassicurarmi sulla funzionalità dell'auto per impedirmi di vedere il resto, no, il movimento è sostanzialmente l'obiettivo di chi compra l'auto, così come il fatto che i bitcoin siano in quantità finita è dirimente nella scelta di dove investire i propri risparmi, altri particolari come il formato di una tx o il metodo di firma sono meno importanti per l'utente.

Detta in altri termini, l'utente medio accetta di buon grado modifiche di cui ignora il senso se ciò che per lui è importante non si tocca, dal suo punto di vista bitcoin è realmente immutabile in ciò che a lui serve.
784  Local / Discussioni avanzate e sviluppo / Re: Visioni di bitcoin on: December 12, 2018, 11:00:06 AM
premessa tecnica

ricordo che tempo fa ho fatto esperimenti di mining su una coin che aveva poco hashpover, e la minavo in solitaria..
La prima cosa che ho fatto e' stata mettere su un full node, perche'se trovavo un blocco volevo essere certo
di avere sotto controllo la gestione del nodo che avrebbe sparato in rete il prezioso blocco trovato,
non avevo nessuna intenzione malevola, solo volevo gestire io la cosa.

Ora, pensa ad un miner vero di bitcoin, che razza di valore ha un blocco, e' ovvio che ti doterai
di tutto il possibile per evitare che quando lo trovi non vada buttato via, quindi anche solo per motivi
tecnici di velocita' di propagazione e di ridondanza, ogni pool avra' diversi full node sui quali sparare i propri blocchi.

fine premessa tecnica.

ora ci sono poco meno di 10.000 full node, ossia il costo per tenerli su se diamo una media di 500 dollari/anno  a full node
(secondo me e' alto, ma giusto per fare due conti) sono 5.000.000 di dollari l'anno.

Ossia, per i miner, avere GIA' sotto controllo tutta la rete dei full node sarebbe un costo irrisorio
(visto che spendono miliardi di dollari/anno)

quindi attenzione a dire che non e' una questione di soldi...

In effetti in questo mondo c'è sempre il problema che non si può sapere se c'è 1 miner o 1000, e se un full node e un miner sono la stessa persona o meno.

L'unica cosa che può fare un utente per tutelarsi è tenere lui stesso in piedi un full node, in questo modo è in grado di accorgersi di persona se qualcosa è cambiato. E' anche vero però come dici tu che nel momento in cui si deve prendere una decisione di fronte a un cambio del codice, se la maggioranza dei miner coincide con la maggioranza dei full node l'esito è scontato.

Rimane però il fatto che il valore del bitcoin è solo quello che gli utenti reali (quelli che il bitcoin lo usano o per lo meno lo pagano) danno al bitcoin, se sviluppatori e miner fanno troppi giochetti la moneta perderà credibilità agli occhi degli utenti e di conseguenza anche il suo valore.

Ci sono troppi occhi puntati su btc perchè qualcuno possa pensare di forzare la mano senza pagarne le conseguenze, anche se magari nel breve termine potrebbe guadagnarci qualcosa.

La credibilità di tutto il sistema rimane una questione complessa, essa va guadagnata giorno per giorno e non va mai data per scontata, il fatto che bitcoin finora si sia dimostrato affidabile non vuol dire che lo sarà anche nel futuro. A prima vista il sistema sembra ben congegnato, nel senso che sembra che sia interesse di tutti non barare nè modificare troppo il protocollo, ma è bene essere sempre critici e non fidarsi troppo, il diavolo spesso si nasconde nei dettagli.

785  Local / Discussioni avanzate e sviluppo / Re: Visioni di bitcoin on: December 12, 2018, 08:53:39 AM

e vista anche da un altro punto di vista, ritornando al discorsi che facevi tu, dove la garanzia dipende dai soldi investiti,
la sproporzione e' astronomica, ossia, un full node investe qualche decina o centinaio
di dollari per tenere su il nodo, mentre i miner investono miliardi di dollari all'anno,

quindi temo che i full node alla fine dei conti abbiano un potere molto ma molto marginale,
che pero' non saprei valutare. Potrebbe essere interessante cercare di quantificare meglio
quant' e' davvero questo potere.


La garanzia dipende dai soldi investiti ma riguarda la sicurezza delle tx che è tutt'altro discorso. E i soldi sono realmente "investiti" in ultima analisi dagli utenti, non dai miner.

Gli utenti pagano i miner per mantenere un sistema di garanzia contro la doppia spesa, e sono sempre gli utenti a decidere quanto spendere per ottenere questa garanzia (vedere calo dell'HP di questi ultimi giorni, decretato dal calo del prezzo di btc, non da una scelta volontaria dei miner).

10k nodi che spendono 500 euro l'anno per verificare le tx sono comunque 5 milioni di dollari l'anno spesi per il controllo del lavoro dei miner, che questo lavoro sia minore rispetto a quello di chi costruisce la fortezza mi sembra normale, se pago 10 operai per costruirmi una casa loro dovranno lavorare più di me che li controllo (ci mancherebbe altro! Sono comunque io che li pago, così come i miner sono pagati, il concetto di investimento da parte dei miner rischia di essere fuorviante. La Proof of Work si basa esattamente su questo concetto di asimmetria tra le risorse impiegate da controllore e controllato).

I miner scrivono le tx nei blocchi, ma perchè queste risultino effettive devono trovare un full node che le consideri valide e quindi accetti ad esempio di pagare i btc minati dai miner un certo prezzo. Ma ci devono essere i full node che considerino validi quei btc, da lì si deve passare. Per chi lavorano i miner se non per i full node?

Il significato a quei byte scritti nella blockchain li danno i full node, non i miner. Così come se io produco 1000 sedie e nessuno me le compra, qual è il loro vero valore, il lavoro impiegato da me per costruirle o il riconoscimento del mercato che me le valuta 0?

Pensa ad esempio al mercato delle auto.
Costruire un'auto è difficile, ci vogliono miliardi di investimenti. Per progettare un'auto ci vogliono molte competenze, ci vogliono degli ingegneri.
Ma sono gli ingegneri che determinano il successo (inteso come valore) di un'auto? Sono le somme investite (nel senso di anticipate nella speranza di intercettare una richiesta futura del mercato) dai produttori di auto che ne decretano il successo?

Chi produce auto può fare ovviamente delle scelte (così come fanno i miner, i produttori di bitcoin e tx) ma alla fine è il mercato degli utenti finali che sancisce la bontà o meno di un certo modello. Tra gli utenti si distinguono una piccola parte di super appassionati e di riviste specializzate che hanno un certo ruolo indiretto di controllo e soprattutto che fanno pubblicità positiva/negativa al modello ma la parola finale spetta alla grande maggioranza degli utenti, che spesso si fidano di quelli più esperti (ma non solo). Non è necessario che ogni singolo utente comprenda i dettagli dell'auto che guida, in bitcoin è un po' la stessa cosa, anche se a riguardo il concetto "trustless" va declinato con attenzione, cioè uno deve essere potenzialmente in grado di non fidarsi di nessuno ma nella realtà, a meno che non abbia le competenze per mettere su un full node, si fida esattamente di quest'ultimi.

