La corsa dei giovani a comprare bitcoin. "Bruciati i risparmi, non potrò studiare"24 aprile 2018 - La Stampa - Virginia Pietromarchi perché notizia spazzatura? Si legge solo in parte, ma mi sembra che l'articolo accenni solo lontanamente al bitcoin, e che sia incentrato piuttosto sull'economia dell'Iran e la crisi di fiducia nella valuta locale
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ma a parte questo, io che ho venduto 5 btc l'anno scorso con un controvalore di soli 9k, quindi venduti molto prima del pump, dovrò poi dimostrare che li ho venduti a meno di 2k ognuno, altrimenti come fanno loro a sapere che invece non li ho venduti a 17k e quindi tassabili?
ergo non basta compilare solo il quadro RW
Diciamo che da questo punto di vista il mondo si divide in due parti: - quelli che vogliono seguire ciò che sta indicando l'AdE con la sua risposta - e .....gli altri", che sono in questo secondo insieme magari non per volontà di evasione fiscale ma solo perché ritengono alquanto opinabile tale risposta. esatto. E infatti tengo a precisare che ho un conto in Svizzera regolarmente dichiarato e riportato nel quadro RW. Ma questo perché prima di decidere di farlo mi sono informato, ho visto le regole in materia - sufficientemente chiare e sensate - e le ho accettate. Tutt'altra questione la pretesa delirante e insensata di dichiarare un cold wallet...
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la tesi difensiva è abbastanza lineare: come più volte evidenziato da esperti ben più autorevoli del sottoscritto, prima di tutto il bitcoin non possiede lo status giuridico di valuta o moneta, inoltre se ne tengo depositati su cold wallet, che questo sia stampato su carta piuttosto che su un hard disk disconnesso dalla rete, anche se si trattasse di valuta riconosciuta come tale, finché il wallet si trova in Italia non ho valuta detenuta all'estero, per cui non sussiste alcun obbligo di riportarli nel quadro RW
Io sono totalmente d'accordo con te, però ricordiamo che l'AdE invece non dice questo, secondo lei bisognerebbe considerare tutti i wallet anche quelli "personali", cito: Detta giacenza media va verificata rispetto all’insieme dei wallet detenuti dal contribuente indipendentemente dalla tipologia dei wallet (paper, hardware, desktop, mobile, web). infatti ho già scritto che chi ha scritto quella roba è un branco di mentecatti. Non ho la minima intenzione di sottostare a un'interpretazione così ridicola, se dovessi avere un accertamento su quelle basi, mi difenderei in giudizio in tutte le sedi, fino alla Corte di Giustizia Europea se necessario. È una questione di principio e di difesa delle libertà e dei diritti fondamentali del cittadino, dalle persecuzioni e dalle vessazioni di un fisco parassita degno di uno Stato di Polizia tributaria!
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Premetto che la materia è ancora poco chiara e che servirebbero innumerevoli chiarimenti da parte dell'Agenzia delle Entrate. Questo thread si chiama "fisco/tasse e leggi su bitcoin". I commenti qui dovrebbero essere di carattere tecnico. Si può disquisire sulla natura giuridica del reddito, sull'obbligo o no di compilare l'RW, sulla tassabilità o non tassabilità delle plusvalenze, ecc. Se qualcuno si limita a dire "io non dichiaro niente tanto non mi beccano" secondo me non da un grande contributo al thread. Opinioni e ragionamenti ci dovrebbero aiutare a costruire un'interpretazione dottrinale condivisa, una linea di pensiero che un domani potrebbe anche essere usata come tesi difensiva in caso di accertamento fiscale.
la tesi difensiva è abbastanza lineare: come più volte evidenziato da esperti ben più autorevoli del sottoscritto, prima di tutto il bitcoin non possiede lo status giuridico di valuta o moneta, inoltre se ne tengo depositati su cold wallet, che questo sia stampato su carta piuttosto che su un hard disk disconnesso dalla rete, anche se si trattasse di valuta riconosciuta come tale, finché il wallet si trova in Italia non ho valuta detenuta all'estero, per cui non sussiste alcun obbligo di riportarli nel quadro RW
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Ancora non riesco a trovare tracce di questo interpello e della risposta dell'AdE...non sono riuscito a trovarla pubblicata né sul sito ufficiale nazionale, né su quello regionale e neanche tramite il motore di ricerca del MEF.
L'unico riferimento che trovo cercando la parola "bitcoin" è solo la risoluzione del 2016.
Praticamente dovremmo fare la dichiarazione dei redditi ignorando la risoluzione del 2016 e farla in base a quanto riportato da un articolo del sole24ore o di Repubblica perché nei siti ufficiali non c'è traccia...
forse è questo l'interpello https://www.money.it/IMG/pdf/interpello-956-39-2018-del-22012018.pdfNo, ma vi rendete conto di cosa sono riusciti a scrivere questi mentecatti?? Detta giacenza media va verificata rispetto all’insieme dei wallet detenuti dal contribuente indipendentemente dalla tipologia dei wallet (paper, hardware, desktop, mobile, web). Secondo loro dovrei dichiarare le crypto che tengo su cold wallet?? Ma siamo fuori?? Sarebbe come dire che se tengo dei contanti in cassaforte, devo dichiarare se e quanti ne ho... roba degna del peggior regime totalitario STOCAZZO che ve lo dico!!!
