Trovo una differenza fra il mercato azionario e Bitcoin.
Se avessi 1 BTC dovrei avere la speranza che domani qualcuno prenda della valuta fiat e la converta, in maniera cosciente, in Bitcoin.
Una azione diretta.
Una azione che richiede un mint di applicazione, un minimo di conoscenza.
Sul mercato azionario, il vantaggio viene anche da chi non si rende minimamente conto di darmi dei soldiz di dare dei soldi ai miei clienti.
Uno dei target che fornisce più soldi è la famiglia che va al centro commerciale.
Immaginiamo una famiglia di quattro persone, padre, madre, figlio maschio 15/20 anni e figlia femmina 15/20 anni.
Prendono l'auto e vanno al centro commerciale.
Quale auto ?
Stellantis ? Ford ? Audi ?
tutte società quotate evidentemente.
.......
Quella famiglia effettua delle scelte e delle non scelte che influenzeranno, nel bene e nel male, l'andamento delle aziende.
Magari comprano un cellulare Samsung e non Apple, mangiano da McDonald's e non da Burger King...
Ogni scelta positiva aumenta il valore di un'azienda X, ogni scelta negativa riduce quello della concorrente Y.
Milioni di scelte a favore di X aumentano a dismisura il valore di X e fanno crollare e mandano in crisi il competitor Y.
Stabilire chi vincerà tra X e Y è la parte difficile, difficilissima della faccenda. Spesso fanno la stessa cosa, producono un bene equivalente, hanno marchi fortissimi entrambi.
L'umore del mercato cambia in un baleno: l'invincibile Apple era alla canna del gas ad inizio anni 90. Microsoft era appesa a un filo una quindicina di anni or sono ai tempi di Ballmer e Windows Phone.
Loro sono rinate, Sun o Nokia no.
Come capirlo?
In un mercato globale e super concorrenziale, ci vuole poco a pestare una buccia di banana e iniziare una discesa ripida. Che può mandare in crisi anche colossi ritenuti intramontabili.
Paradossalmente, ma non tanto, è più facile fare previsioni nel breve periodo che nel medio o nel lungo.
E' quasi certo che Google o Amazon continueranno a fare utili e fatturati record nei prossimi 2, 3, diciamo 5 anni.
Un pò più difficile fare la stessa previsione fra 10.
L'esatto opposto di quello che accade (almeno a me, almeno con gli strumenti di cui dispongo) al valore di 1 bitcoin.
Una quasi incognita assoluta tra 1 settimana o 1 mese. Molto meno fra 4 o 5 anni.
Certo, si può sempre investire su un indice, su un mercato o un settore, come dice il saggio "poggio e buca fa pari". Se perdi da una parte guadagni dall'altra.
Se il mercato tira e cresce nel suo complesso, è una scelta vincente.
Naturalmente si riducono i rischi ma anche i potenziali rendimenti.
Gli indici di borsa USA ad esempio sono andati bene, benissimo negli ultimi anni. Ma nulla rispetto a quello che ha fatto bitcoin.
Anche inserendo il tallone di Achille di bitcoin (la volatilità) nel confronto, è dimostrato matematicamente che la moneta arancione può aver avuto una performance maggiore (
https://www.coindesk.com/bitcoin-ranking-goldman-sachs). Dipende dall'orizzonte temporale preso a riferimento.
In ogni caso non è il confronto delle performance che mi interessa in questo ambito.
Tornando alla nostra famiglia, puntare sul mercato nel suo complesso significa ipotizzare due cose:
1) che le famiglie consumeranno sempre di più e/o
2)che entreranno sempre più famiglie al supermercato.
Entrambi scenari di crescita
"infinita".
E' curioso come tutto ciò che è legato all'economia della "fiat money" ci riconduce sempre al concetto di “infinito”. I nostri politici, banchieri, economisti parlano come se l'economia mondiale dovesse aumentare sempre.
Un concetto così difficile solo da immaginare per la mente umana come L'INFINITO, diventa la norma quando si parla di economia.
Il PIL? in crescita infinita
Il debito pubblico? In crescita infinita.
Con il primo che deve aumentare senza interruzione per permettere al secondo di aumentare senza interruzione.
La moneta circolante? Non ne parliamo
Le attività delle banche centrali? In crescita infinita (in Giappone hanno superato il PIL, lo faranno a breve nell'eurozona)
I consumi e i bisogni delle persone? In aumento eterno
Eppure l'economia, come dicono i libri di testo, è la scienza che studia l'allocazione ottimale di risorse
scarse, non infinite.