Spesso si da per scontato che chi fa è quello che ha il potere perchè sa come fare le cose e può decidere come fare certi cambiamenti, ma nel mondo economico il valore del proprio lavoro dipende essenzialmene da un riconoscimento esterno, uno non può attribuire un valore economico al proprio lavoro da solo.

786  Local / Discussioni avanzate e sviluppo / Re: Visioni di bitcoin on: December 12, 2018, 07:42:15 AM
Concordo con la tua analisi, e il fatto stesso che non esista un elenco ufficiale esterno al codice la dice lunga sulla possibilità di modificare strada facendo alcuni parametri.

Qui si sta parlando comunque di una moneta, e quindi il paragone implicito è con la valuta fiat. Rispetto alla valuta fiat le regole base (quelle tipo la quantità di emissione totale di moneta) sono fisse (nel senso modificabili solo a patto di mettere d'accordo la quasi totalità della rete) e quindi nella sostanza si possono considerare immutabili.

Per quanto riguarda Segwit, le polemiche che ha suscitato sono nate proprio perchè ha introdotto quello che è di fatto un hard fork (aumento dimensioni del blocco, cioè un allentamento delle regole) mediante un soft fork (una restrizione delle regole precedenti), cioè ha inserito un aumento di complessità che i più non hanno capito, ingannando anche i vecchi nodi e i vecchi software, che non possono capire a loro volta (interpretare correttamente) le nuove transazioni. Quindi a livello se non altro di trasparenza non è stata un'operazione brillante.

C'è da aggiungere però che quando si presenta un bivio possibile (soft/hard fork) ci sono sempre 2 protagonisti, i miner e i full node, l'interazione dei quali decide la strada da prendere.
Un aspetto interessante è che in caso di divergenza di opinioni tra la maggioranza dei full node e la maggioranza dei miner vi sono 2 esiti teorici diversi se si parla di soft fork o se si parla di hard fork: in sostanza la maggioranza dei full node non può decidere per l'hard fork contro la maggioranza dei miner, mentre nel caso del soft fork la maggioranza dei full node ha possibilità concrete di vincere contro la maggioranza dei miner (vedere "All full nodes but one upgrade and only one miner with 1% of the hashpower upgrades" nei due casi qui ->
https://medium.com/@lightcoin/the-differences-between-a-hard-fork-a-soft-fork-and-a-chain-split-and-what-they-mean-for-the-769273f358c9 ).

Tu sostieni che i protagonisti principali sono invece i sviluppatori e i miner :

E direi che ci sono due entita' fondamentali che gestiscono questa Mutazione:

a) chi le regole e' in grado di "Progettarle" ossia gli sviluppatori (ed alcune sono davvero
roba da tecnici geniali, quindi comrensibili solo ad altri tecnici e bravi)

b) chi decide se renderle attive, ossia i miner, che fanno girare i client che accettano
oppure no queste regole.

chiaro che gli sviluppatori un certo potere lo hanno, ma secondo me dimentichi i full node che sono i veri interpreti rimasti della decentralizzazione. Se sono tanti coloro che decidono se i pagamenti e le transazioni inserite nei blocchi sono corrette (i full node), allora c'è un certo limite al potere di sviluppatori e miner (qualcuno deve pur dare valore ai btc comprandoli dai miner e muovendoli, e questo è il mercato degli utenti, non pochi miner).

Un'ultima considerazione sulla complessità del codice e di alcune modifiche: così come costa mantenere un full node, costa sempre di più mantenersi informati e aggiornati sullo sviluppo del codice. Dal mio punto di vista se ci sono tra i milioni di utenti btc alcune migliaia di full node e alcune migliaia di persone che investono il loro tempo per capire bitcoin nel dettaglio, questo fatto costituisce una buona garanzia per tutti gli altri utenti che si fidano del giudizio di queste poche migliaia.
Non è verosimile nè auspicabile che la grande maggioranza degli utenti passi il proprio tempo su github per studiare il codice, ma è importante che essi sappiano che c'è qualcuno (e più di qualcuno) che lo faccia.

787  Local / Discussioni avanzate e sviluppo / Re: Visioni di bitcoin on: December 11, 2018, 07:39:37 PM

Se sono regole immutabili, devono essre scritte da qualche parte...

mi dici dove trovo l'elenco ufficiale di queste regole immutabili?

e intendo come giustamente dici quelle del layer bitcoin, non di altri layer costruiti sopra o di fianco.


Innanzitutto ottima domanda, osservazione acuta come al solito.

Per regole "immutabili" (dette anche "hard rules" or "the rules of Bitcoin") si intendono quelle classiche che tutti conosciamo, cioè le regole che servono a sancire la validità o meno di un blocco e delle transazioni che esso contiene, e queste regole comprendono tra l'altro la difficoltà, la produzione di tot btc per blocco fino a 21 milioni di bitcoin, l'impossibilità della doppia spesa:

in sostanza queste: https://en.bitcoin.it/wiki/Protocol_rules

esse sono inserite nel codice di tutti i client (full node) ma non so se si trova una qualche "lista ufficiale" scritta da qualche parte fuori dal codice (propendo per il no, visto lo spirito di bitcoin)

EDIT:
il tema non è banale, credo che nel contesto cripto il codice in sè costituisca le regole, quando Satoshi ha rilasciato la sua prima versione del codice ha creato uno standard de facto per quanto riguarda il formato dei dati della blockchain e i modi in cui i nodi dovevano dialogare tra loro.

Da quella prima versione ogni altra versione di Core o ogni altro software alternativo deve essere compatibile nel senso che nodi che girano una qualsiasi versione di Core o altro software devono utilizzare lo stesso protocollo per validare i blocchi e le transazioni e utilizzare lo stesso sistema di messaggi, in pratica devono riuscire a coesistere contemporaneamente nella stessa rete senza produrre divergenze di opinioni (fork).

Chiaramente nel tempo qualche modifica si è resa necessaria, quindi sono avvenuti anche 2 hard fork accidentali quando si è scoperto qualche bug (comportamento del software non voluto) o per qualche dettaglio tecnico di minore importanza

Quote
Two hard forks were created by "protocol change" definition:

    March 2013 Chain Fork (migration from BerkeleyDB to LevelDB caused a chain split)[3]
    CVE-2018-17144 (Bitcoin 0.15 allowed double spending certain inputs in the same block. Not exploited)
https://en.bitcoin.it/wiki/Hardfork
https://en.wikipedia.org/wiki/List_of_bitcoin_forks

ma le regole di validazione sono rimaste sempre le stesse.

