sono imbarazzato a fare questo intervento, ma ormai io mi sono perso lungo tutto questo argomento, sto rileggendomi un po' le cose, ma non ci arrivo proprio
Guarda che non devi essere imbarazzato, perchè la domanda è difficile e divide gli esperti.
Ora non posso citare per questioni di riservatezza la fonte, ma diciamo che commentando i vari articoli di Deotto, Capaccioli ed Avella riportati anche in questo thread "il mio commercialista" scrive che:
D: io da utente che deve compilare RW quando leggo "al cambio indicato al 31/12 sul sito dove il contribuente ha acquistato la valuta virtuale" ho pochi dubbi che l'indicazione non possa essere interpretata al valore di carico, no?
R:Quello è ciò che è scritto nell’interpello, ma (i) si tratta di un interpello non pubblicato (sembra una banalità ma non lo è, perché quelli che la direzione centrale vuole rendere pubblici vengono pubblicato appositamente, quindi significa che a Roma non sono del tutto convinti di tutto quello che c’è scritto) e (ii) nulla è scritto nelle istruzioni ufficiali di Unico e (iii) è in ogni caso contrario alla circolare ufficiale su Rw e Ivafe vista l’assenza di mercati regolamentati.
A mio avviso, in una prassi ufficiale, l’agenzia entrate prenderebbe la linea del costo di acquisto (e non del presunto “valore di mercato”)
Comunque è importante sempre distinguere tra quadro Rw e imposte sulle plusvalenze. Le due cose non vanno necessariamente di pari passo.
Per farvi capire: nel quadro rw vanno indicate anche attività che, se vendute con guadagno, non darebbero luogo a plusvalenze tassabili (vanno indicate ad esempio opere d’arte, yacht e auto all’estero, tutte cose che se vendute con guadagno non sono tassabili)
Capaccioli in pratica sostiene che non sono valute estere e quindi non tassabili e che i wallet non sono depositi e quindi le cripto non possono considerarsi all'estero e quindi non vanno indicate nel quadro rw
La sua analisi è coerente, ma (i) non dice cosa sono; se non sono valute estere cosa sono? e (ii) non è realistica, perché assume che fisco e giudici possano accettare di non tassare quella che senza dubbio è una manifestazione di ricchezza, su una base fragile.
La tesi di Capaccioli personalmente non mi convince, è affascinante ma porta ad un sistema non coerente. Si confonde secondo me troppo spesso l’obbligo teorico, con la possibilitá di essere scoperti. Se uno parte con l’idea che non vuole pagare le tasse, non le paga e basta. Senza tentare di abbarbicarsi su tesi varie. È come fare “nero”. Lo fa e basta, perchè sa che è difficile essere scoperto e punta su quello
Deotto sostiene che non sono valute estere ma che sono qualcosa (strumenti finanziari?
) che va nella lettera c-quinquies e quindi (i) plusvalenze tassabili senza soglia minima e (ii) minusvalenze indeducibili
La sua tesi non è rigorosa, ed è pure penalizzante rispetto a quella dell’agenzia entrate (che perlomeno paragonando le cripto a valute estere da accesso alla soglia dei 51k salvando i piccoli risparmiatori e le minusvalenze sono deducibili
Si capisce che la tesi di Deotto è basata su una analisi approssimativa, ma in questo periodo Deotto va di moda al sole24ore e pensa di poter scrivere su qualunque argomento come fosse un oracolo
D: è vero che le borse di criptovalute formalmente non sono regolamentate, però nella pratica sembrano molto simili a mtf/otf. In termini di liquidità in alcuni casi superano di gran lunga molte borse regolamentare, pertanto non è difficile individuare o ricavare qualcosa di molto simile a un prezzo "ufficiale" per ciascun asset. Domanda:
ai fini della compilazione del quadro RW, non è più prudente far prevalere un approccio sostanziale e quindi una valorizzazione al prezzo di mercato?
R:Secondo me sta al contribuente scegliere, in pratica. Molti non vogliono indicare valori di mercato importanti perché hanno paura che questo attiri l’attenzione su di loro. Per questi, il costo è un safe harbour. E secondo me è corretto.
Inoltre, far prevalere la tesi del costo sarà utile in futuro in eventuali contenziosi col fisco per qualcuno che si fosse dimenticato di mettere in rw, perché le sanzioni sarebbero una percentuale del costo (e non una percentuale del valore di mercato), quindi più basse e più gestibili.
Comunque bisogna considerare che in letteratura, se uno detiene valuta non viene tassato se sotto i 51k, ma
se fa trading allora viene tassato anche se sotto questa soglia, o quantomeno rischia che gli venga riconosciuto lo scopo speculativo.Se fa trading con futures, cfd e contratti a termine, è sempre tassato a prescindere dai 51k
I 51k valgono solo se compro cripto, le tengo per un po e poi realizzo una plusvalenza sulla venditaNessuno dice per ogni cripto che possiedo devo fare una distinta riga di rw indicando il relativo costo. Costo di tutte le cripto possedute è sufficiente ai fini rw
D:Anche in questo caso risulta però controintuitivo tassare operazioni btc/eur e non tassare operazioni btc/usdc o con altra stablecoin....nella sostanza l'attività è la stessa...
R.Vero. Ma se devo giocare su qualcosa, gioco su quello. Io ho fatto decine di discussioni con agenzia entrate su operazioni in valuta, e molti funzionari non capiscono che operazioni usd/chf (cioè dove l’euro non è coinvolto) andrebbero teoricamente tassate, e non “le notano”. Questo va “a nozze” con il mondo cripto
Un sacco di spunti interessanti direi.