Non è sempre stato così. Esisteva un' epoca, prima del 1971, quando i debiti pubblici aumentavano in fasi di crisi ma si riducevano in fase di crescita. Come il buon padre di famiglia che si indebita nei momenti di difficoltà ma è pronto a ripagare quei debiti quando le cose tornano a girare.
Oggi non lo fa più nessuno. Quei pochi Paesi che talvolta ancora ragionano così , come la Germania, vengono chiamati con disprezzo "
frugali"
Esisteva un' epoca in cui le crisi economiche erano reali e vere, producevano disoccupazione e recessione e non venivano anestetizzate con "iniezioni di liquidità".
Secondo uno schema ciclico che è il marchio di fabbrica del capitalismo autentico.
E che oggi semplicemente non esiste più, sostituito dal dirigismo di un elite di burocrati convinti di avere la ricetta magica per la crescita eterna. Di aver rimosso la variabile “crisi” dall’equazione. E che usano questa ricetta come strumento per guadagnare il consenso del popolino bue.
I consumi, quelli poi, DEVONO essere sempre in aumento. La famiglia non può uscire dal supermercato e comprare meno dell'anno scorso, non sia mai. I suoi bisogni devono aumentare, all'INFINITO.
Ma i bisogni più che aumentare si trasformano. La domanda di carrozze per cavalli nell'800 era superiore a quella di oggi.
Se aprite il cofano di un'auto elettrica dentro non c'è praticamente nulla. La transizione all'elettrificazione di massa farà sparire tutta l'industria della componentistica per motori a scoppio.
I bisogni di bielle e pistoni andranno a zero.
Settore tra l'altro fondamentale per i PIL di Italia e Germania, due Paesi che finora hanno vissuto in gran parte di questo. I crucchi si sono organizzati per tempo con un doloroso adeguamento della loro industria meccanica. Noi un po' meno.
L'economia mondiale negli ultimi 30-50 anni è cresciuta ad un ritmo irripetibile anche per un motivo molto importante di cui non parla mai nessuno:
la crescita della popolazione.Come dicevamo prima se i bisogni dei singoli non aumentano, possono però aumentare i “bisognosi”.
Solo trenta anni fa (1990) il mondo era composto da 5,2 miliardi di persone.
Oggi siamo il 40% in più. Questo in una economia globale, dove anche i Paesi del Terzo Mondo sono diventati un mercato: è vero che restano poveri ma è una povertà che nel tempo è diventata diversa. Sono passati dagli archi e le frecce ad avere auto, telefoni, case, strade, alberghi, computer.... A parte casi estremi come la Somalia e il Mozambico, sono tutte cose che oggi trovate in tutte le principali città africane. Per citare l'area più povera del mondo.
A meno di colonizzazioni di nuovi mondi (molto difficile, forse i nostri bis nipoti) questo trend NON PUO' continuare. Tutte le previsioni demografiche più attendibili sono di stabilizzazione o di decrescita.
Il picco arriverà molto presto.
La popolazione italiana è calata di oltre 2 milioni di individui negli ultimi 10 anni. Evento mai verificato nella storia in tempo di pace. Fenomeno solo acuito dal coronavirus. Siamo lo Stato più anziano del mondo.
Se oggi trovate case a 1 euro è perché interi paesi non esistono più. E c’è ancora gente che investe nell’immobiliare.
La popolazione umana invecchierà, cambieranno i bisogni e gli stili di vita.
La crescita demografica che si è avuta dalla seconda guerra mondiale ad oggi è matematicamente impossibile che si ripeta in futuro.
Nessun politico o banchiere travestito da politico (come Draghi) vi parlerà mai di tutto questo. Continuano a sfornare previsioni dove il PIL del 2022 è maggiore di quello del 2021 e quello del 2023 superiore a quello del 2022 e così via in un tripudio di miraggi di ricchezza inarrestabile.
Ma la realtà è e sarà molto diversa.
Non sto dicendo che il mondo non continuerà a progredire, sono un sostenitore del continuo progresso umano. Soprattutto di quello decentralizzato, caotico, disorganizzato, darwiniano del vero libero mercato. Ma che è impensabile che questo progresso continuerà senza pause, battute d’arresto, passi falsi, prolungate e sanguinose fasi di recessione. E tutti i tentativi di “nascondere lo sporco sotto il tappeto” con artifici finanziari e costi riversati sulle generazioni future, non faranno che aumentare la portata di queste fasi buie.
Alla fine la corda sarà così tirata che gli equilibri verranno credo modificati in modo profondo . Gli Stati e la politica nazionale diventeranno meno importanti. Le grandi multinazionali acquisiranno potere. Così come le reti decentralizzate e globali di cui il nostro argomento preferito è una splendida rappresentazione.