Un caso interessante è rappresentato dalla storia del famoso limite di 1MB per blocco, poichè è intrecciato a un altro limite sconosciuto per 3 anni poi eliminato:
Quote
Originally, Bitcoin's block size was limited by the number of database locks required to process it (at most 10000). This limit was effectively around 500-750k in serialized bytes, and was forgotten until 2013 March. In 2010, an explicit block size limit of 1 MB was introduced into Bitcoin by Satoshi Nakamoto. He added it hidden in two commits[1][2][3] in secret. This limit was effectively a no-op due to the aforementioned forgotten limit.

In 2013 March, the original lock limit was discovered by accident (Bitcoin Core v0.8.0 failed to enforce it, leading to upgraded nodes splitting off the network). After resolving the crisis, it was determined that since nobody knew of the limit, it was safe to assume there was consensus to remove it, and a hardfork removing the limit was scheduled and cleanly activated in 2013 May. From this point forward, the 1 MB limit became the effective limiting factor of the block size for the first time.
https://en.bitcoin.it/wiki/Block_size_limit_controversy

Quindi nel 2010 la rete era di fatto ancora formato da Satoshi e pochi altri, e lui poteva permettersi di fare delle modifiche in segreto. La cosa interessante è che il limite relativo al "number of database locks required to process the block" è stato del tutto sconosciuto ai più fino al 2013, questo perchè appunto le regole sono nel codice, e leggere il codice non sempre è semplice.

Interessante il fatto che le regole immutabili di bitcoin non siano nate tipo i 10 comandamenti scolpiti nella pietra ma per certi versi si sono sviluppate in modo anche un po' accidentale e arbitrario, come capita spesso immagino quando si scrive un codice da 0.

Come tutti poi ben sappiamo il dibattito sul limite di 1MB da una parte e su Segwit dall'altra ha poi decretato l'esplosione di fork paralleli tutt'ora esistenti sulla base di un cosiddetto tradimento delle regole originarie / visione di Satoshi che a ben vedere forse proprio chiare e immutabili non lo sono mai state.

E' con la diffusione di bitcoin che le sue regole si sono alquanto stabilizzate (è sempre più difficile introdurre modifiche sostanziali nel codice senza dividere la rete), in una primissima fase non lo erano ovviamente.
Questa crescente immutabilità (che permette oggi e nel futuro pochissimi cambi di rotta e solo se appoggiati da tutti) determina quel valore di cui parlava Plutosky.

Se qualcuno trova qualche riferimento più preciso faccia sapere.
788  Local / Discussioni avanzate e sviluppo / Re: Stima consumo energetico rete bitcoin. on: December 09, 2018, 10:09:23 PM
mi viene che per  ricalcolare tutta la blockchain con la migliore tecnologia attuale, ossia 7nm con una efficenza di 0.05 Kw/Gh,
ci vorrebbero 26770 GWh, contro i 32662 che sono serviti nella realta'.

Risultato estremamente controintuitivo, ma spiegabile dal fatto che usiamo (io per primo) continuamente grafici con assi logaritmici.

In realta' quasi tutta l'hash power e' stata usata recentemente, e per un lungo periodo era diversi ordini di grandezza inferiore, quindi quasi insignificante.

Sul lungo periodo i GWh necessari per riscrivere la chain diventeranno proporzionali alla lunghezza stessa della chain, supponendo che l'efficienza energetica si stabilizzi vicino al suo limite asintotico e che anche la difficulty (= numero di hash per minare un blocco) si stabilizzi in qualche modo.

Ho notato che se confronti i tuoi calcoli sul costo energetico complessivo della blockchain con le tue stime di 10 mesi fa relative alla spesa energetica di 1 anno:

...ovviamente suppongo che siano ancora in funzione miner meno "performanti" quindi supponiamo che l'efficenza media sia la meta'
diciamo 200 W per TH/s.

in questo momento la potenza della rete e'  20,720,620,537 GH/s (fonte blockchain.info) arrotondiamo e trasformiamo in TH/s:
21 milioni di TH/s

in pratica in questo momento la rete consuma (ovviamente molto a spannella) 21.000.000 x 200 = 4 GW.

quindi in un ora 4 GWh e in un giorno 96 GWh, in un anno sono 35 TWh

risulta che i due valori sono molto simili.
789  Local / Discussioni avanzate e sviluppo / Re: Visioni di bitcoin on: December 09, 2018, 09:29:19 PM
E quando acquisto bitcoin? (vedi sotto)

Supponiamo di vedere bitcoin come una sorta di agenzia assicuratrice che ci permetterà di acquistare domani beni e servizi anche in caso di crollo dell'euro. Cosa ci garantisce che quando ne avremo bisogno l'agenzia assicuratrice sarà ancora lì a rispettare il suo impegno? Chi garantisce il garante?

Quando ripongo fiducia in bitcoin, non sto affidandomi a delle persone, a delle istituzioni, alla legge. Sto affidandomi a qualcosa di molto più concreto, materiale. Sto riponendo fiducia nell’avidità umana. Si, avete letto bene, una delle più potenti forze di cui è capace l’essere umano: l’egoistica, capitalistica, brutale ricerca della massimizzazione del profitto.
...
Ciò che rende bitcoin la prima forma digitale di moneta “sonante” della storia è che queste regole non possono essere arbitrariamente modificate da nessuno. Non c’è cioè un utente dotato di superpoteri, un governo, un capo, un re, un banchiere, un miner, come esiste in tutte le altre forme di monete, che può, a suo insindacabile giudizio, alterare una o più di quelle regole.
...
Questa “immutabilita” è il principale requisito che la gente cerca quando le crisi divampano e la fiducia crolla. In quei momenti c’è  bisogno di moneta sonante, di baratto, di qualcosa di finito e concreto. C’è bisogno di riporre fiducia nelle cose, non nelle persone. I bitcoin sono la versione digitale di tutte queste caratteristiche.

Ma da che cosa è garantita l’immutabilità di bitcoin? Facile: dalla decentralizzazione. Non hanno un capo, non hanno un leader, il loro creatore è scomparso, sono governati da migliaia di nodi che, per definizione, non si fidano l’uno dell’altro, verificano tutto, e ubbidiscono solo a quelle regole.

Per modificare una sola di quelle regole c’è bisogno praticamente del consenso di tutti.

Più saranno numerosi i nodi, più sarà complesso modificare la struttura della rete.

Quindi tanto più bitcoin sarà decentralizzato, tanto più sarà immutabile. E finche sarà immutabile , sarà la più avanzata e tecnologica forma di moneta “sonante” esistente sulla terra, e questo gli conferirà valore.

