lamec
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June 07, 2012, 07:27:01 AM |
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hm non so. di certo non sono un commercialista.
però se tieni i soldi del monopoli in cassaforte invece di venderli, la rivalutazione da 121 a 140 non è soggetta a iva, è una valutazione tua sulla quale paghi le tasse di reddito e non di commercializzazione.
quello che dico è che perchè mi accusino di commerciare btc deve esserci una sostanziale quota dei ricavi che gira sui btc invece che sul normale fatturato dell'azienda.
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Stemby (OP)
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June 07, 2012, 09:24:52 AM |
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Nemmeno io sono commercialista Tutto il discorso di prima è basato sull'idea di pensare al BTC come ad un bene, in modo da poter applicare il concetto di baratto, e più specificatamente, per un uso commerciale, il contratto di permuta. Poi può darsi che possano esistere approcci diversi che consentano di aggirare tra l'altro la tassazione IVA (lato Bitcoin). Ogni parere è benvenuto...
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“…virtual currencies, could have a substitution effect on central bank money if they become widely accepted.” ECB Report, October 2012
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Stemby (OP)
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November 08, 2012, 12:29:21 PM |
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Discussione su Bitcoin Italia, purtroppo senza novità: si conferma però che i commercialisti non abbiano idea di come muoversi. Ciao!
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“…virtual currencies, could have a substitution effect on central bank money if they become widely accepted.” ECB Report, October 2012
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jolly
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November 08, 2012, 07:50:26 PM |
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Discussione su Bitcoin Italia, purtroppo senza novità: si conferma però che i commercialisti non abbiano idea di come muoversi. Ciao! tanto per cambiare
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ercolinux
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November 08, 2012, 08:16:36 PM Last edit: November 08, 2012, 08:31:13 PM by ercolinux |
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La questione contabile/fiscale è a mio avviso cruciale, se si vuole diffondere l'uso del Bitcoin. Ne stavamo discutendo proprio ora sul canale IRC, e purtroppo continua ad essere aperto un grosso punto interrogativo.
Secondo me, l'analogia su cui potrebbe basarsi un ragionamento solido è quella col baratto. Qualcuno sa come viene gestito dal punto di vista contabile e fiscale il baratto a livello commerciale (e quindi non tra semplici privati)? C'è qualche commercialista in ascolto, o qualcuno che ne conosca almeno uno?
Grazie!
Premetto che non sono un commercialista, ma mi ero documentato per aiutare un amico: il baratto sia b2b e b2c è ammesso dalla legge italiana, al punto che esistono anche siti specializzati per gestire il baratto fra aziende e circuiti alternativi (sardex, bexb ecc). Esistono però dei limiti sul fatturato che può essere generato dal baratto (deve essere una piccola parte del fatturato totale), e in teoria è esente da IVA e imposte, ma qualche dubbio anche in questo resta, anche perchè avendo pagato l'iva in entrata e non avendola incassata dal cliente si creerebbe uno sbilancio a credito. I siti tipo Sardex evitano il problema iva facendola pagare a tutti, nel nostro caso si dovrebbe aggiungere l'IVA al valore dei bitcoin. Un altro problema è la tracciabilità dei pagamenti: con la nuova legge che obbliga per importi superiori a 500€ la tracciabilità dei pagamenti, un versamento in bitcoin sarebbe difficile da dimostrare. La zona d'ombra è piuttosto vasta, in effetti a tutti i negozi cui sto proponendo di passare ai bitcoin alla fine consiglio di mettere su un sistema che converta al volo i BTC in € per evitarsi rogne. edit: mi era scappato l'invio prima di finire a scrivere
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HostFat
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November 08, 2012, 09:15:14 PM |
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Un altro problema è la tracciabilità dei pagamenti: con la nuova legge che obbliga per importi superiori a 500€ la tracciabilità dei pagamenti, un versamento in bitcoin sarebbe difficile da dimostrare.
Infatti dubito che sia richiesta la "tracciabilità" per il baratto.
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Stemby (OP)
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November 08, 2012, 10:01:30 PM Last edit: November 08, 2012, 10:30:54 PM by Stemby |
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Come si era già visto negli ultimi messaggi di questa discussione, forse neanche il baratto è una soluzione adeguata per affrontare questa problematica (serissima!). Del resto il bitcoin (inteso come "valuta") non credo che si possa intendere né come un bene (il suo valore intrinseco è nullo) né come un servizio. La strada giusta forse potrebbe essere quella di trovare un'analogia coi titoli di credito (o con qualcos'altro di più appropriato), ma la magia la devono tirar fuori i commercialisti: sono loro gli esperti della materia.
Ciò che mi fa rabbia è che in Italia rimaniamo sempre indietro ad ogni progresso tecnologico, a causa della burocrazia e dell'ingarbugliamento legislativo che ci contraddistingue.
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“…virtual currencies, could have a substitution effect on central bank money if they become widely accepted.” ECB Report, October 2012
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HostFat
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November 08, 2012, 10:18:14 PM |
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I Bitcoin si possono ad esempio anche usare per firmare messaggi, per fare un database di messaggi mantenuti, e per altre cose. Il valore di queste funzionalità, è anch'esso variabile in base chi ne fa uso. Un pezzo di pane in certe situazione può avere il valore di pochi euro, in altre può salvare una vita.