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appunto, cosa c'entra con il bitcoin?
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vedo che è stato ripreso questo thread, nel frattempo ho fatto ricorso al Garante. Dopo quasi un anno sto ancora aspettando di sapere qualcosa...
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va bè, non mi pare sta grande innovazione: si tratta fondamentalmente di un sistema PoS come tanti altri
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chiarimanti che in realtà non chiariscono un bel nulla! qualora i bitcoin detenuti abbiano superato il valore di euro di 51.645,69, per almeno sette giorni lavorativi nel periodo d’imposta 2017 quali bitcoin bisogna considerare? Solo quelli tenuti su exchange o anche su wallet locale (cagata pazzesca..)? E che tasso di cambio va applicato? il contribuente è tenuto alla compilazione del quadro RW, sia in relazione all’oro detenuto che ai bitcoin eventualmente ancora detenuti al termine del periodo d’imposta vedi sopra: dovrei dichiarare anche quelli che tengo in un cold wallet, o magari su paperwallet? Ma non scherziamo...
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ma non è richiesta nessuna licenza o autorizzazione? uno decide di aprirsi un exchanger e lo apre?
al momento il mercato non è ancora regolamentato, vedremo nei prossimi mesi come si evolveranno le cose. bè, questo dipende dalla giurisdizione. Negli USA ad esempio i controlli sono diventati molto più stringenti, per questo chi gestisce gli exchange tende a spostarsi in giurisdizioni più favorevoli tipo Singapore, Hong Kong, Malta, ecc.
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Non si possono tradare o prelevare? Non puoi semplicemente acquistarne ancora per arrivare al prossimo intero? Magari il calcolo non sarà perfetto e ti trovi qualche frazione in più, ma un conto è perdere 0.01, un conto 0.99
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In realtà il multisig in se potrebbe farlo una sola persona come misura di sicurezza personale (chiave privata divisa in più parti). Quello che mi stupisce è la presenza di un curatore solo e non di un pool di più curatori fallimentari che sceglie insieme, vista la quantità di denaro.
il motivo é che ci sta tanta ignoranza bastarebbe assoldare un consulente con esperienza nel settore per evitare strafalcioni del genere o peggio ... issue di sicurezza per tutti quei soldi la gente non capisce come funziona e si improvvisa Non mi stupirebbe sentire la notizia tra qualche anno di un curatore che è stato derubato con conseguente dump, a questo punto per esempio così: https://it.cointelegraph.com/news/moscow-man-mutilated-and-mugged-for-1-million-in-bitcoin-local-sources-report
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Essendo uno degli oltre 24.000 goxati in attesa da più di 4 anni di essere ripagato, mi sento di fare qualche precisazione. Innanzi tutto, ogni utente ha dovuto compilare un claim con l'elenco dei bitcoin e della valuta fiat depositata sul proprio account al momento della chiusura dell'exchange. Poiché i bitcoin all'epoca non erano riconosciuti come moneta in Giappone, il tribunale ha disposto che i crediti in bitcoin fossero convertiti prima in dollari e poi in yen ad un tasso convenzionale, corrispondente alla data di inizio del procedimento per bancarotta: Following consultations with the Tokyo District Court and in accordance with the Japanese Bankruptcy Law, the exchange rate for Bitcoin will be the CoinDesk Bitcoin Price Index on the day (23:59 on April 23, 2014) (Japan time) before the commencement of bankruptcy proceedings (1 Bitcoin = $483 = 50,058.12 yen 2 ). Il curatore fallimentare (Avv. Kobayashi) si è preso tutto il tempo per le necessarie verifiche sui claim: la maggior parte delle richieste erano fake e sono state respinte, altri si sono appellati ed è stata necessaria una revisione, ecc. [table border=1] | Number of filings | Total amount of claims filed * | Total amount of claims that have been accepted * | Total amount of claims that have been rejected * | Creditors who filed a claim only with respect to the Bankruptcy Claims Related to Exchange | 24,750 filings | JPY 263,519,268,303,371 | JPY 45,609,593,503 | JPY 263,473,658,709,868 |
* All amounts have been converted into JPY. Quindi il debito riconosciuto ammonta a poco più di 45,6 miliardi di yen, pari a circa 427 milioni di dollari al cambio attuale. Nell'ultimo report, in seguito alla vendita di BTC e BCC, Kobayashi dichiara attivi per complessivi 420 mln, che significa che ci sono fondi sufficienti a ripagare quasi il 100% del debito, e per i 7 mln che mancano sarebbe sufficiente venderne un altro migliaio, senza quindi impattare sul mercato. Resta da chiedersi cosa ne sarà dei 166.000 bitcoin che avanzano, ma c'è da aspettarsi che saranno oggetto di dispute legali che andranno avanti per anni: ci sono studi legali negli USA che stanno portando avanti delle class action contro Karpeles e le sue società, mentre un gruppo di creditori ha presentato istanza di "civil rehabilitation", con distribuzione di quote di proprietà ai vecchi utenti.
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c'è una sezione alt-coin per discussioni di ICO, e mi pare ci sia già un thread aperto sull'argomento
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