La grande invenzione di Satoshi Nakamoto è quella di aver progettato un ecosistema sociale dove,  ogni entità, perseguendo il proprio tornaconto personale, alla fine agirà per proteggere lo status quo il più possibile, a difesa dell’ecosistema stesso. La conseguenza di questo meccanismo è che, il token sottostante (cioè la moneta bitcoin) è la forma di “moneta” più difficilmente modificabile o alterabile esistente e lo sarà sempre di più al crescere degli utilizzatori della rete. Questa immutabilità di bitcoin, questa inviolabilità delle sue regole, è il suo più grande valore, il suo maggiore pregio, perché la rende la forma più pura di hard-money esistente. Ed è una caratteristica unica, che nessuna altra forma di moneta ha.


Non hanno queste caratteristiche ovviamente le fiat money, che sono le soft-money per eccellenza, le cui regole cambiano al cambiare di un governatore, di un politico, delle lobby che fanno pressione, delle teorie economiche prevalenti, delle guerre commerciali, delle svalutazioni competitive, delle prospettive economiche.

Non hanno queste caratteristiche le altcoin che non hanno, nemmeno lontanamente, il grado di decentralizzazione di btc e la sua resilienza ai cambiamenti. Le altcoin hanno CEO che le governano, ideatori o creatori che le dirigono o le modificano, fondazioni che le influenzano. Non hanno regole chiare, sacre e inviolabili , come quelle di bitcoin. Ancora oggi non si sa quanti ether mai esisteranno, la ricompensa di blocco viene modificata nell’ambito di riunioni degli sviluppatori, non si sa se sarà POS o POW, né quando. Hanno hashrate ridicoli che potrebbero essere oggetto di attacco in ogni momento. Per non parlare delle truffe rappresentate dalle ICO. Criptovalute che hanno CEO, ma stiamo scherzando?

Nota 2:

Immutabilità non significa immobilismo. Non significa assenza di migliorie o innovazione. Il TCP/IP è lo stesso da 40 anni, è un protocollo (come i bitcoin) su cui è stato costruito sopra l’email, il web o internet. Sopra i bitcoin, sfruttando i bitcoin, sarà possibile progettare e creare qualsiasi layer venga in mente alla creatività dell’uomo di oggi e domani. Rsk, LN, Liquid sono solo un piccolo assaggio. E’ sfruttando il protocollo, non alterandolo, che si fa innovazione preservando al tempo stesso le caratteristiche che gli conferiscono valore.

Giusto per dare a Cesare quel che è di Cesare, la definizione di bitcoin come "moneta della crisi" l'ho derivata da tue considerazioni in post precedenti.

Sono in gran parte d'accordo con te, dico solo che:

1) non mi piace molto il mondo nel quale bitcoin finalmente vedrebbe riconosciuto il suo valore, cioè un mondo in crisi di fiducia (almeno nelle monete fiat)

2) se anche riconosco che bitcoin ha delle peculiarità che lo rendono superiore alle monete tradizionali, mi domando se una criptovaluta mondiale non debba per forza essere unica o quasi, e poichè secondo me la risposta è sì, pur essendo adesso bitcoin indubbiamente la moneta più promettente, chi mi garantisce che lo sarà anche domani? Ovviamente nessuno, niente è garantito al 100%.

La sua immutabilità è preziosa ed è vero che è possibile aggiungere sopra nuovi layer ma non è detto che questi layer riescano a fornire in modo soddisfacente funzionalità importanti che ora mancano (tipo privacy e fungibilità). Non è quindi escluso che domani esca fuori una crypto migliore, ma questo fa parte del gioco.

Aggiungo solo che siamo in un momento veramente particolare lato sicurezza, qualche mese fa l'HP ha toccato i 56 EHash/s, ora siamo sotto i 35. Questo vuol dire che in questo momento probabilmente c'è già un parco macchine (spente) che se messe in moto potrebbero teoricamente attaccare la rete e la sua credibilità (che è un po' la stessa cosa).

La fiducia nell'avidità umana direi che è ben riposta, ma stiamo attenti al discorso della decentralizzazione, diciamo che al momento bitcoin è la cripto più diffusa e in questo senso anche la più decentralizzata ma non so ad esempio quanto sia decentralizzato lo sviluppo di Bitcoin Core, quanto modifiche tipo segwit siano state veramente condivise.

Senza dubbio bitcoin è il meglio che abbiamo ora dal punto di vista della decentralizzazione, anche se tra principio ideale e realtà come al solito c'è una discreta differenza.
790  Local / Discussioni avanzate e sviluppo / Re: Stima consumo energetico rete bitcoin. on: December 09, 2018, 07:43:39 PM
mi viene che per  ricalcolare tutta la blockchain con la migliore tecnologia attuale, ossia 7nm con una efficenza di 0.05 Kw/Gh,
ci vorrebbero 26770 GWh, contro i 32662 che sono serviti nella realta'.

Risultato estremamente controintuitivo, ma spiegabile dal fatto che usiamo (io per primo) continuamente grafici con assi logaritmici.

In realta' quasi tutta l'hash power e' stata usata recentemente, e per un lungo periodo era diversi ordini di grandezza inferiore, quindi quasi insignificante.

Questo ridimensiona (o meglio ridistribuisce) anche l'affermazione sui guadagni.

All'inizio i miner hanno guadagnato in un modo super-stra-mega-fantastiliardico (minavano con una CPU e ricavavano abbastanza facilmente 50 BTC)

poi hanno sempre guadagnato moltissimo, ma con un moltissimo che calava in modo esponenziale, pero confidando su un prezzo che pure aumentava in modo esponenziale...

azz, non vorrei davvero essere un miner che fa calcoli di budget e bilanci in questo mondo,
gia' faccio fatica a farlo dove le cose vanno in modo lineare  Smiley


Ma tu consideri 50 btc minati nel 2011 al valore attuale? Secondo me non è corretto.
791  Local / Discussioni avanzate e sviluppo / Re: Stima consumo energetico rete bitcoin. on: December 09, 2018, 07:42:41 PM

Venendo ai numeri risultanti c'è qualcosa che non mi convince nel calcolo dei 3.2 mld$ di costo di corrente stimato per il mining.
Detto che i 50 mld di valore attuale sono inconfutabili, mi sarei aspettato una differenza piuttosto bassa tra questo valore ed il costo di mining. Infatti ritengo trascurabili - rispetto a queste cifre - sia i costi hw che di personale e di struttura. Diciamo che  buttando un numero potrebbero valere un decimo del costo della corrente ?  Bene, rimane quindi che avremmo da una parte un costo totale di 4 mld contro un valore di 50 mld e questo mi porterebbe a pensare ad una forsennata rincorsa tra miner per mantenere il primato.

Invece così non è, lo dimostra anche il calo di HP che hai ben documentato.
Morale: secondo me i 3.5/4 mld di costi dovrebbero essere parecchio più alti, anche se ovviamente non sono in grado di documentare questa sensazione......  Sad

E' un errore molto comune pensare alla capitalizzazione attuale del bitcoin (50 miliardi) come indicativo dei costi (e quindi indirettamente anche della sicurezza) di bitcoin. Questo perchè pensiamo sempre al momento nel quale i blocchi vengono minati, ed è solo in quel momento che il costo per minare è vicino al valore del bitcoin. Ma con il passare del tempo la spesa che il miner ha fatto per forgiare quei blocchi non può più variare nel tempo (se ho speso x per il blocco y ho speso x e basta), mentre il valore dei btc minati varia nel tempo.