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HostFat
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November 15, 2012, 06:07:45 PM |
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pof
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November 15, 2012, 07:19:50 PM |
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Ottimo, se qualcuno vuole aprire un'impresa o iniziare ad accettare bitcoin sa a chi chiedere!
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ercolinux
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November 15, 2012, 09:03:45 PM |
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Ottima notizia. Chissà se è sul forum o se vuole parteciparvi
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Stemby (OP)
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July 25, 2013, 08:14:05 AM Last edit: July 25, 2013, 10:21:56 AM by Stemby |
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Ottima notizia. Chissà se è sul forum Non credo. Comunque gli ho scritto ieri sera, e mi ha già risposto: accettano pagamenti in Bitcoin! Tra poco sarà su CoinMap... Ciao! [EDIT] Aggiunto. [/EDIT]
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“…virtual currencies, could have a substitution effect on central bank money if they become widely accepted.” ECB Report, October 2012
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Zinghi
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July 31, 2013, 02:51:45 PM |
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Buongiorno a tutti.
Ho una domanda che spero possa inserirsi bene in questa discussione.
Vorrei capire se è possibile "tradurre" le norme di diritto commerciale italiano in norme sul bitcoin.
Per esempio, se volessimo creare una sorta di "banca" del bitcoin, questa andrebbe soggetta alle regole italiane (segnalazione alla CONSOB, tassi di usura, requisiti di onorabilità ecc ecc ecc) oppure potrebbe dotarsi di regole "sui generis"?
E se invece volessi prestare bitcoin ad un tasso di interesse ragionevole (stabilito semplicemente di comune accordo tra me e il debitore) o fare da intermediario per queste transazioni?
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armory
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July 31, 2013, 07:03:02 PM |
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Al momento, almeno in Europa, il sistema di BITCOIN è legale. E' legale di per sé, a prescindere dall'uso che si potrebbe fare di tale moneta elettronica
Bitcoin infatti potrebbe facilitare operazioni illegali, comprese la vendita di materiale contraffatto o illegale, numeri di carte di credito rubate, password, e magari persino pedopornografia. E probabilmente in un'area più grigia, Bitcoin potrebbe consentire adulti statunitensi consenzienti di fare scommesse in qualche sito inglese di scommesse senza preoccuparsi delle limitazioni legate ai sistemi di pagamento.
Ma sia chiaro, qualsiasi sistema potrebbe essere utilizzato per delinquere ... ciò non toglie che di per sé, Bitcoin sia perfettamente legale (almeno fino a nuove modifiche normative).
Mi hai chiesto quali adempimenti burocratici e fiscali dovresti rispettare.
Dovresti aprire una partita Iva per "attività non classificabili diversamente". Si tratterebbe ovviamente di una ditta individuale a te intenstata.
Al momento del ricevimento del bonifico, dovresti emettere fattura per l'importo della provvigione che trattieni per te. Dovresti infine presentare annualmente le dichiarazioni dei redditi per pagare il conguaglio fiscale sulle imposte da te dovute (IVA IRPEF IRAP addizionale regionale e comunale).
Ripeto: il sistema Bitcoin è legale, si tratta di un baratto, almeno da un punto di vista giuridico. Potrebbero scambiarsi delle galline, invece si scambiano Bitcoin ... quindi non sussiste alcuna illegalità.
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gdassori
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August 03, 2013, 07:05:32 PM |
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Parere del mio commercialista su mining e vendita di cryptovalute:
Ieri sono stato dal commercialista e, dopo aver passato un'oretta a spiegargli come funzionano i Bitcoin, è giunto alla conclusione che non essendo valuta a corso legale, la vendita non rientra all'interno dell'intermediazione finanziaria, laddove i Bitcoin siano prodotti col mining. Sulla compravendita non si è espresso (era tardi e aspettava un altro cliente, magari la prossima volta) però così, superficialmente, sembrava essere scettico:
Suo parere è che:
- Il minatore che acquisterà un miner (ad esempio un KnC, abbiamo parlato di quello) con una società (P.IVA) potrà detrarlo nello stesso modo in cui detrae le altre fatture d'acquisto. - Il minatore che impiegherà energia elettrica per produrre Bitcoin potrà detrare le bollette, acquisendo così crediti d'imposta. - Il minatore che rivenderà i Bitcoin minati sul mercato non venderà un bene, ma presterà un servizio, per cui dovrà emettere fattura.
Le imposte verranno quindi pagate sull'utile maturato dal servizio "vendita di Bitcoin" al netto dei crediti d'imposta maturati (miners, energia elettrica, altre spese correlate).
Non è un avvocato, ma un commercialista, quindi dice tutto e il contrario di tutto, però secondo lui una società che voglia vendere Bitcoin secondo queste modalità non è un intermediario finanziario ed agisce nella piena legalità.