Oggi vengono minati circa 1800 bitcoin al mese, quindi a 3500 dollari a btc fanno 630000 dollari al giorni di aumento di valore. Per inciso come si è già osservato qualche tempo fa questa è la dimensione della sicurezza di bitcoin, non i 50 miliardi.

Per minare questi bitcoin molto probabilmente allo stato attuale i miner devono spendere una cifra non troppo più bassa, facciamo 5 milioni per semplicità. 5 milioni per 365 giorni fanno 1,8 miliardi all'anno (supponendo difficulty e efficienza energetica costanti).

Quindi per minare solo i prossimi 650k bitcoin (supponendo difficulty costante e efficienza energetica pure) bisognerà spendere più della metà di quanto già speso per minare gli attuali 17,7 milioni di btc in circolazione. Ma non è che serviranno più di 50 miliardi di dollari!

Questo è il principio del mining per il quale l'estrazione è sempre più costosa man mano che passa il tempo. Nei primi tempi, quando si minavano 2 milioni di btc all'anno, i costi erano irrisori, ma anche il valore del btc lo era. Detto in altre parole, il valore del btc è dato dalla richiesta del mercato, e lo scostamento tra i costi necessari a minare i btc in un dato momento e il loro prezzo sul mercato qualche tempo dopo è normale in quanto le 2 grandezze non sono correlate. Non sono i costi sostenuti dai miner a fare il prezzo del btc.

792  Local / Discussioni avanzate e sviluppo / Re: Stima consumo energetico rete bitcoin. on: December 09, 2018, 07:22:02 PM
Aggiungo anche che sono inseriti manualmente dai developers ed è uno dei punti di centralizzazione dello sviluppo, come anche con i dns seed

A onor del vero sono pochi e molto antichi, l'ultimo è relativo al blocco 295000:

Code:
checkpointData = {
            {
                { 11111, uint256S("0x0000000069e244f73d78e8fd29ba2fd2ed618bd6fa2ee92559f542fdb26e7c1d")},
                { 33333, uint256S("0x000000002dd5588a74784eaa7ab0507a18ad16a236e7b1ce69f00d7ddfb5d0a6")},
                { 74000, uint256S("0x0000000000573993a3c9e41ce34471c079dcf5f52a0e824a81e7f953b8661a20")},
                {105000, uint256S("0x00000000000291ce28027faea320c8d2b054b2e0fe44a773f3eefb151d6bdc97")},
                {134444, uint256S("0x00000000000005b12ffd4cd315cd34ffd4a594f430ac814c91184a0d42d2b0fe")},
                {168000, uint256S("0x000000000000099e61ea72015e79632f216fe6cb33d7899acb35b75c8303b763")},
                {193000, uint256S("0x000000000000059f452a5f7340de6682a977387c17010ff6e6c3bd83ca8b1317")},
                {210000, uint256S("0x000000000000048b95347e83192f69cf0366076336c639f9b7228e9ba171342e")},
                {216116, uint256S("0x00000000000001b4f4b433e81ee46494af945cf96014816a4e2370f11b23df4e")},
                {225430, uint256S("0x00000000000001c108384350f74090433e7fcf79a606b8e797f065b130575932")},
                {250000, uint256S("0x000000000000003887df1f29024b06fc2200b55f8af8f35453d7be294df2d214")},
                {279000, uint256S("0x0000000000000001ae8c72a0b0c301f67e3afca10e819efa9041e458e9bd7e40")},
                {295000, uint256S("0x00000000000000004d9b4ef50f0f9d686fd69db2e03af35a100370c64632a983")},
            }
};
793  Local / Discussioni avanzate e sviluppo / Re: Stima consumo energetico rete bitcoin. on: December 09, 2018, 06:43:18 PM
Un dato che potrebbe interessare è l'energia che si dovrebbe utilizzare per riscrivere l'intera blockchain con la tecnologia attuale. Sicuramente minore di quanto hai calcolato in quanto l'energia oggi viene spesa molto meglio, con maggiore efficienza.

l'integrale della hashpower totale ricalcolata con l'efficenza della miglior tecnologia oggi disponibile, ossia 0.05Kw/Gh...

lo faccio entro breve.


Ricordo questo mio vecchio post, i calcoli ora toccano a gbianchi:
ho fatto un rapido confronto sul lavoro "immagazzinato" nelle blockchain di bitcoin e bitcoin cash.

Al momento questo è il lavoro totale (chainwork) effettuato sulla catena principale delle due coin, rispettivamente:

Code:
bitcoin:      00000000000000000000000000000000000000000260ccefd2f8cd41f8c62bdf   

bitcoin cash: 000000000000000000000000000000000000000000b0ba26de941a55d93a27b7

Quindi il lavoro totale speso finora sulla catena principale di bitcoin è circa 3,5 volte il lavoro speso sulla catena di bitcoin cash.

Ora, il tempo impiegato per riscrivere completamente la blockchain di bitcoin con l'hash rate attuale (di circa 3,6*10^19 hash/s) sarebbe di 236 giorni (che scendono a 200 se si considera un certo aumento dell'hash rate nei prossimi mesi, vedere la stima di Pieter Wuille negli ultimi 2 grafici di http://bitcoin.sipa.be/).

Per bitcoin cash bisogna dividere quei valori per 3,5, e si ottengono rispettivamente 68 giorni e 57 giorni.

In sostanza se tutti i miner decidessero di impiegare tutte le loro risorse per riscrivere da 0 tutta la storia decennale di bitcoin cash,  basterebbero circa 2 mesi per farlo. Questo per dare una misura di quanto rapidamente sia aumentata la capacità computazionale della rete.

Nel sito di Wuille si legge che ci vogliono ora quasi 280 giorni di tempo per riscrivere la blockchain con l'attuale potenza.
794  Local / Discussioni avanzate e sviluppo / Re: Stima consumo energetico rete bitcoin. on: December 09, 2018, 06:33:44 PM
Presumo ci siano degli snappoint (o come si possono chiamare?) con hash del blocco N determinato che rendono la chain non modificabile fino a questi punti ... tuttavia se un extraterrestre ci proponesse una chain più lunga di quella attuale credo potrebbe vantare il diritto di chiamarla bitcoin e i nostri amati BTC si vaporizzerebbero ...



Ci sono, si chiamano checkpoint e sono inseriti nel codice sorgente di Bitcoin

https://github.com/bitcoin/bitcoin/blob/master/src/chainparams.cpp

https://en.bitcoin.it/wiki/Bitcoin_Core_0.11_(ch_5):_Initial_Block_Download

795  Local / Discussioni avanzate e sviluppo / Re: Stima consumo energetico rete bitcoin. on: December 09, 2018, 06:11:22 PM
In pratica ho ottenuto (anche se notevolmente approssimato)
il consumo di tutta la rete dall'inizio ad oggi:

sono circa 32.000 Gwh.

se assumiamo un costo medio di .10$ a KWh, vuol dire che  in energia
elettrica la rete  e' costata ad oggi  3.2 miliardi di dollari.

Andrebbero aggiunti i costi delle apparecchiature, (asics ecc...)

ma l'idea che mi da questo conto e' che i miner ci hanno guadagnato parecchio
anche ai prezzi attuali, visto che il valore attuale della rete e' sopra i 50 miliardi di dollari.

Avrebbero guadagnato 50 miliardi - 3 miliardi - costo asics se avessero tenuto tutti i bitcoin che hanno minato.
La maggior parte dei bitcoin prodotti sono stati minati quando valevano molto poco, quindi hanno speso poco anche per minarli.

Il grosso del guadagno "apparente" deriva dall'aumento del prezzo, non dalla differenza tra costi e ricavi.

Se io avessi comprato 1 bitcoin a 300 dollari, avrei fatto ad oggi un x10. Lo stesso miner che ha minato quel bitcoin che io ho comprato magari ha speso 150 dollari per minarlo, e vendendolo subito ha fatto in realtà solo un x2, se invece se lo è tenuto avrebbe fatto un x20.

Di sicuro ci hanno guadagnato complessivamente anche se adesso i tempi sembrano cambiati. Hash power attuale stimata sotto i 35 EHash/s. Siamo tornati indietro di oltre 6 mesi.
796  Local / Discussioni avanzate e sviluppo / Re: Visioni di bitcoin on: December 08, 2018, 11:01:55 AM

Quindi, per tornare in topic, potremmo definire Bitcoin per adesso come la moneta della crisi.


qualcun'altro deve averci pensato.

credo quindi che ci sia una fetta di mercato che cerca "stabilita' di breve periodo", che pero' per qualche motivo non
puo' o non vuole accedere direttamente ai dollari, e quindi acquista quaste crypto dollaro-like.

quindi seguendo questo ragionamento, le stable-coin sono quelle che contendono a bitcoin
il terreno di moneta della crisi: non hanno le brusche variazioni di bitcoin, e contemporaneamente sono (nel marketing)
una crypto, gestibile quindi nei circuiti delle crypto (exchange e compagnia bella)



Non so molto su queste monete, forse uno dei vantaggi è che se volessi fare trading continuo dollari <-> bitcoin potrei aggirare le questioni di natura fiscale, di per sè ogni volta che riconverto una cripto in dollari reali dovrei pagare qualche plusvalenza, mentre se rimango sempre all'interno del mondo crypto (anche se agganciato al valore del dollaro) possa fare trading "normale" senza grossi problemi di natura fiscale.

Magari con tether posso anche evitare o limitare procedure invasive di identificazione tipo KYC, ma non sono sicuro.

Però sicuramente anche le tue considerazioni sono valide, avere tether sarebbe come avere dollari che molti non possono acquistare direttamente, e i dollari attualmente sono le monete contro la crisi in tanti Stati.
In Europa invece guardiamo un po' più al futuro (non siamo ancora così in stato di emergenza), e avendo già gli euro i dollari/tether non ci fanno certo gola. E quindi puntiamo più in alto, i bitcoin.


EDIT:

nei burst (parlo di questi perchè li sto seguendo da un po') fra un paio di mesi verranno introdotto i "Tethered Assets" -> https://www.burstcoin.ist/2018/08/17/we-propose-a-pre-dymaxion-hf2/ dalla riga "The CIPs 8-11 prepare the ground for what we call "Tethered Assets" .... )


In pratica dovrebbe funzionare così:

voglio difendermi dalla perdita di valore di burst vs dollari/oro quello che mi serve.

Creo un token che equivale a 1g di oro / oppure a 100 dollari / oppure quello che voglio nel mondo reale, un tethered asset appunto.

Per creare questo token brucio l'equivalente attuale di 1g di oro (poniamo 10k burst) inviando i 10k burst dal mio indirizzo a tutti gli altri (esiste in burst la possibilità di fare una tx "1 to all").

Creato questo token, esso esiste nella blockchain e dà diritto a chi lo possiede di ricevere indietro l'equivalente in burst di 1g di oro nel momento in cui volesse venderlo. Ovviamente se c'è qualcuno interessato a comprarlo.

Supponiamo che io abbia creato oggi 1g di oro virtuale pagandolo 10k burst. Fra 1 anno 1g di oro vale 20k (o 5k, non importa) burst. Decido di  metterlo in vendita (si può fare in modo automatico senza passare per exchange).
Se ci sarà in quel momento qualcun altro interessato ad acquistare 1g di oro virtuale, questi può creare a sua volta un token pagandolo 20k (o 5k) burst oppre può comprarlo direttamente il mio token da me. Il sistema in ogni caso non gli consente di creare a sua volta un altro token di 1g di oro a un prezzo più basso di quello corrente.

Ovviamente io posso anche decidere di vendere il mio token a 19.5k burst perchè ho fretta, così chi acquista ha un piccolo vantaggio e io mi assicuro così che chi vuole 1g di oro virtuale lo acquisti da me e non se lo crei da solo.

Diciamo quindi che io, quando ho creato un token di 1g di oro virtuale, ho pagato per acquistare il diritto a rivendere quel token al prezzo di 1g d'oro in futuro a chi fosse interessato (come se fosse un vero grammo d'oro).

Questo è solo un esempio per dimostrare come, consapevoli della enorme fluttuazione del valore attuale delle criptovalute rispetto a dollari o ad altri beni, diverse monete si stanno attrezzando per intercettare la richiesta del mercato di stabilità. E parallelamente per intercettare il bisogno di molti trader di cavalcare non solo le salite ma anche le discese dei prezzi in modo più disinvolto possibile.

Guardate che nella realtà non è affatto banale comprare 1g di oro o 1kg di oro con 2 click, e chi investe spesso non ha interesse all'oro in sè ma al prezzo al quale avrebbe diritto a rivenderlo un domani e quindi, tenendo conto della semplicità di questi investimenti alternativi, è chiaro che queste soluzioni risultino attraenti.

Il punto fondamentale in questi casi rimane il seguente: qual è il vero valore di questa specie di derivati? Quanto vale la garanzia offertami da burst piuttosto che da tether che alla fine poi io rimarrò veramente in possesso dell'equivalente di 1 dollaro o di 1g di oro in burst/tether ?
797  Local / Discussioni avanzate e sviluppo / Re: Visioni di bitcoin on: December 08, 2018, 07:05:51 AM

I Credit Default Swap...  Grin
...che ovviamente non sono alla fine appoggiati sul sistema bancario, ma da entità in grado di contenere molto ampiamente di più del valore di un PIL Italiano, per molte volte, PIL che non è nemmeno 2.000 miliardi di dollari.
Ma lasciamo perdere  Smiley

Perchè lasciamo perdere? Spiega.