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Giodark
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August 04, 2013, 01:04:26 PM |
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Mi sa che l'unico modo per avere una risposta valida è quella di porre un interpello all'Agenzia delle Entrate. Se ci fosse qualche legale sul forum si potrebbe anche organizzare. Anche se temo che le risposte dell'Agenzia potrebbero non piacere.
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Lohoris
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August 04, 2013, 01:59:18 PM |
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Anche se temo che le risposte dell'Agenzia potrebbero non piacere.
Non vedo come possano "non piacere". O sappiamo cosa e come e legale fare, o non lo sappiamo. Se non lo sappiamo devi comunque fare tutto in nero, perché fare cose in chiaro se neanche sai se sono legali né come dichiararle, sarebbe leggermente idiota... Per cui se ti dicono "no" continui in nero, se ti dicono "sì" puoi regolarizzarti... Non vedo proprio cosa ci sia da perdere.
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Giodark
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August 04, 2013, 04:27:58 PM |
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Anche se temo che le risposte dell'Agenzia potrebbero non piacere.
Non vedo come possano "non piacere". O sappiamo cosa e come e legale fare, o non lo sappiamo. Se non lo sappiamo devi comunque fare tutto in nero, perché fare cose in chiaro se neanche sai se sono legali né come dichiararle, sarebbe leggermente idiota... Per cui se ti dicono "no" continui in nero, se ti dicono "sì" puoi regolarizzarti... Non vedo proprio cosa ci sia da perdere. ma niente di particolare, ho scritto quello perchè è capitato in passato che alcune risposte dell'Agenzia dell'Entrate a quesiti posti dai contribuenti fossero quantomeno dubbie sul piano tecnico, soprattutto su certi argomenti complicati in cui si intrecciavano materie comunitarie e tributarie locali. In questi casi le risposte erano piuttosto penalizzanti per i contribuenti, a tal punto da spingerli ad abbandonare le proprie azioni (perchè l'adeguamento così come prospettato le rendeva economicamente sconvenienti), anche se tecnicamente non comportavano alcun reato. Beh in almeno uno di quei casi, che ricordo, chi ha portato avanti le proprie azioni a dispetto delle disposizioni interpretative dell'ADE ha poi visto riconosciuti positivamente i propri diritti. Nella fattispecie i bitcoin e le altre criptovalute mi sembrano di gran lunga un caso più complicato di quelli che mi è capitato di leggere, per cui il senso della mia frase era quello di aspettarsi risposte tendenzialmente negative e limitanti, che però non sarebbero da considerare, Imho, come definitive, visto che la materia non pare oggetto di leggi Ita o Ue. In ogni caso vale la pena di provare a mandare due righe.
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HostFat
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August 04, 2013, 04:37:03 PM |
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Il punto è, che puoi chiedere un parere ad un commercialista/avvocato, prima di avergli spiegato bene, e otterrai una risposta. Dopo un eventuale spiegazione, ne otterrai probabilmente un altra (non dico migliore)
Questo giusto per dire che dubito fortemente che quelli dell'Agenzia dell'Entrate siano ferrati sull'argomento, e qualsiasi risposta arrivi potrebbe essere già diversa da quella di "domani".
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Lohoris
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August 04, 2013, 07:05:32 PM |
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Anche se temo che le risposte dell'Agenzia potrebbero non piacere.
Non vedo come possano "non piacere". O sappiamo cosa e come e legale fare, o non lo sappiamo. Se non lo sappiamo devi comunque fare tutto in nero, perché fare cose in chiaro se neanche sai se sono legali né come dichiararle, sarebbe leggermente idiota... Per cui se ti dicono "no" continui in nero, se ti dicono "sì" puoi regolarizzarti... Non vedo proprio cosa ci sia da perdere. ma niente di particolare, ho scritto quello perchè è capitato in passato che alcune risposte dell'Agenzia dell'Entrate a quesiti posti dai contribuenti fossero quantomeno dubbie sul piano tecnico, soprattutto su certi argomenti complicati in cui si intrecciavano materie comunitarie e tributarie locali. In questi casi le risposte erano piuttosto penalizzanti per i contribuenti, a tal punto da spingerli ad abbandonare le proprie azioni (perchè l'adeguamento così come prospettato le rendeva economicamente sconvenienti), anche se tecnicamente non comportavano alcun reato. Beh in almeno uno di quei casi, che ricordo, chi ha portato avanti le proprie azioni a dispetto delle disposizioni interpretative dell'ADE ha poi visto riconosciuti positivamente i propri diritti. Nella fattispecie i bitcoin e le altre criptovalute mi sembrano di gran lunga un caso più complicato di quelli che mi è capitato di leggere, per cui il senso della mia frase era quello di aspettarsi risposte tendenzialmente negative e limitanti, che però non sarebbero da considerare, Imho, come definitive, visto che la materia non pare oggetto di leggi Ita o Ue. In ogni caso vale la pena di provare a mandare due righe. Ok, intendi dunque che il parere dell'Agenzia dell'Entrate non sarebbe né accurato né vincolante? Beh, in tal caso sarebbe del tutto inutile averlo in primo luogo.
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