Da quello che so io in casi estremi (quando le cifre coinvolte sono di quell'ordine di grandezza) anche istituti come AIG (vedere crisi mutui sub-prime https://www.thebalance.com/aig-bailout-cost-timeline-bonuses-causes-effects-3305693 ) sono quasi falliti, quali sarebbero quindi le entità in grado di contenere valori molto maggiori del PIL italiano?

Così a logica, come faccio ad esempio ad assicurarmi contro gli effetti disastrosi del lancio di una bomba atomica (parlo proprio di una bomba fisica) in grado di distruggere mezzo pianeta? E' ovvio che ci sono dei limiti a ciò che chiunque (per quanto grande e forte) mi può effettivamente assicurare.



Un ipotetico default dell'Italia sarebbe ovviamente un grande problema, con effetti non solo sull'Europa,
ma a livello mondiale.
Ma il mondo ha passato catastrofi peggiori.
A parte tutto, è vero che... mai dire mai, ma l'Italia è comunque uno di quei pochi stati che non ha mai dichiarato default.

Ma su un mondo in piena catastrofe da ricordare che TUTTI i valori cambiano.
Quello che non può aver nessun valore ora, può moltiplicarsi all'istante.
In scenari apocalittici avere a disposizione un impianto di depurazione di acqua e vendere, barattare, acqua pulita, può avere molto più valore di un bitcoin o di un lingotto d'oro.
La borsa nera dei tempi di razionamento di guerra... ci racconta molto... farina, pane, zucchero, olio, capi di bestiame...

Piuttosto che affidarsi a qualcosa di fisico, in scenari estremi, probabilmente la miglior difesa sono attività e beni reali.
Non credo esista un universale salvagente a cui aggrapparsi, né oro, né altro.

Anche in natura, ad un evento estremamente avverso, non sopravvive il più grosso, ma chi si sa adattare meglio.


Il mio dubbio però è lo stesso di molti altri cittadini italiani che come dici tu si fidano irrazionalmente dell'euro: se veramente il debito italiano ci facesse fallire, o se lo facessero addirittura gli Usa, non verrebbe giù tutta l'economia?

Cioè in quel caso cosa me ne farei dei bitcoin?

O forse è sbagliata la percezione per la quale moneta ed economia sono indissolubilmente legate?
In un'economia in uno scenario post-apocalittico forse è meglio avere un terreno da coltivare che un bitcoin o no?

Basta vedere cosa sta succedendo alla domanda di bitcoin in nazioni che stanno già vivendo lo scenario post-apocalittico o che ci si stanno avvicinando.
...

L'obiettivo lì non è usare i bitcoin per accumulare fiat. L'obiettivo lì è usare bitcoin per proteggersi da qualcosa.

perchè lì  serve un bene immateriale, facilmente ed economicamente trasportabile e conservabile , a quantità finita, difficile da confiscare e da censurare, che entra nel paese liberamente e non passa attraverso il filtro del sistema bancario come le valute straniere.


Mettendo insieme le 2 risposte alla mia domanda, moneta e economia sono legate ma anche un'economia collassata ha sempre bisogno di una sua moneta, non necessariamente quella centrale riconosciuta dal governo.

Il valore di tutti i beni (monete comprese) cambiano continuamente, in maniera ancora più drastica in caso di crisi di un sistema.
Bitcoin pare avere delle caratteristiche che lo rendono più utile/prezioso proprio in caso di crisi, a differenza di quanto accade in economie che godono di buona/discreta salute.

Quindi, per tornare in topic, potremmo definire Bitcoin per adesso come la moneta della crisi.

Chi compra bitcoin adesso utilizzando solo un atteggiamento razionale (quindi escludo gli speculatori che ragionano in altri termini) di fatto considera quindi bitcoin come una sorta di store of value "momentaneo" non tanto nel senso di proteggere completamente il proprio potere di acquisto futuro (visto che il concetto di riserva di valore e protezione al 100% è mitologico, in quanto tutti i valori cambiano) ma con l'obiettivo di ritrovarsi in tasca domani una moneta utilizzabile per acquistare beni e servizi in un futuro economico che prevede molto più difficile del presente. La necessità di una moneta del genere in un contesto di questo tipo ridimensiona di molto altre questioni tipo le fee delle tx sulle quali siamo soliti dibattere.

E' un po' come acquistare CDS per assicurarsi dal crollo completo di credibilità di una moneta fiat che si vede sempre più in difficoltà, quindi bitcoin come una sorta di copertura assicurativa (altra definizione per gbianchi).  L'assicurazione è solo contro la perdita generalizzata di valore (valore rispetto a tutti gli altri beni) delle valute fiat che tutti ormai diamo per scontata. Come con i CDS, si innestano poi sul concetto assicurativo meccanismi speculativi meno interessanti ai fini del nostro discorso.

In questa prospettiva chiaramente uno si aspetta infatti che tra oggi e questo domani minaccioso (5 / 10 / 15 anni?) il valore del bitcoin rispetto alla moneta fiat aumenti, ma non si aspetta necessariamente che il potere di acquisto di bitcoin aumenti in generale rispetto a ogni altro bene, di per sè se mi prospetto scenari tipo Venezuela do per scontato che saremo tutti un po' più poveri, chi più chi meno (grazie anche a bitcoin), a meno di emigrare in Paesi non toccati così profondamente dalla crisi.

Degli scenari pessimistici sul futuro fanno parte anche la questione del controllo dei poteri centrali sulla moneta e sulle transazioni (in caso di crisi il governo potrebbe accedere ai conti correnti ecc) e più in generale la questione della libertà di transare senza censure e il diritto alla privacy. Su questo versante, fungibilità e privacy, bitcoin deve ancora fare passi in avanti importanti per diventare a pieno titolo "moneta della crisi".

Condividete le conclusioni?  Smiley

EDIT:
potrei aggiungere che uno dei miti che stanno cadendo grazie anche alla riflessioni suscitate da fenomeni come bitcoin (ma non solo) è il mito della garanzia assoluta, il 100% (o 0%, che è la stessa cosa, l'altra faccia della medaglia).

Ignorare la possibilità che lo Stato fallisca vuole dire attribuire 0% di probabilità ad un evento che non vorremmo mai che accadesse, o equivalentemente vuol dire attribuire 100% di probabilità al fatto che domani troveremo ancora i nostri soldi che abbiamo depositato in banca.

Questo stesso atteggiamento che gbianchi ha definito fideistico/irrazionale si può manifestare purtroppo anche quando si parla di bitcoin.
Supponiamo di vedere bitcoin come una sorta di agenzia assicuratrice che ci permetterà di acquistare domani beni e servizi anche in caso di crollo dell'euro. Cosa ci garantisce che quando ne avremo bisogno l'agenzia assicuratrice sarà ancora lì a rispettare il suo impegno? Chi garantisce il garante?

Fuor di metafora, assumendo anche che sia vero che bitcoin al momento è la migliore protezione contro la svalutazione dell'euro/dollaro, questo non significa che sia un'assicurazione nel senso di garanzia al 100% di protezione. Lo so che può sembrare un ragionamento banale, ma il passo difficile è passare dal pensare in termini assoluti (fiducia totale in qualcosa, Stato o tecnologia) al pensare in termini realmente probabilistici, dove il 100% e lo 0% non sono mai contemplati.

Il bisogno di una garanzia ultima, di un garante supremo, il garante di ogni altra garanzia (vedi banca centrale o altro) è insito nell'uomo, tendiamo a cercare di soddisfare questo bisogno in ogni contesto. Il fatto che non esistano garanti supremi non implica che dobbiamo rinunciare ad avvalerci delle forme di garanzie più deboli (tipo bitcoin), dato che queste sono le uniche ad avere un reale valore. Ma implica che dobbiamo assumerci in prima persona le conseguenze delle limitazioni di queste garanzie che non sono assolute.
798  Local / Discussioni avanzate e sviluppo / Re: Visioni di bitcoin on: December 07, 2018, 06:18:14 PM
Il problema semmai è che i nostri connazionali si sentono tranquilli a conservare i loro risparmi sui conti  di quegli stessi istituti così severamente esposti verso lo Stato più indebitato al mondo, almeno in rapporto alle proprie possibilità. Esponendo al tempo stesso quei risparmi alle avide manine dello Stato medesimo, qualora quest'ultimo si trovasse spalle al muro. Capisco l'inflazione bassa  , ma mi sembra un comportamento da soggetti incredibilmente propensi al rischio, qualcosa che non dovrebbe essere prerogativa di famiglie e imprese, i  proprietari di quel risparmio. In questo caso propendo più per la tesi di una sottovalutazione del problema.

Penso che in questo caso giochi un ruolo importante il "too big to fail", ovvero la sensazione (magari sbagliata) che molti hanno che l'Italia non possa fallire perchè troppo importante nell'area euro anche per gli altri Paesi. Analogamente c'è la sensazione inoltre che le banche in Italia (almeno le più grandi) non possano essere lasciate fallire così senza aiuti di Stato e che quindi una certa garanzia dei nostri risparmi ci sia comunque.

Buttandola sul piano psicologico, penso che le persone siano naturalmente programmate per evitare di prendere troppo sul serio le ipotesi peggiori, per esempio quando mi metto alla guida non penso che sto aumentando il rischio di morire a causa di un incidente, e così vale nell'ambito economico, è molto dura prendere sul serio l'ipotesi di un fallimento del proprio Stato, e poichè la maggior parte comunque non saprebbe come affrontare questo pensiero con azioni efficaci di investimenti alternativi, semplicemente non ci pensa e vive meglio (finchè le cose vanno bene).

Chi entra nel sistema Bitcoin viceversa si abitua a pensare agli scenari estremi, a sistemi di pagamento alternativi, a monete alternative senza banche centrali, a banche e Stati che falliscono, magari addirittura alla possibilità di nuovi modelli socio-economico di sviluppo alternativi a quello attuale.

In Bitcoin le probabilità minime, come ad esempio quelle di un 51% attack, sono valutate e "apprezzate" continuamente, non ignorate. E' un diverso modo di stare al mondo, più consapevole.


Gli USA pagano 400 miliardi all’anno di interessi sul debito pubblico, con tassi bassissimi. Per quanto tempo la FED potrà continuare a stampare denaro per tenere artificiosamente bassi quei tassi? E per quanto potrà farlo senza che l’inflazione riparta e sfugga di mano? E se ci fosse un evento economico non prevedibile e non ponderabile (uno shock energetico, una guerra...)

La Banca Centrale del Giappone ha asset nel proprio stato patrimoniale superiori al PIL del Giappone. Il che equivale a dire che,al fine di stimolare ( il termine giusto sarebbe drogare) l’economia, ha comprato negli anni, titoli per un valore superiore all’economia che intendeva stiomolare. Roba che devi fermarti e riflettere per qualche secondo solo per disegnarla nella mente una cosa del genere, perché la parte razionale del tuo cervello la rifiuta. E’, razionalmemte, qualcosa di sostenibile?

E’ più probabile che una nuova forma decentralizzata, pseudonima, non confiscabile di valore conquisti parte del mercato offshore o della quota di mercato dell’oro o è più probabile che la situazione debitoria del Giappone o degli USA diventi insostenibile?  

A proposito del Giappone, un breve confronto tra il nostro debito e quello giapponese:
https://www.youtube.com/watch?v=bAEktu-n24I

in pratica le tasse in Giappone sono solo circa il 30% del pil annuo, da noi il 42% del pil (pil tra l'alto virtuale, perchè noi consideriamo il pil tassato + un pil sommerso stimato dall'Istat), quindi noi paghiamo tasse altissime e non abbiamo sostanzialmente più margine per chiudere il deficit annuo a differenza dei giapponesi che potrebbero aumentare un po' le tasse, per questo noi paghiamo più interessi sul nostro debito rispetto ai Giapponesi.
799  Local / Trading, analisi e speculazione / Re: { LIVE TREND } analisi del momento on: December 07, 2018, 03:48:09 PM
Tra le cripto da monitorare ci metto sempre quelle di qualche giorno fa...

STELLAR
MAKER
ONTOLOGY
QTUM
AETERNITY
DECRED



Io sto seguendo da un po' di tempo a livello tecnico burst --> https://coinmarketcap.com/currencies/burst/
mi interessa il suo protocollo PoC invece del PoW di bitcoin.

Come la vedi da un punto di vista del prezzo?
800  Local / Italiano (Italian) / Re: BITCOIN PUMP! on: December 07, 2018, 03:42:58 PM
Comunque è un periodo in generale di avversione al rischio, le previsioni per l'economia del 2019 sono di un netto rallentamento a livello mondiale (Italia compresa con +0,4% stimato).

Le borse sono in calo, i prezzi delle materie prime in calo (molte da giugno, il petrolio da meno tempo).

Magari non c'entra, ma forse le ultime 3 settimane del bitcoin sono in parte condizionate anche da questo sentiment negativo. Il calo da 20k a 6k non ha stupito molti, ci si aspettava che la quotazione si fosse gonfiata un po' troppo velocemente, e 6k dollari sembrava una correzione sensata.

Adesso però mi chiedo fin dove scenderà, ho l'impressione (del tutto personale) che se andasse sotto i 2k sarebbe qualcosa di molto grave, credo che non lo farà.

Certo che passare da 20k a 3k (-85%) è stata una bella discesa. Molte alt hanno perso anche più del 95% del valore rispetto ai massimi!!
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